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Le Verità nascoste sul Premio Nobel – 3
Nobel per la Pace 2013 all'OPAC: un'impostura
politica. Ecco perchè!
di C.Alessandro Mauceri
Le Verità Nascoste sul Premio Nobel per la Pace – Terza Parte
Oslo, Washington, Bruxelles, Damasco – Nei giorni scorsi e nelle ultime ore, come ogni anno in questo periodo, si è tornato a parlare di premi Nobel: sono stati assegnati il premio Nobel per la chimica e quello per la letteratura. Oggi, invece, è toccato ai nobel per l'economia, andati a Fama, Hansen e Shiller "per le loro analisi empiriche sui prezzi degli asset". In particolare gli studi dei tre economisti hanno analizzato "la possibilità di prevedere l’andamento dei prezzi delle attività nel medio termine". Ma le critiche anche in questo caso non sono mancate, dal momento che il professor Fama – della Booth School of Business dell’Università di Chicago – ha dimostrato "che i prezzi delle azioni sono estremamente difficili da anticipare nel breve termine". Hansen, Shiller e Fama starebbero dunque su posizioni opposte. Ma il Nobel al centro del nostro interesse – e che ha suscitato il nostro disappunto – è un altro, quello assegnato a Oslo: il Nobel per la Pace. Nonostante l’omonimia il premio Nobel per la Pace differisce sensibilmente dagli altri premi omonimi. Quest’ultimo infatti, viene assegnato – come visto: vedi qui Le Verità Nascoste sul Premio Nobel – Prima Parte e qui Le Verità Nascoste sul Premio Nobel. Seconda Parte – non da esperti e studiosi di fama internazionale (pur con tutte le contraddizioni e i paradossi del caso) ma da un Comitato, composto da cinque persone (tutte personalità politiche) scelte, come visto, dallo Storting, il Parlamento norvegese.
Gli ultimi imbarazzanti Nobel per la Pace
Nel 2012, (vedi allegati) tra mille mal di pancia il Premio Nobel per la Pace è stato assegnato all’Unione Europea in quanto (almeno secondo la motivazione ufficiale) "per oltre sei decenni ha (avrebbe) contribuito all'avanzamento della pace e della riconciliazione della democrazia e dei diritti umani in Europa". Il discusso comitato nell'occasione dimenticò, tuttavia, che sei decenni fa l’Unione Europea non esisteva affatto (fino a non molto tempo fa si trattava di un mero accordo economico tra Paesi). Inoltre gli esemplari di Homo Politicus delegati alla valutazione pare abbiano dimenticato che quasi tutti i Paesi dell’Unione Europea erano e sono stati impegnati in missioni militari in vari Paesi (azioni che hanno causato migliaia di morti) e che la stessa, con il trattato di Lisbona, mentre da una parte condannava la violenza, dall’altra nel 2008 decise di integrare il proprio potenziale bellico (in assoluto – come detto in altre occasioni – il più ampio al mondo, superiore anche a quello degli Stati Uniti d’America) con numerosi corpi armati (EUFOR Althea, EUFOR, Eurocorps, Eurogendfor, Helsinki Headline Goal, European Union Battlegroups, Stato maggiore dell'Unione Europea, Euromarfor oltre naturalmente all’Europol). Nel 2009 il premio Nobel per la Pace è stato assegnato a Barack Obama, ovvero proprio a colui il quale, dopo aver promesso di non voler continuare con la politica militarista dei suoi predecessori, ha dotato il proprio esercito, in palese violazione di molti degli accordi internazionali sottoscritti, di nuove armi atomiche (le B61-12) e ha cercato in ogni modo di aprire nuovi conflitti mondiali in Siria e contro la Corea del Nord.
Un Premio politico e di comodo
Nel 2005 il premio fu assegnato (ex equo) all’Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica delle Nazioni Unite per gli “sforzi per impedire che l'energia nucleare venisse usata per scopi militari e per assicurare che l'energia nucleare per scopi pacifici fosse utilizzata nel modo più sicuro possibile". Ancora una volta il comitato dimenticò che nonostante gli accordi internazionali per provvedere al disarmo (è stata addirittura creata una nuova struttura all’interno delle Nazioni Unite, l’UNODA) le misure dell’ONU sono servite poco o niente tanto che Paesi come India, Israele, Cina ed altri continuano indisturbati a dotare i propri arsenali di simili armamenti. E quelli che già ne erano dotati non li stanno dismettendo. Ma paradossali sono stati anche i Nobel al guerrafondaio Israele (1994) e a Nelson Mandela (1993) e al suo predecessore, Frederik Willem de Klerk, "per il loro lavoro per la risoluzione pacifica del regime di apartheid, e per aver gettato le basi per un nuovo Sudafrica democratico". Dimenticando che – come visto Armi chimiche e Occidente – Luoghi Comuni e Verità Occultate – proprio nel passaggio di consegne tra i due leader sudafricani, sono andati “perduti” i documenti relativi a studi ed esperimenti su armi non convenzionali (batteriologiche e chimiche) condotti dal Sud Africa (senza contare che Project Coast, il progetto per l’eliminazione di massa di intere popolazioni. Vedi anche Il Vero Volto di Nelson Mandela Oltre la Propaganda).
Il Nobel per la Pace 2013
Ma qual è l'ultima farsa del 2013? Beh, sicuramente il premio Nobel per la Pace all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC o, in inglese, OPWC). L’OPAC è un’organizzazione internazionale, con sede a l’Aia, in Olanda, il cui scopo dovrebbe essere quello di promuovere e verificare l’adesione alla convenzione sulle armi chimiche (CWC) che proibisce l’uso di tali armi e ne chiede la distruzione. Le verifiche dovrebbero consistere nel valutare le dichiarazioni dei Paesi membri, ma anche nel compiere vere e proprie ispezioni. In realtà sebbene 190 Stati (ultima nei giorni scorsi la Siria) abbiano, almeno ufficialmente, aderito alla Convenzione sulle armi chimiche (CWC), molti di loro continuano a stoccarne o a produrne noncuranti dell’azione dell’OPAC. Senza contare che il primo problema deriva proprio dalla definizione stessa di “arma chimica”. Il CWC, e molti altri accordi internazionali, sarebbero, a dir poco, restrittivi al punto da comprendere materiali di uso comune, come la schiuma di poliuretano (in passato ampiamente utilizzata per imbottire divani e poltrone e ora, messa al bando essendo trattata con fosfonato dimetile che potrebbe essere trasformato in gas nervino). Tanto restrittivi che Federchimica, proprio dopo un seminario dell'OPAC, ha inviato un avviso ai propri aderenti informandoli sulle conseguenze della ratifica….
Qual è il ruolo dell'OPAC?
Così, mentre in teoria quasi tutti gli Stati del Mondo hanno aderito alla Convenzione, in realtà molti di loro non hanno rispettato gli impegni presi e conserverebbero enormi quantità di armi chimiche. Ma allora qual è il ruolo dell’OPWC? Non si sa, ma certo non quello di eliminare le armi chimiche. Sì, perché la Convenzione sulle armi chimiche vieta lo sviluppo, la produzione, l'acquisizione, lo stoccaggio, il trasferimento e l'uso di un certo gruppo di armi chimiche classificate (su quelle non classificate non dice nulla n.d.r.) e richiede che tutti gli Stati possessori distruggano le loro scorte in sicurezza. Non solo, ma anche che lo facciano entro un certo lasso di tempo (dieci anni). Compito dell’OPAC sarebbe quello di verificare l’esecuzione di queste operazioni e, in caso di inottemperanza ai tempi ed alle modalità convenute, darne immediata comunicazione alle Nazioni Unite perché venga perentoriamente avviata una procedura di infrazione.
Il Nobel all'OPAC?
Questa è la teoria. La verità è che ad oggi sono molti gli Stati ancora in possesso di migliaia di tonnellate di tali armi! E queste solo per le categorie di armi chimiche classificate dalla CWC e spontaneamente dichiarate dai Paesi firmatari dell’accordo…. Ad esempio, la Russia continuerebbe a conservare, in sette arsenali in sei regioni, alcune decine tonnellate di queste armi. L’Albania e la Libia hanno dichiarato riserve molto minori, poco oltre le 15 tonnellate. India e Corea del Sud hanno dichiarato riserve “intorno” alle 2.000 tonnellate, ma hanno mantenuto un elevato grado di segretezza circa tipologia, posizione e composizione delle loro armi. Anche gli Stati Uniti, tra i più riservati nel comunicare quantità e tipologia dei propri armamenti chimici, disporrebbero di alcune decine di migliaia di tonnellate di armi non convenzionali conservati in otto Stati e sull’Atollo di Johnston, a ovest delle Hawaii. Sì, perchè nonostante (o grazie) l’azione dell’OPCW, il condizionale è d’obbligo in questi casi, visto che la maggior parte dei Paesi ha dichiarato di disporre nei propri arsenali di quantità di armi chimiche molto inferiori rispetto alle stime della stessa OPAC (anche in considerazione del fatto che non tutti gli arsenali sono stati ispezionabili). E questo, è bene ripeterlo, solo per le armi chimiche inserite nella lista redatta dalla CWC. Tutte le altre restano nell’ombra.
Usa – primi a non rispettare la convenzione sulle armi chimiche
Come riportato nello studio “Armi Chimiche e Biologiche: Come gli Stati Uniti violano le Convenzioni”, realizzato dal Dott. Edoardo Magnone, in barba agli accordi sottoscritti (e non rispettati) “gli Stati Uniti sono oggi all’avanguardia nello sviluppo degli organismi geneticamente modificati allo scopo di distruggere materiali, sostanze e manufatti. Negli ultimi anni un certo numero di progetti di ricerca militare sono stati finanziati nel campo antimaterial technology (generalmente definiti per scopi difensivi) e svolti, in modo integrato, nei laboratori dell’US Army, Navy e Marine Corps”. Anche la Federation of American Scientists, poco tempo fa, aveva accusato il governo di voler evitare le ispezioni multilaterali per coprire gli studi su armamenti non convenzionali ei loro arsenali, in violazione sia della BTWC che della CWC (ossia i trattati per la messa al bando delle armi chimiche). Secondo i risultati delle indagini, “il governo degli Stati Uniti continua a sviluppare agenti biologici modificati geneticamente ad usi tattici in tempo di guerra violando il protocollo previsto dalla Biological and Toxin Weapons Convention. Altresì nei laboratori statunitensi (civili e militari) sono finanziati progetti di ricerca il cui fine ultimo è quello di sviluppare armi non convenzionali incapacitanti violando il protocollo previsto dalla Chemical Weapons Convention”. E anche sull’impegno di distruggere gli arsenali dichiarati, nessuno può dire se siano state realmente distrutte o solo riposizionate. L’ultimo dato ufficiale (2010) relativo alle armi chimiche incluse nell’elenco della CWC indica che gli USA disporrebbero ancora di un arsenale notevole. E ciò nonostante il temine ufficiale per la loro eliminazione sia scaduto nel 2012. Quindi, gli Stati Uniti, gli stessi che si sono levati a paladini della protezione dalle armi chimiche prodotte (non si sa da chi) nei Paesi mediorientali, non avrebbero rispettato la propria scadenza. E già si parla di un probabile rinvio addirittura al 2023.
Una Domanda sorge spontanea
Sorge spontanea la domanda: cosa sarebbe accaduto se a violare la propria scadenza non fossero stati gli USA, ma la Siria? o la Corea del Nord? Viene spontaneo supporre che sarebbe stata immediatamente avviata una procedura da parte dell’ONU. Una guerra magari… mondiale. E Paesi come l’America e molti altri sarebbero immediatamente scesi in campo (di battaglia) per “far rispettare le indicazioni dell’ONU”, scatenando un nuovo '43. Ma siccome a violare gli accordi internazionali sono gli Stati Uniti, nessuno ha fatto niente.
Da Premio per i risultati e "Premio per gli ideali"… che non esistono
Appare quindi evidente che non si poteva non manifestare la propria gratitudine verso chi si era mostrato così “comprensivo” nei loro confronti. E quale modo migliore di mostrare la propria gratitudine che conferire un premio internazionale come il Nobel per la Pace? Pare che il Comitato non si sia fatto pregare e abbia fatto proprio la volontà espressa dal Presidente Obama quando, poco prima di ricevere lo stesso premio, dichiarò di “non essere sicuro di meritare (il premio n.d.r) ” e di accettarlo “non per i risultati, ma per gli ideali”. "Per 15 anni abbiamo fatto il nostro dovere contribuendo alla pace del mondo. Le ultime settimane hanno dato ulteriore impulso alla nostra missione" ha, per contro, affermato il direttore generale dell'OPAC, Ahmet Uzumcu, premiato più che per i risultati raggiunti, per le sue “buone intenzioni”. Ma nell'assegnare questo nuovo criticatissimo e "politico" Nobel per la Pace, il Comitato ha dimenticato che, oggi, i conflitti in corso sono più di trenta su quattro continenti con ben 60 Paesi coinvolti in guerre di vario tipo, combattute da 455 milizie con tutti i mezzi, dai machete ai droni, dalle armi chimiche ai sassi di strada, (dati Guerrenelmondo e Peacereporter). Non solo. La commissione ha dimenticato che Alfred Nobel, l’inventore della dinamite, quando pensò, con le sue ultime volontà testamentarie, al premio non parlò di “intenzioni”, ma di “risultati straordinari certi e conseguiti coscientemente”. Con Obama – in maniera particolare – il Nobel per la Pace, da premio per i risultati, era stato trasformato in lode per gli ideali. Ora anche quegli ideali pare non esistano più….. Fatto sta che la Siria in Medioriente in caso di attacco nucleare non potrà contare sull'estrema difesa: le armi chimiche. Al contrario di tutti gli altri! Vi pare normale?
C. Alessandro Mauceri (Copyright © 2013 Qui Europa)
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