Rubrica – I Figli della Troika – 1° Parte. Europa, Diritto Internazionale e Violazione dei Diritti Umani
Sabato, Novembre 16th/ 2013
– I Figli della Troika – Rubrica, di Chris Richmond Nzi –
Prima Parte
I Figli della Troika, Il Patto, Unione Europea, Chris Richmond Nzi, Se Osservassimo la Giustizia, ONU, Organizzazioni Internazionali, Patto internazionale sui diritti civili e politici, Patto internazionale sui diritti economici sociali e culturali, Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, Il Ricatto e le Ritorsioni verso i Paesi Dissidenti, strategia del terrore multilaterale, Consiglio d'Europa, Schiavitù è ignoranza
Rubrica: I Figli della Troika – Parte Prima
Europa – Troika, Diritto Internazionale e Sistematica
Violazione dei Diritti Umani. Perchè? Cosa fare?
Si può uscire dall'Euro-Gabbia? Si! E' lo stesso
diritto ad indicarci le vie d'uscita.
Basta volerlo davvero!
Rubrica – I Figli della Troika, Prima Parte
di Chris Richmond Nzi
Dalla Nascita delle Nazioni Unite
Rubrica, I Figli della Troika – Dopo la Seconda Guerra Mondiale, i rappresentanti di vari Stati hanno pensato che instaurando un potere che tenesse in soggezione tutti i paesi membri della comunità internazionale, avrebbero trovato una soluzione comune ai comuni problemi. Fu così istituita un’organizzazione che avrebbe dovuto creare le condizioni per far rispettare la giustizia internazionale, promuovere il progresso sociale e migliorare (sempre in teoria) il tenore di vita dei popoli, in un contesto di "libertà più ampio". Le Nazioni Unite. La più alta aspirazione dell’organizzazione doveva essere, mediante norme giuridiche vincolanti per tutta la famiglia umana e senza alcuna distinzione, il riconoscimento e la protezione della libertà e della giustizia. Affermando questa fede, i rappresentanti di ogni popolo si sono impegnati a perseguire il rispetto e l’osservanza universale dei diritti umani. Al momento della sua adozione lo "statuto" ONU non aveva forza di legge, la Dichiarazione dei diritti umani è diventata, tuttavia, fonte d’ispirazione per Costituzioni, leggi nazionali e diritti particolari, esercitando nel contempo una notevole influenza sull’evoluzione del diritto internazionale contemporaneo. Per rendere i principi della Dichiarazione disposizioni destinate ad imporre obblighi giuridici, i rappresentanti hanno concordato di stipulare due accordi distinti ma complementari, il Patto internazionale sui diritti civili e politici (PDCP), ed il Patto internazionale sui diritti economici sociali e culturali (PDESC).
Il Patto Economico – Diritto di Autodeterminazione. Che fine ha fatto?
Il Patto economico prevede che tutti i popoli abbiano il diritto di autodeterminazione, di decidere liberamente del loro statuto politico e di perseguire liberamente il loro sviluppo economico, sociale e culturale. I popoli dovrebbero disporre liberamente delle proprie ricchezze e delle proprie risorse naturali, ed in nessun caso dovrebbero essere privati dei propri mezzi di sussistenza. Per di più, nessuno Stato potrebbe intraprendere atti volti a sopprimere diritti o libertà riconosciuti dal Patto e nessuna restrizione o deroga ai diritti fondamentali sarebbe ammessa, perché la Dichiarazione dovrebbe mirare a garantire l’effettivo riconoscimento ed applicazione dei diritti fondamentali. La cooperazione internazionale dovrebbe essere d’importanza fondamentale per assicurare l’attuazione dei diritti dell’uomo e secondo il Patto economico, gli Stati dovrebbero impegnarsi ad operare la piena attuazione dei diritti riconosciuti dal Patto, sia individualmente sia attraverso la cooperazione internazionale, specialmente nel campo economico e tecnico, con il massimo delle risorse di cui dispongono e con tutti i mezzi appropriati. La cooperazione in questione non è strettamente legata a soli accordi tra Nazioni, semplicemente perché la Comunità internazionale non è unicamente composta da Stati.
Nessun vincolo verso il Diritto Internazionale
Istituite per imprimere maggior incisività alla cooperazione internazionale, le organizzazioni internazionali hanno compiti definiti dai loro statuti, a seconda delle esigenze degli Stati. Tali organizzazioni, pur essendo parte integrante della Comunità, non sono soggette ad alcun vincolo del diritto internazionale che le obblighi al rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo.
Sul Rispetto dei Diritti Umani – Gravi Lacune
La Carta delle Nazioni Unite, la Dichiarazione, i due Patti e la Convenzione, impongono agli Stati il rispetto dei diritti dell’uomo, mentre tacciono sulle responsabilità delle organizzazioni internazionali a riguardo. Secondo il diritto dei trattati, le organizzazioni internazionali sono "coscienti dei principi di diritto internazionale contenuti nella Carta delle Nazioni Unite", ma non ne sono direttamente subordinati, perché attuano le loro attività nei limiti del mandato conferito dagli Stati, i quali invece, dovrebbero attuare senza riserve tali principi di diritto, anche nel momento in cui istituiscono dette organizzazioni.
Stati – Diretti Responsabili
Pertanto, gli Stati, essendo i soggetti giuridici primari della Comunità internazionale, possono essere definiti i diretti responsabili delle azioni poste in essere dalle loro creature, le organizzazioni. Il problema sussiste nel momento in cui tali organizzazioni, essendo membri effettivi della Comunità, hanno il diritto di istituire a loro volta altre organizzazioni internazionali, anch’esse prive di vincolo morale e giuridico verso i diritti umani.
Ruolo dei Trattati Internazionali
Da decenni, i trattati che istituiscono le organizzazioni internazionali hanno avuto un’importanza fondamentale nelle relazioni della Comunità, ed oggi, mentre gli Stati sono convinti che il progressivo sviluppo del diritto dei trattati giova al fine ultimo delle Nazioni Unite, il trattato viene riconosciuto come fonte di diritto internazionale. Sarebbe pertanto necessario regolare e vincolare tutti i membri della Comunità internazionale in modo equo, senza distinzioni, soprattutto perché il numero di paesi della Comunità internazionale è difficilmente variabile, mentre il numero di organizzazioni che entrano a far parte di tale comunità non smette di moltiplicarsi e molto presto sarà alquanto difficile far rispettare la "non ingerenza negli affari interni degli Stati", come previsto dal diritto dei trattati. Tante questioni divergenti e tanti punti contradditori se si pensa che la Carta delle Nazioni Unite dovrebbe "promuovere il progresso sociale, un più elevato tenore di vita, il rispetto e l’osservanza universale dei diritti fondamentali dell’uomo, nonché trovare soluzioni ai problemi economici e sociali internazionali", ed è alquanto sconcertante sapere che le Nazioni Unite "promuovono le trattative per la creazione di nuove organizzazioni specializzate".
UE – Paradossi e Incongruenze Internazionali del Consiglio d'Europa
Per di più, il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite "istituisce commissioni per le questioni economiche e sociali volte a promuovere i diritti dell’uomo".. Come se le incongruenze non bastassero, gli Stati che hanno ratificato il Patto Cconomico devono presentare periodicamente al Consiglio economico rapporti sulle misure adottate e sui progressi registrati nella promozione del rispetto dei diritti fondamentali, ed il Consiglio a sua volta, formula raccomandazioni e promuove l’adozione di misure necessarie per l’effettiva e graduale attuazione dei diritti enunciati nella Dichiarazione. Nonostante ciò, il Consiglio d’Europa realizza un’unione più stretta tra i suoi membri, assicurando soltanto la garanzia collettiva di "alcuni dei diritti enunciati nella Dichiarazione universale". Questa condizione non dovrebbe essere ammissibile, eppure a quanto pare, è diventata regolare amministrazione.
UE – Sistematica Violazione dei Diritti Umani
In questo periodo di crisi economica (indotta e fittizia) tanti diritti dell’uomo, se non tutti, vengono trascurati, raggirati, calpestati, rendendo le condizioni di vita dei popoli fuori legge. I nostri rappresentanti della Comunità internazionale persistono nell’usare la retorica per asserire mezze verità, facendoci credere che rimanendo uniti, tutto passerà presto. Inventano insensate (quanto illegittimi e anticostituzionali) modifiche delle Costituzioni, attuano inutili meccanismi di prevenzione ed impongono fuorvianti e nami programmi di austerità. Invece di limitare l’influenza e l’ingerenza negli affari interni da parte di chi non ha il dovere e non intende rispettare i diritti dell’uomo (vedi ad esempio i diktat illegali delle agenzie di rating), rendono la situazione più complessa, moltiplicando i trattati internazionali ed aumentando ancora di più la reciproca correlazione tra gli Stati e la dipendenza dalle organizzazioni.
Il Ricatto e le Ritorsioni verso i Paesi Dissidenti
Ultimamente, qualche nazione ha tentato di contrapporsi ai folli dettati internazionali, ma ha subito dovuto ridimensionare la protesta a causa di minacce come l’interruzione degli aiuti finanziari o le impennate del valore dello spread. Una strategia del terrore multilaterale, per mantenere in soggezione gli Stati, facendo credere che non ci siano possibilità di svincolarsi dal contorto sistema che regola e gestisce la Comunità internazionale.
In realtà è possibile uscire dalla gabbia anche secondo il diritto
Eppure, il diritto dei trattati prevede anche che "due o più parti possono concludere un accordo avente lo scopo di modificare il trattato nei loro reciproci rapporti" e che "qualsiasi trattato ottenuto con le minacce o con l’uso della forza sarà ritenuto nullo". È pur vero che "un trattato che non contiene disposizioni relative alla sua estinzione, che non prevede la possibilità di un ritiro, non può essere oggetto di estinzione o ritiro", ma è anche vero che "qualora sopravvenga una nuova norma imperativa di diritto internazionale generale, qualsiasi trattato esistente che contrasti tale norma diventa nullo ed ha termine". Sebbene non venga nemmeno in considerazione, "le norme del diritto consuetudinario continuano a regolare le questioni non disciplinate dal diritto dei trattati" e per assurdo, siccome le norme del diritto internazionale sono poste dagli Stati stessi attraverso i loro comportamenti e la loro volontà, dall’opinio necessitatis potrebbe scaturire una norma del diritto internazionale generale, inderogabile: neppure derobabile, cioè, tramite trattato.
La schiavitù è un fatto di Ignoranza
E pensare che ci definiamo Homo sapiens. Se fossimo lontanamente sapiens, saremmo in grado di usare il libero arbitrio a nostro beneficio, sapremmo osservare le leggi di natura e di conseguenza, alcuno stato o governo civile sarebbe necessario. Ma essendo per niente sapiens ed effettivamente poco consci delle nostre capacità, abbiamo costantemente bisogno di un potere comune che ci tenga in soggezione e che diriga le nostre azioni. Necessitiamo di un tutore legale, perché siamo molto poco sapiens ed alquanto incapaci di discernimento.
Chris Richmond Nzi (Copyright © 2013 Qui Europa)
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