Il Presunto Rapimento
Dunque nelle scorse settimane, neanche il tempo di digerire la "famosa" lettera al vetriolo dell'amico Samaan Daodu, di cui sopra, che era piovuta (non so se dire provvidenzialmente) come un fulmine a ciel sereno la notizia del "rapimento" di Padre Paolo. Storia che in breve aveva fatto il giro del Web, riscuotendo un clamore inaspettato e fuori dal comune, almeno se paragonato al silenzio mediatico relativo al rapimento di altri sacerdoti e vescovi che si battono contro l'islamizzazione forzata del Paese e se si considera il silenzio mediatico e le frottole raccontate per mascherare gli oltre 100mila cristiani morti ammazzati in due anni di follia. Poi, nei giorni successivi al "presunto rapimento", emerse anche la notizia che Padre Dall'Oglio in realtà non fosse stato rapito, ma versava in ottime condizioni e al sicuro nella città di Al Raqqa. A confermarlo anche l'Ufficio informativo dei Fratelli Musulmani Siriani (vedi articolo in allegato).
Il Misterioso Teorema
Ma, tuttavia, il teorema del rapimento continua a sussistere ed a reggersi misteriosamente come una casa in via di demolizione che non vuol saperne di venire giù… Una casa che ri regge per forza di inerzia. Ma i dubbi ed i misteri del caso "Dall'Oglio" sono comuni a più lettori e menti libere. Ecco – in tal senso – una lucidissima analisi rintracciabile nella lettera di Giovanni, un cittadino italiano (cristiano). Lettera inviata alla redazione "amica" di Ora Pro Siria, che vi riproponiamo di seguito, lasciando a voi le conclusioni.
La Lettera di Giovanni, cittadino italiano, a "Ora Pro Siria"
"Sul rapimento Dall'Oglio (presunto rapimento del gesuita Paolo Dall'Oglio) la questione appare delicata e spinosa. Ciò che appare in queste ore sui siti di informazione cattolici a proposito di Padre Dall’Oglio è abbastanza sconcertante. Forse, per salvaguardare la giusta carità di fronte alla preoccupazione per la sua sorte, e la giusta verità di fronte alle sue posizioni fuori dall’ insegnamento del Vangelo e della Chiesa, sarebbe meglio tacere. O almeno praticare un discernimento più attento, prima di canonizzarlo mediaticamente, anche pensando alle sue più recenti affermazioni.
L'Elogio dell'uso di Armi chimiche
Il religioso è arrivato giusto qualche giorno fa, fra le altre cose ad elogiare l’uso di armi chimiche come uno strumento legittimo per risvegliare le coscienze, e lottare per la pace. Non solo, ma anche ad identificarsi pienamente , attraverso un “noi” ripetuto ad oltranza, con la militanza armata. Fino alla minaccia. Su questo, stranamente, ahimè, nessun segno di reazione; eppure ci si sarebbe aspettati qualche presa di posizione chiarificatrice, in ambito cattolico, su questo atteggiamento di Padre Paolo e sulla prassi non violenta della Chiesa. P. Paolo ovviamente è libero di agire e pensare come crede (lasciando però liberi gli altri di dissentire dal suo profetismo visionario).
Padre Paolo e l'Elogio dell'Assurdità
Ma, in questo momento del suo percorso politico, associare alla figura di Charles de Foucauld (che per Cristo si è fatto mite e disarmato) l’immagine di Dall’Oglio e il suo impegno nella lotta; fare di lui l’unico ed autentico interprete del desiderio di pace e giustizia dei Siriani; esaltare il suo interventismo come amore di un prete per il dialogo islamo-cristiano, è l’elogio dell’assurdità. Preoccupiamoci per lui, per la sua incolumità. Rattristiamoci per le tante vittime della violenza, per quelli che la subiscono e anche per quelli che la scelgono.
Non Facciamo di tutta l'erba un fascio
Ma non dimentichiamo che P. dall’Oglio è rientrato clandestinamente in Siria, sotto la protezione delle armi, con un progetto preciso, e non come un qualsiasi civile inerme; non assocerei la sua scomparsa di questi giorni alla vicenda dei Vescovi, dei sacerdoti o di altri civili rapiti, se non altro per il disprezzo con cui P. Paolo si esprime a proposito dei cristiani siriani, specie se in qualche posizione di autorità nella Chiesa. Questo non per togliere qualcosa alla compassione per lui, ma per restare almeno un po’ nella realtà.” (Giovanni, cittadino italiano e cristiano)