Martedì, Maggio 7th/ 2013
– Qui Europa, Iniziativa di Libero Confronto, "Pensa e Scrivi" –
Martedì 19th / Giugno 2012
– di Silvia Laporta –
Los Cabos / Messico / Vertice mondiale / Banche / G20/ America / Cina / Germania / Francia / Italia / Camp david / G8 / Crisi europea / Crisi economica / Banche / Politica / Potenze mondiali / Barack Obama / Angela Merkel / Troika / Banca Mondiale / Josè Angel Gurria / Robert Zoellick / Grecia / Atene / Francoise Holland / Christine Lagarde
G20 Messico – Crisi Ue: per chi risolverla?
I cittadini o le Banche?
Ma quali sono le vere preoccupazioni dei grandi
della Terra?
Tutti i retroscena del G20 che nessuno racconta e il
rifinanziamento dell'Fmi
Los Cabos – Al tavolo dei lavori del G20, in Messico – il vertice che, come noto, unisce i 20 paesi più potenti del mondo (tra quelli industrializzati e quelli emergenti), non sono stati i massacri della popolazione Siriana o il genocidio di cristiani in Nigeria ad accendere le discussioni. Quello che sta più a cuore dei giganti dell’economia mondiale, come già al G8 di Camp David, è piuttosto la crisi europea dell'Eurozona, che potrebbe – secondo i grandi burattinai – "contaminare" anche il resto del mondo. Statunitensi e cinesi, giapponesi e messicani, fanno pressioni perché si trovi finalmente una soluzione credibile alla crisi dei debiti sovrani. Nessuno di loro fa però espressamente riferimento allo strapotere ed alle ingerenze delle agenzie di rating, alla riforma dell'art. 123 del Trattato di Lisbona, alla rinazionalizzazione delle Banche Centrali, né tantomeno alle altre stranezze speculative che i potenti continuano ovviamente a tollerare, perhè in palese mala fede.
Le preoccupazioni dei potenti e il "Piano Ue di accentramento"
L’Europa, infatti, è la prima destinazione dell’export di Usa e Cina, il 28% degli scambi mondiali avviene in euro, e viene ampiamente “rimproverata” al tavolo della discussione di Los Cabos. “Gli europei, fanno finta di non vedere che siamo di fronte non a un semplice rallentamento dell’economia, ma stiamo entrando in una nuova fase della crisi, che se non troverà una nuova reazione in Europa, potrebbe contagiare il mondo”. Così tuona il presidente della Banca Mondiale (il gemello diverso dell'Fmi sul versante americano) Robert Zoellick, che abbandonando il linguaggio diplomatico e – con una buona prova teatrale – dando libero sfogo alla rabbia, aggiunge: “ La questione non è più veramente tentare di sapere quale modello scelgano gli europei, bisogna che ne individuino uno e lo facciano in fretta! I dirigenti del G20, guardano agli europei con un misto di frustrazione, confusione e sdegno” Ma tanta veemenza, sarà dovuta alla preoccupazione delle sorti dei paesi europei, o a quella per le sorti delle Banche dei paesi europei? Oppure sarà un subdolo e strategico tentativo di indirizzare all'arrivo il "piano d'accentramento europeo" in maniera più celere possibile? Josè Angel Gurria, segretario generale dell’Ocse, parla invece di una crisi che non colpisce solo l’Europa. Il ministro delle finanze giapponese, Jun Azumi, sprona la Germania per il buon andamento dell’economia mondiale, mentre per la Cina : “ I paesi della Zona Euro, devono tenere ben presente che sono tutti sulla stessa barca, e capire che nessuno si salverà se la nave affonda nelle gravi tempeste economiche.”
Le iene della Troika pronte a riassaltare la Grecia
Dopo il risultato delle elezioni in Grecia, l’Eurozona può tirare un sospiro di sollievo. La Germania, subito, – chissà perché particolarmente “contenta”- sembra accettare il secondo piano di aiuti, concedendo un pò più di tempo ad Atene per rispettare gli impegni presi. La famigerata Troika ( Ue, Bce, Fmi ) sarà prontamente ad Atene, appena sarà formato il nuovo governo. Più che prontamente, aggiungiamo noi, quasi come una iena che si riversa affamata sulla sua vittima da scarnificare! Con la differenza che , le vittime, sono solo ed esclusivamente i cittadini greci, che saranno sicuramente preda di misure ancora più austere di quelle precedenti.
La preoccupazione di Obama e dei Grandi del G20
Anche Obama interviene nel vertice con toni cupi, preoccupato – almeno in apparenza – per le sorti dell’economia mondiale; in particolare molto critico nei confronti delle strategie europee della Merkel: ma considerando che la City di Londra e Wall Street – che di certo non sono lontani dagli interessi della Casa Bianca – sono le realtà economiche che più di tutte stanno ingrassando su questa crisi a suon di speculazioni miliardarie, non si comprende se assistiamo ad un ennesimo colpo di gran teatro o ci troviamo dinnanzi a serie preoccupazioni. Anche se nel profondo la risposta la conosciamo bene! Il vero problema della crisi sono proprio loro, i grandi del mondo che hanno "regionalizzato" in 3 grandi macroaree il pianeta: quella asiatica, quella americana e quella europea (quest'ultima sotto l'egemonia di oscuri gruppi d'interesse e della stessa Ue). Quel che preoccupa veramente gli attori del G20 sono quindi – evidentemente – le sorti per le proprie tasche, più che quelle dei contribuenti che malamente rappresentano.
La proposta di Hollande e il rifinanziamento dell'Fmi
La riunione si chiude con la proposta del presidente francese Francoise Hollande: un rilancio dell'Eurozona con l'utilizzo di 120 miliardi ad effetto rapido e con l’Ue che si sostituirebbe di fatto alle banche reticenti ai prestiti ed in preda alla sindrome del "credit crunch", attraverso l'utilizzo dei 55 miliardi di fondi strutturali 2007/2013 che dormono nei cassetti e l’intervento dei project bond. Ciò per stimolare gli investimenti nelle nuove tecnologie. Christin Laguarde, direttrice dell’Fmi, dal canto suo ha cercato di convincere i paesi emergenti (in particolare la Cina) a rifinanziare il fondo monetario per almeno 430 miliardi. Ma gli emergenti non hanno accettano la coraggiosa quanto pretenziosa proposta fatta propria invece dagli altri leader, per bocca del presidente di turno del G20, il Presidente messicano Felipe Calderon, secondo il quale: "i contributi dei paesi mondiali al rifinanziamento dell'Fmi potrebbero superare i 430 miliardi di dollari". Ma ci chiediamo: Sarà una soluzione per risanare l’Europa, o per ingrassare le casse delle Banche ed i caveau dei potenti?
Silvia Laporta (Copyright © 2012 Qui Europa)