– Premessa di Sergio Basile, Presidente Sete di Giustizia –
La tratta: Vite umane a 20.000 euro
Mercoledì, Giugno 20th / 2012
– di Maria Laura Barbuto –
Parlamento europeo / Commissione Europea / Consiglio d’Europa /Europa / Nigeria / Cina / Bulgaria / Romania / Tratta esseri umani / Schiavitù / Vita / Sfruttamento / Lavori forzati / Organizzazione Internazionale del Lavoro / Minori / Sruttamento Minorile / Giustizia / Trafficanti / Europol / Eurojust / Coalizione europea delle imprese / Direttiva 36 del 2011 / Cecilia Malmstrom
Traffici umani: schiavitù e mercificazione
del corpo
Commissione Ue – La Malmstrom chiede giustizia
20,9 milioni le vittime e 25 mld di euro i guadagni annui
delle organizzazioni criminali che gestiscono le tratte
Roma, Bruxelles – La vera miseria della natura umana è la possibilità, da parte dell’uomo stesso, di limitare la libertà dei suoi simili rendendoli “merce” e privandoli della propria dignità e – cosa ancor più grave – chi è responsabile della mercificazione del corpo umano “rischia” anche di rimanere impunito e libero di agire attraverso leggi dettate da una coscienza sporca ed impura.
5,5 milioni i Minori venduti
I numeri, purtroppo, parlano chiaro : in tutto il mondo, secondo i dati forniti dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, sono ogni anno 20,9 milioni le vittime di sfruttamento, sia di quello relativo al lavoro forzato che di quello sessuale. Ancora più grave è che tra esse si contino 5 milioni e mezzo di minori, letteralmente “venduti” in veri e propri mercati di esseri umani: 20.000 euro per acquistarli ed addestrare loro a svolgere al meglio diversi tipi di attività illegali e criminali. Ogni anno, a detta della Commissione europea, 25 miliardi di euro finiscono nelle tasche di chi gestisce la “tratta degli schiavi” dei giorni nostri.
Nigeria, Cina, Romania e Bulgaria – Le vie della tratta
Le vittime dello sfruttamento, spesso, provengono da paesi terzi – in modo particolare Nigeria e Cina – ma, secondo le stime, questo tipo di traffico umano è in crescita in tutta l’unione Europea: i paesi dai quali arriva il maggior numero di donne, uomini e bambini destinati a finire sui mercati sono la Bulgaria e la Romania. Questi dati forniti dal Commissario degli Affari Interni dell’Ue, Cecilia Malmstrom, ai colleghi di “Avvenire”, rivelano che le donne sono le vittime preferite dai trafficanti di vite umane i quali, fin troppo spesso, sfuggono alle condanne e rimangono in circolazione a piede libero. Infatti dal 2008 al 2010 le condanne nei confronti dei responsabili dei traffici umani sono scese da 1500 a 1250 ed è proprio per questo motivo che, ieri e per il periodo 2012-2016, l’Unione europea ha adottato un pacchetto di misure strategiche per tentare di bloccare questo fenomeno che, attualmente, appare sempre più in crescita.
Gli ultimi provvedimenti annunciati dall'Ue
l’obiettivo – secondo quanto dichiarato nelle scorse ore dalla Malmstrom – è quello “dell’istituzione di unità nazionali di contrasto specializzate nella tratta di esseri umani, la creazione di squadre investigative comuni ed il coinvolgimento di Europol ed Eurojust in tutti i casi di tratta transfrontaliera”. Prevista anche l’introduzione di una Coalizione europea delle Imprese e di un ulteriore meccanismo Ue in grado di proteggere ed assistere le vittime. La Malmstrom chiede giustizia e ricorda che il provvedimento previsto sarà discusso dal Parlamento europeo e dal Consiglio d’Europa e che, entro aprile 2013, i singoli Stati dovranno recepire la direttiva antitratta, la n° 36 del 2011. Gli esseri umani non sono merce e la loro vita ha valore assoluto che non può essere mai determinato da un prezzo reale.
Una semplice riflessione
Probabilmente, però, una delle panacee, se non il modo migliore per contribuire ad attenuare o risolvere il problema potrebbe essere quello di creare un maggior benessere diffuso eliminando quelle imbarazzanti sacche di povertà che possono spingere soggetti disperati – e ovviamente privi di scrupoli – ad uscire dalla povertà dandosi al crimine ed a queste pratiche abberranti: una vera e propria lotta tra disperati – spesso e volentieri – una lotta dove sembra dominare ancora la legge della giungla e del più forte. Certo le politiche ammazzareddito dell'Ue non aiutano neppure questo processo di umanizzazione dei popoli.
Maria Laura Barbuto (Copyright © 2012 Qui Europa)