Tobin tax: il perchè del No pronunciato dal governo italiano
Martedì, Ottobre 9th/ 2012
– di Silvia Laporta –
Tobin Tax / Esm / Germania / Spagna / Grecia / Italia / Angela Merkell / Monti / Vittorio Grilli / Fondo Europeo di Stabilità / Troika / Vertice Europeo / mercati/ crisi europea/ recessione / Piigs
Ecofin – Tobin tax: il governo italiano
dice "No", ecco perchè!
Un rifiuto verso i paesi rigoristi? No, pura
difesa della speculazione!
La situazione Greca e Spagnola, e la visita
della Merkel ad Atene
Lussemburgo, Atene, Madrid – E' stato un secco "no" quello del ministro delle finanze Vittorio Grilli che ieri mattina, durante il vertice dell'Eurogruppo tenutosi a Lussemburgo, ha rifiutato la proposta dell'asse franco-tedesca di procedere con la cooperazione rafforzata sull'imposta sulle transazioni finanziarie, volgarmente detta "Tobin Tax".
Motivazioni Strategiche dietro iI "No" alla Tobin Tax?
Motiviazioni strategiche o politiche? Nella motivazione ufficiale data da Grilli, alla base del rifiuto vi sarebbe soltanto una ripicca italiana contro i paesi rigoristi (Germania, Finlandia, Paesi Bassi) che si oppongono al pieno utilizzo dell'Esm, come meccanismo anti-spread. Stessa musica e stesse onde di frequenza per la Spagna, che ha continuato ad insistere sulla possibilità che il fondo di stabilità sia utilizzato – udite, udite – direttamente per "salvare" la banche in difficoltà. Ma i rigoristi – nel copione ufficiale diramato ai giornali – non penserebbero affatto a tali ipotesi! Quindi ricapitolando, Italia e Spagna (nella versione teatrale ufficiale) si sarebbero opposti per ripicca contro i "Paesi rigoristi"; mentre i paesi rigoristi (tra i quali la Germania) sarebbero contrari all'utilizzo del MES in chiave anti-spread (cioè per "calmare i mercati"). Tutte balle ovviamente! Teatro, puro teatro!
La verità al netto della propaganda ufficiale
La verità è che la Tobin Tax rappresenta una spina nel fianco della speculazione finanziaria internazionale, ed attivarla sarebbe per Monti e l'euro-cricca uno schiaffo ai loro stessi burattinai matti: i banchieri e le grandi banche speculative concentrate per lo più tra City e Wall Street. Per la Tobin Tax, dunque, il percorso si fa irto. Seppur potrebbe rappresentare una fonte di ricavi (anche se non si sa ancora gestiti da chi) e un segnale contro la speculazione dei mercati, il suo cammino s'incrocia con le finte liti e le quisquiglie europee, nelle loro fasulle strategie anti-crisi. Mentre gli Stati Europei "litigano" – per usare un eufemismo – tra di loro, proprio ieri – tra l'altro – è stata l'alba del sacro connubbio dei 27, ovvero la nascita ipotetica degli Stati Uniti d'Europa con l'inaugurazione del MES. Ma molto eloquente è, invero, notare come di "unito" in Europa ci sia davvero molto poco. Nulla, a conti fatti, a parte la "sete di danaro" dei grandi capi europei e la convergenza di interessi delle grandi lobby bancarie ed industriali.
La questione "Grecia" e la visita di "Angela"
Sul tavolo di Lussemburgo Il vertice è continuato, poi, con varie dissertazioni sulla questione Grecia. Tuttavia alla fine non si è deciso né ieri, né si deciderà al prossimo vertice del 18 e 19 Ottobre a Bruxelles. La questione sul destino dello sfortunato Paese Piigs, sarà rinviata quasi presumibilmente al 2013. E' ancora tutto in mano ai carnefici della Troika, che stanno discutendo con il governo di Atene e non daranno il loro responso sulla nuova tranch del prestito prima della fine del mese. Il presidente Samaras è preoccupato: "senza il prestito il paese non arriverà oltre novembre", ha sostenuto nelle ultime ore. Ma è pur vero che il prestito importerà ulteriori debiti ed interessi da usura per Atene. Frattanto, stamane, la cancelliera tedesca Angela Merkel si è recata in visita proprio nella capitale greca, accolta da un imponente dispiegamento di forze dell'ordine, e da cittadini ellenici infuriati per l'inatteso e sgradito arrivo. Numerose sono state le proteste levatesi in tutta la capitale. Ovunque – come prevedibile alla vigilia – svastiche date a fuoco ed immagini della Merkel in divisa da nazista.
La "situazione spagnola"
Sul versante iberico, intanto, anche un altro capitolo dell'Esm sembra essere bloccato: quello della Spagna. Sembra che il governo Rajoy sia riuscito ad allontanare, almeno nell'imminente futuro, lo spauracchio del ricorso obbligato all'Esm, una delle dittatoriali clausole del trattato. In cambio Mario Draghi ha però parlato di condizionalità, non dure come quelle di Atene, ma egualmente pesanti da sopportare per un paese in preda alla recessione economica ed a gravi ed inusuali tensioni sociali. Peggior ricetta davvero non si poteva prevedere, alla vigilia degli eurovertici. Ma si sà: la dittatura non è un qualcosa che bada a queste "minuzie".
2013: l'anno dei disastrosi effetti del MES
Che ne sarà di loro? Che ne sarà di noi? Per il momento tutto tace, ma le conseguenze non tarderanno ad arrivare. Il tanto temuto Esm (o Mes) è stato prima ratificato, poi approvato e adesso entrerà ufficialmente in vigore. Seppur non ce ne rendiamo conto adesso, la situazione sta per cambiare radicalmente. Non dimentichiamoci degli "obblighi" che il "preside" della Bocconi ha preso per noi Italiani con i colleghi dell'Unione europea. Saremo in grado di mantenerli con una recessione martellante e un debito illegale che continua a crescere? E soprattutto fin quando i nostri politici italiani ciechi e sordi continueranno ad avallarle?
Silvia Laporta (Copyright © 2012 Qui Europa)
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