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– Redazione Qui Europa –
Mercoledì, Marzo 14th / 2012
Parlamento Europeo / Italia / Processo di Bologna / Università / Berlinguer
Strasburgo: si a "Università europea". Luci e ombre sul "Processo di Bologna"
Casta neo-liberista o processo consapevole di sviluppo solidale? Gli interrogativi aperti sul futuro dell'istruzione in Europa
Strasburgo – Stamane, presso la sede francese dell'Europarlamento, il deputato Luigi Berlinguer (del gruppo S&D) ha relazionato sul processo di rilancio dell'Università Europea, presentando un provvedimento – votato a maggioranza bulgara – afferente al cosiddetto '"Processo di Bologna": ovvero a quel processo di riforma internazionale dei sistemi di istruzione superiore – che oggi coinvolge 46 paesi – nato nell'antica città italiana tra il 18 e il 19 giugno del 1999, in seguito all'incontro di 29 ministri dell'istruzione europei. Tra gli obiettivi fissati, primo fra tutti, l'ambiziosa idea di realizzare – per la verità ciò sarebbe dovuto avvenire già entro il 2010 – lo "Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore più competitivo al mondo", raccogliendo l'eredità portata avanti negli anni già con l'accordo della Sorbona del 1998, sigillato dall'omonima "Dichiarazione". Secondo il deputato, tale provvedimento favorirà il ripensamento dei sistema di istruzione dei paesi membri Ue, verso la creazione di un unico titolo di laurea valido in tutto il Vecchio Continente, e non solo. Problema, quello della discrepanza dei titoli, avvertito soprattutto in Italia: paese Ue che si discosta dalla maggior parte degli altri paesi europei quanto ai criteri seguiti nell'attribuzione dei titoli e delle denominazioni, e tale da non facilitare l'interpretazione degli stessi titoli accademici conseguiti, al di fuori del territorio nazionale, con grossi problemi d'inserimento per neolaureati e ricercatori. Tuttavia, l'Italia, ci sembra giusto ricordarlo, è stata uno dei primissimi paesi ad adattare il proprio sistema universitario al nuovo sistema generato nel processo di Bologna (in alcune università e limitatamente ad alcuni corsi di studio la riforma – infatti – è partita già nell'anno accademico 1998/1999). Ma accanto ai soddisfatti deputati, ed ai trionfalistici proclami di rinascita culturale dell'Ue, non sono mancate le aspre critiche di quanti invece sostengono l'esistenza di reconditi obiettivi perseguiti dal "Processo", addirittura in palese contrasto con i principi di equità e libera diffusione del sapere. Secondo altre correnti di pensiero , infatti, il vero obiettivo del Processo di Bologna sarebbe quello di "rendere le riforme europee neo-liberali, in materia di istruzione universitaria, "piu’ accettabili" alle classi subalterne e protendere al progressivo smantellamento dell’istruzione pubblica, dando vita a nuove caste per il controllo della conoscenza, al fine di accelerare l’egemonia economica dei popoli. Dunque, in antitesi con quanto dichiarato stamane da Berlinguer, il "Processo di Bologna" nulla avrebbe a che fare con il libero sapere, la libera scelta di studiare e l'equita’ sociale. Tutto mascherato – secondo i detrattori del "Processo" – dietro il velo della retorica e del marketing. Certo, analizzando attentamente entrambe le posizioni, così lontate ed antitetiche, si resta piuttosto disorientati. D'altra parte, non sarebbe intellettualmente onesto non ammettere la possibilità dell'esistenza di sistemi educativi egemoni di carattere neoliberista pianificati ad hoc. Lo si evince chiaramente dalla china intrapresa da molti economisti che – in numerose società industriali moderne – hanno favorito la diffusione di teorie economiche e finanziarie che hanno portato agli attuali squilibri sistemici, che qualcuno chiama "crisi economica". Molte di esse, come noto, furono incubate in noti e prestigiosi Atenei Anglo-Americani, che – a partire dagli anni Ottanta – favorirono processi di iper-privatizzazione a discapito dello stato sociale. Allora una buona domanda può essere: in Europa è il capitale finalizzato all’istruzione, o è quest'ultima al servizio del capitale, per rinforzare l’egemonia culturale, politica ed economica della stessa "Europa"? Sergio Basile (Copyright © 2011 Qui Europa)
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