Domenica, 24 Luglio/ 2016
– di Don Curzio Nitoglia –
Redazione quieuropa, Don Curzio Nitoglia, Julius Evola, Marco Fraquelli, spiritualismo [...]
Martedì, Ottobre 23th/ 2012
– di Mario Luongo e Sergio Basile –
Matteo Renzi / Pierluigi Bersani / Primarie Pd / Tony Blair / Mario Monti / Quirinale / Palazzo Chigi / Tg 3 / Beppe Grillo / Trasparenza finanziamenti / Fondo Algebris / David Serra / Sondaggi pre elettorali / Ipr Marketing
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Renzi, quei 14 milioni di voti e il futuro di
Mario Monti
L'Italia dei sondaggi e la Commedia da Cavalleria
Rusticana
Firenze , Roma – Matteo Renzi, sindaco di Firenze, nonché candidato alle primarie del Pd, è un personaggio che fa parlare di sé. E lo fa bene, anche grazie al favore "inaspettato" dei media di regime. Ne parlano i quotidiani nostrani ed europei, ne parlano i blogger sulla rete; è ospite in tanti programmi televisivi. E – importante – guardacaso non ne esce quasi mai screditato. I paragoni più o meni calzanti ed importanti si sprecano: dal Tony Blair italiano, al brutto anatroccolo della sinistra, al figlioccio di Berlusconi, ad un “paffuto Paul McCartney all’epoca di Rubber Soul” (come lo ha scherzosamente descritto Philippe Ridet in un articolo su Le Monde). Ma Matteo Renzi ci tiene a sottolineare la sua unicità: nel senso che essere accostato a Blair è un complimento, ma siamo in Italia, non in Inghilterra, e le sue idee, anche se non corrispondo sempre agli ideali classici propugnati dalla sinistra storica, non significa che siano di destra. Renzi, in tal contesto mediatico, si propone tuttavia come portatore di determinate istanze che vanno sì ricondotte ad una certa sinistra, ma che si discostano comunque da molti punti fissati da Bersani o da Vendola, per esempio. “Ci sono 14 milioni di persone indipendenti che scelgono la persona e non la qualificazione di sinistra o destra . Chi è capace di prendere quei voti lì, vince” , il pensiero del sindaco di Firenze in proposito è chiaro, non c'è che dire!
Un Cancro da estirpare
Ma se, come già detto, alcuni dei punti che lo "pseudo-rottamatore" intende toccare si discostano da quelli di Bersani, almeno su un argomento (quello più disastroso e funesto) i due sono d’accordo: il futuro del premier Monti. Se per molti leaders politici un governo Monti Bis non è da escludere – ma anzi è da supportare e favorire – per il sindaco di Firenze e il segretario del Pd, addirittura, la mossa giusta sarebbe quella di portarlo al Quirinale. Un clamoroso premio alla carriera per l'uomo che sarà ricordato dai posteri come colui che distrusse la gloriosa Italia, la settima potenza economica al mondo. In questo modo – secondo alcune strampalate ed alquanto fantasiose interpretazioni made in Pd – al nostro tecnico premier si riconoscerebbero i meriti (?) conseguiti in questi anni (forse quelli – controbbattiamo – di aver fatto scoppiare il debito come consigliere finanziario dei precedenti governi succedutisi negli ultimi 30 anni?) evitando in tal modo di rilanciarlo per la corsa a Palazzo Chigi, con tutto quello che ne seguirebbe. Ma la verità è che Monti e il Montismo sono cancri da estirpare e da gettare per sempre nel dimenticatoio della storia. In fondo, in tal modo, cambierebbe solo il nome del Palazzo, ma non la sostanza. Nonostante questa comunanza di intenti, i duellanti per le primarie davanti alle telecamere, tuttavia, sembrano non risparmiare i colpi durante la loro corsa, o almeno – da copione – recitano molto bene particine da simil cavalleria rusticana. Ecco alcuni piccoli esempi: le accuse più o meno velate sulla trasparenza dei fondi che finanziano le rispettive campagne; il fondo Algebris; il caso David Serra.
L'Italia dei Sondaggi
Ma il vero miracolo lo ha compiuto nelle scorse ore il sondaggio di Ipr Marketing per il Tg3, secondo il quale il Pd sarebbe in crescita, e vicino quota 30%. Ci chiediamo come faccia, visto che la protesta nel "Bel Paese" dilaga a vista d'occhio! Sotterfugi pre-elettorali? Parrebbe di si! Accordi e dati che lasciano il tempo che trovano, evocando ombre di clientelismo e tutto lo scempio della democrazia al quale ci stiamo lentamente abituando. Ma pensate davvero che questo presunto scontro di opinioni, di tesi, di teste "pensanti" anche all’interno di uno stesso schieramento politico, siano il carburante per far partire una nuova politica? A voi la scontata risposta!
Mario Luongo, Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)
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