– di Redazione Qui Europa / Centro Culturale San Giorgio
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Mercoledì, Marzo 14th / 2012
Unione Europea / Esteri / Siria / Vittime / Human Rights Watch
Siria: mattanza umana. 8000 le vittime, tra cui donne e bambini
Torture barbare, corpi sgozzati e pestaggi: e le elezioni a maggio?
Strasburgo – “Volevo morire”dicono i sopravvissuti siriani. Una denuncia chiara delle barbarie che la Siria ha messo in atto contro la popolazione, negando completamente il diritto alla vita. Sono 8.000 le vittime del regime di Bashar al Assad, migliaia e migliaia le persone in fuga verso la Turchia, 20.000 i rifugiati nei paesi vicini e 230.000 coloro che sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni. Numeri di una strage, vite umane trattate in modo bestiale, come carne da macello. Il presidente dell’Assemblea generale dell’Onu, Nassir Abdulasiz al Nasser, nel discorso tenuto al Parlamento europeo di Strasburgo, ha denunciato una repressione fatta di torture feroci di cui, purtroppo, sono vittime anche migliaia di donne e bambini. Di molti di essi ne rimangono l’anima e i corpi sgozzati. Mine antiuomo, anche di provenienza sovietica, e antiveicoli tracciano il confine con il Libano e la Turchia. Bisogna rimanere uniti, bisogna cooperare per fermare questa mattanza. “L’uso di mine antiuomo è un atto senza scrupoli – afferma Steve Goose, responsabile della divisione di Human Rights Watch che si occupa di armi – Non c’è assolutamente alcuna giustificazione per l’uso indiscriminato di queste armi, da parte di nessun paese, in alcun luogo e per nessuna ragione”. 31 i metodi di tortura documentati dal rapporto di Amnesty International. “Le testimonianze che abbiamo raccolto descrivono un sistema di detenzione e interrogatori che, ad un anno dall’inizio delle proteste, ha l’obiettivo di umiliare, degradare e mettere a tacere con il terrore le vittime” ha dichiarato la vicedirettrice ad interim del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International, Ann Harrison. Esecuzioni precise da parte di coscienze senza scrupoli. Secondo quanto dichiarato da diverse vittime al momento dell’arresto segue un pestaggio barbaro con pugni, percosse con bastoni, fruste e cavi di corda intrecciata. In mutande per 24 ore: così vengono accolti i nuovi arrestati, umiliati e privati della dignità. Ma questo è niente rispetto al momento dell’interrogatorio quando viene messa in atto la pratica dello shabeh, in cui il detenuto è appeso ad un gancio, i piedi nel vuoto e, così, a penzoloni viene malmenato. Simile la tecnica del dulab, in cui la vittima viene inserita in uno pneumatico di un camion, spesso sospeso per aria, e viene picchiata. Ed in questa situazione, Bashar al Assad dà il via alle elezioni legislative previste per maggio prossimo. Come se, espressione della democrazia e del rispetto della vita, fosse il voto dei siriani. Maria Laura Barbuto (Copyright © 2012 Qui Europa)