– di Chiara Comini –
Redazione Quieuropa, Chiara Comini, Pillola, anticoncezionali, Erin Brockovich, Michelle Garcia, Tim Byers, universita' [...]
Giovedì, Febbraio 14th/ 2013
– di Giovanni Antonio Fois e Sergio Basile –
Siamo Tutti Greci / Atene / Grecia / Troika / BCE / FMI / Mario Draghi / SEBC / yogurt greco / Muller / Henkel / Cultura Classica / Culla del Cristianesimo / To Vima / Tragedia Greca / Misure Lacrime e sangue / Apocalisse / Bombe carta / Attentati / Pensionati / Distruzione sociale / Censuma mediatica / Occidente indifferente / Siria / Palestina / Grecia Antica / Italia / Media Italiani
Siamo Tutti Greci – Vittime della "Democrazia"
Europea
Grecia – imprese fallite regalano prodotti alla popolazione
affamata; pensionati rovistano tra l'immondizia per fame;
suicidi all'ordine del giorno. Ma i Media censurano tutto!
Atene – Migliaia di uomini e donne affamati si improvvisano rapinatori di supermercati; imprenditori regalano derrate alimentari ai compatrioti e pensionati fanno quasi a gara con i cani randagi a cercare cibo tra cartoni e immondizia. Eppure nessun mezzo mediatico, in Italia come nel resto del mondo, ne parla. Nessuno nel "democratico" Occidente se ne cura. Ma non eravamo gli "esportatori della Democrazia" nel mondo? O è stata solo una balla per imporre un nuovo colonialismo imperiale? Beh, non ci vuole molta fantasia per trovare la risposta. Più che in un mondo mediatico ci troviamo – nostro malgrado – in un mondo di falsità e censure. Insomma lo stesso identico copione usato per la Siria, la Libia, il Medioriente in genere e l'Africa. I burattinai decidono ciò che conviene sapere e quello che invece conviene obliare. Eppure per un evento "canoro" come il Festival di San Remo si sta quasi bloccado un'intera Nazione. Ma vi sembra logico e normale tutto ciò? Perchè i vari Vespa, Fazio, Saviano, Gabanelli, Travaglio, Mentana, Capuozzo, Gruber, Lerner, Floris, Mimun, Santoro – e il resto della cricca – non dicono la verità su ciò che sta accadendo? E' questo il disarmante giornalismo d'inchiesta che ci meritiamo? Per questo paghiamo il salatissimo canone TV? La verità è che la vergognosa censura imposta da parte dei governi forti condanna a morte il popolo greco, messo da parte, umiliato oltre ogni limite umano e ormai allo sbando più completo. Indice eloquente che ci aiuta a comprendere – qualora ne avessimo ancora bisogno – come gli orribili fantasmi del Novecento – propaganda a parte – non sono mai svaniti. Ciò che è cambiato sono soltanto i metodi – forse – ma la sostanza è la stessa. Si muore per mano della perfidia e dell'egoismo umano, e – soprattutto – per mano di regimi cosiddetti democratici. E pensare che in Siria – ad esempio – prima della cosiddetta "Primavera Democratica" (o Primavera Araba) si viveva tutti d'amore e daccordo e il Paese era preso a modello di pacifica convivenza e civiltà in tutto il Medioriente. Ma evidentemente gli interessi in ballo erano e restano troppo forti.
La Grecia come la Siria – Morire di "Democrazia"
Dunque in Siria come in Grecia oggi si muore di "Democrazia" nel terzo millennio imoltrato. Si muore come cani e – per contro – si uccide o ci si rende complici di omicidi per servire il maligno – padre della menzogna e padre dello sporco denaro – annientando l'uomo e la sua dignità come se niente fosse. E annientando luoghi simbolo per cultura e sacralità religiosa (luoghi simbolo della cristianità) come Palestina, Siria e Grecia. Ma anche Spagna, Portogallo, Irlanda ed Italia. Vi sembra un caso? Beh, a noi no! Stesso trattamento della Grecia dunque – è solo questione di tempo – avranno presto il resto dei Paesi Europei del Sud (cosiddetti maiali o Pigs): non a caso quelli a più spiccata ed antica tradizione cristiana.
Grecia e Italia – Sconcertanti affinità
Molte persone, in questi anni d'austerità, nelle quotidiane interazioni sociali, ingannati dai media che spacciavano questo inganno – in realtà legato all'Eurozona – come "crisi economica" effetto del contagio della crisi Usa", palesavano la loro scetticità nei confronti del declino. ''Lo stato in cui ci troviamo oggi non può essere considerato di crisi – si sentiva spesso affermare e sostenere per la strada – la vera crisi l'hanno vissuta i nostri nonni, durante la guerra, o i nostri bisnonni tra gli anni 20 e 30''. Secondo una buona parte dell'opinione pubblica, quella maggiormente legata alle faziose e false considerazioni mediatiche, nel nostro bel Paese, dunque, non si poteva parlare di crisi dell'Eurozona. Il pretesto concettuale era molto semplice: "tutti, del resto, abbiamo il pane in tavola". Che diano uno sguardo alla Grecia allora! A ben vedere la situazione che imperversa nello stato ellenico detiene le stesse identiche caratteristiche di quella italiana: assistiamo ogni giorno ad una diminuzione progressiva dei diritti dei lavoratori: e ciò mentre il popolo non spende più, stretto nella morsa di un sistema strutturato su stipendi da paesi dell'est – per non dire africani – e prezzi di mercato ''nordeuropei''. Le grandi multinazionali ne approfittano, acquistando a pochi spiccioli le aziende costruite con anni di sacrifici e di sudore.
Democratici Aiuti a Morire
Nonostante gli "aiuti" (si fa per dire) elargiti dall'FMI e dalla BCE in favore della Grecia – Banca Centale Europea che invero non ha assolutamente fatto tutto quanto in suo potere, disapplicando l'art.11 del SEBC che autorizzava Mario Draghi in casi di estrema necessità e crisi di agire liberamente sul mercato primario dei titoli in qualità di acquirente/prestatore di prima istanza – altri 5 miliardi di euro sarebbero già pronti ma fino ad ora, questo è chiaro, non si è potuto riscontrare alcun segnale di miglioramento. Tutti gli aiuti sono stati concessi in cambio di terribili e vergognose cessioni di sovranità, diritti e dignità. Aiuti si! Ma a morire! L'unica cosa che queste somme titaniche hanno contribuito a salvare sono stati e restano ovviamente gli istituti bancari interni del Paese, abbandonando i comuni mortali al loro triste destino e costringendoli ad accettare mafiose misure lacrime e sangue da usura vera. Cosi oggi, a causa del famigerato terzo memorandum (soprannominato per l'appunto ''lacrime e sangue'') in uno dei paesi più importanti del mondo, membro Ue, culla della cultura classica e del cristianesimo (assieme a Siria e Palestina) non esistono più indennità di malattia, scatti di categoria e quantum di stipendi. La culla della filosofia classica, della medicina, della tecnica, alla quale tutto il mondo deve molto, vive nel caos più completo, tra scioperi di trasporti, sanità e scuole (un professore universitario guadagna oggi n media 650 euro al mese) presentando uno scenario disastroso. Degno delle più cruente descrizioni dell'ultimo libro della Bibbia: l'Apocalisse, per l'appunto.
I Nuovi schiavi d'Europa a pochi chilometri da casa nostra
Intanto centinaia e centinaia di caseifici, produttori del migliore yogurt greco, cedono per due soldi le loro proprietà alla multinazionale tedesca Muller e gli ex-proprietari, indebitati fino al collo, regalano gli ultimi vasetti alla popolazione. La Henkel, uno dei colossi industriali tedeschi, si dichiara pronta ad avviare nuovamente la produzione in Grecia. E ci mancherebbe! Come farsi sfuggire un'occasione d'oro come questa? Non devono neanche spostare le fabbriche in qualche sconosciuto paese asiatico! Il popolo greco è qui, a due passi da loro, pronto per essere sfruttato ad un costo di manodopera di sole 400 euro al mese. Nemmeno in Cambogia! Una vera pacchia per i grandi gruppi industriali questa nuova Grecia, in preda alla fame e alla paura, abbandonata e ormai in trappola. E' nato un nuovo business, proprio qui, nella bella Europa, ''esempio economico per tutto il mondo'', secondo Barroso e compagni. Questi criminali ideologici (e di fatto) hanno condotto un intero popolo sul lastrico, nascosti dietro l'ombra confortante del premio Nobel per la Pace, dando spazio a motivi di allarmismo, non solo economico, anche in ambito internazionale. Antonis Karakousis, giornalista del quotidiano nazionale To Vima, cercando di interpretare la situazione sconcertante in cui versa il proprio Paese, si pone degli importanti interrogativi: “C’è un rischio Weimar per la Grecia post memorandum? Dove l’instabile equilibrio tra politica ed economia è minacciato dal declino della classe media e dalla miscela di estremismo e populismo?”. Ma a ben vedere dietro l'inappropriato termine "populismo" non può che nascondersi – è ovvio – lo sdegno verso un'Europa di chiaro stampo stalinista, che sta omologando le masse, rendendole tutte uguali, tutte povere, svuotate, annientate ed incapaci di qualsivoglia reazione, per fame, debolezza e frustrazione. La Grecia di oggi, amici, è stata di fatto "Commissionata" e senza alcuna colpa. Tranne forse che per la bellezza delle sue isole e per la sua gloriosa storia. Un'amara colpa la bellezza di questi tempi! Questa, dunque, è la realtà di oggi, a pochi chilometri da qui, nel Paese forse più simile a noi per storia, tradizioni, patrimoni culturali e – nostro malgrado – anche per modelli e costumi.
Siamo tutti Greci
E intanto il mondo mediatico, unito come non mai, censura la vicenda. E' un chiaro tentativo di non mostrare la miseria, onde evitare di turbare le nostre coscienze. O meglio ancora: è un chiarissimo tentativo di nascondere a noi Italiani la realtà che tra non molto ci travolgerà senza misericordia. In Italia – dietro la pretestuosa bugia della crisi economica derivante dal "contagio Usa", che in realtà è crisi dell'Eurozona, dell'euro e dei folli trattati europei – chiude un'impresa al minuto. Quanto potrà durare tutto ciò? Vedere questo orrore in TV forse potrebbe suscitare una vera e propria rivoluzione di proporzioni indefinibili nel nostro Paese. In un articolo del giornale sopracitato, To Vima, ci si domanda quale sarà il prossimo suggerimento dell’ESR (Consiglio nazionale greco per la radio e la Tv). Forse quello di non riportare notizie sulla disoccupazione? Di non pubblicizzare i casi di persone che si suicidano a causa di problemi finanziari? Badate bene: anche in Italia queste notizie sono sparite dai media. La rete è rimasta il solo mezzo per far veicolare le informazioni e per far conoscere l’immane tragedia che si sta consumando a pochi chilometri dal nostro Paese, nel cuore dell’Europa. Nessun mezzo televisivo nazionale ha trasmesso queste immagini, nonostante le persone vogliano essere informate. Non trovate tutto ciò vergognoso? Segno che la dittatura che ci soffoca ed inibisce è ormai pressocché totale. Abbiamo sollecitato direttori di reti televisive e di giornali via twitter e facebook, ma senza successo, per ora. Se riusciremo a fare la giusta pressione (cosa possibile solo attraverso la rete) questi signori saranno prima o poi costretti a parlarne. Per questo, chiediamo l’aiuto di tutti. E’ una battaglia di libertà, di informazione e di solidarietà al popolo greco e a noi stessi. Facciamoci sentire! Un domani (non troppo lontano) potrebbe toccare a noi. E il condizionale vi assicuriamo che è superfluo! Siamo tutti Greci!
Giovanni Antonio Fois, Sergio Basile (Copyright © 2013 Qui Europa)
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