Lunedì, Settembre 29th/ 2014
– di Nicola Arena –
Giovedì, Dicembre 13th/ 2012
– Redazione Qui Europa –
Strasburgo / Tobin Tax / Parlamento europeo / Assemblea plenaria / Adesione Italia / Cooperazione rafforzata / No della Gran Bretagna / James Tobin / Delocalizzazione finanziaria / Fuga di capitali europei all’estero / Angela Merkel / Francois Hollande / Tassa sulle transazioni finanziarie / Codecisione / Consiglio europeo / Germania / Francia / Italia /Austria / Spagna / Belgio / Estonia / Grecia / Portogallo/ Slovacchia / Slovenia / 90% del Pil dell'Eurozona / No Tobin Tax / Paesi contrari / Lussemburgo / Finlandia / Irlanda / Olanda / Malta / Cipro
Strasburgo dice si alla Tobin Tax a metà:
Speculazioni finanziarie e fughe di
capitali all'orizzonte
I vantaggi saranno per i soliti noti: il paradigma
francese e quello tedesco – nell'industia – la dicono
lunga sull'effetto boomerang di questa TFT
Si materializza il peggior incubo dello stesso James
Tobin, il papà morale della TFT
Pigs supercolonie della colonia anglo-americana?
Strasbugo – Nelle ultime ore la plenaria del Parlamento europeo con 533 voti a favore (sebbene ci siano stati ben 91 no e 32 astenzioni) ha dato il proprio nulla osta alla Tobin Tax optando per la cooperazione rafforzata tra 11 Paesi. Certo, coplisce molto di primo acchito vedere come tra i paesi dell'Eurozona ad aver dato il proprio consenso ci siano stati praticamente 4/5 dei cosiddetti Pigs. Colpisce ancor di più vedere fuori, tutavia, Paesi come il Regno Unito di David Cameron (considerando le nella City avvengono la stragrande maggioranza della transazioni finanziarie del Continente) e la stessa Malta: da sempre una sorta di protettorato anglosassone. Ora la palla passerà alla Commissione europea di Barroso, che potrà così presentare la propria proposta legislativa. Il voto di ieri, per l'appunto, serviva ad autorizzare l'esucutivo "tecnico" di Bruxelles a predisporre il testo della TFT: la sigla ufficiale scelta per battezzare la nuova tassa protesa a colpire le Transazioni Finanziarie. Ora essa – come si evince dai trattati – dovrà essere sottoposta al tradizionale percorso istituzionale della co-decisione, passando al vaglio del Consiglio europeo e poi nuovamente dello stesso Parlamento. Adotteranno la Tobin Tax Germania, Francia, Italia, Austria, Spagna, Belgio, Estonia, Grecia, Portogallo, Slovacchia e Slovenia. Paesi che nel complesso rappresentano il 90% del Pil dell'Eurozona. Non adotteranno la tassa – per "comoda" decisione dei propri leader – oltre al Regno Unito, anche Lussemburgo, Finlandia, Irlanda, Olanda, Malta e Cipro.
Tobin Tax a metà – Fuga di capitali e speculazione
Ora la domanda nasce spontanea: questa adozione parziale ad esclusiva spettanza di una parte dell'Europa, che vede fuori USA e BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) ed il resto del mondo (e d'altra parte posta in essere da Paesi come l'Italia, già dissestati e traviati da folli politiche di austerity, svendite e privatizzazioni) finirà per incrementare i fenomeni speculativi a vantaggio di Londra e Washington, allontanando gli investitori da Paesi come l'Italia? La risposta è ovvia: certo! I nostri timori – palesati già in precedenti articoli e legati al pericolo della delocalizzazione – sono ed erano gli stessi dell'ideatore della tassa, il professor James Tobin. Il rischio di un clamoroso e distruttivo flop finanziario è altissimo. Troppo alto per l'Italia. troppo per Spagna, Grecia e Portogallo, che in tal modo anziché trovar grazia, troveranno giustizia. Ma ciò non sembra preoccupare Monti e Grilli. Come del resto buona parte dei nostri eurodeputati a Strasburgo.
Il paradigma francese
Si profila dunque (e quei 123 voti non faverevoli in Parlamento la dicono tutta) un disastroso boomerang speculativo ai danni dell'Eurozona e dei soliti Pigs (eccetto che per l'Irlanda, paese non aderente). Una fuga di capitali all'estero, o comunque verso zone franche come Regno Unito, Svizzera e Lussemburgo. Un pò quanto sta avvenendo in questi giorni in Francia, Paese nel quale i super ricchi per sfuggire ed eludere il fisco e le manovre di austerity di Francois Hollande stanno trasferendo fuori i loro capitali, cambiando addirittura residenza e cittadinanza.
Non era questa l'idea di James Tobin
La TFT in quest'ottica potrebbe avere come effetto quello di distruggere ancor più le finanze dei paesi aderenti, a vantaggio di City of London e Wall Street, le due maggiori piazze finanziarie al mondo: suggellando ancor di più ed in maniera "definitiva" la loro indiscussa egemonia finanziaria. Non erano questi, i progetti di James Tobin. Questi, al contrario rappresentarono da sempre i suoi incubi peggiori. In tal modo la speculazione – come detto – anziché diminuire ed essere posta sotto-controlo finirebbe per esplodere a svantaggio dei Paesi aderenti ed esposti in prima linea: Spagna, Portogallo, Grecia ed Italia, in testa. Nuove super-colonie finanziarie della colonia finanziaria anglo-americana, chiamata Europa.
La situazione della Germania
Quanto all'altro Paese egemone, la Germania, poco male: gli effetti negativi della Tobin non toccheranno gli interessi d'oro delle grandi lobby industriali tedesche, che potranno continuare in tal modo ad esercitare il loro dominio continentale in maniera indisturbata, grazie al permanere del Sistema Target 2, e grazie allo smantellamento di intere economie ad opera di leader compiacenti, come nel caso emblematico del governo Monti, sulla rete produttiva del Sistema Italia, assoggettato – su "suggerimento" della Merkel – a regimi tassativi e costi da vero e proprio regime dittatoriale, quale in effetti si è dimostrato quello dei "tecnici", col benestare della stragrande maggioranza dei "nostri" rappresentanti "Parlamento" Italiano. Quella italiana era l'unica economia europea capace – fino a pochi anni fa, ovvero prima dell'introduzione del "Sistema Target 2" – di superare quella tedesca e di creare surplus commerciale come in nessun altro Paese europeo: cosa che non riusciva assolutamente – guardacaso – alla "ricca" Germania. In tal senso – giusto per fare un esempio – la diffusione di catene teutoniche della grande distribuzione alimentare a "buon mercato" come Lidl ed Euorospin nel nostro paese, a discapito delle catene nazionali, la dice lunga. Ma gli esempi sono migliaia e sotto gli occhi di tutti.
R. Q. E.
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