Siria – Il Piano NWO, l’Appello del Papa e il discorso di Assad, che i Media Occidentali Censurarono
Domenica, Settembre 1st/ 2013
Redazione Qui Europa
– Dichiarazione di Guerra di Obama
– Discorso all'Angelus di Papa Francesco
– Discorso in Forma integrale del Presidente Bashar Al-Assad
(Pronunciato a Damasco, Gennaio 2013)
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Siria – Il Piano NWO, l'Appello del Papa
e il discorso di Assad, che i Media
Occidentali Censurarono
Barack dichiara Guerra, Francesco chiede Pace.
Il Papa indice per il 7 Settembre una giornata
mondiale di digiuno e preghiera per la Siria
e per la Pace nel Mondo.
– Il vero volto della Siria e il desiderio della Pace
che i falsi profeti dell'imperialismo Occidentale
e del Terrorismo non cercano
– I Luoghi comuni sulle "False Primavere Arabe"
fomentate dai signori della Guerra
I Punti del Piano di Pace di Assad ignorato
Redazione Qui Europa
Il Discorso del Papa – Giornata Mondiale di Preghiera e digiuno
Damasco, Roma, Washington – Solo le 12,15 di Domenica 1° Settembre 2013. Papa Francesco si è appena affacciato su Piazza San Pietro per l'Angelus. Come al solito c'è un bagno di folla ad attenderlo. Ma oggi più che mai! Tutti restano come sospesi in trepidante attesa. In attesa cioè di ascoltare una parolina magica di 4 lettere… PACE. E Francesco non delude le attese! Un discorso (più che un semplice Angelus domenicale) destinato ad entrare nella storia e dedicato interamente alla Siria e alla Pace nel mondo, in queste ore di sconcerto mondiale e febbrile attesa per la deriva franco-statunitense sulla Siria. "In questi giorni – ha esordito il Papa – il mio cuore è profondamente ferito per ciò che sta accadendo in Siria e per i drammatici sviluppi… Mai più la guerra! La Guerra chiama la Guerra! (…) Ascoltate la vostra coscienza, un giorno verrà il giudizio di Dio sulle nostre azioni.. ed anche un giudizio della storia al quale non si può sfuggire (…) Mi unisco al grido del mondo, un grido di Pace! (…) Per questo ho deciso di indire per tutta la Chiesa il 7 settembre prossimo, vigilia della ricorrenza della Natività di Maria Regina della Pace, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, nel Medio Oriente e nel mondo intero. Non è mai l'uso della violenza che porta la pace – ha proseguito il Papa – la guerra chiama guerra, la violenza chiama violenza. Con tutta la mia forza chiedo alle parti in conflitto di ascoltare la voce della propria coscienza, di non chiudersi nei propri interessi ma di guardare all'altro come a un fratello e di intraprendere con coraggio e con decisione la via dell'incontro e del negoziato … per il bene di tutta la popolazione siriana" (…). L'invito del Papa – che ha ricordato l'ultima "strage chimica" in Siria – non è solo per i cattolici, ma per tutti i cristiani, i credenti delle altre religioni e "per tutti gli uomini di buona volontà". L'appuntamento dato dal Papa è per il 7 settembre (ore 19,00) in Piazza San Pietro. Ma l'invito a pregare e digiunare è rivolto a tutti i fedeli delle parrocchie e diocesi del mondo. Anzi a tutto il mondo!
Il Mondo chiede Pace per la Siria
Questo drammatico ed accorato appello del Pontefice giunge – come noto – a poche ore dalla sostanziale sconcertante dichiarazione di guerra del "Nobel per la Pace" Barack Obama alla pacifica Siria (l'ordine c'è, manca solo il formale ok del Congresso). Ma – come solennemente ribadito da Papa Francesco – il mondo chiede Pace. In ogni angolo della Terra in milioni stanno manifestando contro la guerra in Siria ed ogni tipo di intervento bellico. Anche dinnanzi all'edificio simbolo dell'impero: la Casa Bianca. Cosa avvenuta anche mentre Obama pronunciava il suo discusso discorso (vedi video). Una corposa mobilitazione pacifica anche a Londra, dove nelle scorse ore un corteo di circa 2 mila persone ha sfilato con bandiere siriane e striscioni con slogan pro-Siria e anti-Obama. Molti i parallelismi, sia con la Libia che con la guerra criminale voluta da Bush contro Saddam Hussein (allora, ricorderete, dipinto come un mostro fino al suo assassinio) e il popolo iracheno. Una guerra scatenata sulla base di pretestuosi sospetti mai confermati su presunte armi di distruzione di massa mai trovate. Una scusa orribile ed infamante che provocò – complice l'immobilismo ONU – una carneficina che ancora oggi è fonte di morte e caos. Ma contro la guerra in Siria e la disarmante decisione del "reuccio dell'Eliseo" di appoggiare il progetto sionista di dominio mondiale, dimostrazioni imponenti si stanno svolgendo anche a Parigi. Idem in Turchia. Così ha commentato la notizia dell'attacco USA un manifestante: “Non siamo stupidi. Io ho lavorato in Iraq per due anni e mezzo. Dicevano che c’erano armi nucleari, poi hanno dovuto chiedere scusa. Intanto la gente continua a morire. E adesso vorrebbero fare lo stesso in Siria”.
Il Piano del NWO e il Discorso di Obama
Ma ormai il piano è chiarissimo. Il Nuovo Ordine Mondiale non è più "cosa da complottisti" (come molti falsi intellettuali hanno sostenuto in questi anni, gettando discredito su quanti osavano denunciare il sistema in maniera chiara e trasparente) ma "cosa comune". Da un secolo a questa parte dozzine e dozzine di attacchi a paesi pacifici ed inermi, dozzine di "missioni di Pace" a nascondere un piano imperialistico di dominio globale. Lo stesso Obama nel suo discorso di ieri sera ha ammesso che gli Usa hanno permesso l'instaurazione di un "Nuovo Ordine"… giocando con le parole e lanciando messaggi tra le righe ben precisi (come nel suo stile – vedi video in allegato) che solo i profondi conoscitori della tematica mondialista hanno potuto cogliere fin da subito…
Il Piano di Pace di Assad che l'Occidente Imperialista censurò
Dunque – in tal paradossale contesto – ci sembra opportuno riproporvi di seguito il discorso pronunciaro dal Presidente Siriano Bashar Al-Assad, a Damasco, in data 6 Gennaio 2013. Un discorso che (a differenza di quello di Obama: chissa perchè…) fu completamente censurato dai media italiani e dalla stragrande maggioranza dei media occidentali mondialisti. Un discorso – come potrete constatare voi stessi – diametralmente opposto a quello pronunciato da Obama, considerabile (quest'ultimo, a differenza del primo) un vero e proprio "manifesto" al Nuovo Ordine Mondiale. Da allora numerosi furono i tentativi di discreditare la Siria e il suo legittimo governo. Decine di migliaia i morti e centinaia le chiese distrutte. Embarghi, violenze e morte. Ma il Piano di Pace di Assad – un capolavoro di pacifica diplomazia e raro spirito patriottico accolto benevolmente da molti paesi, Russia in testa – che l'Occidente censurò è qui dinnanzi a noi. Basta avere gli occhi per vedere e un pò di pazienza per leggere. Fatelo! Ve lo consigliamo vivamente!
Qui Europa – 6 GENNAIO 2013 – DISCORSO DI ASSAD ALLA NAZIONE
– GRAN PARTE DEI MEDIA OCCIDENTALI (SPECIE I TG ITALIANI) LO CENSURARONO COMPLETAMENTE
BOLLANDOLO SOMMARIAMENTE COME "INACCETTABILE" (GIUDICATE VOI)
6 Gennaio 2013 – Assad's Speech
Damasco – Discorso in forma integrale pronunciato da Assad in data 6 Gennaio 2013 – (articolo di "Qui Europa" pubblicato in data Venerdì, 11 gennaio 2013 – vedi allegato) – Il presidente Bashar Al-Assad Domenica ha pronunciato il suo atteso discorso alla Nazione presso il Teatro dell'Opera di Damasco, in cui ha toccato i punti più critici dei più recenti sviluppi della questione siriana. Ciò in una prospettiva di pace e riconciliazione, ma ponendo innanzi a tutto il rispetto della sovranità nazionale del Paese e gli interessi del popolo siriano. Riportiamo di seguito il testo integrale. Un discoso, tuttavia, passato completamente inosservato all'attenzione della maggior parte dei media di regime occidentali, i quali – senza analizzarne i passi più salienti e alti dello stesso – si sono limitati a giudicarlo in maniera sommaria, bocciandolo – probabilmente senza neppure averlo letto o ascoltato – in maniera inspiegabile ed irriguardosa. Tipico sintomo, questo, di una profonda disonestà intellettuale. Disonestà che caratterizza ormai, in maniera pressocché sistematica, tutti i "media di regime" allineati al piano neocolonialistico occidentale. Al fine di poter apprezzare i punti più alti e condivisibili dell'intervento del Presidente Bashar Al-Assad, i contenuti morali e civili più profondi del discorso, l'Osservatorio Nazionale sulle Politiche dell'Ue "Qui Europa" ha deciso di tradurlo per voi dall'inglese in lingua italiana, affinché lo scrito non resti per molti lettera morta, ma possa aiutarci a capire davvero cosa sta accadendo nella martoriata terra di Siria: terra considerata – assieme alla Palestina – come la culla del Cristianesimo.
Il Discoso di Bashar Al-Assad Censurato dall'Occidente
"Ministri, capi e membri delle direzioni delle organizzazioni popolari e dei sindacati, Sorelle e fratelli, Oggi guardo i vostri volti e i volti della gente del nostro Paese segnati dal dolore. Guardo negli occhi dei bambini della Siria e vedo l'innocenza rubata; non vedo giocattoli che inducono al sorriso i loro volti. Guardo le mani delle persone anziane aprirsi alla preghiera, chiedendo sicurezza per figli e nipoti. Ci incontriamo oggi con sofferenza per fare il punto sulla situazione della terra siriana, una situazione che non lascia spazio alla gioia in alcun angolo della Patria. Sicurezza e protezione sono scomparsi dalle strade del Paese e nei vicoli. Ci incontriamo oggi e ci sono madri che hanno perso i loro figli; famiglie che hanno perso i loro padri; bambini che sono diventati orfani e fratelli che sono stati separati gli uni dagli altri. Molte le persone martirizzate, costrette alla fuga e sottratti alle famiglie.
Il dolore incombe come una nuvola scura sopra il Paese
Se il dolore incombe come una nuvola scura sopra il Paese, la sublimità del nostro spirito (speranza) non è sufficiente a compensare la perdita di persone care o a ripristinare la sicurezza e la pace; a garantire le forniture di pane, acqua, carburante e medicine a livello nazionale. Fuori dal grembo del dolore dovrebbe essere generata la speranza, e dal profondo della sofferenza dovrebbero maturare le soluzioni. Ma come la nube oscura la luce del sole, nascondendo il cielo, così essa porta nella sua pioggia strati di purezza e speranza per il futuro. Questi sentimenti di angoscia, tristezza, determinazione, costituiscono fonte di un'energia enorme. Un'energia tuttavia insufficiente a far riemergere la Siria, se essa non sarà trasformata in una mobilitazione pacifica globale, in una campagna senza precedenti. Questo processo/mobilitazione nazionale è il balsamo per le profonde ferite che hanno afflitto la nostra società e stavano per dividerla. Essa rappresenta l'unica strada in grado di preservare la Siria geograficamente e renderla più forte politicamente.
Un attacco lanciato contro la Patria
Ogni cittadino è responsabile ed è in grado di fornire qualcosa anche se la sua azione è limitata. La Patria è di tutti, tutti la difendono, ciascuno secondo le proprie capacità e le proprie possibilità. Le idee sono forme di difesa; le posizioni sono forme di difesa; la costruzione è una forma di difesa e di tutela delle proprietà e delle persone. Dal momento che l'attacco è lanciato contro la Patria (e verso tutti gli abitanti ed i propri mezzi materiali) l'essere passivi – in attesa che il tempo o gli altri risolvano i nostri problemi – è un modo per spingere il Paese verso l'abisso. Non contribuire a dare soluzioni è un modo per bloccare ogni progresso verso la Pace ed il superamento delle odierne difficoltà.
Un conflitto tra la Patria e i suoi nemici
Molti sono caduti nella trappola che tende a rappresentare la situazione attuale come un conflitto tra un governo e un'opposizione, rimanendo neutrasli alla disputa. Di conseguenza è nostro dovere – di tutti – riproporre chiaramente all'esterno la nostra visione delle cose. Il conflitto è quello tra la Patria e i suoi nemici, tra il popolo e gli assassini, tra il pane dei cittadini, l'acqua e il calore – da un lato – e quelli che cercano di privarli di tutto, dall'altro. E' unconflitto mirante a creare e diffondere uno stato di paura e panico nella vita delle persone.
Hanno ucciso gli Innocenti per uccidere la Luce
Hanno ucciso i civili e gli innocenti per uccidere la luce e la luminosità nel nostro Paese. Hanno assassinato persone qualificate e distinte, al fine di diffondere dubbi e contraddizioni. Hanno sabotato le infrastrutture costruite con i soldi della gente per far si che la sofferenza potesse pervadere la nostra vita. I bambini sono stati privati delle loro scuole; devastato il futuro del Paese sotto un velo di ignoranza. Hanno tagliato le forniture di energia, le linee di comunicazione e di consumo di carburante, lasciando gli anziani e i bambini a soffrire il freddo senza medicine a conferma della loro ferocia. Hanno distrutto silos di grano e derubato le scorte di grano e farina, per indure i cittadini a sognare un pezzo di Pane e per far morire di fame la gente. Quindi, questo è un conflitto per il potere!? Si tratta di una lotta per il potere, o si tratta di vendetta contro il popolo siriano, che non ha dato a quegli assassini e terroristi la parola chiave per smembrare la Siria e la sua società? Essi sono inemici del popolo, e i nemici del popolo sono i nemici di Dio e nemici di Dio saranno bruciati dal fuoco dell'inferno, il Giorno del Giudizio.
Hanno cercato di fomentare una falsa rivoluzione
All'inizio volevano fomentare una falsa rivoluzione, ma il popolo siriano si è ribellato contro di loro; poi hanno cercato di imporsi di nascosto attraverso il denaro, i media e la loro manovalanza, e quando non sono riusciti nell'intento hanno puntato l'attenzione sulla "Seconda fase del piano": verso una sorta di finta rivoluzione pacifica, spingendo per un uso palese delle armi che invero già stavano usando in maniera occulta e celata. Ciò intensificando i loro tentativi protesi ad occupare alcune città e ad attaccare altre città. La loro brutalità non intimidisce il nostro popolo, grazie alla nostra consapevolezza e fermezza, così la nostra gente li ha respinti e ha svelato le loro bugie. Perciò hanno deciso di vendicarsi sul popolo attraverso ladiffusione del terrorismo sistematico ed in maniera indiscriminata.
Una rivoluzione non è contro gli interessi di un popolo
La chiamano "Rivoluzione", ma in realtà ciò non ha nulla a che fare con una rivoluzione. Una rivoluzione ha bisogno di pensatori. Una rivoluzione è costruita sul pensiero. Dove sono i loro pensatori? Una rivoluzione ha bisogno di leader. Chi è il leader? Le rivoluzioni sono costruite sulla scienza e il pensiero, non sull'ignoranza; sul progresso, non sul regresso sociale ed economico; sulla diffusione della luce, e non sul taglio delle linee elettriche. Una rivoluzione è fatta solitamente dal popolo, e non mediante l'ingresso nel Paese di mercenari stranieri, ed attraverso tecniche di convincimento di questi ultimi nei confronti del popolo per indurli a ribellarsi. Una rivoluzione è nell'interesse delle persone non contro gli interessi del popolo. Si tratta di una rivoluzione? Sono questi rivoluzionari? Si tratta di una banda di criminali!
Il pensiero Takfiri è estraneo al nostro Paese
I Takfiri stavano agendo nelle retrovie attraverso attentati e uccisioni di massa, lasciando le bande armate in prima linea, ma l'unità del popolo siriano e dell'esercito li ha costretti a spostarsi a combattere in prima linea, dove hanno preso il timone di una nave di sangue, causando uccisioni e mutilazioni. Siccomeil pensiero takfiri è estraneo al nostro Paese, hanno dovuto importarlo dall'estero per mezzo di terroristi. Così è stato per i terroristi takfiri – membri di Al Qaeda che si fanno chiamare jihadisti in streaming da tutto il mondo – per il comando delle operazioni di combattimento a terra. Gli uomini armati hanno perpetrato sequestri di persona, saccheggi e sabotaggi, al fine di indurre i cittadini a servire i criminali takfiri che parlano solo il linguaggio della macellazione e dello scempio. Stiamo combattendo contro questi soggetti – la maggior parte dei quali non sono Siriani – e questi luoghi comuni che fanno rientrare nel termine di "Jihad", ma nulla può essere più lontano dalla Jihad e l'Islam.
Terra di Jihad – Terroristi vicini ad Al-Qaeda favoriti dall'Occidente
La maggior parte di loro sono terroristi vicini al pensiero di Al-Qaeda, e credo che la maggior parte di voi sa come questo tipo di terrorismo è stato favorito tre decenni fa in Afghanistan da parte dell'Occidente ed attraverso i finanziamenti arabi. Successivamente la missione di questi terroristi si è conclusa con la disintegrazione dell'Unione Sovietica. Con l'abbandono dell'Afghanistan da parte dei Russi, il terrorismo si è scatenato e ha iniziato a colpire in tutto il mondo arabo, il mondo islamico e poi si è spostato verso l'Occidente. Hanno cercato di sbarazzarsi di esso attraverso la guerra in Afghanistan e in seguito della guerra in Iraq, ma il terrorismo è stato inflessibile e pervasivo e ha iniziato a infiltrarsi nelle società occidentali. Quindi, gli eventi nel mondo arabo – in particolare quelli in Siria – hanno rappresentato per le potenze occidentali, la possibilità di trasferire il maggior numero possibile di terroristi in Siria, per trasformare il Paese in terra di Jihad e permettere l'indebolimento della Siria.
La maggior parte dei terroristi è venuta in Siria
Un'organizzazione specializzata nel terrorismo un mese fa ha diffuso un rapporto sulla diminuzione degli atti terroristici in generale, ed in particolare in Medio Oriente e in Asia: rapporto vero, poiché la maggior parte dei terroristi è venuto a Siria da questi paesi e alcuni addirittura vengono da Paesi occidentali. Tali infiltrazioni di terroristi in ogni comunità è una minaccia per la sicurezza, ma è possibile vincere quando abbiamo la volontà di farlo. Un elemento ancora più pericoloso è rappresentato da una infiltrazione sociale e intellettuale. Il pericolo maggiore si ha quando questo tipo di pensiero si infiltra in una società, deformandola. La Siria, così come la conosciamo, non ci sarà, non (necessariamente) geograficamente parlando, ma la Siria come società si. Questo pensiero oggi incita alla distruzione della geografia del Paese, mediante il "concetto politico" di una società che lo invade. Si tratta di una grande responsabilità, e dobbiamo aiutarci l'un l'altro.
Paesi che cercano un posto in una storia che non hanno
La crisi ha altre dimensioni, non solo quelle interne, come è apparso chiaro a tutti coloro che vogliono vedere. A livello regionale ci sono partiti che cercano di dividere la Siria, altri a indebolirla, e alcuni partiti stanno supportando i criminali con fondi e armi, mentre altri stanno fornendo loro assistenza e formazione. Non siamo sorpresi di quello che alcuni paesi vicini hanno fatto per indebolire e controllare il popolo siriano. Non ci meravigliamo dei paesi che cercano un posto in una "storia che non hanno". La storia si sta scrivendo con il sangue di Siriani innocenti, ma la Siria è fatta da persone forti, che non dimenticano.
La Siria è sempre stato un Paese Libero e Sovrano
La Siria è sempre stata, e resterà, un paese libero e sovrano che non accetta ingerenze. Ciò ha rappresentato un fastidio per l'Occidente,così hanno cercato di approfittare di eventi interni per guidare la Siria fuori "dall'equazione politica", sbarazzandosi di questo problema fastidioso; colpendo la cultura della resistenza al fine di trasformarci in un popolo di servi obbedienti. Ma l'Occidente non rappresenta l'intera comunità internazionale, in quanto vi sono paesi del mondo – in particolare la Russia, la Cina ei paesi BRICS, e molti altri paesi – che non cercano di intromettersi negli affari interni di paesi e di destabilizzare le regioni in base ai loro principi. Essi rispettano gli interessi ed hanno a cuore la libertà del popolo siriano e la loro autodeterminazione. A quei paesi va il mio ringraziamento, vale a dire laRussia, la Cina e l'Iran, e a tutti coloro i quali aiutano il popolo siriano ad essere autonimi ed atrefici del proprio destino.
I Punti essenziali del Discorso
Alla luce di quanto detto, non si possono contemplare soluzioni che possano prescindere da questi fattori: a livello interno, regionale e internazionale. Qualsiasi misura che non consideri questi fattori non è una soluzione reale e non ha alcun impatto. Sul fronte interno: se alcuni tendevano a dipingere la situazione come una sorta di disaccordo interno tra lealisti e l'opposizione, questo disaccordo in un mondo civile dovrebbe essere il modo di costruire la patria, non quello di distruggerla. Un mezzo per progredire, e non per distruggere il Paese e regredire di decenni. Quando una parte del popolo diventa legato a potenze straniere, il conflitto diventa tra la patria e poteri esterni, tra l'indipendenza del Paese e l'egemonia su di esso: quindi il problema diventa difendere la patria e i cittadini, non cedere agli aggressori esterni, pur se aiutati da alcune frange interne.
Chi sono i nemici?
Così, quando usiamo l'espressione "opposizioni esterne" non intendiamo necessariamente il luogo fisico dove vivono queste persone, ma piuttosto la loro formazione ideologica, il grado della loro affiliazione e schiavitù in funzione al grado dei finanziamenti percepiti. Questo è ciò che intendiamo con il termine "esterno": a prescindere che tali soggetti vivano all'interno o all'esterno della Siria. Com'è vero d'altra parte che ci sono persone che vivono al di fuori della Siria, ma difendono il nostro Paese. Non è dunque una questione geografica! Non è una questione di fedelissimi contro l'opposizione, ma di bande militari e criminali.
Siamo in uno stato di Guerra nel senso pieno della parola
Siamo in uno stato di guerra, nel senso pieno della parola. Stiamo respingendo una feroce aggressione dall'esterno celatasi dietro un nuovo travestimento. Un qualcosa che è più letale e pericoloso di una guerra tradizionale, perché non utilizza i suoi classici strumenti per colpirci, ma cerca di realizzare i propri progetti attraverso una frangia di Siriani e una moltitudine di stranieri (mercenari). Tale guerra si caratterizza dal tentativo di difendere la Patria in parallelo alla necessità di una auspicata riforma. Un qualcosa che non può cambiare la realtà della guerra, eppure ci rafforza e rafforza la nostra unità di fronte alla guerra. Qualcuno potrebbe pensare che in ciò si trovi la soluzione, o che le riforme risolveranno il problema. Ma ciò non è vero!
Le Riforme e i luoghi comuni sulla "soluzione di chiusura"
Le riforme rappresentano un fattore influente ma non rappresentano la soluzione. Una riforma senza sicurezza è come una "sicurezza" senza riforme. Nessuna delle due avrà successo senza l'altra. Coloro che continuano a ripetere a pappagallo che la Siria ha optato per una "soluzione di chiusura" non vuole vedere o sentire. Abbiamo più volte detto che le riforme e la politica vanno di pari passo con l'eliminazione del terrorismo. A chi distorce i fatti diciamo: quando qualcuno viene attaccato e si difende, si dice che egli si è difeso o che ha scelto una "soluzione di chiusura"?Perché quando uno Stato difende il suo popolo e quando la gente difende la propria patria, essi dicono che si opta per una soluzione di chiusura?
Difendere la patria – L'Unica scelta!
Difendere la patria è un dovere che non è in discussione ed è un dovere legale, costituzionale e religioso. E' l'unica scelta! Una "soluzione di chiusura" è un'altra cosa! Qui vi è una scelta incentrata sull'auto-difesa. Se abbiamo scelto la soluzione politica, proponendola fin dai primi giorni, questo non significa non difendere noi stessi; se abbiamo scelto la soluzione politica fin dai primi giorni, questo significa che abbiamo bisogno di partner disposti ad assisterci in un processo nazionale. Per essere più chiaro – ad esempio – se qualcuno vuole sposarsi e ha cercato per questo un partner, ma malgrado le ricerche non ha trovato qualcuno disposto a sposarlo, questo non significa che egli non vuole sposarsi. Pertanto, qualsiasi luogo comune in base al quale la Siria avrebbe optato per una soluzione di "chiusura" non è corretto. D'altra parte nessun funzionario dello Stato ha sostenuto il fatto che la Siria abbia optato per una soluzione di chiusura.
Non abbiamo scelto la Guerra – La Guera è stata imposta alla Siria
Quando sei sotto attacco e ti difendi, si chiama autodifesa, non chiusura. Non abbiamo scelto la guerra, la guerra è stata imposta alla Siria, e quando lo stato difende la gente, e noi ci difendiamo, nessuna persona ragionevole può parlare di questa scelta come di uno "stato di chiusua".Difendere la patria è un dovere! E una scelta unica! Accettare una soluzione politica non significa rinunciare a difendere noi stessi, ma piuttosto vuol dire contemplare la presenza di un partner politico capace di dialogo ed essere disposti ad impegnarsi nel dialogo. Non abbiamo mai rifiutato la soluzione politica così come l'abbiamo proposta fin dal primo giorno, basandoci sul dialogo come suo pilastro principale, prestando la nostra collaborazione a coloro i quali dimostrano di avere un progetto politico nazionale capace davvero di far progredire la Siria.
Con chi dobbiamo condurre il Dialogo?
Ma con chi dobbiamo condurre il dialogo? Con quelli che incarnano il pensiero estremista, e non credono che nel sangue, nell'uccisione e nel terrorismo? Dovremmo condurre il dialogo con le bande che ricevono i loro ordini dall'estero, seguendo uno straniero che ordina loro di rifiutare il dialogo, perché ritiene che il dialogo possa sventare i suoi piani volti a indebolire e minare la Siria?
I loro cittadini annegano nelle menzogne
I leader di alcuni paesi della ragione sulla "Crisi Siriana" sanno solo menzogne, i loro cittadini annegano nelle menzogne, avallando indirettamente i loro Paesi a sostenere il terrorismo, coinvolgendoli nello spargimento di sangue e nell'uccisione di innocenti. Per quanto riguarda l'Occidente – l'artefice del colonialismo e il titolare del primo sigillo nella politica di divisione e nella spregevole conflittualità settaria – esso è quello che ha chiuso la porta del dialogo non noi, poiché abituato a dare ordini a "sottomessi". Noi siamo stati allevati con spirito indipendente e libero, dignitoso ed orgoglioso, e così rimarremo. Quindi, come si può dialogare? Pertanto, coloro che parlano di una soluzione politica unica e ignorano questi fatti o sono ignoranti, e non conoscono i fatti come stanno davvero, o sono deboli. Essi non offrirebbero il loro Paese e gli stessi abitanti in pasto a criminali o ai personaggi che vi stanno dietro. Non accetterebbero di vendere la loro gente e il sangue dei loro martiri.
Soluzione globale: Politica, Sociale e contro il Terrorismo
Alcuni parlano della soluzione politica unica, altri solamente di lotta contro il terrorismo, ma questo modo di vedere è impreciso (parziale), in quanto la soluzione deve essere globale e deve contenere più elementi: quellopolitico; quello della lotta contro il terrorismo e – terzo elemento di fondamentale importanza – quello della soluzione sociale. Abbiamo gli esempi di Homs e Daraa, in particolare (…) dobbiamo sempre ritornare al rispetto delle radici sociali. Saluto coloro che hanno ottenuto risultati positivi – in tal senso – nell'ambito delle rispettive nazioni, ciascuno secondo le proprie capacità. Con alcuni di essi mi sono incontrato personalmente, altri li ho solo sentiti parlare. Ci sono altri attori sconosciuti ai quali comunque guardiamo con interesse puntando sulle loro proposte/iniziative pacifiche.
E' stata indotta nei media la consapevolezza che noi rifiutiamo il Dialogo
E' stata indotta nei media la consapevolezza che noi rifiutiamo il dialogo, ma non è così! Noi saremo semprepronti a tendere le nostre mani al dialogo. Avremo un dialogo con tutti coloro i quali, pur in disaccordo politico con noi e fermi su posizioni contrarie alla nostra, si dimostreranno in buona fede e vicini agli interessi nazionali. Avremo un dialogo con tutti quei soggetti in buona fede – che non vendono la patria agli stranieri – e con quelli che hanno abbandonato le armi per ritrovare in vero spirito siriano. Saremo gli onesti interlocutori di ogni cittadino onesto e patriota che lavora per gli interessi della Siria, per la sua sicurezza e per la sua stabilità.
Proposte concrete per il Dialogo e la Pace
Di conseguenza, ferme restando la sovranità e l'indipendenza dello Stato, e sulla base dei principi e degli obiettivi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale – protesi a sottolineare la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale degli stati, nonché la non-ingerenza di soggetti esterni negli affari interni degli stati sovrani – crediamo nel dialogo con il popolo siriano, al fine di ristabilire una pacifica atmosfera di sicurezza e stabilità. In virtù di ciò, al fine di addivenire ad una soluzione politica in Siria, proponiamo:
Fase 1
Fine dei Finanziamenti ai Terroristi e Ritorno dei Profughi in Patria
1 – Finanziamenti ai Terroristi e Ritorno Profughi
1) Che i Paesi s'impegnino a porre fine ai finanziamenti ed al rifornimento di soggeti armati. Che i soggetti armati si decidano adinterrompere i loro atti e le loo operazioni terroristiche, al fine di facilitare il ritorno dei profughi siriani presso i loro luoghi d'origine e le loro case, in tutta sicurezza. Che le Forze Armate fermino le operazioni militari, preservando tuttavia il diritto di rispondere nel caso in cui la Patria, i cittadini e le strutture pubbliche e private, dovessero essere fatti oggetto di attacchi.
2 – Rispetto Accordo e Sicurezza delle Frontiere
2) Che i Paesi s'impegnino a trovare un meccanismo al fine di assicurare che tutti siano impegnati nel rispetto dei suddetti punti, con particolare riguardo al controllo delle frontiere.
3 – Dibattito Nazionale con tutti gli attori sociali
3) L'avvio di intensi contatti in tutti gli ambiti sociali e con tutti gli attori della società siriana, con tutte le sue parti ed organismi, al fine di condurre una discussione aperta atta a favorire lo svolgimento di un dibattito di carattere nazionale, in cui tutte le forze collaborino per la ricerca di una soluzione in Siria, siano essi all'interno o all'esterno del Paese.
Fase 2
Patto Nazionale che riconosca la Sovranità della Siria e Referendum
1 – Sovranità, Unità e Rigetto delle Ingerenze straniere in Siria
1) L'azione governativa sia finalizzata ad dialogo nazionale ed internazionale al fine del raggiungimento di un patto nazionale che riconosca la sovranità della Siria, l'unità e l'integrità territoriale, nonché al rigetto delle ingerenze negli affari interni del Paese, del terrorismo e della violenza, in tutte le sue forme. L'appello del governo alle parti ed agli attori sociali sia proteso alla definizione dei criteri da adottare per la realizzazione del suddetto processo di dialogo che di seguito potrà avviarsi. Per quanto riguarda il patto, che esso possa disegnare il futuro politico della Siria, proponendo un rinnovamento del sistema costituzionale e giudiziario, politico ed economico; la maturazione armonica – tra le parti – di un nuovo accordo sulla definizione di nuove leggi, sul sistema elettorale, amministrativo, ecc..
2 – Referendum
2) Il suddetto "patto nazionale" sarà sottoposto a referendum;
3 – Governo allargato alle varie componenti sociali
3) Un governo allargato sarà formato per rappresentare le varie componenti della società siriana, coerentemente alle disposizioni delineate nel suddetto patto nazionale;
4 – Referendum sulla Nuova Costituzione
4) La nuova costituzione sarà sottoposta a referendum, e dopo essere stata approvata dal governo si adotteranno delle disposizioni legislative scritte secondo la nuova costituzione, tra cui la legge elettorale. In seguito, si svolgeranno nuove elezioni parlamentari. Le riforme saranno subordinateal raggiungimento di un accordo – delineato all'interno del suddetto "confronto nazionale" – che sarà presentato dal governo una volta raggiunta una intesa sullo stesso.
fase 3
Nuovo Governo e Amnistia verso una Riconciliazione Nazionale
1 – Formazione di un Nuovo Governo secondo la Nuova Costituzione
1) Un nuovo governo sarà formato secondo la costituzione esistente al momento.
2 – Amnistia verso i Detenuti a causa degli eventi
2) una "conferenza generale" per la "riconciliazione nazionale" si terrà e un'amnistia generale sarà concessa a coloro che sono detenuti a causa degli eventi, preservando i diritti civili dei querelanti.
3 – Ricostruzione e Riconciliazione Nazionale
3) Si lavorerà per la riabilitazione delle infrastrutture e la per laricostruzione, soccorrendo le persone colpite dagli eventi. Per quanto riguarda l'amnistia, i diritti civili dei ricorrenti saranno conservati; lo Stato potrà rinunciare al suo diritto, ma non avrà diritto di disconoscere i diritti dei ricorrenti. Credo però che nel momento in cui si dovesse raggiungere questo stadio, vi sarà un'amnistia concessa non solo dallo Stato ma anche da coloro che hanno diritti. Poi avremo praticamente raggiunto lariconciliazione nazionale, quando cioè tutti avranno perdonato e si saranno riconciliati l'un l'altro. Queste sono i principali punti della soluzione politica. Il governo si occuperà di questa questione, in quanto avrà il compito di disegnare i dettagli del suddetto piano ampliandone i contenuti e presentandolo mantenendo fede agli elementi di cui sopra.
Ripristinare la verità e uscire da false interpretazioni
Poniamoo ogni singolo problema nel suo contesto reale, dal momento che stiamo vivendo in un'epoca di falsificazione e di interpretazioni vaghe in contrasto con il loro significato reale. Quindi, cerchiamo di mettere le cose nel loro contesto e correggere le idee ed i termini proposti.
1 – Lotta al Terrorismo
1) In primo luogo, per quanto riguarda quest'aspetto, alcuni saranno preoccupati in merito, considerando le nostre ragioni incentrate sulla sicurezza come un passo indietro (…) ma quando si parla di lotta al terrorismo, non ci fermeremo fino a quando in Siria vi sarà anche un singolo terrorista. Non fermeremo questa lotta al terrorismo. ciò che facciamo in merito – i progressi nella lotta contro il terrorismo – rappresenta una possibilità reale per il successo e la liberazione della nostra Terra.
2 – Un Piano rivolto solo a chi vuole il Dialogo
2) In secondo luogo, questo "piano", questa iniziativa di riconciliazione, èrivolta a tutti coloro che vogliono il dialogo e a tutti coloro che vogliono trovare una soluzione politica nel prossimo futuro in Siria. Esso non è rivolto a coloro che non vogliono il dialogo. A coloro i quali rifiutano questo piano diciamo in anticipo: perché rifiutare qualcosa che non è indirizzata a voi in prima persona? Non occorre che essi sprechino il loro tempo.
3 – Proposte di Dialogo protese ad aiutare i Siriani
3) In terzo luogo, ogni iniziativa proposta da un nostro interlocutore deve essere fatta per il bene della Siria, il che significa che nessuna iniziativa può sostituire ciò che noi consideriamo come una soluzione alla crisi siriana. Ogni proposta di dialogo deve essere protesa ad aiutare i Siriani, e non sostituirsi a questa volontà. Una volta manifestata/delineata la linea del nostro governo, qualsiasi proposta che viene dall'esterno deve essereprotesa a collaborare con il nostro piano di riconciliazione. Non c'è bisogno di sprecare il nostro tempo e il tempo degli altri con iniziative che si discostano da questo contesto. Allo stesso tempo, se ci chiediamo come possano esserci di aiuto proposte/iniziative estere, possiamo individuare due punti in merito:
A) Lavoro Politico
1) Un lavoro di carattere politico, e un fronte comune verso la lotta al terrorismo. Nel primo punto, non abbiamo bisogno di aiuto, noi Siriani siamo in grado di portare avanti un processo integrato di carattere politico, e coloro che vogliono aiutare la Siria in modo pratico, reale e onesto, ed auspiano un successo reale di questo processo di pace, possono concentrarsi sul tema delterrorismo.
B) Lotta al Terrorismo
2) Possono darci una mano nel fermare l'ingresso di uomini armati in Siria, fermando le armi ed i finanziamenti ai terroristi. Questo è un messaggio per tutti gli osservatori esteri, al fine di permettere loro di focalizzare meglio i punti critici. Non vogliamo che qualcuno venga in Siria imponendoci processi politici forzati. Un paese che ha migliaia di anni di storia, sa come gestire i propri affari.
4 – Ogni Proposta deve servire i reali interessi siriani
4) Sostenere utili iniziative/proposte maturate in Paesi esteri, fuori dai confini siriani, non significa affatto accettare obbligatoriamente piani esterni, se tali piani non coincidono con quanto detto. Non accettiamo alcuna proposta che non sia protesa a servire i reali interessi siriani.
L'Iniziativa di Ginevra e la "Fase Transitoria"
In merito a ciò, va detto che l'iniziativa di Ginevra è stata ben vista dalla Siria, ma essa contemplava al suo interno un articolo ambiguo: l'articolo che parlava della "fase transitoria". Quando parliamo di "transizione", la cosa più ovvia che possiamo chiederci è cosa significhi "transizione", capire cioè da cosa si parte e dove si arriva o verso cosa si arriva.
Cosa significa "Transizione"?
Ci chiediamo allora, significa – per esempio – passare da un paese libero e indipendente ad un paese sotto occupazione? Ciò significa, per caso, passare da un Paese sovrano (stato sovrano) ad uno stato di caos, o ad un Paese senza uno stato? Oppure rinunciare alla nostra sovranità nazionale, consegnandola agli stranieri? Naturalmente, gli oppositori auspicherebbero tutte e tre le soluzioni esposte. Per noi, in tali circostanze, "fase transitoria" vuol dire invece passare dall'instabilità alla stabilità: qualsiasi altra interpretazione in merito, non ci riguarda. In altre situazioni se non ci fosse stata una crisi, una transizione naturale avrebbe permesso di passare da uno stato ad uno stato migliore. Ciò avviene nel contesto di un processo di sviluppo, nel quale qualsiasi "transizione" avviene attraverso mezzi costituzionali. Per noi, quello che proponiamo oggi, questo piano appena illustrato, rappresenta una fase di transizione.
5 – Principio di Sovranità, Volontà Popolare e Referendum
5) In quinto luogo, ogni iniziativa finora accettata, è stata presa in quanto basata sul principio di sovranità e sulla volontà popolare. Le iniziative che sono state proposte ed alle quali abbiamo lavorato sono state incentrate su questo punto fin dall'inizio. Di conseguenza, gli accordi che saranno presi all'interno della Siria o fuori di essa dovranno essere presi nel rispetto della sovranità e delle volontà popolare. Così, anche il "patto nazionale" che potrebbe essere approvato dalla "conferenza di dialogo nazionale" non passerà senza un referendum. Questo significa che ci deve essere un referendum popolare su qualsiasi cosa, soprattutto in queste condizioni difficili. Qualunque decisione dovà passare da un referendum popolare e non da volontà arbitrarie: né dal Presidente, né dal Governo, né da qualsiasi altra cosa. Si tratta di un tipo di garanzia adottata nel rispetto del consenso popolare e dell'interesse nazionale. Se tutti capiamo queste parole semplici e chiare, coloro i quali verranno in Siria , non verranno imponendo diktat, ma verranno con proposte concrete. Noi siamo disposti ad accettare proposte, consigli ed aiuti, non tirannia.
La menzogna delle "Primavere"
Sulla base di quanto detto, tutto quello di cui sentiamo parlare attraverso i media ed i funzionari non ci riguarda, se ciò che si dice viene identificato ancora con il termine di "primavera" (Primavera Araba). Si tratta di bolle di sapone, come la "primavera" non è altro che una bolla di sapone che scompare. Qualsiasi interpretazione o linea di pensiero che alieni e si discosti dal rispetto della sovranità siriana è per noi vana. Quanti sostengono il contrario hanno il diritto di sognare e possono vivere nel loro mondo di fantasia, possono sognare, ma non possono costringerci a vivere nel loro mondo; e noi da parte nostra non attueremo mai alcuna azione che non sia basata sulla realtà siriana, sugli interessi e sui desideri del popolo.
La Patria prima di Tutto
Sorelle e fratelli, la Patria viene prima di tutto, e la Siria è sopra tutti. Siamo in grado di rafforzare/proteggere la Siria attraverso iniziative politiche e di difendere ogni singolo granello del suo suolo. I Siriani abbondano in perdono e tolleranza, ma nello stesso tempo senso di dignità e patriottismo scorrono nelle loro vene. La maggior parte dei Siriani si sonoribellati al terrorismo. Alcuni hanno collaborato con le autoritàfornendo informazioni utili che hanno permesso l'interruzione di attacchi terroristici contro i cittadini. Altri si sono opposti ai terroristi senza alcun supporto/aiuto, scendendo in piazza per protestare contro uomini armati; molti Siriani nel tentativo di opporsi ai terroristi sono stati uccisi divenendo martiri; altri ancora hanno difeso le loro città, i distretti e le infrastrutturecollaborando fianco a fianco con le nostre forze armate. Citerò in merito, l'esempio di un piccolo villaggio di nome Raas al-Ein, a Nord della Siria, nella provincia di al-Hasaka – al confine con la Turchia – dovegiovani abitanti valorosi, costretti per diversi giorni a subire moltepliciattacchi terroristici, sono stati capaci di resistere ai terroristi provenienti dalla Turchia. Quindi, diamo il nostro saluto a questo villaggio. Ci sono stati altri uomini che hanno combattuto, hanno perdonato e sono stati perdonati attraverso iniziative di riconciliazione nazionale a livello locale; che hanno bloccato per tempo i terroristi impedendo escalation di violenza, e ripristinando la pace. I cittadini hanno dimostrato profonda consapevolezza.
La Pace non viene da Fughe all'estero o Esodi Forzati
La via della Pace non viene dalle fughe all'estero o dagli esodi forzati.Se i Siriani non troveranno pace in Siria, non la troveranno in nessun altro paese. La Patria non è per quelli che vi abitano, ma bensì per coloro che la difendono. La Patria non è per coloro i quali hanno goduto delle sue benedizioni all'ombra e poi si sono tirati indietro nel momento del bisogno, quando la Patria aveva bisogno di loro.
Il Sangue dei martiri ha vinto la "Falsa Primavera"
Essa è per quanti sono capaci di sopportare tutte le afflizioni pur di aiutare la Patria nel momento del bisogno. Questo è il momento per dare, e il popolo non si sta tirando indietro. Alcuni sono stati onorati con il martirio, e il loro sangue ha vinto la falsa "Primavera", gli inganni che all'inizio stavano prendendo piede. Il loro sangue ha vinto ciò che l'Occidente chiama falsamente "primavera" (Primavera Araba), ma che in realtà si è rivelato come un fuoco vendicativo che divora qualsiasi cosa passi sulla sua strada attraverso un abominevole settarismo, un odio cieco e spartizionismi ripugnanti. Si è trattato di una "Primavera" solo per chi ha progettato questo piano cercando di portarlo ad attuazione, ma che ora è al collasso.
Il Sangue dei Martiti protegge la Patria
Il sangue dei martiri protegge la Patria e la regione, e protegge la nostra integrità territoriale, rafforzando l'intesa tra di noi, e al tempo stesso purificando la nostra società dalla slealtà e dal tradimento, impedendo declini morali, umani e culturali: che è la più forte vittoria. La Patria non dimentica coloro i quali si sono sacrificati per il suo bene. Vorrei estendere il mio saluto a chi lo merita di più: l'esercito siriano arabo che ha versato molto del suo sangue e del suo sudore per la Siria.
L'Esercito Siriano e la Lotta al Terrorismo
Auguri alle nostre forze armate che combattono la più feroce delle guerre e sono determinati a ripristinare la sicurezza e la stabilità in patria attraverso lo sradicamento del terrorismo. Le forze armate hanno scritto pagine epiche con il loro eroismo, grazie alla loro coesione, fermezza e unità nazionale che riflettono quelle del popolo, proteggendo i cittadini ed infondendo loro orgoglio/dignità. Gloria a ogni soldato che sta completando la missione dei suoi colleghi scomparsi. Saluto ogni singolo cittadino che ha ottemperato ai suoi doveri verso la nazione collaborando con le forze armate, ciascuno nel suo ruolo. Essi sono l'orgoglio della Siria, ed i loro nomi passeranno alla storia, perché stanno scrivendo la storia con il loro sangue e il loro valore.
Un momento doloroso e difficile
So – come tutti sapete – che la terra di Siria sta attraversando un momento doloroso e difficile, e sento vicino il dolore della maggior parte del popolo siriano per la perdita dei propri cari e per il martirio di figli e parenti; so come il fuoco del rancore abbia raggiunto tutti, pure le bare dei martiri, le case di molti, e io sono uno di loro, perché vengo dal popolo e rimarrò tale. Gli uffici di Stato e di governo sono transitori, ma la Patria è eterna.
Le lacrime delle Madri in lutto e le anime pure dei defunti
Le lacrime delle madri in lutto si aggiungono alle anime pure dei defunti, loro amati, contro quei criminali che hanno rubato le risate dei nostri figli e oggi stanno cercando ancora di rubare il loro futuro in un Paese sicuro, forte e stabile. La Siria rimarrà così com'è e tornerà, se Dio vuole, più forte. Non vi è alcuna volontà di cedere i nostri diritti o cedere sui nostri principi. Coloro che hanno puntato sull'indebolimento della Siria in maniera tale che essa potesse dimenticare il Golan e le sue terre occupate, si sbaglia.
Le alture del Golan, la Palestina e il valore della Resistenza
Il Golan è nostro e Palestina è la nostra causa per la quale abbiamo offerto ogni cosa preziosa, sangue e martiri. Ci rimangono i sostenitori della resistenza contro il nostro primo nemico. La resistenza è una cultura, un pensiero e saper cogliere le opportunità. Gli uomini che hanno portato il peso del sostegno al popolo palestinese nella loro giusta causa per decenni, nonostante tutte le difficoltà ed i costi che ogni cittadino siriano ha pagato materialmente ed emotivamente in termini di pressioni e minacce, non possono che essere in sintonia con i palestinesi. Ogni tentativo di coinvolgere i Palestinesi negli eventi siriani è volto a deviare l'attenzione dal principale nemico, ed è vano. I Palestinesi in Siria stanno facendo il loro dovere verso la loro seconda patria come qualsiasi siriano. Noi siamo responsabili, come popolo siriano e come stato, nel fare il nostro dovere nei loro confronti come nei confronti di qualsiasi cittadino siriano. Saluto tutti i Palestinesi onesti che avendo a cuore le sorti della Siria non trattano il Paese come se fosse un hotel, da abbandonare quando le condizioni diventano scomode.
La Siria, il Bene più Prezioso – Dio è sempre al nostro fianco
Sorelle e fratelli, a dispetto di ciò che è stato pianificato nei confronti della Siria e a dispetto di ciò che è stato fatto, questo non ci potrà cambiare mai. Il patriottismo scorre nel nostro sangue e la Siria è il bene più prezioso di tutti. La fermezza del Paese, da più di due anni, dice al mondo intero che la Siria è impermeabile al collasso e il popolo siriano impermeabile all'umiliazione. La Fermezza e lo spirito di resistenza sono profondamente radicati nel nostro intimo, quali beni ereditati di generazione in generazione. Sarà sempre così. Andiamo avanti insieme mano nella mano nonostante tutte le ferite, sperando in un futuro migliore per la Siria. Andremo avanti e non ci faremo spaventare dai loro proiettili, non cadremo in preda al panico per il loro odio, perché abbiamo dei diritti e Dio è sempre al nostro fianco". (Discorso integrale del Presidente Siriano, Bashar Al-Assad – 6 Gennaio 2013)
Redazione Qui Europa
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