Venerdì, 20 ottobre/ 2017
– di Roberto Pecchioli, con contributi di Sergio Basile –
Venerdì, Marzo 2th/ 2012
UK / Fede cristiana / Polemica / Incoerenza / Britsch Airways / Cameron
Il contagio: l'incoerenza della politica europea colpisce anche Downing Street n.10
Valori e principi cristiani: Il vento va dove soffia Cameron
Crocefisso: segno di "contraddizione labour"
Londra – La recenti politiche italiana ed europea, totalmente incapace ed impreparata a fronteggiare l’attuale crisi economica, ha mostrato le sue debolezze ed i suoi “peccati”. Tra questi, quello che più fa specie, è la totale incoerenza rispetto ad alcuni principi e valori di riferimento senza i quali è del tutto impossibile servire il bene comune. Principi e valori che, a seconda delle circostanze, si mostra di avere e di voler custodire; mentre in altre circostanze, invece, con estrema facilità si dimenticano a tal punto da esserne addirittura contrari. È il caso del premier Cameron e del suo governo laburista, che aveva sorpreso molti, compreso lo scrivente, con il suo discorso tenuto il 16 dicembre 2011 nella Cattedrale di Canterbury, in occasione dei 400° anni della traduzione in lingua inglese della Bibbia voluta da re Giacomo I d’Inghilterra. In tale circostanza si era dichiarato «credente ma vagamente praticante, impegnato a sostenere i valori e i principi della fede, pur essendo pieno di dubbi e, come molti altri, alle prese con difficili questioni sui grandi temi teologici». Ciò, tuttavia, non gli ha impedito di riconoscere sin dall’incipit del suo discorso, che «la Bibbia è rilevante oggi come lo è stata in ogni momento della sua storia di 400 anni. E nessuno di noi deve avere paura di riconoscerlo».Secondo Cameron sono tre i motivi di questa rilevanza: 1° «la Bibbia di re Giacomo ha consegnato in eredità una struttura di linguaggio che permea ogni aspetto della nostra cultura e patrimonio, dalle frasi di ogni giorno alle nostre più grandi opere di letteratura, di musica e di arte»; 2° «Così come la nostra lingua e cultura sono impregnate di Bibbia, lo è anche la nostra politica. Dai diritti umani e dall’uguaglianza alla nostra monarchia costituzionale e democrazia parlamentare, dal ruolo della Chiesa nelle prime forme di provvedimenti di assistenza sociale, ai molti progetti di azione sociale di ispirazione cristiana. La Bibbia è stata sempre uno stimolo all’azione per i credenti, e rimane tale oggi»; 3° «Noi siamo un Paese cristiano e non dobbiamo avere paura di dirlo. Voglio essere chiaro: non sto dicendo in nessun modo che avere un’altra fede – o non averla affatto – sia qualcosa di sbagliato. Sono consapevole e rispetto pienamente il fatto che molti in questo Paese non hanno una religione. […] Ma quello che dico è che la Bibbia ha aiutato a dare alla Gran Bretagna una serie di valori e una morale che fanno della Gran Bretagna quello che è oggi. Valori e morale che dobbiamo attivamente sostenere e difendere. L’alternativa di neutralità morale non può essere un’opzione. Non si può combattere contro qualcosa con il nulla. Perché se non crediamo in qualcosa, non potremo resistere a niente». […] Il futuro del nostro Paese è a un momento decisivo. I valori che traiamo dalla Bibbia vanno al cuore di ciò che significa appartenere a questo Paese e tu, Chiesa d’Inghilterra, puoi aiutare a realizzare tutto questo». È bastato veramente poco a Cameron per dimenticare ciò che aveva solennemente dichiarato e riconosciuto con un discorso che, ripeto, aveva colto di sorpresa tutti, ancor più perché pronunciato da un Premier laburista. Martedì 13 marzo su Repubblia in un articolo a firma di Enrico Franceschini, leggiamo che una hostess della Britsch Airways, sei anni orsono subiva una pesante discriminazione fino ad arrivare alla sospensione dal servizio semplicemente perché portava un crocifisso al collo durante i voli che, secondo l’importante compagnia britannica, offendeva la sensibilità religiosa di coloro che appartenevano ad altre religioni. Nadia Eweida, convinta di avere subito un torto, ha fatto causa all’azienda presso il tribunale internazionale di Strasburgo, per stabilire il suo diritto. Ebbene, il Governo inglese, con a capo il Premier Cameron, subito si è schierato a favore della compagnia aerea, affermando che i cristiani non hanno né il diritto né il dovere di esibire il crocifisso per manifestare la propria fede, diversamente da altre religioni che prevedono obblighi specifici, come nel caso dell’abbigliamento che prevede il capo coperto per le donne ed altro. Tale presa di posizione ha fatto andare su tutte le furie oltre che l’Arcivescovo di Canterbury, anche il sindaco di Londra Boris Johnson. Quest’ultimo definisce «un’ idiozia» la tesi che la croce non sia un simbolo di fede e che i cristiani non possano portarla. A parte “l’idiozia” che francamente condivido, credo che ancora più grave sia la mancanza di coerenza di tanti politici e governanti gravemente affetti da quella malattia mortale per ogni confessione religiosa, per la politica e per la democrazia che è ciò che San Paolo chiamava «oftalmodulia», la malattia degli occhi, l’apparenza. Mai come oggi non è importante l’essere ma l’apparire. Don Ennio Stamile (Copyright © 2012 Qui Europa)