Martedì, 10 Maggio/ 2016
– di Sergio Basile –
Giovedì, Settembre 20th/ 2012
– di Serena Spagnolo e Sergio Basile –
Francia / Eurozona / Euro / Parigi / Grancesi / Francoise Hollande / Euroscetticismo / Trattato di Lisbona / Les Jardins du Louxembourg / Germania / Pirates / Rivoluzione Francese / Fiscal Compact / Patto di Bilancio / Trattato di Maastricht / Euro / Futuro della moneta unica / Stati Uniti d'Europa / Tour Eiffel / Recessione e disoccupazione in Francia / Francesi contro l'austerity / Abbassamento del tenore di vita in Francia / Sergio Basile / Serena Spagnolo / Qui Europa / Osservatorio Nazionale Indipendente / Le Figarò / Sondaggio del quotidiano francese
Le Figarò – La Paris dei Francesi boccia l'Europa
targata Ue
Euroscetticismo dilagante da Montmartre al cuore pulsante
della Ville Lumière
Oggi la maggioranza dei Francesi direbbe "No" a Fiscal Compact,
Euro, Trattato di Maastricht e Trattato di Lisbona
Parigi – L'estate è ormai un ricordo quasi per tutti gli europei che, con la fine della bella stagione e dell'afa, speravano in un'aria più respirabile e meno asfissiante. Ma non è così! Fa caldo! E' uno degli autunni più caldi ed opprimenti della storia del Vecchio Continente, e la ragione – non è un mistero per nessuno – si chiama crisi. Un concetto, quello della crisi, fino a qualche mese fa avvertito solo di striscio da molti paesi dell'Eurozona, tra i quali la Francia del presidente "rigorista" Francoise Hollande, ma che oggi spaventa e molto anche i nostri cugini transalpini. La crisi si sente oggi anche a Parigi, si respira, si vive ogni giorno di più. Una buona fetta di Francesi ormai, unendosi – non solo idealmente ma fattivamente – alle pene finanziarie, economiche e sociali dei cittadini dei cosiddetti Paesi Piigs (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna) stenta ad arrivare a fine mese. E ciò accade mentre una nuova ventata d'euroscetticismo dilaga in tutto il Vecchio Continente, e ciò malgrado i risultati avversi delle ultime elezioni in Olanda, dove il partito dell'astenzionismo ha avuto la meglio, favorendo il neo-eletto governo "filo-europeista".
Le Figarò: L'Euroscetticismo dilaga anche sotto la Tour Eiffel
Ma i Francesi, per contro, oggi non sembrano avere più dubbi, come d'altra parte nessun dubbio dimostrarono di avere nel 2005, quando bocciarono senza nessuna misericordia il progetto di "Costituzione Europea", poi surrogato dai tecnocrati dell'Ue con un semplice e strategico trattato, quello di Lisbona, aggirando la via popolare e delegandone l'approvazione ad una cerchia di eletti. Infatti se fosse chiesto oggi ai figli della "Rivoluzione Francese" di votare sul "Fiscal Compact’’, cioè sul quel tanto odiato ed iniquo "Patto di Bilancio" (recessivo ed assurdo patto di bilancio) che ha ridimensionato (per non dire azzerato) il ruolo dello Stato in economia e nell'assistenza sociale (welfare), facendo venir meno anche lo stesso presupposto oggettivo che legittimerebbe i governanti a riscuotere le tasse, molto probabilmente i "No" vincerebbero, e di diverse incollature. A darci conferma oggettiva di questa nostra supposizione è addirittura l'autorevolissimo quotidiano transalpino "Le Figarò", in un sondaggio riportato martedì scorso nelle colonne di prima pagina ed a ridondanti titoli.
Il Rinnegamento di Maastricht
Ma la cosa che lascia più allibiti è che se oggi si chiedesse di votare nuovamente per il Trattato di Maastricht – quello che ha istituito la moneta unica, per intenderci – anche in tal caso la risposta sarebbe un inevitabile, pesantissimo e secco "No". E le motivazioni i Francesi le portano mostrando la quotidianità, parlando senza peli sulla lingua della moneta unica come un di un increscioso e rovinoso handicap. D'altronde, come poter scommettere diversamente? L’aumento della disoccupazione parla chiaro! Il pessimo rapporto tra la vecchia moneta e l’euro, l’aumento dei prezzi, il tenore di vita dei Francesi al minimo storico e lo scontento continuo finiscono poi per completare il grottesco quadretto, da Montmartre de Paris a Les Gardens de Louxembourg, risalendo per il Lungo Senna.
Previsioni – L'anticiclone euroscettico anche sulla Germania
Ma l'aria antieuropeista che soffia dal Sud dell'Europa verso il Centro (come una sorta di anticiclone sahariano) non riguarda solo il versante Occidentale. Anche in Germania – nella ricca Germania industriale – sono molti i cittadini convinti che con il marco il tenore di vita sarebbe migliore. Tra tutti il folto gruppo indipendente di ragazzi autodenominatosi "Pirates", una sorta di Movimento 5 Stelle tedesco, che in pochi mesi ha raggiunto milioni di simpatizzanti in tutti i lands teutonici. Atteggiamento che la dice lunga sul futuro incerto dell'euro e della stessa Europa targata Ue. Almeno di una Ue così concepita e mercatocentrica, che addirittura oggi aspirerebbe ad avere pieni poteri (vedi entrata in vigore e ratifica del MES) con la nascita di un superstato totalitaristico chiamato "Stati Uniti d'Europa", concepito sul modello USA. Ipotesi questa, sempre più paradossale oltreché antistorica per definizione ed ovvie ragioni culturali e geopolitiche.
Per uscire dalla crisi
Una cosa è certa: per combattere, distruggere , vincere, superare la crisi non c’è un solo modo giusto. Ci sono molte strade, una congintura di elementi, e tutti devono trovare il loro corso (democratico) nella storia, convergendo però in un'unica grande via maestra. Lo abbiamo scritto e gridato più volte dalle pagine del nostro Osservatorio Indipendente! L'abbandono dell'euro (ovviamente un abbandono progressivo e misurato, non brusco e traumatico) è solo uno dei tasselli. Certo il recupero della sovranità monetaria rubataci dei banchieri privati con la complicità di leggi inique e personaggi ambigui della politica e dell'alta finanza, è il primo passo! Ciò, tuttavia, accompagnato dalla riforma del Trattato di Lisbona, e del suo avvilente e squinternato art. 123 che, come detto, obbliga gli europei ad "acquistare" i propri soldi (euro) un tempo emessi a costo zero dai ministeri del tesoro o (in seguito) dalle banche centrali di stato. Senza questi correttivi la via della perdizione e del caos in Europa pare inevitabile. E, oggi, pare che anche in Francia e Germania la situazione sia, fortunatamente, sempre più chiara.
Serena Spagnolo, Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)
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