L’Italia: non è un Paese per innovatori

Martedì, Febbraio 7th/ 2012

– di Franco De Domenico –

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L’Italia: non è un Paese per innovatori

Oggi, il nuovo Steve Jobs non nascerebbe

di certo in Italia

Roma – L’Italia è, purtroppo, molto indietro per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo. E’ un “innovatore moderato”, secondo una ricerca Ue, al pari con Grecia, Portogallo, Malta, Polonia, Ungheria, Slovacchia, Spagna e Repubblica Ceca. Invece, in Europa solo la Germania è un innovatore “leader”, la Gran Bretagna e la Francia sono “innovatori gregari”. Infatti, la classifica della Commissione europea preposta a questa indagine ha stilato quattro categorie: gli innovatori leader, gli innovatori gregari (follower in inglese), gli innovatori moderati e gli innovatori modesti. La Commissione indica anche i rimedi: modernizzazione dell’amministrazione pubblica, promozione di partenariati pubblici-privati, accesso al capitarle di rischio (venture capital in inglese). Ma l’analisi è impietosa: il grande debito pubblico dell’Italia lascia poco denaro da spendere in ricerca, negli investimenti infrastrutturali e nell’istruzione (ebbene sì, in Europa badano anche a questa, che per noi è una Cenerentola). Poi, una grossa critica è che in Italia si premia l’appartenenza a una o più caste, non il merito. Burocrazia, gerontocrazia, partitocrazia, tutti nemici della meritocrazia che da noi non è mai arrivata. E siamo al fanalino di coda anche per pubblicazione di articoli scientifici. Purtroppo non c’è niente da fare: abbiamo tanto da elogiare l’iniziativa italiana, la creatività (siamo ancora un Paese di inventori, al nono posto per il numero di brevetti), ma quando si tratta di concretizzare le idee, uno Steve Jobs non nasce in Italia. O se è italiano, va a lavorare all’estero.

Franco De Domenico(Copyright © 2012 Qui Europa)      

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3 Responses to L’Italia: non è un Paese per innovatori

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