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Italia – Attenzione all’Impasse ed ai Veneratori del Dio Spread
Martedì, Marzo 5th/ 2013
– di Giuseppe Sacco e Mario Luongo –
Mercati Choc, Crolla Piazza Affari, Spread, Giorgio Napolitano, Presidente Della Repubblica, Angela Merkel, Olli Reh, Beppe Grillo, Visita Napolitano In Germania, Elezioni 2013, Peer Steinbruck, Pd, Governissimo, Pdl, Quirinale, Mercati Europei, Credit Suisse, Goldman Sachs, Horst Seehofer, Movimento 5 Stelle, Commissione Europea, Goldman Sachs, Piazza Affari
Italia – Attenzione all'impasse ed ai
veneratori del dio spread
In Europa la casta invoca l'intervento di Napolitano
La chiusura di Grillo ad un "governo tecnico"
Roma, Berlino, Bruxelles, Washington – A Roma è stata dichiarata l’ingovernabilità. Il prevedibile responso scaturito dalle urne in Italia, ha spaventato strategicamente – almeno a parole – gli Stati Uniti e la colonia Usa chiamata Ue, tornando a rendere ancor più precari i mercati. Ma a godere a piene mani dell'instabilità italiana a ben vedere sono proprio le grandi banche d'affari ed i falsi profeti della speculazione internazionale che orientano e dettano le regole agli stati occidentali, guadagando miliardi di euro dai ribassi di borsa e dallo spread. Altro che apprensione!
Gli speculatori e la salute del dio spread
Negli ultimi giorni l'ingannevole dio spread è tornato a volare ed a dettare i suoi voleri sulle costituzioni e le leggi, sfiorando i 350 punti base. Solo oggi si è registrato un lieve ribasso. Ieri Piazza Affari ha ceduto il 4,89%, bruciando 17 miliardi. Cifre esorbitanti. Meglio nella giornata odierna. Una cosa è certa, se tali bruschi sbalzi dovessero continuare pure nei prossimi giorni potrebbe prospettarsi per l’Italia una richiesta di aiuto all’Europa. Cioè grazie agli effetti postumi del porcellum ed all'indecisionismo (pilotato) della politica, l'Italia potrebbe finire ancor di più tra le amorevoli braccia dell'usura internazionale. Questi pessimi segnali fanno temere in tutta l’Eurozona una ovvia e netta riesplosione della crisi indotta del debito a livelli mai raggiunti finora. Anche i colonizzatori di Washington fingono di preoccuparsi per le sorti dell'Euro-colonia, parlando ingannevolmente di "rischio contagio". Quasi come se si trattasse di una forma di lebbra. Quando invece l'unica vera l'ebbra si chiama "euro". Il vero ago della "bilancia del disastro", in qualità di alibi del caos da austerity.
La Saggezza dell'Occidente Mercatista
D'altro canto anche la stampa occidentale di regime regge il gioco. Per conoscere le reazioni dei partner stranieri all’esito del voto italiano è bastato leggere i titoli della stampa estera: il Guardian prospetta il rischio “paralisi” che potrebbe “infiammare una crisi finanziaria globale”. Ma non dice assolutamente nulla sul ruolo della moneta unica. Il Wall street Journal sottolinea il “voto anti rigore” con uno “stallo politico che sciocca i mercati finanziari europei”. Ma ovviamente non dice nulla sulla moneta unica. Gli occhi di tutta l’Europa sono puntati, dunque, su Roma, ma nessun dottore indica il vero male e la vera cura da seguire. L’incertezza italiana ieri ha fatto tremare anche gli altri listini con Madrid a -3,2%, Parigi a -2,67% e Francoforte a -2,27%. La Commissione Europea ha ammonito contro il populismo e sul rispetto degli impegni assunti in Europa, invitando tutti ad andare avanti sulla strada delle riforme (al massacro).
I Consigli di Angela, Barack e Olli
Angela Merkel, dal canto suo, si è detta più che certa che “il voto italiano non è stato contro le politiche di rigore”. Ma come si fa a sostenere tali bestialità? Anche dalla Casa Bianca – in aggiunta – è piovuto un provvidenziale rincaro di dose: ”ci aspettiamo – ha dichiarato Obama – che sia formata una nuova coalizione con cui lavorare in maniera stabile”. Ma – ironia della sorte – il profeta della "stabilità" sembra coincidere in tutta l'élite ebraico-statunitense (dalla White House a Goldman Sachs) ancora una volta – così come accadde lo scorso anno, prima dell'insediamento di Mario Monti – nella figura del "caro e fedelissimo" Giorgio Napolitano: l’unico accreditato al delicato compito di sbrogliare la situazione. Proprio lui! Colui che si fece complice primo dell'Ue e di Mario Draghi nell'instaurazione di un governo tecnico di razziatori e mercenari. Una sviolinata pro-Napolitano è giunta nelle ultime ore anche dal commissario europeo Olli Rehn: "abbiamo fiducia nelle istituzioni e nelle abilità del presidente Napolitano di trovare una soluzione rapida che assicuri all’Italia di affrontare le sfide che ha di fronte”. Nel caos post elettorale che non accenna a trovare soluzione, la figura del Presidente della Repubblica (ri)diventa – dunque – quanto mai centrale e importante per garantire "l’equilibrio del Paese" (si fa per dire). E ciò tra le indecisioni riguardanti un “governissimo” Pd-Pdl; le probabili aperture al Movimento 5 Stelle; una legge elettorale da modificare il prima possibile (se ne sono accorti solo ora) e maggioranze in equilibrio precario. Sul fronte teutonico ed europeo – tuttavia – si è evitato categoricamente di colpevolizzare e sottolineare l’insuccesso elettorale di Monti e dello stesso Bersani: quest'utimo in netta caduta di consensi, malgrado la maggioranza relativa.
Il Paradosso – La Casta Bancaria internazionale eloggia Grillo
Ma Europa d’altro canto, nelle ultime ore abbiamo assistito ad un altro curioso paradosso: il Movimento 5 Stelle è stato promosso quale nuova speranza contro l’austerity addirittura da Goldman Sachs, una delle banche che negli ultimi anni ha più lucrato sulle disgrazie italiche. Non vi pare alquanto strano? Ma Grillo ha incassato il benestare de il plauso anche da un altro mega gruppo bancario: Credit Suisse. Un endorsement quantomeno improbabile, se si pensa all'ex comico come ad uno tra i più infervorati politici a scagliarsi contro lo strapotere delle banche e delle agenzie di rating. Ciò mentre lo stesso leader del M5S nelle ultime ore ha escluso qualsiasi possibilità di appoggiare la formazione di un nuovo governo tecnico. Come leggere tali dati?
Mario Luongo, Giuseppe Sacco (Copyright © 2013 Qui Europa)
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