Venerdì, 23 febbraio / 2015
– di Nicola Arena, Sete di Giustizia –
Venerdì, Novembre 16th/ 2012
– di Mario Luongo –
Eco innovation / Commissione europea / Riciclo materiali / Finanziamenti europei / Piccole e medie imprese / Economia verde / Beatriz Yordi / Piigs / Agenzia esecutiva per competizione e innovazione / Fuga dei cervelli / Assegnazione frequenze televisive / Mediaset / Rai / Multiplex / Commissione antitrust
L'Italia dell' "innovazione ecologica" e quella
delle frequenze tv: due facce della
stessa medaglia
Frequenze tv: Mediaset potrebbe incorrere
nei provvedimenti dell'antitrust europeo
Bruxelles, Roma – L’innovazione e il cambiamento – è inutile dirlo – sono motori alla base del dinamismo economico e sociale di uno stato, sono sintomi di freschezza intellettuale e della capacità di leggere con puntualità i mutamenti della società e interpretarli nel migliore dei modi. Allora, di primo acchito, giudichiamo potenzialmente interessante – una volta tanto – il bando “Eco innovation” della Commissione europea, lanciato con il fine di incentivare l’innovazione tecnologica (e non solo) per favorire settori come il riciclo dei materiali, l’industria alimentare, la conservazione dell’oro blu, attività commerciali verdi ; il tutto tramite finanziamenti ai progetti più interessanti in questi ambiti. Per il bando 2011, dopo una scrematura sostanziale sono rimasti in campo 46 progetti selezionati, e dieci di questi sono di realtà italiane, specialmente di piccole e medie imprese. Per quanto riguarda quest’anno i progetti potenzialmente “in gara” sono 284, per un budget complessivo di 34,8 milioni di euro stanziati.
L'Innovazione paga
L’innovazione paga, così come il suo utilizzo nell’ambito dell’”economia verde” e i risultati parlano chiaro: su un campione di 55 progetti co-finanziati da Bruxelles si stima che i posti di lavoro generati siano tra 1000 e i 1100, con una media approssimata di circa 20 occupati a progetto. Per di più occupati altamente specializzati, impiegati in progetti che oltre a creare occupazione e sviluppo, lo fanno in modo ecologicamente, ma anche economicamente sostenibile. Infatti secondo Beatriz Yordi, capo unità dell’agenzia esecutiva per competizione e innovazione della Commissione europea, la dotazione per ogni progetto si aggira sui 700 mila euro. Dicevamo l’innovazione. Questo accade a livello comunitario, con una partecipazione di Spagnoli e Italiani maggiore di quella tedesca e olandese; questo sta a significare che l’inventiva, le idee, i progetti validi vengono per quasi la metà da due paesi facenti capo ai cosiddetti Piigs, o "maiali d'Europa".
Quando l'innovazione è contro-progresso
Certo, sarebbe tutto inevitabilmente meraviglioso, se non fosse – d'altra parte – per la sanguinosa crisi indotta dagli scompensi intrinseci all'Eurozona all'economia reale degli stati, che per contro stanno causando la chiusura inarrestabile di migliaia di imprese ogni mese, in tutta Europa. Come meraviglioso sarebbe parlare di "Eco innovation" e "green economy", senza essere assillati dal minaccioso e perenne euro-fantasma degli Ogm (Organsmi geneticamente modificati). Ogm, voluti – per fare un favore alle multinazionali di turno – dalla stessa Commissione europea: organismi che ci intossicano e destabilizzano ogni giorno, attraverso ciò che mangiamo e coltiviamo, spesso inconsapevolmente. Ma queste sono altre storie.
Mediaset: "Le frequenze non pagano!"
Tornando in Italia e rimanendo nei suoi confini, di innovazione non si parla più. Strano. Ci sono molteplici realtà, soprattutto tra le piccole e medie imprese che possono fare tanto, ma spesso non hanno i fondi necessari, come accade con i giovani ricercatori brillanti che scelgono la strada della “fuga all’estero” per realizzarsi professionalmente. E poi ci si lamenta della fuga di cervelli. Se da un lato abbiamo visto quanto l’innovazione paghi, dall’altro osserviamo come in Italia il rimanere attaccati ai soliti paradigmi, alla stagnante realtà che ci circonda da anni, possa essere dannoso. L’ultimo esempio è fornito da una sentenza di Bruxelles a proposito dell’annoso problema delle frequenze tv in Italia e della loro iniqua assegnazione. “Mediaset risulta troppo favorita!”E' quanto sentenzia con grande perspicacia e puntualità la Commissione europea in una missiva al governo italiano: osservazioni che avranno come conseguenza l’allontanamento del Biscione – e della stessa Rai – dall’asta indetta dal governo per distribuire sei nuovi Multiplex che, grosso modo, significano cinque nuovi canali per ogni gruppo. Di questi, ben tre sono di tipo U, cioè ad ampia diffusione, i migliori insomma. La Commissione europea nelle scorse ore ha ricordato anche come sia fondamentale il rispetto del tetto massimo di cinque pacchetti digitali ad operatore: e Mediaset è già a quota quattro. Un monito da tenere bene a mente per Berlusconi & soci perché in caso contrario potrebbero incappare nei provvedimenti decisionali dell’Antitrust. Anche questo è un'altro lato, un'altra "prospettiva", dell'innovazione "Made in Italy".
Mario Luongo (Copyright © 2012 Qui Europa)
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