Riflessioni sul Nuovo Anno – La Pace non viene né dalla Politica, né dal Mondo

Mercoledì, Gennaio 2nd/ 2013

– di Gaetano Rocca  – Direttore Ufficio Lavoro e Problemi Sociali

Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace

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 Welcome 2013        Riflessioni sul Nuovo Anno                                           

Riflessioni sul Nuovo Anno – La Pace non

viene né dalla Politica, né dal Mondo

Il Moto di Rivoluzione, la Voce dei Pastori e la

Musica di Dio

Le illusioni a Buon Mercato e la Strada della Pace Vera

Catanzaro – La notte che è appena passata è stata fatta di spumante, di auguri, di veglioni e giochi, si son mangiati lenticchie, nella speranza che nelle nostre tasche rimangano più soldi rispetto agli ultimi tempi, panettoni o pandori a volontà… tutto questo per evitare di pensare che il tempo passa e noi siamo invecchiati di un anno. Ogni cambio di anno, in fondo è un evento banale. I filosofi dicono che è una è una semplice convenzione, gli astronomi dicono che è circa il tempo necessario che ci vuole perché la terra compia un giro intorno al Sole, movimento che non a caso si chiama “moto di rivoluzione”, eppure,  c’è in noi la disperata ricerca di un futuro migliore, diverso, alternativo. Ed è proprio in questo clima ci prepariamo ad affrontare la Solennità di Santa Maria Madre di Dio.

 Illusioni a buon mercato tra spumante e botti  Welcome 2013  

Dicevamo che auspichiamo tutti un futuro migliore e dobbiamo farlo partendo dalle nostre vite vere e concrete non da quelle immaginate o sognate. E qui sta il problema, tante nostre vite non hanno più nulla di sperare. Proviamo a pensare ai nostri giovani che si arrabattano per cercare un posto di lavoro e non lo trovano. Posiamo, allora, lo sguardo sulla pagina di vangelo della liturgia di oggi e cerchiamo aiuto nei suoi nuovi protagonisti: i pastori. Sperare un futuro migliore,  per loro, era davvero un’utopia, un non-luogo. Per loro, quella notte, era stata solo l’ennesima notte di freddo e di insonnia, passata facendo i turni per vegliare il gregge. Una notte uguale a tantissime altre, come per noi lo è stata questa notte. Tra la notte di oggi è quella di domani, in mezzo, ci sono loro i poveri disillusi della storia. Nei loro cuori solo rabbia, disincanto, indignazione. Stessi sentimenti di coloro che si sono stancati di ricevere solo promesse mai mantenute e illusioni a buon mercato. Loro sono così perché stanno spendendo tutte le loro energie solo per sopravvivere. Piccole vite inutili, rottami della storia, residui dell’umanità. Ce n’erano allora, ce ne sono ancora oggi, sempre più numerosi, come dimostra il movimento degli indignados  di tutto il mondo. Almeno quelli "sinceri" e non strategicamente controllati  e istruiti alla "sommossa pianificata" dall'organizzazione Otpor (Vedi articolo in allegato).

 I Sogni sono Finiti – C'è ancora tempo per pensare a Dio? 

Uomini e donne dalla vita anonima, sbiadita, inutile, che si sono arresi davanti al mondo competitivo, altri che non hanno mai neanche iniziato a combattere, sapendosi perdenti. I sogni sono finiti, se mai hanno avuto il coraggio di coltivarli. Penso ai tanti perdenti che non finiranno mai in nessuna statistica, in nessuna rivista, in nessun talk show. Bastardi della storia, proprio come i pastori. Come loro non hanno proprio il tempo di pensare a Dio. Non si pongono nemmeno il problema. La maggioranza di quei pastori ha qualche guaio con la legge, nessuno ha il tempo di frequentare una sinagoga, nessuno rispetta il riposo dello shabbat, nessuno sale al tempio. A loro, però, appare l’angelo che gli annuncia il Salvatore. Ai giovani, dovremmo dare oggi, la possibilità di ascoltare quella voce che annunzia nuovi orizzonti e nuove possibilità piuttosto che mortificare la loro speranza.

 La voce dei Pastori   Celebriamo il rito della Speranza    

Ma perché questo accada c’è bisogno, che ognuno di noi, sappia ascoltare i loro messaggi, ciò che hanno da dire, le loro istanze, i loro disagi. Nel brano del vangelo ci stupisce il fatto che Maria, lei la madre di Dio, ascolta in silenzio i pastori. Proprio il loro parlare consola Maria. La madre di Dio ci insegna che si può imparare anche dai pastori oltre che da Dio. Noi saremo capaci di ascoltare la loro voce? Che storia. Dio nasce in un paese lontano, in condizioni di disagio e gli unici che se ne accorgono sono quelli che mangiano pane e disagio una volta al giorno. Tornano pieni di gioia alla loro insopportabile situazione. Nessun bel finale: l’odore di sterco è lo stesso, il freddo è ancora pungente. Ma il loro cuore è cambiato, vedono la possibilità che qualcosa possa cambiare. Celebrare il rito della speranza significa dare a tutti la possibilità di credere in un futuro migliore. È questo l’augurio che ci vogliamo fare. I pastori appena sentito l’annuncio degli angeli si mettono in cammino per andare a vedere il bambino,senza indugio. A noi, quale annuncio oggi è capace di smuoverci? Su quale direzione vogliamo muovere i nostri passi? Vogliamo metterci tutti insieme a cambiare le cose o aspettiamo che siano gli altri a cambiarli per noi? Una delle cose belle, poche per verità, che la televisione di Stato trasmette, il primo giorno dell’anno è il concerto della Filarmonica di Vienna. Ma dopo averlo ascoltato tra le portate dei nostri pranzi succulenti, cosa ci rimane? Riusciamo a capire che siamo anche noi un’orchestra? Quale musica suoniamo?

 Un'orchestra sublime  La Musica di Dio 

Nella prima lettura di oggi è riportata la benedizione che i sacerdoti pronunziavano su tutto il popolo. In essa si chiede a Dio di illuminare il suo volto, cioè di fare un grande sorriso di benevolenza al suo popolo e di donargli la pace. Ma che cos’è la pace? Mi sono detto che forse la pace si può rappresentare come l’effetto di un’orchestra che suona una bellissima musica. Dove c’è un direttore d’orchestra, che coordina gli effetti sonori di tutta l’orchestra. Dio ha organizzato l’orchestra quando ha creato il mondo. Poi si è nascosto, per grande rispetto verso di noi e ha lasciato che l’orchestra suonasse per conto proprio. Purtroppo questo non sempre questo ha funzionato. Ma in realtà, Dio non ha lasciato l’orchestra umana senza un direttore. Nella seconda lettura leggiamo che nella pienezza dei tempi Dio ha mandato il suo Figlio. Ma anche lui però se n’è andato, e l’orchestra ha dovuto suonare di nuovo da sola. Nel brano del vangelo, invece, si racconta come dei pastori, pur non essendo dei musicisti, siano diventati dei piccoli, ma efficaci, orchestrali.

 La Pace non viene dal mondo   

Avete capito il taglio di lettura particolare che abbiamo voluto dare alla liturgia di oggi? Parliamo di pace, di speranza di futuro, ma tutto questo non viene dai politici o da coloro che si sono arrogati il compito di essere i direttori d’orchestra dell’umanità, e neppure dai capi religiosi. Dobbiamo prendere noi in mano l’orchestra. E soprattutto noi, come credenti, non dobbiamo delegare a nessuno il compito di suonare da soli la musica della giustizia e della pace.  Dio si è nascosto nel suo mistero e il nostro Maestro se n’è andato. Ora tocca a noi. Non dobbiamo rassegnarci a essere spettatori. Dobbiamo suonare insieme, davanti a un mondo che ha poche occasioni di ascoltare una musica vera, che ha bisogno di una pace e di una giustizia che venga dal basso. Guai se noi ci tiriamo indietro, o se accettiamo che qualcun altro suoni la musica al nostro posto. E il suono della nostra musica diventerà un boato che scuoterà il mondo.

 Violenza e Partecipazione – Due strade contrarie 

Magari oggi, purtroppo, tanti pensano che sia la violenza a sistemare le cose una volta per tutte. Ma questa è una terribile illusione. È la partecipazione che ci salva, non la violenza. Il portare avanti delle idee e delle proposte. I pacifisti non sono degli illusi, con la non-violeza si sono cambiate molte regole del gioco, nel mondo, basterebbe pensare a Gandhi a Madre Teresa di Calcutta piuttosto che a Martin Luther King. Il mondo cerca di rubarci la speranza, siamo quasi disillusi da tutto ciò che accade: violenza, guerre, arroganza, un’economia che alimenta ingiustizia, pensiamo che l’uomo sembra non imparare dalla propria storia, dai propri errori, che forse non cambierà mai ma è proprio questo il momento di suonare una splendida armonia, ognuno al proprio posto ma ognuno da protagonista. Per troppo tempo abbiamo usato Dio e il potere per giustificare scelte di violenza, che non significa necessariamente guerra o soprusi, ma anche, disagi sociali e senso di precarietà diffuso.

 Il Moto di Rivoluzione e la Musica di Dio  

Buon anno di cuore, allora! Dio fa nuove tutte le cose, ci vuole tra i suoi discepoli, tra i suoi orchestrali. Egli vuole amarci e vuole che ci amiamo! E già mentre ascoltiamo il concerto della filarmonica di Vienna, lasciamoci dunque raggiungere da Lui.  Abbiamo detto che il tempo necessario perché la Terra compia un giro completo intorno al sole è di, circa 365 giorni: lo stesso tempo perché un anno ci scorra nelle vene. Questo movimento si chiama “moto di rivoluzione”… che sia questa la rivoluzione che tutti stiamo aspettando?!

Gaetano Rocca

Direttore Ufficio Pastorale Lavoro e Problemi Sociali –

Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace