Budapest – Testimonianze di Italo-Ungheresi: L’ideologia e l’euro hanno rovinato l’Italia

Sabato, Novembre 2nd/ 2013

 – Redazione Qui Europa e Andras Kovacs, Budapest  –

Qui Ungheria, Nuova Lettera Aperta agli Italiani di Kovacs Andras, Cittadino Ungherese, Manifestazione Nazionale del 23 Ottobre, usurocrazia internazionale, Testimonianza di giovani italiani e ungheresi da Budapest, Testimonianza di Manuela, Testimonianza di Valerio, Testimonianza di Antonio, Valerio Vitaliano, FMI, Discorso di Viktor Orban 

Budapest 23 Ottobre – Testimonianze

di Italo-Ungheresi e Italiani

Budapest – L'Ungheria va Controcorrente: in Italia 

l'ideologia e l'euro ci hanno rovinato

►Discorso Integrale di Viktor Orban in allegato

 

"Qui Ungheria" – di Andras Kovacs

ANDRAS KOVACS - LETTERA TESTIMONIANZA BUDAPEST

 Testimonianze di Italiani, Ungheresi e Italo-Ungheresi                              

Budapest Rubrica, "Qui Ungheria" di Andras  Kovacs – Mi chiamo Manuela ed abito da ormai dieci anni in Ungheria in un piccolo paese vicino al meraviglioso lago Balaton. La prima volta che sono venuta in Ungheria é stato per le vacanze estive nel lontano 1992 e da allora ogni anno ho sempre passato le ferie estive ed invernali in una piccola casetta vicino al lago. La mia famiglia é composta da mio marito che é ungherese e dai miei tre figli maschi, nati tutti qui. Io sono completamente integrata in questo stato che per me è come casa mia. Ricordo con piacere la mia infanzia e la mia adolescenza in Italia sono e resterò sempre come temperamento e con una parte di mentalità italiana (dico una parte perché ho addottato anche la mentalità ungherese che apprezzo e rispetto) ma visto che la nostra famiglia è mista ci tengo che anche le tradizioni, le idee ,la cucina, la lingua e quanto altro restino una fusione tra le due culture. I miei figli parlano correttamente tutte e due le lingue,conoscono entrambe le tradizioni ed assieme torniamo in Italia per brevi periodi: sono sempre molto entusiasti quando partiamo per l’Italia. Noi nel nostro piccolo siamo un ponte tra le due nazioni attraverso i nostri racconti, le nostre esperienze ed i tanti amici italiani che sono venuti piú volte in Ungheria e sono sempre sono restati e restano entusiasti del posto stupendo dove abitiamo, del silenzio, della tranquillitá, della cordialitá della gente e dell’ottima cucina.

 1 – Testimonianza di  Manuela – Tra un mare di gente                                 

Nel poco tempo che mi rimane libero seguo per quello che posso il telegiornale italiano e quello ungherese, seguo nel mio piccolo la politica ungherese ed ho visto e sentito di persona nei molti anni che vivo qui, molti cambiamenti. Una delle tante cose che mi ha affascinato di questa nazione é la solidarietá, la vicinanza, l’appoggio che esiste tra le persone. Il rispetto tra giovani ed anziani, l’uso di salutarsi ogni volta che ci si incontra, il rispetto per la natura, l’ambiente.Quest’anno ho avuto la possibilitá di recarmi a Budapest per la manifestazione pacifica del 23 ottobre a ricordo di quello che é accaduto nel 1956. Siamo partiti con il pullman dalla città vicina a quella dove abito e siamo arrivati a Budapest. Una volta scesi dall'autobus siamo diventati letteralmente parte integrante lettdi "un mare di gente” di tutti i tipi, giovani, anziani,f amiglie con bambini, persone con cani a passeggio. Persone che tranquillamente camminavano vicine, parlavano tra loro, osservavano il paesaggio. Tanti portavano orgogliosi la loro bandiera come tante altre bandiere straniere venivano sventolate da altri, tanti striscioni per Viktor Orbán e tanti carteli con la cittá di provenienza dei gruppi. Tutti camminavano tranquilli lungo il percorso stabilito con  meta comune piazza degli eroi, per il  discorso di Orban. Tutti uniti e felici di stare assieme, dimostrando in modo concreto che gli Ungheresi sono uniti al loro capo del governo, sono corraggiosi e concreti nel loro pensiero di libertá. Obiettivo: migliorare, non tornare indietro ma quardare sempre avanti, cooperare. Ciò, affinché perché  questa libertà resti. Una volta arrivati alla meta ho potuto seguire il discorso di Orbán anticipato dall’inno nazionale. Un inno meraviglioso da sentire ma ancor di più lo é stato quando tutti in coro – centinaia di migliaia di persone presenti – lo hanno cantato assieme. Ho avuto la pelle d’oca e penso che questo la dica lunga sulla vicinanza tra popolo e Capo del governo.

 Il Discorso di Orban                                                                                                  

Il discorso di Orbán è stato molto interessante e ha riguardato due punti: 1) la commemorazione del 1956 e il fatto che non si deve e non si puó dimenticare la storia passata; 2) i cambiamenti positivi degli ultimi anni in Ungheria: aiuti per le famiglie e per le imprese, l’aiuto per ripagare i prestiti in valuta, per i pensionati, l’aver ripagato il debito dello stato, l'aver rimesso al centro le radici cristiane del Paese nella Costituzione e tanti altri fattori che hanno indispettito parecchio la  politica europea e internazionale. La grande forza di Orban – finora dimostrata – è stata ripagata dal sostegno che la popolazione gli ha offerto e tributato. L’esempio pratico-visivo – e non solo – è stato dato anche  dalle centinaia di  migliaia di persone presenti alla manifestazione: persone che continuamente applaudivano e condividevano le parole di Orbán. Nel discorso il premier ha ribadito dice che non si deve avere paura e che tutti assieme dobbiamo essere uniti, forti e corraggiosi. Che in questo modo si può migliorare….L’unione fa la forza! Tutti hanno capito ed anche io mi sono ritrovata in quello che ha detto. Anche io in prima persona ha potuto constatare tutti i cambiamenti che ha effettivamente le sue politiche hanno portato e che aiutano concretamente ogni giorno le famiglie ungheresi. É stata una giornata molto bella e interessamte , nella quale ho potuto constatare di persona e toccare con mano la fiducia e l’appoggio che esiste tra popolo e Governo. A conclusione della manifestazione, siamo tornati al nostro pullman e il nostro viaggio di ritorno verso casa é stato accompagnato da canti e felicitá.

ANDRAS KOVACS - LETTERA TESTIMONIANZA BUDAPEST

 2 –  Testimonianza di Valerio – L'Ungheria va controcorrente                   

Mi chiamo Valerio Vitaliano, 28 anni, dal Duemila assieme alla mia famiglia abbiamo una casa in un piccolo villaggio a nord del lago Balaton e frequentemente mi trovo in Ungheria sia per trascorre qualche giorno di relax che per motivi di lavoro. Ho molto a cuore la situazione ungherese, forse per l'affetto che nutro per questa nazione dopo tutti questi anni. In un'Europa dove i popoli sono costretti a fare sacrifici per pagare dei debiti sovrani, come in Italia, e dove giorno dopo giorno vi è un continuo impoverirsi dei popoli (accompagnato da aumenti di tasse e sfiducia in una ripresa ipotetica) noto che l'Ungheria va controcorrente. Sta adottando ad un mio modesto parere una politica differente, riacquistando la propria sovranità, incentivando la produzione interna, tassando i profitti di banche e Multinazionali senza opprimere il popolo e a quanto pare questa strategia sembra avergli dato ragione. E, come se non bastasse, cosa che ha dell'incredibile, ha quasi statalizzato la banca centrale e chiesto la chiusura dell’ufficio del Fmi presso Budapest restituendo i soldi prestati un anno prima della scadenza.

 Sulla via della sovranità                                                                                            

Il governo ungherese ha assunto la sovranità sulla sua moneta e adesso emana moneta senza debito. Ho notato ultimamente moltissimi lavori pubblici, metodo a mio avviso favorevole per rilanciare l'economia se lo stato possiede liquidità. Non credo che per il popolo possa essere cambiato molto per il momento, molte famiglie vedo che stentano ancora ad arrivare a fine mese, anche se sono diminuite le bollette energetiche. Le casse dello stato da una quasi bancarotta del 2010 sembrano aver acquistato stabilità senza aver colpito il popolo, e da una totale sfiducia sembra che la popolazione abbia riacquistato fiducia. Non è che dovremo prendere esempio anche noi da questa Nazione che ha osato alzare il capo e ribellarsi ai poteri forti internazionali?

 3 – Testimonianza di Antonio – In Italia l'Euro ci ha rovinato                     
 
Sono Antonio, non sono ungherese e quindi non sono in grado di dare le mie impressioni sulla politica interna, ma su quella estera sì, è senz'altro positiva. Il fatto di non entrare nell'Europa dei banchieri usurai e quindi nell'Euro, è importantissimo. Noi italiani stiamo diventatndo poveri perchè l'euro ci ha rovinato.Chiaramente è una manovra per sottomettere il continente, renderci quindi poveri e pieni d'immigrazione per rompere la struttura etnico-religiosa e sociale di tutti gli stati. Inoltre il fatto di aver mandato via gli usurai dell'FMI, è stato veramente grande. In Italia, i benpensanti, ovvero coloro che non sono di sinistra o coloro i quai, indipendentemente dal fatto di essere di destra o di sinistra, o centro, non si sono venduti al capitalismo d'oltre oceano – e degli speculatori di origine ben nota – ammirano tutti Orban. Speriamo che qualcosa possa cambiare anche per l'Italia. Speriamo che gli Italiani, oltre ogni ideologia paralizzante sappiano riconquistare uniti la propria sovranità monetaria e nazionale.
 

Redazione Qui Europa e Andras Kovavs (Copyright © 2013 Qui Europa) 

Testimonianze di italiani ed italo-ungheresi

da Budapest, dopo la manifestazione del 23 Ottobre 2013   

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 Allegati – Il Video e il Discorso di Orban in forma integrale – Trad. A. Kovacs         

 

N.B.:

Enentuali errori ed imperfezioni linguistiche del testo sono stati

lasciati volutamente inalterati, seguendo la traduzione originale di Andras

Kovacs, dall'ungherese all'italiano. Il senso è tuttavia comprensibile

Discorso celebrativo di Viktor Orbán – 23 ottobre 2013, Piazza degli Eroi, BudapestTraduzione originale di Kovacs Andras, cittadino ungherese "Buon giorno a tutti, gentile pubblico, Signore e Signori! Do il sincero benvenuto ai cittadini dell’Ungheria il giorno della nostra festa nazionale. Saluto gli ungheresi che vivono oltre i confini della patria e saluto tutti i cittadini europei e del mondo amanti della libertà per cui il 1956 è talmente glorioso come per noi ungheresi Saluto i rappresentanti degli stati stranieri, i nostri ospiti e gli ambasciatori. Il 23 ottobre tutto il mondo libero si toglie il cappello e china la testa davanti all’Ungheria e agli ungheresi. E’ giusto e corretto che il mondo libero pensi ai combattenti della libertà del ’56 come propri eroi. A quegli uomini e donne ungheresi, alle ragazze e ragazzi di Pest che hanno iniziato una lotta libera contro gli invasori e contro il sistema comunista che questi hanno portato con se, che all’epoca terrorizzava tutto il mondo libero. I combattenti per la libertà ungheresi hanno rivelato a tutto il mondo che il comunismo è irreparabile. Non è aggiustabile perché non considera l’individuo, la sua libertà, e non si spaventa di usare qualunque tipo di violenza contro la libertà. Non nega solo Dio, ma anche la sua creazione, l’uomo dalla volontà libera e se si apre l’occasione lo schiavizza e lo annienta. Le forze dell’apocalisse caduta sul mondo dopo il socialismo nazionale adesso sono arrivate anche nell’immagine del socialismo internazionale in Ungheria, perché dopo 3 anni faticosi inglobino e distruggano l’indipendenza e libertà insieme ai loro difensori nel mondo ungherese. Nell’autunno del 1956 all’improvviso è arrivata la primavera. Un decennio si è addensato in un'unica giornata solare. Dopo le umiliazioni e le sofferenze durate per decenni la voglia di libertà e l’entusiasmo hanno spinto via le forze strangolanti, si sono irradiate verso il cielo per buttare giù le stelle rosse. Le stelle cadenti, le statue buttate giù nella polvere, la macchina abbattuta della tirannia comunista hanno fatto tremare la terra e questa si è scossa sotto i piedi di tutto l’impero sovietico. Ci sono mementi nella vita di una nazione quando non si può più sopportare. In Ungheria nel ’56 non si poteva sopportare più, perché non c’era niente da aspettare. Tutti lo sapevano, o chi non lo sapeva, lo sentiva: basta. Se continua il mondo sovietico, non resta nulla della vita ungherese, di ciò che è nostro. Niente di grandioso ed esaltante che noi abbiamo costruito in noi stessi in mille anni, ciò che rende la nostra vita di più e di più importante del semplice lotta per la sopravvivenza. Bisognava fare qualcosa. Sursum corda. Abbiamo quindi alzato i nostri cuori e ci siamo ribellati. Abbiamo afferrato delle armi e abbiamo iniziato una lotta per la libertà come un popolo orgoglioso, destinato a qualcosa di grandioso e magnifico anche nei suoi stracci. Nella ossa e nelle viscere sentivamo che c’è in palio il destino della patria. Per questo non contava la superiorità numerica. Non si poteva più valutare e decidere. Dovevamo accettare una cosa sovrumana. Ogni altra cosa avrebbe condotto all’estinzione del popolo, all’arresa lenta, alla distruzione sicura. Ci eravamo già immersi e induriti nella grande massa sovietica, grigia, rude e rozza. Faceva ombra la minaccia della fine della nostra esistenza culturale e nazionale. Questa era la verità, questo era il futuro che ci aspettava, questa era la realtà. Dovevamo afferrare delle armi e metterci in lotta contro l’Unione Sovietica gigante e paurosa. Contro la superiorità numerica immisurabile. E gli ungheresi di allora l’hanno fatto. Hanno fatti ciò che esigeva la patria. Gloria agli eroi!    
 

 1956 – La Sfida all'ecercito sovietico                                                                  

 Gentili festeggianti! Le persone che quell’autunno hanno sfidato l’enorme esercito sovietico sapevano bene di mettere in rischio la propria vita. Ma ogni persona spera, perché ognuno di noi vorrebbe vivere nella libertà che morire per essa. Anche loro speravano, se resistono, il mondo non resta con le mani in mano e si muovono anche all’Ovest secondo le loro promesse: vengono. Speravano, come sperano i combattenti non solo di vincere la guerra ma di sopravvivere e di vivere la giornata della vittoria. Ma chi afferra un’arma considera anche la morte. Sa di poterla incontrare in qualunque momento per strada. Ma sa anche se non sopravvive, il suo atto avrà qualche utilità. Sa che anche la morte di una persona può avere un senso di livello superiore. Cari amici! Che forza doveva far battere il cuore di quelli che hanno maturate la decisione; accettando il rischio di morte ma si fa avanti per la patria, per l’indipendenza e per la libertà. Erano belli, temerari e così giovani e nonostante ciò hanno dato la loro vita per la nostra libertà. Quei numerosi giovani che sono stati ammazzati, imprigionati o costretti a scappare, sono morti per noi e forse al posto nostro, al posto nostro sono finiti in prigione, al posto nostro hanno dovuto emigrare. Al posto nostro, noi che siamo più fortunati perché siamo nati più tardi. Hanno rinunciato al mondo per il mondo, alle persone per le persone, alla vita per la vita. Tremilacinquecento combattenti morti, ventimila compatrioti che sono rimasti feriti, ventimila imprigionati, tredicimila internati, 228 giustiziati ed i mordi delle fucilate. Sappiamo che la gelida realtà del comunismo distrugge la dignità umana. Lascia dietro di se il vuoto, la vitalità diminuita, la dedizione e la meschinità. Mentre noi qua in Ungheria possiamo ringraziare i nostri eroi per il fatto che nel periodo più buio della storia ungherese, durante l’occupazione sovietica abbiamo potuto conservare il nostro portamento, potevamo alzare la testa perché anche se di nascosto ma avevamo per cui essere orgogliosi. Hanno vinto anche se sono morti. Hanno vinto perché ci hanno lasciato, a noi, ai nostri discendenti ed a ogni bambino ungherese che nascerà la gloria della presa di posizione, del coraggio, dell’eroismo e della grandezza anziché il buio squallido della dittatura e della debolezza umana. Gloria victis!

 La Tirannia Comunista nella Repubblica Sovietica Ungherese              

Gentile pubblico festeggiante! Noi ungheresi nel XX  secolo ci siamo tolti di dosso tre volte la tirannia comunista. Ci siamo tolti di dosso la Repubblica Sovietica Ungherese nel 1919, abbiamo tagliato la cintura dei prigionieri nel 1956 ed infine nel 1990 abbiamo fatto cadere anche il potere del gulasch comunismo. L’inattesa e particolare protuberanza solare della storia europea è che il comunismo e l’Unione Sovietica non sono stati abbattuti dal mondo libero e neanche il superpotere in opposizione, ma quelle nazioni desiderosi di libertà e di indipendenza che dopo i gravi decenni hanno preso in mano il loro destino. Hanno fatto finire il grigiore del socialismo squallido di piombo e senza futuro quegli ungheresi che dopo il 1956 sono rimasti qua. Quelli che pensavano che non poteva mica scappare tutto il paese. Li aspettava un destino duro e nonostante ciò non hanno attraversato i confini, sono rimasti. Per i figli che erano ancora troppo piccoli, per la nonna che era troppo anziana, per l’Ungheria che era troppo orfana e senza di loro sarebbe diventata orfana completamente. Sono rimasti e ce l’hanno fatta. Hanno subito le rappresaglie, le umiliazioni, la posposizione ingiusta, i confini chiusi ed il cielo chiuso con le impalcature. Hanno tirato avanti nei successivi 34 anni, ci hanno partoriti, ci hanno protetti e ci hanno fatti crescere. E quando è arrivato il momento, perché ogni cosa ha il suo tempo destinato, con noi, uniti i loro figli e nipoti, tutti insieme in un anno abbiamo distrutto il potere dei comunisti. In un unico anno visionario abbiamo soppresso, forato e fondato alle prime elezioni i comunisti. Noi tutti insieme!

 Victor Hugo e la Nazione degli Eroi                                                                  

Gentili festeggianti! Il colpo finale l’abbiamo inflitto qua in questa piazza su di loro. Sì, abbiamo unito in questa piazza la verità delle vittime della rivoluzione del 1956 con la nostra forza vitale e con la nostra risolutezza. Abbiamo seppellito di nuovo i corpi avvolti in carta catramata dei nostri eroi e con quel gesto abbiamo messo anche l’ultimo chiodo nella bara del comunismo in cui il primo chiodo è stato messo dagli eroi del ‘56. La forza delle vite ammazzate nel ’56 lavorava nelle nostre cellule e la verità schiacciata nel ’56 faceva pressione nei nostri petti. Non c’era potere che potesse fermarci. Qua abbiamo pronunciato che i soldati sovietici dovevano lasciare l’Ungheria. Qua abbiamo pronunciato che il partito statale doveva sottoporsi alle elezioni libere. Qua abbiamo alzato la bandiera bucata, la ferita che era stata inflitta dall’invasione straniera e dalla tirannia nel cuore della nazione. Qua ha unito la vita della folla dalle mille facce in un’unica volontà del cambiamento del regime la memoria dei combattenti del ’56. Victor Hugo disse: l’Ungheria è la nazione degli eroi. L’eroe ungherese è una specie particolare. Da noi l’eroe non è chi combatte gli altri ma chi combatte il destino. Potremmo festeggiare la battaglia di Bratislava quando contro le forze schiaccianti dell’Ovest abbiamo finalizzato la conquista della nostra patria. Oppure l’assedio di Belgrado, oppure quando “Anche Vienna subì onta Da sire Mattia”. Noi invece festeggiamo il 15 marzo ed il 23 ottobre. Queste volte non abbiamo vinto le nostre lotte per la libertà ma abbiamo dimostrato che si può riscrivere il libro della sorte. Nel libro della sorte c’era scritto che non c’era niente da fare contro gli Asburgo e contro  l’impero sovietico. Se le persone di allora si fossero rassegnate, si sarebbe adempito il nostro destino e saremmo stati inglobati. Noi ungheresi invece non crediamo che si sia un destino che ci raggiunga qualunque cosa noi facciamo. Ma sappiamo che c’è destino che ci raggiunge se non facciamo niente. Noi crediamo che il libro della sorte lo dobbiamo scrivere noi stessi con la nostra fede, con il nostro coraggio, con il nostro amore, con la forza della nostra unione, e se capita anche con il nostro sangue. L’eroe ungherese non si preoccupa per la sorte, ma agisce.

 Tovaris mutato in Tavares                                                                                    

Gentile pubblico! E’ bello che ci siamo radunati così numerosi per commemorare il ricordo degli erori di ’56. Lo sapete anche voi e anch’io che non sono solo il rispetto e la memoria che ci hanno uniti oggi. Siamo venuti qua anche per sapere cosa ci sarà di noi. Cosa dobbiamo fare perché sia ciò che vogliamo noi? Prima di tutto dobbiamo vedere chiaro. Diciamo chiaramente con sicurezza ciò che vediamo e ciò che sappiamo. Prima di tutto sappiamo che la libertà ungherese non aveva solo eroi, ma anche traditori. Sappiamo che tutte le nostre rivoluzioni sono state abbattute dall’estero. Sappiamo anche che sono sempre esistite  delle persone che aiutavano il nemico esterno. Capi moscoviti, miliziani, baroni rossi – o ciò che andava di moda all’epoca. Sappiamo anche che nel 2006, dopo 16 anni di democrazia questo giorno ci cacciavano con i fucili nelle vie di Pest. Hanno comandato ai poliziotti a cavallo di picchiare con le spade i celebranti pacifici. Sappiamo anche che tutto ciò poteva accadere perché avevano il potere governativo quelli che senza scrupoli potevano usare gli organismi statali armati contro il proprio popolo. Ben sappiamo, non dobbiamo averne dubbi che anche oggi farebbero sparare nella folla –nella migliore delle ipotesi con proiettili di gomma- e comanderebbero anche gli organismi statali armati contro di noi. Anche oggi lo farebbero se potessero farlo, non lo fanno solamente perché la maggior parte degli ungheresi alle ultime elezioni li ha messi da parte. Ben sappiamo anche gli ex comunisti hanno dato l’Ungheria e gli ungheresi nelle mani degli speculatori e dell’industria finanziaria internazionale. Sappiamo che erano e saranno sempre pronti a consegnare Ungheria di nuovo agli invasori. Ci ricordiamo bene anche quando eravamo qua nel 1989 tutti entusiasti e pensavamo che fosse sufficiente per la libertà che i sovietici se ne andassero e fossero sufficienti le elezioni. All’epoca non sapevamo che la somma dei diritti di libertà non fosse uguale alla libertà. All’epoca non sapevamo che i personaggi del passato stessero organizzando e si stessero preparando per il salvataggio del loro potere. Come nel 1956 pareva già che ce l’avessimo fatta, che saremmo stati liberi, loro stavano già organizzando il rientro dei sovietici e le ritorsioni. Anche nel periodo del cambiamento del regime si stavano organizzando in silenzio con le forze estranee per passare a queste ultime le risorse ed i valori del paese. Il cappotto trapuntato militare è stato cambiato con la giacca, mentre il tovaris (compagno) si è mutato in Tavares. Quelli che hanno indebitato fino in fondo il paese sono tornati in silenzio ed hanno tolto a noi ungheresi la possibilità di decidere della nostra vita. Non della politica, non dei partiti politici, ma proprio della nostra vita. In che modo costruiamo l’economia, come rendiamo solido il pavimento sotto il piede delle famiglie, come e di che cosa vivremo e che possibilità diamo ai nostri figli.

 Il Senso della Libertà                                                                                              

Gentile pubblico! Il senso della libertà non è solo che i sovietici non sono qua e non siamo i prigionieri del Consiglio di mutua assistenza economica. Il senso della libertà non è solo liberare e riprendere il paese. La libertà non finisce qua, ma inizia qua. Il senso della libertà, come ha anche insegnato Attila József, è che possiamo liberare e liberiamo la nostra vita. Siamo noi a sistemarla, a deciderne in modo autonomo, senza che gli altri dicano qualcosa, sotto la nostra responsabilità. Sappiamo anche che dal 2010 sono capitate cose grandiose in Ungheria, inclusa la collaborazione senza precedenti delle ultime elezioni. Abbiamo preso decisioni senza chiedere permessi o consenso, anzi le abbiamo prese contro il parere del mezzo mondo. In questo modo abbiamo avuto una propria Costituzione che si basa sulle fondamenta della cultura cristiana ungherese ed europea. Così siamo diventati nazione mondiale con la riunione della nazione oltre ai confini, dove tutti gli ungheresi insieme decidono del proprio futuro. Abbiamo deciso di non vivere più come prigioniere del Fondo Monetario Internazionale, dal carico comune devono sopportare di più le banche e le imprese internazionali. Abbiamo deciso di costruire la nostra vita sul lavoro al posto dei sussidi e di tagliare le spese opprimenti delle famiglie. Abbiamo iniziato una politica economica nazionale per industrializzare di nuovo il paese e per tenere definitivamente i terreni ungheresi in mano ungherese. Abbiamo deciso di rendere giovane la capitale della nostra nazione perché possiamo esserne orgogliosi e perché tutto il mondo possa venire ad ammirarla. Abbiamo preso decisoni per l’interesse degli ungheresi nel nome della libertà ungherese. Abbiamo accettato conflitti e dibattiti e li abbiamo vinti uno dopo l’altro. Ci stiamo avvicinando alla reale liberazione, alla nostra libertà quotidiana. Egregi Signore e Signori. Adesso che vediamo la situazione in maniera chiara e adesso che abbiamo detto chiaramente ciò che sappiamo, dobbiamo quindi dire chiaramente ciò che vogliamo. Vogliamo che tutto ciò non possa essere tolto un’altra volta dagli ungheresi. Siamo qua per far vedere che non lasciamo che tolgano un’altra volta le pensioni, lo stipendio e la maternità. Vogliamo che non possano spingere di novo in debiti le nostre famiglie, le nostre città ed il nostro Stato. Vogliamo che non possano rovinare un’altra volta insieme l’Ungheria, che non la consegnino agli speculatori ed ai burocrati.

  Non è sufficiente liberarci dalla stretta degli usurai                                   

Egregi Signore e Signori. Non nascondiamo la testa sotto la sabbia. Vediamo che di nuovo si stanno organizzando, falsificando ed alleando con sconosciuti. Vediamo che di nuovo stanno cospargendo i semi dell’odio, del conflitto e della violenza. Non esistono casi. La marcia della pace non si chiama così per caso. Perché noi tutti vogliamo una vita tranquilla, pacifica e serena. La pace tuttavia non è uguale alla stupidità, al non fare nulla. Perché non esiste e non è mai esistita pace senza la verità. E per la verità bisogna agire. Per questo ha fatto bene la marce della pace a restringere il tentativo di colonizzazione. Vi ringrazio! Gentili cittadini! Infine dobbiamo dire chiaramente cosa faremo adesso. Prima di tutto non staremo senza agire, faremo scoprire tutte le bugie, falsificazione e le centinaia di nuovi trucchi. La lotta sarà seria perché a noi la libertà viene sempre misurata cara. Dovete sapere che non è sufficente governare in maniera corretta, non è sufficente liberarci dalla stretta degli usurai, non è sufficente mettere in ordine l’economia e non è sufficente la lunga lista dei risultati e neanché i sondaggi positivi. Altrove magari sarebbe sufficente, ma noi siamo ungherei e quindi per noi tutto ciò non è  sufficente. Conosciamo bene la nostra razza, vogliamo noi vedere quel governo di cui siamo contenti. Per questo non potete credere che il vostro governo senza di voi e al posto vostro vince la battaglia. Non potete lasciare semplicemente il lavoro al governo o ai partiti. Se vogliamo difendere la nostra costituzione, i nostri posti di lavoro, la nostra pensione, il nostro stipendio e la diminuzione delle spese, cioé se volete diffendere la libertà della vostra vita quotidiana dovete partecipare personalmente nella lotta.

 Possiamo finire ciò che abbiamo iniziato nel 1956                                     

Ognuno di noi deve svolgere il lavoro al proprio posto e nel proprio campo. Organizzatevi, iscrivetevi e aderite. Non abbiamo motivo di avere fretta, ma dobbiamo far partire il nostro macchinario in modo piano e sicuro e dobbiamo distribuire in ordine militare le nostre truppe proprio come l’abbiamo fatto nel 2010. Preparatevi! Ora possiamo finire ciò che abbiamo iniziato nel 1956. Abbiamo bisogno di tutti voi. Dell’insegnante, del medico, del negoziante, dell’operaio, dell’autista, del professore universitario, del macellaio e del fioraio, dei giovani e degli anziani. Avremo bisogno di tutti voi. Ora la cosa principale è iniziare, partire. Che sappiate come anche nel ’56 sapevate: non c’è una via di mezzo. O ci liberiamo o non saremo liberi. La libertà non è destino, ma è questione di scelta e chi non sceglie la libertà con la propria forza, avrà come fine la schiavitù. Viva Ungheria, viva gli ungheres!" (Viktor Orban – Traduzione Andras Kovacs)

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Terza Lettera Aperta di un Cittadino Ungherese al Popolo Italiano

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Lunedì, Ottobre 7th/ 2013  – di Andras Kovacs, Budapest  – Rubrica, "Qui Ungheria" – Qui Ungheria, Nuova Lettera Aperta agli Italiani di Kovacs Andras, Cittadino Ungherese, Iniziativa di Libero Confronto, Viktor Orban, Cittadino Ungherese, Lettera Aperta al popolo italiano, Ungheria, Italia, Roma, Budapest, Fondo Monetario Internazionale, FMI, Prestiti da usura, Manifestazione Nazionale del 23 Ottobre, usurocrazia internazionale, mafia, sinistra, […]

Qui Ungheria – Orban Contro Parassitismo Bancario e Multinazionali

Qui Ungheria – Orban Contro Parassitismo Bancario e Multinazionali

Giovedì, Settembre 12th/ 2013 – Qui Ungheria, di Edina Karossy, Budapest – Siria, Budapest, Banca Centrale Ungherese, Ungheria, Viktor Orban, Signoraggio Bancario, Fondo Monetario Internazionale, controllo delle banche centrali, Edina Karossy, Qui Ungheria, BCE, Multinazionali, Granducato di Lussemburgo, Banche d'azzardo, Dominio Comunista, Epoca del dominio Socialista e lobbismo, Aziende austriache, Strategie del Fondo Monetario Internazionale, György Matolcsy, legge CCVIII/2011, […]

Siria-Ungheria – Sfida al Nuovo Ordine Mondiale

Siria-Ungheria – Sfida al Nuovo Ordine Mondiale

Mercoledì, Settembre 11th/ 2013 – Qui Ungheria, di Edina Karossy, Budapest – Siria, Ungheria, Bashar Al-Assad, Viktor Orban, Nuovo Ordine Mondiale, Monsanto, USA, OGM, Signoraggio Bancario, Rothschild, OGM, Fondo Monetario Internazionale, Rothschild e controllo delle banche centrali, Signoraggio bancario, New World Order, Nuovo Ordine Mondiale, Edina Karossy, Qui Ungheria  Siria-Ungheria – Sfida al Nuovo Ordine I parallelismi […]

Lettera Aperta al Popolo Italiano di un Ungherese – Basta Falsità! E’ in atto un Golpe contro il Nostro Governo

Lettera Aperta al Popolo Italiano di un Ungherese – Basta Falsità! E’ in atto un Golpe contro il Nostro Governo

Venerdì, Maggio 24th/2013 – Lettera Aperta di  Kovács András, Cittadino Ungherese – Europa, Italia, Ungheria, Kovács András, cittadino ungherese, Viktor Orban, Libertà, Riforme Costituzionali, Unione europea, dittatura, Usa, Famiglia, Matrimonio, Cristianesimo, Marcia della Pace, Budapest, Popolo ungherese, Universitari, Emigrazione, Senza tetto, Bugie mediatiche, Nazione Ungherese, Principi Cristiani, Libertà della Nazione  Lettera Aperta al Popolo Italiano di un cittadino ungherese […]

Seconda Lettera Aperta di un Cittadino Ungherese al Popolo Italiano

Seconda Lettera Aperta di un Cittadino Ungherese al Popolo Italiano

Martedì, Luglio 23rd/ 2013 – Nuova Lettera Aperta agli Italiani di Kovacs Andras, Cittadino Ungherese  – – Iniziativa di Libero Confronto – "Pensa e Scrivi" di Qui Europa – Kovacs Andras, Viktor Orban, Cittadino Ungherese, Lettera Aperta al popolo italiano, Ungheria, Italia, Roma, Budapest, Christine Lagarde, Fonfo Monetario Internazionale, FMI, Prestiti da usura,  Bruxelles e il Documento fasullo […]

Terza Lettera Aperta di un Cittadino Ungherese al Popolo Italiano

Terza Lettera Aperta di un Cittadino Ungherese al Popolo Italiano

Lunedì, Ottobre 7th/ 2013  – di Andras Kovacs, Budapest  – Rubrica, "Qui Ungheria" – Qui Ungheria, Nuova Lettera Aperta agli Italiani di Kovacs Andras, Cittadino Ungherese, Iniziativa di Libero Confronto, Viktor Orban, Cittadino Ungherese, Lettera Aperta al popolo italiano, Ungheria, Italia, Roma, Budapest, Fondo Monetario Internazionale, FMI, Prestiti da usura, Manifestazione Nazionale del 23 Ottobre, usurocrazia internazionale, mafia, sinistra, […]

Amici, Difendiamo in Modello Ungherese! – Facciamo come loro…

Amici, Difendiamo in Modello Ungherese! – Facciamo come loro…

Mercoledì, Luglio 31th/ 2013 – di Sergio Basile –  Ungheria, Viktor Orban, Sergio Basile, poteri occulti masso-bancari, Cittadini Ungheresi, Maurizio Zamparini, Mario Monti, Mario Borghezio, Viktor Orban, Italia, Sovranità Monetaria, Dittatura delle banche, controllo dei giornali, Edina Karossy, Giacinto Auriti, Masso-mafia, istruzione, la famiglia, la religione cristiana, la lingua come valori per una nazione. , Unione Europea e la […]

Rubrica – Orban e la Sfida al Nuovo Ordine Mondiale – 1° Capitolo

Rubrica – Orban e la Sfida al Nuovo Ordine Mondiale – 1° Capitolo

Mercoledì, Agosto 14th/ 2013 – Rubrica: Orban e la sfida al Nuovo Ordine Mondiale, di Sergio Basile –  Ungheria, Viktor Orban, Incidente stradale, Sergio Basile, Censura Mediatica, Discorso, Risveglio delle Nazioni, Viktor Orban, Nuovo Ordine Mondiale, Europa, Unione Europea, Russia, Usa, Imperialismo Usa, Prima Guerra Mondiale, Sistema Monetario Europeo, Inizio di una Nuova Era, Seconda Guerra Mondiale, […]

Esclusivo – Il Video dell’Incidente/Attentato al Convoglio di Viktor Orban

Esclusivo – Il Video dell’Incidente/Attentato al Convoglio di Viktor Orban

Martedì, Luglio 30th/ 2013 – di Sergio Basile –  Ungheria, Viktor Orban, Attentato, Incidente stradale, Sergio Basile, Servizio Esclusivo, TG Rumeno, Tv Rumena, Foto e testimonianze, Premier Ungherese Viktor Orban, Foto eslusive, Skoda, strana censura mediatica  Esclusivo – Il Video dell'Incidente/Attentato al convoglio di Viktor Orban, in Romania In esclusiva testimonianze e prime ricostruzioni dell'accaduto Le strane […]

Ungheria Vs Commissione Ue: Secondo Round – Intanto a Budapest va in scena il Congresso Ebraico Mondiale

Ungheria Vs Commissione Ue: Secondo Round – Intanto a Budapest va in scena il Congresso Ebraico Mondiale

Martedì, Maggio 7th/2013 – di Rosario Giglio e Sergio Basile – Europa, Qui Europa, Viktor Orban, Ungheria,  Josè Manuel Barroso, Unione Europea, Costituzione, Corte costituzionale,  presidente commission europea, commissione europea,  Consiglio d'Europa, Trattati Ue,  Rosario Giglio, Budapest, Reding, lettere amministrative, Congresso ebraico mondiale  Ungheria Vs Commissione: Secondo round Commissione Ue avvia seconda procedura di infrazione:  tra i punti […]

Bruxelles – Per i Media europeisti la Difesa della Democrazia in Ungheria fa rima con Dittatura

Bruxelles – Per i Media europeisti la Difesa della Democrazia in Ungheria fa rima con Dittatura

Venerdì, Maggio 3rd/2013 – di Rosario Giglio – Europa, Qui Europa, Viktor Orban, Ungheria,  Josè Manuel Barroso, Unione Europea, partito comunista, Costituzione, Corte costituzionale, Thomas Hammarberg, Thorbjorn Jagland, presidente commission europea, commissione europea,  Consiglio d'Europa, Trattati Ue, Fidesz, Rosario Giglio  Bruxelles – Per i Media europeisti  "Democrazia in Ungheria" fa rima con Dittatura  Campagna mediatica vergognosa contro Viktor […]

Ungheria – Mossa Strategica di Orban contro l’Usura Internazionale

Ungheria – Mossa Strategica di Orban contro l’Usura Internazionale

Venerdì,  Marzo 1st/ 2013  – di Sergio Basile –  Ungheria, Usura internazionale, Victor Orban, Matolcsy, Troika, Mario Draghi, Manuel Barroso, Christine Lagarde, BCE, Parlamento ungherese, Budapest,  Ungheria – Mossa Strategica di Orban contro l'Usura internazionale Il braccio destro del premier ungherese è stato nominato capo della Banca Centrale Magiara Budapest – La notizia è di quelle forti, e […]

Dittatura Europea – Ungheria Sotto Attacco

Dittatura Europea – Ungheria Sotto Attacco

Giovedì, Gennaio 24th/ 2012 – di Paolo Deotto – – Iniziativa di libero Confronto, Pensa e scrivi di Qui Europa – Dittatura Europea – Ungheria Sotto Attacco / Ungheria / Victor Orban / Budapest / Eurocasta / Unione europea / Massoneria / Crimini contro l'umanità / Quarto reich / Eurozona / Angela Merkel /   Manuel Barroso […]

Ungheria – Si alla Vita e Sgambetto all’Aborto

Ungheria – Si alla Vita e Sgambetto all’Aborto

Lunedì, Ottobre 8th/ 2012  –  di Maria Laura Barbuto –  Europa / Unione Europea / Ungheria / Budapest / Aborto /  Diritto alla vita / Famiglia / Concepimento / Vittime / Genocidio / Madri / Figli / Genitori / Costituzione / Uno di Noi / Movimento per la vita / Antonio Socci / Madre Teresa […]

 

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