– di Sergio Basile  –

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Matteo Renzi e il Malconsiglio Europeo 

Caro Renzi, non si può essere profondamente europeisti

e orgogliosamente italiani. Chiaro?

Le parole di Barroso sanno di minaccia al popolo italiano,

come le nuove promesse di privatizzazione di Padoan:

ora nel mirino Poste Italiane, FS e Fincantieri

di Sergio Basile

 Mal-Consiglio Europeo                                                                                           

Bruxelles, Roma – Matteo Renzi, nell'ultimo giorno di questo tiepito inverno, lo scorso 20 Marzo, ha partecipato a Bruxelles al Consiglio europeo, incontrando come noto il Presidente della Commissione Europea, Manuel Barroso, i capi di stato e di governo Ue, il Presidente del Parlamento Europeo, Martin Schultz e – con l'arrivo della primavera, il 21 Marzo – il Presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy partecipando alla cerimonia di firma dell’Accordo di Associazione di libero scambio con l’Ucraina del neo-premier/banchiere Arseniy Yatsenyuk.

 Renzi: "saremo profondamente europei.. e orgogliosamente italiani"  

Dopo l'atteso e propagandato eurovertice con l'élite europea, Renzi è tornato a Roma senza però perdere di vista i tradizionali "compiti" a casa assegnati da Barroso e Van Rompuy, fiscal compact e fittizia idea di un'Europa protesa alla crescita, senza sovranità monetaria, inclusi. Allora giù con nuovi slogan: "saremo profondamente europei essendo orgogliosamente italiani" ha gridato dal pultipo europeista. Al centro del vertice vi è stato il jobs act ed il cosiddetto piano di riforme del governo. La tesi di fondo è stata "Più Pil, meno debito", ma l'incongruenza è palese! Poco importa, dunque, se oltre agli interessi da usura sul debito da corrispondere alle banche internazionali dovremo trovare i soldi (45 miliardi di euro l'anno per 20 anni) per fingere di ripianare un debito inestinguibile. Come dire, finché la barca va…. Il problema, vero,  è che i sindaci italiani tutti dovrebbero cogliere il fatto che il porto di Atene è prossimo all'orizzonte…

 Pil/Debito Pubblico – L'imbroglio è palese                                                       

Il vero slogan da attuare e lanciare in ogni direzione, specie nei consigli comunali, dovrebbe essere un altro: meno debito (illegittimo) e meno aziende indotte al fallimento, e di conseguenza più Pil. Ma dal canto suo Renzi a Bruxelles ha recitato ancora una volta la sua particina incolore come da copione, auspicando giusto per addolcire quanti persino nella sua coalizione di partito iniziano a non poterne più… che necessiterebbe un'Europa più equa… Ma tradotto dal politichese, questo, come sempre, non vuol dir nulla… Non è questione di più o meno Europa, più o meno "equità europeista", ma evidentemente è il momento di dire chiaramente – ma questo chi ha messo lì Matteo Renzi non lo concederà mai – di dire che l'Ue è una gabbia usurocratica di matti cui creazione è stata pretesa nel dopoguerra per assoggettare e condurre all'obbedienza forzata oltre 500 milioni di anime. Vedi qui Il Piano Kalergi – Quello che Nessuno ti ha mai detto sull’Europa – Prima Parte e qui La Terzomondializzazione dell’Europa e l’Eurocasta .

 I capisaldi della gabbia                                                                                             

Una gabbia votata all'annientamento programmato delle nazioni mediante l'adozione graduale – nel tempo – di destabilizzanti e feroci iper-immigrazioni di massa ma anche di strumenti recessivi ad hoc che partono dal dopoguerra: 1) creazione della CECA e commissariamento delle politiche eneretiche legate all'uso del carbone e dell'acciaio in Europa; 2) liberalizzazione di tutti i settori economici (Trattati di Roma e Schengen) e strapotere delle multinazionali; 3) Commissariamento reale dell'economia e delle finanze tramite l'introduzione del Patto di Satabilità del 3% del 1997 che obbliga lo stato a tagliare, privatizzare e non finanziare l'economia, pur esigendo tasse da record del mondo… 4) perdita della sovranità montaria: dapprima attraverso la privatizzazione della Banca d'Italia (con il decreto Carli-Amato del 1990) e poi attraverso l'adozione dell'euro; 5) creazione della BCE e accettazione del mennanismo della moneta emessa a debito e del finanziamento delle nazioni attraverso le banche private che acquistano i titoli di stato in maniera spropositata e in regime usurocratico e speculativo (follia legittimata dall'art. 123 del Trattato di Lisbona); 6) adezione a MES, Fiscal Compact, Target 2, Two Pack, strapotere delle agenzie di rating, suicidio da spread e così via. Detto in soldoni, iper-indebitamento indotto del Paese proteso ad imporre a tutti – in nome di una crescita che a queste condizioni non arriverà mai, e nel nome dell'estinzione di un debito pubblico illegale ed inestinguibile – la ricetta dei privatizzatori e dei razziatori dell'economia italiana.

 Le parole di Barroso? Una minaccia agli Italiani                                            

Alla luce di questa premessa le parole di Barroso – che più che di risposta all'amico Matteo Renzi sanno di minaccia agli Italiani tutti –  "se c'è un paese che vuole cambiare le regole della governance economica può proporlo e vedere se passa ma credo che non sia questo il cammino", assumono un valore simbolico e tutto particolare. Ma Renzi, come dimostrato anche con la Merkel (vedi qui – Britannia & Co – Quel che Renzi avrebbe dovuto ricordare alla Merkel ) e come "ovvio" non ha la minima intenzione di mettere in discussione i vincoli Ue e contraddire l'élite europeista, anzi! Neanche la denuncia ed il rigetto contestuale del Patto di Stabilità sembra impensierire e passare per l'anticamera del cervello del premier… Un patto di stupidità che come detto – vedi qui Come l’Europa dal 97 chiede il suicidio dell’economia italiana – impedisce ai comuni di spendere i propri soldi, pur sapendo che ciò rappresenta il venir meno del presupposto oggettivo della tassazione e un qualcosa di irrazionale ed irrispettabile, dal momento che mentre il numeratore (debito) cresce all'infinito, il denominatore (Pil) si riduce in maniera indotta e fittizia a colpi di fallimenti aziendali, delocalizzazioni e licenziamenti. Pertanto non è tanto una questione di euro o ritorno alla lira, ma la verità è un'altra: per crescere e rinascere davvero l'Italia avrebbe bisogno di due cose: 1) tornare ad emettere (a credito e non a debito) la propria moneta a prescindere da come essa si chiami, riprendendo la vecchia ricetta di Aldo Moro; 2) uscire dall'Unione europea e non auspicarne un atupistico ed irrealizzabile "miglioramento", riprendendosi la propria dignità di nazione e le proprie sovranità: finanziaria, agricola, economica, fiscale, ecc…

 La Novità – Tagli e Privatizzazioni per Rilanciare la fiducia                        

Ma per Renzi, malgrado ciò, oggi saremmo in "stato di ripresa"… "Sfruttando una ripresa modesta ma in atto – ha infatti dichiarato, riprendendo per filo e per segno le parole di Mario Draghi al consiglio Ue – l'obiettivo è rilanciare la "fiducia" essenziale, per rimettere in moto lo sviluppo. Si parte dagli 80 euro in busta paga a un milione di lavoratori, che – secondo il cosiddetto "premier italiano" – non entreranno in una tasca per uscire dall'altra". Ma come al solito le menzogne sono dietro l'angolo e la schizzofrenia politica è ormai l'unica vera certezza nell'ex BelPaese.

 Tagli a pensioni e forze armate… un buon punto di partenza                   

Sul piatto infatti spuntano anche i tagli alle pensioni (vedi Grecia e poi muori…) considerati come  "un buon punto di partenza" e nuovi assurdi ed irrazionali tagli negli altri settori economici. Anche per questo ennesimo crimine di stato benedetto dall'Ue c'è però uno slogan renziano pronto: "bisogna tagliare di più – ha ribadito – finchè non ci tagliano loro". Anche polizia e carabinieri sono avvisati! Ed anche le forze dell'ordine che, non si sa perchè, non credono ancora – o fingono di non credere – alla realtà eurogendfor –  la polizia speciale Ue con poteri praticamente illimitati, alle dipendenze della stessa Nato e con sede a Vicenza – ed al progressivo smembramento delle forze dell'ordine nazionali sancito con il Trattato di Velsen del 2007 in vista della creazione di un impero unico europeo, gli Stati Uniti d'Europa: vedi qui http://files.meetup.com/699381/trattato_velsen.pdf  (testo integrale del trattato di Velsen) e qui Visegrad, l’ultima Follia Ue: l’Esercito Comune contro i Disperati .

 Vogliono privatizzare Poste italiane, Fincantieri e FS                                  

Avanti allora – alla faccia del popolo, della verità e della giustizia – con le privatizzazioni, dettate dall'Europa e dall'agenda del mondialista Padoan, di Poste Italiane, Fincantieri (controllata da Fintecna e quindi al 100 per cento di Cassa depositi e prestiti) e Ferrovie dello Stato. L’annuncio è venuto nelle scorse ore, proprio per bocca del ministro dell’Economia. L’obiettivo – almeno secondo giornalisti come Paolo Festuccia su La Stampa – sarebbe duplice: 1) rendere più efficienti le società privatizzate; 2) portare nelle casse dello Stato dagli 8 ai 10 miliardi di euro in due anni. "La privatizzazione di Poste e Enav – come nota lo stesso Festuccia – era già cominciata con il governo Letta". Anche in quel caso ovviamente la balla più diffusa era la stessa: "crescere e recuperare competitività, creare buona occupazione, senza mettere a rischio i (celeberrimi) conti pubblici”, cioè il patto di stupidità ed i parametri della vergogna di Maastricht. «E’ una riforma complessa che permette di semplificare, crea lavoro e più occupazione giovanile, è un elemento di crescita e di inclusione sociale”.  Questa – sempre per restare in tema di schizofrenia europeista – l'incredibile uscita di Padoan delle ultime ore… L'unica nota positiva del fine settimana è venuta da Teramo, dove  – vedi qui Signoraggio – Candidati a Sindaco iniziano a parlare – il candidato sindaco Gianluca Pomante, appartenente ad una lista civica e sganciato da qualsivoglia carrozzone politico europeista, ha dimostrato di aver compreso a pieno il vero probema che impedisce alla colonia euro-tedesca, cinese ed anglo-americana chiamata Italia di fare l'italia (la regina d'Europa): la truffa del debito pubblico indotto e del signoraggio bancario elevato all'ennesima potenza. Sarebbe interessante iniziare a porre la questione in tutti i consigli comunali d'Italia. E farlo immediatamente!