Domenica, 24 settembre/ 2017
di Sergio Basile
Giovedì, Luglio 5th/ 2012
– di Mario Luongo –
italia / Mezzogiorno / Energie Rinnovabili / PON Ricerca e Competitività / Sviluppo / Energie Pulite nel Sud Italia / Claudio Vincenti / Walter Deffaa / Ludovico Vico / Ferdinando Nelli Feroci / Invitalia / DGIAI / Svimez / Rapporto “Energie Rinnovabili e Territorio”
Italia – Ue sospende fondi per Rinnovabili
Bloccati 879 milioni del "Pon Ricerca e Competitività"
mentre il Sud Italia eccelle nelle energie pulite
Ora a rischio-lavoro molti operatori di settore
Bruxelles, Roma – Lo sviluppo delle energie rinnovabili in Italia è un settore che da anni registra ottimi risultati, con punte di eccellenza soprattutto al Sud, dove è installato il 62% della produzione nazionale totale. I numeri sono rincuoranti, specie per regioni considerate virtuose in questo settore, come Puglia, Campania e Sicilia che insieme producono quasi i 40% di energia verde nelle sue diverse declinazioni. L’eolico è concentrato soprattutto in Puglia, con Foggia “capitale” del settore, grazie anche alla favorevole conformazione dei territori ; stesso discorso per l’energia solare che ha una fetta degli impianti pari al 76% dislocati tra Sicilia, Campania, Puglia alle quali si aggiungono anche Calabria e Basilicata. Ora, malgrado la concentrazione di tali impianti nelle mani di pochi capitalisti – ed in gran parte settentrionali o esteri – quando invece la proprietà delle fonti di energia dovrebbe essere il più possibile lasciata nelle mani dei diretti cittadini e dei comuni; a parte la mafia che ha steso in tempi non sospetti i suoi lunghi tentacoli sul settore; ed a a parte i numeri incoraggianti (malgrado tutto) della produzione e la buona immagine che ne esce del Sud, c’è un problema che offusca il quadro positivo finora presentato.
Un fulmine a ciel sereno
L’Unione europea ha deciso di bloccare il rimborso comunitario per il PON (programma operativo nazionale) Ricerca e competitività. La conferma è arrivata ieri dal sottosegretario dello Sviluppo economico Claudio De Vincenti, alla Commissione “Attività produttive, commercio e turismo” della Camera; una conferma che non aggiunge però nulla di nuovo, né tantomeno chiarifica la decisione presa. Il direttore generale della politica regionale della Commissione europea, il tedesco Walter Deffaa con una nota all’ambasciatore italiano Ferdinando Nelli Feroci, ha semplicemente dato il via alla procedura di sospensione dei pagamenti ed interruzione dei termini di pagamento del PON Ricerca e competitività, sostenendo che l’iniziativa era motivata “dalle carenze significative rilevate dalle strutture comunitarie nel funzionamento del sistema di gestione e controllo delle operazioni finanziate sul PON R&C , dalla direzione generale per l'incentivazione delle attività imprenditoriali (DGIAI) del Ministero dello sviluppo economico, nonché dai ritardi nelle procedure di selezione delle stesse operazioni”.
Il Nodo DGIAI
Il deputato PD Ludovico Vico, primo firmatario già nell’interrogazione presentata in Camera il 19 Aprile scorso, sollevava molti dubbi in questa vicenda sul ruolo della DGIAI e Invitalia e sulla loro corresponsabilità nella sospensione dei fondi. Quest’ultima è “l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa” che, su mandato del Governo si occupa dello sviluppo della competitività del Paese (in particolare del Mezzogiorno) e alla quale, stando alle parole di Vico, vengono riconosciuti ben 45 milioni di euro, solo per l’assistenza tecnica alla gestione e a controllo del PON. Vi era già allora un altro dato preoccupante sulle attività di Invitalia, passibili di censura da parte della Commissione europea per il “conflitto di interessi tra compiti di attuazione/gestione e di controllo/audit che l'Agenzia avrebbe anche su altre importanti linee di finanziamento alle imprese, di competenza della DGIAI”.
Sud – Il Rapporto Svimez sulle Rinnovabili
Insomma è già da qualche mese che tirava una brutta aria, ma la situazione non era ancora stata confermata pienamente. Ironia della sorte, la conferma è avvenuta lo stesso giorno del rapporto Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) dal titolo “Energie rinnovabili e territorio. Scenari economici, analisi del territorio e finanza per lo sviluppo” in cui si descriveva in termini molti positivi lo stato dell’arte delle energie rinnovabili nel Sud, con casi, statistiche, percentuali e numeri rincuoranti. Un esempio su tutti può essere il settore di produzione geotermico che vede l’Italia seconda solo all’Islanda grazie all’alta quantità di fonti energetiche presenti sul territorio, in particolar modo in Campania (nella zona dei Campi Flegrei ed Ischia).
Lavoro – Il Punto sulla Situazione
Purtroppo, non ci resta che constatare – alla luce dei fatti delle ultime ore – che il grosso potenziale e le buone performance delle regioni del Sud e dell’Italia intera sono penalizzate dai soliti malfunzionamenti della macchina governativa attraverso i suoi enti dalla dubbia irreprensibilità. A rimetterne, come accade in questi casi, non saranno però i grandi gruppi – dotati di ingentissimi capitali – ma i singoli addetti e operatori di settore, dai quali dipendono – specoie al Sud – migliaia di famiglie.
Mario Luongo (Copyright © 2012 Qui Europa)
Mercoledì, Dicembre 31st / 2014
– A cura di Massimo Mancinelli / Redazione "Qui Europa" –
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