Domenica, 26 agosto / 2018
– di Bella Dodd –
Traduzioni dall'originale "The School of Darkness" a cura di Sergio Basile / Qui Europa
Redazione Quieuropa, Sergio Basile, Bella Dodd, Comunismo, internazionalismo, Roosevelt, [...]
Lunedì, Marzo 5th/ 2012
– di Sergio Basile –
Consiglio Ue / Vertice Ue / Fiscal compact / Stati Uniti d’Europa / Deficit spending
Patto fiscale per l’Ue: limiti e incoerenze
della trappola “fiscal compact”
Addio al deficit spending!: la preoccupante
certezza che aleggia sull’Europa
Bruxelles – Nelle ultime ore, la discussa proposta tedesca di un patto fiscale per dare “stabilità all’Europa” è diventata realtà con l’agoniata firma del nuovo trattato fiscale all’eurosummit di Bruxelles. Con la ratifica del documento in questione, i venticinque paesi che lo hanno sottoscritto si sono reciprocamente impegnati a introdurre il “principio del pareggio di bilancio” all’interno delle loro Carte costituzionali: ovvero si sono impegnate – in altri termini – ad eliminare per sempre la voce “deficit spending” da ogni dizionario o manuale economico. Ciò vuol dire che se il cittadino pagherà 110 di tasse, lo stato darà indietro solo 100, o comunque 110, ma mai di più. Insomma a quanto pare si tratterebbe di una bella “fregatura legalizzata”, che toglierebbe agli stati Ue ogni possibilità pratica di “investire a debito” e di aumentare la ricchezza mediante il “moltiplicatore economico”. Per il presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, “il ritorno della fiducia nella zona euro porterà alla crescita e all’occupazione”, ma francamente non si capisce il senso di tale affermazione, visto che con il “fiscal-compact” le risorse per gli investimenti statali saranno ridotte al lumicino, e l’ossessione per il contenimento del deficit punterà in tal senso solo sull’abbattimento del debito pubblico: tra l’altro gonfiato artifiziosamente dal rating e dallo spread. Sarà un caso, ma – probabilmente rinsaviti in un improvviso e provvidenziale lampo di saggezza o “opportunismo politico” – alla luce di quanto detto (ma ben celato da molti organi di stampa) si comprende come cechi e britannici non abbiano voluto firmare l’accordo, driblando – tra l’altro – abilmente tutte le domande dei giornalisti. Malgrado tutto, una cosa appare chiara, il patto fiscale è senza dubbio un altro passo verso il vero obiettivo del Consiglio Ue: la creazione di un super-stato accentratore, che qualcuno chiama già “Stati Uniti d’Europa”.
Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)