Lunedì, 1 maggio/ 2017
di Vittorio Gigliotti, Cantiere Laboratorio
Sabato, Giugno 23th / 2012
– di Mario Luongo –
Unione europea / Eurozona / Eurodeputato / Francesco Speroni / Lega Nord / Europa della Libertà e della Democrazia / G20 / Elezioni Grecia / Vertice Villa Madama / Angela Merkel / Mario Monti / Francoisa Hollande / Mariano Rajoy / Giorgio Napolitano / Pierluigi Bersani / Silvio Berlusconi / Euroscettici / Christine Lagarde / Fmi / 1626 Imprese che falliscono ogni giorno in Italia
Speroni: Ue vecchia macchina da rottamare
Lo sfogo dell'eurodeputato dopo il G20, e a ridosso
del deludente Vertice di Roma, Monti-Merkel
Hollande-Rajoy
Bersani: Difesa al oltranza pro-Monti;
Berlusconi: "Mi ricandido!"
Intanto in Italia 1626 imprese chiudono ogni giorno
Roma – Mentre dalla capitale giungono voci su una nuova ricandidatura del redivivo Silvio Berlusconi alla guida del nuovo Pdl, (al cattivo gusto – evidentemente – non c'è mai fine) l’eurodeputato Francesco Speroni, capodelegazione all'Europarlamento della Lega Nord, nelle scorse ore, ha rilasciato dichiarazioni al fulmicotone scagliandosi nuovamente contro l’Ue, più precisamente contro il sistema europeo che – come ormai evidente – fa acqua da tutte le parti. Il momento scelto dall’eurodeputato, copresidente del gruppo l’Europa della Libertà e della Democrazia, per questa uscita non è affatto casuale, ma ben preciso, se pensiamo al vertice dei potenti della Terra riunitisi a Los Cabos, in Messico, per il G20 (il cui scopo non è stato quello di “incrementare il benessere di cittadini, bensì rimediare a storture, deficit di bilancio, fallimenti di banche e così via”) e se guardiamo al mini-vertice romano tra Masrio Monti, Angela Merkel, Mariano Rajoy e Francoise Hollande (Italia-Germania-Spagna-Francia) appena conclusosi.
Speroni: un'uscita pungente
Un'uscita, quella di Speroni – non nuovo a questi attacchi: anche all'interno dell'emiciclo di Bruxelles – piuttosto puntuale e precisa, almeno alla luce di quanto sta accadendo dall’inizio della recessione che, nonostante summit, vertici, riunioni varie non ha accennato ad arrestarsi. Forse perchè non si ha nessuna voglia di trovare vere panacee alla situazione, che oggi come oggi torna utile a banche e lobbissti che si arricchiscono giocando con il debito pubblico degli stati. Una vera manna dal cielo! (per loro).
Ue – Una vecchia auto da rottamare
Il colorito discorso sull'Europa di Speroni prosegue – poi – con una metafora per così dire “automobilistica”, paragonando l’Ue in crisi ad una vecchia, sgangherata automobile nella quale si rompono una volta il motore, l’altra i tergicristalli, ancora la centralina, e via discorrendo. A questo punto, secondo l’onorevole, l’unica soluzione plausibile e conveniente per lo sfortunato proprietario dell’automobile, così come per i malcapitati proprietari dell’ Unione europea (che non dimentichiamo, siamo noi cittadini, non di certo i nostri “rappresentanti”) è quella di “cambiare” il veicolo in questione. In che modo si può cambiare? Ovviamente Speroni non lo dice – almeno in questa sede – ma le idee avanzate da diversi Paesi dell’Eurozona non sono mancate. Basti pensare all'idea di un ritorno alla dracma ed alle monete nazionali, paventato fino a qualche giorno fa, alle soglie delle elezioni in Grecia; ipotesi rimandata (almeno per ora) dalla vittoria dello schieramento europeista pro-euro di “Nuova Democrazia” di misura contro gli euroscettici di Syriza (che tuttavia hanno incrementato in 3 anni i loro voti del 700%). O anche alla contestuale e progressiva diffidenza verso le politiche poco chiare della Troika, o delle famigerate (ed indagate) agenzie di rating e del loro ruolo; insomma il concetto dell'eurodeputato, non è assurdo come qualcuno vorrebbe far credere, anzi! Il problema, magari, è che l’ Unione europea non è una macchina che si può rottamare, ma va “revisionata”, migliorata sicuramente e finora le ricette proposte, purtroppo, non sembrano per nulla efficaci. Anzi stanno peggiorando la situazione.
Eurovertice di Roma – I magnifici 4 dell'Accentramento
Le critiche di Speroni sono piovute – come detto – quasi contestualmente al mini Euro-vertice di Roma, conclusosi nelle scorse ore, il summit a 4 tra Monti, Merkel, Holland e Rajoy, in una cornice bellissima (Villa Madama) ma con un quadro non all’altezza. Un incontro nel quale la parola d’ordine è stata “più Europa”. Cioè "più accentramento!" I quattro hanno dichiarato che c’è bisogno di più unione politica, bancaria e fiscale tra i paesi dell’Eurozona, Monti – in particolare – ha aggiunto che l’ “Euro è irreversibile” e si deve ripartire con un rilancio da 130 miliardi di euro per la crescita, pari all’1% del Pil dell’Ue. A dare un appoggio almeno simbolico alle parole del premier ci pensano il presidente Giorgio Napolitano che tira in ballo la necessaria collaborazione di tutti i paesi, “Nessuno paese europeo si salva da solo” (ha dichiarato) e l’immancabile Pierluigi Bersani che in riferimento ad alcune parole ed atteggiamenti di frau Merkel, dichiara “cerchiamo di non distinguere tra innocenti e colpevoli; di innocente non c’è nessuno”.
Eurovertice di Roma
No all'"Anti-Spread"? Dominio lobby sugli stati
Ma dall'eurovertice anche una pioggia di miliardi (10) per la Bei (la Banca Europea per gli Investimenti: posta, come noto, nelle mani dell'eurocrazia, la stessa co-responsabile del disastro dell'Eurozona) il ricorso agli eurobond e project-bond (4,5 miliardi di euro) un "secco" ed incredibile "No" allo scudo anti-spread, lasciando alle lobby private la supemazia sugli stati. Quindi la volontà manifesta di continuare ad ingrassare le banche e ad alimentare gli speculatori alla "faccia" dei cittadini. Persistono, invece, le divergenze sul Fondo Salva Stati utilizzato per salvare le banche, che ha trovato pare – almeno per ora – l'opposizione della Merkel: comparsa ieri sera a Danzica – in occasione di Germania-Grecia – sfoggiando uno sgargiante (e, permetteteci, goffo) tailleur verde speranza. La speranza uccisa proprio nel popolo greco: e non solo quello calcistico.
Lagarde e quei commenti fuori luogo
D’altro canto ci sono anche voci importanti e “strategicamente” discordanti con questo quadro (falso) quasi roseo che esce fuori dall’incontro a Roma, prima fra tutte – nientepopodimenoché – quella dell’altra “Lady di ferro” europea, Christine Lagarde (il boss dell’Fmi che sta dissanguando la Grecia) cui discorso è uno di quelli dai toni più cupi mai pronunciati negli ultimi tempi. Madame Lagarde invita i colleghi dell’Ue – infatti – ad agire non solo con politiche a lungo termine, ma anche e soprattutto con azioni a breve termine i cui effetti siano tangibili da subito; questo perché “Nonostante azioni straordinarie i mercati bancari ed il debito sovrano in molti Paesi dell’Europa sono sotto stress, provocando interrogativi sulla sostenibilità dell’unione monetaria”.
Ipocrisie e Amnesie in salsa europea
Ma qualcuno dovrebbe ricordare alla smemorata Lagarde che il debito, così come delineato nell’Eurogabbia è un qualcosa che si rigenera in automatico, perché il sistema è stato disegnato proprio dall’Ue (con la complicità del Trattato di Lisbona ratificato in tutta fretta e già bocciato dai popoli quando si chiamava ancora “Costituzione europea”) per favorire la speculazione e tenere a bada le ignare masse. Chissà, dunque, che quella del nostro Speroni non si riveli la mossa azzeccata! D’altronde chi meglio di lui, uno degli europarlamentari italiani più presenti alle sedute (caso raro visto l’alto tasso di assenteisti) che per di più proprio a Bruxelles ha sostenuto l’esame per l’abilitazione forense perché, parole sue, “in Italia è molto più difficile mentre in Belgio l’esame, non dico sia all’acqua di rose, ma insomma è certamente più facile”. Insomma, Un simbolo vivente dell’Europa unita a tutti gli effetti!
Vergogna Italia – 1626 imprese chiudono ogni giorno
Intanto nell'ultima ora, una notizia sconcertante ridefinisce i termini drammatici della situazione dell'Eurozona e della "povera Italia": nel Bel Paese grazie alle politiche recessive ed inutili di Mario Monti & Co (malgrado l'inspiegabile difesa ad oltranza di Pierluigi Bersani e dei politici nazionali di prima fascia – sempre più nelle vesti indegne di "avvocati delle cause perse") 1626 imprese chiudono ogni giorno, ed un esecito di nuovi schiavi ogni giorno ingrossa le fila dei disperati.
Mario Luongo (Copyright © 2012 Qui Europa)