Salerno-Reggio – Interviene l’Antifrode Ue

Mercoledì, Luglio 4th / 2012

– di Mario Luongo –                                 

Italia / Salerno – Reggio Calabria / A3 / Anas Spa / Olaf / Giovanni Keller / fondi strutturali / Procura antimafia Cosenza / Corte dei conti / PON / Lavori Autostrada del Sole / Piano operativo nazionale per lo sviluppo delle infrastrutture del Mezzogiorno / Infiltrazioni mafiose 

L’infinita storia della Salerno-Reggio Calabria

L’agenzia europea antifrode recupera 382

milioni di euro stanziati per i lavori                 

Salerno, Reggio Calabria – Ci sono strade entrate a far parte dell’immaginario collettivo per i più svariati motivi: la Route 66 americana dei viaggi “on the road”,  la leggendaria Higway 61 di Bob Dylan, ma anche la storica via Appia romana o la Via Emilia che “non è forse una highway a modo suo?” come diceva Pier Vittorio Tondelli. Tra queste entra per forza di cose anche la A3, tristemente nota come "Salerno-Reggio Calabria", la negazione di quello che è il mito americano delle Highway, della velocità, della libertà e la celebrazione invece delle code, della lentezza, delle deviazioni e restringimenti di carreggiata. Una sorta di materializzazione in forma di asfalto e cemento dei problemi italiani, specie del Sud. Il secondo segmento principale della A3 (insieme alla Napoli–Salerno) è gestito dall’ANAS Spa. i primi lavori furono avviati nel 1966 con l’apertura del tratto Salerno–Lagonegro, per finire nel ’72 con il collegamento fino a Reggio Calabria. Una volta finita più che un’autostrada si era arrivati alla realizzazione di un ibrido tra una grossa superstrada e un percorso ad ostacoli, con immediati incidenti e problemi di viabilità e traffico. La situazione è andata avanti in questo modo grosso modo fino agli novanta quando anche l’Ue si rese conto che “la maggiore opera realizzata direttamente dallo Stato” non corrispondeva assolutamente alle norme europee e probabilmente neanche a quelle del buon senso. Una volta “finiti” i lavori, dunque, è cominciata l’infinita fase di ristrutturazione, ricostruzione ed ammodernamento che ha visto confluire nelle operazioni dello Stato e dell’ANAS, diverse infiltrazioni della ‘ndrangheta, ritardi,procrastinazioni e sovvenzioni dell’Ue.

  7 miliardi di euro negli ultimi 10 anni  

I costi  dall’inizio della fase di ammodernamento nel 2002 fino al maggio del 2011 sono stati esorbitanti, per un totale di quasi 7 miliardi di euro, mentre i lavori assomigliano ad un tunnel di cui non si vede ancora la fine; basti pensare che le previsioni per la fine della costruzione di anno in anno vengono posticipate: nel ’97 si assicurava il completamento per il 2003, poi rinviato nel 2008 e nuovamente ancora per il 2013. In tutto questo per la realizzazione degli ultimi 75,5 km di tratte in fase di progettazione sono richiesti altri 2,83 miliardi di euro.

  Il dossier presentato ieri al Parlamento europeo  

Come accade spesso in Italia, al peggio non c’è mai fine, infatti l’Ue ha svolto delle indagini tramite l’Olaf (agenzia antifrode europea) congiuntamente con l’Antimafia per fare luce sugli sprechi delle sovvenzioni europee nei lavori e sul motivo dei continui ritardi e disagi registrati nella costruzione della Salerno-Reggio Calabria. Quello che è venuto alla luce nel dossier presentato ieri al Parlamento europeo dal direttore dell’Olaf Giovanni Kessler, è un ritratto impressionante del malfunzionamento dei lavori pubblici in Italia, un cocktail di infiltrazioni mafiose, appalti truccati, cantieri inesistenti, mazzette e conflitti di interesse.

  382 milioni da restituire all'Ue  

Se su questo punto molti non rimangono neanche stupiti più di tanto, la sorpresa è che lo Stato italiano è stato costretto a restituire all’Ue quasi 382 milioni di euro facenti parte dei fondi strutturali erogati tra i periodi 1994–1999 e 2000–2006. Tramite i fondi strutturali legati al Piano operativo nazionale per lo sviluppo delle infrastrutture del Mezzogiorno e  i PON (programmi operativi nazionali) Trasporti difatti, l’Unione europea in questi dodici anni ha stanziato quasi un miliardo di euro per il completamento dei lavori nel solo tratto calabrese, di cui appunto 382 milioni risultano frutto di irregolarità dalle indagini iniziate nel 2007 e conclusesi due anni fa, grazie anche all’intervento a livello locale della procura di Cosenza e della Corte dei conti.

  I lavori dell'A3 come i Debiti dell'Eurozona: Infiniti 

I cittadini italiani si trovano a questo punto doppiamente penalizzati: da un lato rimangono ad attendere l’anno che verrà in cui i lavori saranno terminati, ma nel frattempo per non rendere monotona l’attesa, pagano gli sbagli altrui. L’ANAS in una nota si giustifica affermando che quella somma non è stata sprecata, ma investita in “fondi di pari importo per progetti riguardanti l’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e altri progetti sempre di competenza Anas in corso di realizzazione, senza alcun accertamento di ipotesi di frode”. Contestualmente l’Olaf, grazie al lavoro di Giovanni Keller ha fatto registrare nel rapporto sul 2011 un record assoluto nella lotta alle frodi, con un rientro complessivo nelle casse europee di quasi 692, a segnalare che l’Italia non è soltanto sprechi e truffe, ma anche impegno. Nel frattempo aspettiamo che i lavori sull’Inferno, pardon Salerno–Reggio Calabria finiscano. Tuttavia crediamo – nostro malgrado – che è più facile che finiscano prima i soldi nei portafogli degli Italiani.

Mario Luongo (Copyright © 2012 Qui Europa)

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