Roma – di Antonio Bassi, iniziativa di Libero Confronto –  In seguito alla recente diffusione da parte della OMS (Organizzazione Nondiale della Sanità) di un vademecum sulla riforma dell'educazione sessuale nelle scuole di tutta Europa (senza distinzioni, e su esempio del modello culturale unico propagandato dai mondialisti) in cui si leggono abominevoli proposte di educazione sulla "masturbazione infantile precoce" per bimbi di quattro anni, iniziamo ora a vederne i primi effetti. In particolare un capoverso del documento recita: "gli educatori dovranno trasmettere informazioni su masturbazione infantile precoce e scoperta del corpo e dei genitali, mettendoli in grado di esprimere i propri bisogni e desideri…". La diffusione della teoria del genere (gender), inoltre, non supportata da alcun elemento scientifico, e la propaganda "pro-sessualità diversa" è un evidente attacco all'identità della famiglia tradizionale e naturale, incentrata sull'unione uomo-donna, nonché un tentativo molto forte di "desessualizzare" l'uomo per imporre un modello nuovo, in cui l'identità dell'individuo va a farsi friggere.

 Una scelta di camp0                                                                                                  

La Chiesa dovrebbe prendere una posizione chiara e decisa su questa questione, soprattutto sul vademecum della OMS, ma non lo sta facendo in maniera convincente. Il Papa sta cercando di "aggirare l'ostacolo" attraverso l'uso di frasi poco chiare e ampiamente interpretabili. Non si tratta di discriminare chi sceglie liberamente di condividere se stesso – la sua vita – con una persona dello stesso sesso. Quando il Papa parla di "giudizio",  non convince – almeno per quanto concerne il sottoscritto – in quanto qui non si tratta di giudicare alcuno, ma di posizionarsi chiaramente in un campo di gioco delineato da confini ben precisi. Il Papa certamente non può giudicare nessuno (a giudicare ci penserà Dio) ma deve – è un suo preciso dovere farlo – rivelare la Parola all'uomo e guidarlo nel cammino verso Dio. Se il Papa ritiene che l'omosessualità non sia contemplata da Dio, egli non deve giudicare ma mostrare il giusto cammino e i suoi legittimi "perché".

 Maggior chiarezza in un tempo di caos assoluto e relativismo cieco       

A modesto avviso del sottoscritto, non basta parlare di "ricerca del Signore" e di "buona volontà", queste frasi sono troppo vaghe e interpretabili, proprio grazie all'enorme relativismo culturale e spirituale in cui viviamo e che Papa Benedetto XVI stava cercando di combattere, con encicliche come la "Dominus Iesus". Dire "chi sono io per giudicarlo" è un'ovvietà, in quanto non si deve parlare di giudizio ma di Rivelazione. Non mi aspetto che chi non crede capisca queste parole ma mi aspetto che il Papa indichi chiaramente qual è la giusta strada da seguire e lo faccia in modo inconfutabile, in quanto egli è il Vicario del Cristo e Cristo parlava molto chiaramente, se pur in parabole.

 Quanto avvenuto al "Giulio Cesare" deve svegliare le coscienze              

In merito a quanto accaduto presso il liceo "Giulio Cesare" di Roma, c'è da dire che hi sceglie l'omosessualità è libero di farlo, ma la scuola è e dovrebbe essere un luogo neutro, dove gli insegnanti devono preoccuparsi dell'apprendimento da parte degli studenti di nozioni storiche, letterarie, scientifiche, musicali (ecc..) e non certamente di sostituirsi ai genitori nell'educazione afferente a competenze tipicamente familiari, come deve essere per la sfera sessuale e religiosa. Ricordiamo – ad esempio – che nell'ora di religione, chi non crede o appartiene ad altre confessioni religiose, può fare obiezione di coscienza e uscire dalla classe dedicandosi al altre attività. ciò deve valere a maggior ragione su temi ambugui e non generalmente ed universalmente accettati come la sessualità tra omosessuali, a maggior ragione se sfocia nella pura pornografia, come avvenuto nei giorni scorsi nell'istituto romano.

 La scuola non può sostituirsi ai genitori                                                            

 I genitori, dice la legge, sono i diretti responsabili dell'educazione dei propri figli, quindi stiamo bene attenti a non confondere i ruoli. Non bisogna confondere "educazione" con "apprendimento di nozioni". La scuola dia la conoscenza, i genitori educhino. Consiglio a tutti i genitori (me compreso): se non condividete le scelte educative della scuola dei vostri figli e dei suoi insegnanti, cambiate scuola e cambiate insegnanti, invece di iniziare diatribe culturali e ideologiche che sicuramente perderete. Lasciate i gay liberi di esserlo, ma educate i vostri figli in modo assolutamente consono a quelli che sono i vostri princìpi, in quanto la Costituzione Italiana e il diritto internazionale difendono la potestà genitoriale.

 Vogliono cambiare la potestà genitoriale in responsabilità genitoriale   

Ciò, anche se attualmente la politica si sta sforzando di cambiare la "potestà genitoriale" in "responsabilità genitoriale", il che è ben diverso (fate una ricerca se non volete credere alle mie parole). Stanno cecando di togliere ai genitori il diritto legale all'educazione dei propri figli e attribuirlo alla scuola, debitamente indottrinata e controllata da "istituzioni apposite". Infatti, il vademecum della OMS cerca di propagandare l'idea che i genitori, non essendo educatori specializzati, non dovrebbero poter educare i loro figli: l'educazione, specialmente in merito a certi temi, dovrebbe essere affidata ai "professionisti". Attenzione! Se scoprite che gli insegnanti, lontano dai vostri occhi e dalle vostre orecchie, adottano un metodo che cozza con i vostri princìpi culturali, morali e spirituali, portate via i vostri figli e cercate loro un'altra scuola più consona al vostro modo di vedere.

Antonio Bassi

Iniziativa di Libero confronto, "Pensa e Scrivi, di "Qui europa"

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