Martedì, Luglio 29th/ 2014
– di Gianluca Marletta, Sergio Basile e Redazione Qui Europa –
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Il Dio dell'ebraismo moderno non è il Dio dei Cristiani
L'attesa messianica e il messianismo terreno ed illuminato
di Shabbatai Zevi, Jacob Frank e Karl Marx
La costruzione del Terzo Tempio d'Israele: il significato per gli ebrei
sionisti e il significato ( opposto ) per i cristiani
Approfondimenti
– Sionismo, fascismo, comunismo e trasversalismo politico
– Il sionismo e l'arma economico-finanziaria per il
dominio mondiale
– Nascita e ruolo del comunismo
– L'ora della vittoria finale
di Gianluca Marletta, Sergio Basile e Redazione Qui Europa
Chi è il dio dell'ebraismo moderno e del messianesimo terreno?
Tel Aviv, Gerusalemme, Parigi, Mosca – I fatti di Gaza, ci spingono a porci delle domande fondamentali, al fine di evitare di cadere nell'equivoco secondo il quale i Cristiani (alla luce di quanto riporta la Bibbia, in merito alla storia del popolo eletto) dovrebbero "tifare" per Israele. Come vedremo, nulla di più falso e mistificato! Infatti a ben vedere il popolo eletto di cui parla la Bibbia è un popolo che – per i Cristiani – segue un messianesimo trascendentale e non terreno. La terra promessa in Cristo diventa la conquista del Paradiso e non l'occupazione di un territorio, magari con morti e violenze varie. Per comprendere meglio quanto asserito, vi presentiamo una sottile e completa analisi sul fenomeno (incentrata attorno ad uno studio dello scrittore Gianluca Marletta) che cerca di far chiarezza su una confusa e spesso contorta diatriba che va avanti da secoli. Questione che ci riguarda più da vicino di quanto possiamo pensare…
Chi è il Dio dei sionisti?
Poniamo allora i seguenti interrogativi: in quale Dio credono gli ebrei sionisti e gli ebrei modernisti oggi? Chi è il Dio del Taldud? Come si é evoluto il messianismo ebraico dopo la nascita del Cristianesimo e la distruzione del Tempio di Gerusalemme? Il presente intervento (tratto da Giancluca Marletta, "Apocalissi. la fine dei tempi nelle religioni", Ed. sugarco, pp. 39-47 ) ne riscostruisce alcune tappe: dallo “scisma” di Shabbatai Zevi del 1666, alla nascita di forme di "messianismo laico" come il marxismo e il sionismo, fino all’identificazione del messia stesso con la “collettività del popolo ebraico”. Un contributo per comprendere meglio la modernità (e anche la più recente attualità).
Lo spartiacque della storia ebraica – L'attesa messianica
“Lo spartiacque della storia ebraica – e, quindi, anche delle idee messianiche e apocalittiche – è il periodo a cavallo tra il I sec. a.C. e il I d.C.: un’epoca di avvenimenti e sconvolgimenti che avranno conseguenze infinite sul destino di Israele e di tutto il mondo antico. Attorno a quest’epoca, infatti, l’attesa messianica é particolarmente forte e il popolo d’Israele, nel suo complesso, é generalmente convinto che proprio questa sia l’era destinata ad accogliere l’atteso Messia. Di questa attesa sono testimonianza fonti antiche sia ebraiche che latine[1], che ci rivelano come, al fondo di questo sussulto di speranza, ci sia stata l’interpretazione di alcune profezie bibliche [2]. Quest’attesa, d’altronde, non è presente solo presso Israele ma diviene una caratteristica comune della cultura mediterranea a cavallo dell’era volgare [3].
Dal grande rifiuto (di Gesù Cristo) alla distruzione del Tempio
Gli avvenimenti che coincisero con questo periodo di fervore sono noti. Da una parte, infatti, si assiste alla nascita, nel seno stesso dell’Ebraismo, di un messianismo – quello incentrato sulla figura di Gesù di Nazareth – rifiutato dalle autorità giudaiche ma destinato alla lunga ad affascinare e conquistare i popoli non Ebrei (d'altronde – aggiungiamo – il messaggio della Bibbia è destinato all'intera umanità, pur partendo dal popolo d'israele) ; dall’altro, nel 70 d.C., in seguito alla rivolta degli estremisti Zeloti, si assiste alla distruzione del Tempio di Gerusalemme, con la conseguente dispersione degli Ebrei in tutto il mondo allora conosciuto – l’Esilio.
Rav, la Rielaborazione della fede e la nascita dell'ebraismo moderno
La delusione per le mancate attese messianiche e la distruzione di Gerusalemme e delle strutture della società giudaica, portano così ad una vera e propria “rielaborazione” della fede e delle attese che porterà alla nascita dell’Ebraismo odierno. La delusione per il mancato avvento messianico viene elaborata, innanzitutto, come punizione per i peccati e le incredulità di Israele. Così Rav, un saggio del III sec., può affermare che «tutte le date (calcolate per la venuta del Messia) sono già trascorse. L’evento non dipende più che dal pentimento e dalle buone azioni»[4]. Al tempo stesso, la condizione di dispersione del popolo ebraico, lontano dalla sua patria, porta all’elaborazione di una vera e propria “teologia dell’esilio”, dove sempre più forti si fanno le aspirazioni e le attese di redenzione anche in termini apocalittici. La condizione di Esilio degli Ebrei viene letta, da questo punto di vista, come una metafora dell’Esilio dell’umanità lontana da Dio: un Esilio che solo la venuta del Messia e l’avvento del nuovo mondo potranno spezzare. Al tempo stesso, le sofferenze degli Ebrei in esilio vengono lette alla luce delle “tribolazioni dei tempi ultimi”: esse sono le “doglie del Messia”, gli inevitabili travagli prima della redenzione. Così, lo Zòhar Chadash, afferma che «quando il sole della redenzione brillerà, un guaio seguirà l’altro e l’oscurità sarà sempre più intensa»[5].
Gli ultimi tempi secondo il Talmùd
Proprio alla luce di questa “teologia dell’Esilio”, in cui è particolarmente accentuata l’idea della lontananza dell’uomo dalla Divinità, la riflessione rabbinica, riprendendo una visione già presente nelle Scritture, insiste molto sulle caratteristiche sinistre e inquietanti che assumeranno i tempi ultimi: «La faccia della generazione (ultima) sarà come la faccia di un cane»[6], afferma il Talmùd, intendo così che la condizione dell’uomo sarà simile a quella delle bestie; «Prima dell’arrivo del Messia, l’arroganza si moltiplicherà (…). I Saggi saranno umiliati e coloro che temono di sbagliare saranno disprezzati. La verità sarà proscritta, i ragazzi oltraggeranno i vecchi, gli adulti si alzeranno davanti ai più giovani»[7].
La descrizione di un mondo alla rovescia – L'inversione di ogni valore
Quello che la tradizione rabbinica descrive, dunque, è un vero e proprio “mondo alla rovescia” – gli adulti si alzeranno davanti ai più giovani – dove ogni valore spirituale e umano viene invertito e disprezzato – i Saggi saranno umiliati; ed è alla luce di tale concezione che due maestri rabbinici hanno potuto dire, in riferimento all’epoca precedente alla venuta del Messia, «che egli venga, ma che io possa non vederlo»[8]. Il Messia, in quest’ottica, sarà colui che metterà fine alla situazione di Esilio, instaurando un Regno universale dove avrà stabile dimora la giustizia e dove anche l’esilio materiale degli Ebrei avrà termine: nella riflessione rabbinica, infatti, il Messia sarà anche colui che radunerà le tribù d’Israele nella terra promessa e ricostruirà il Tempio di Gerusalemme (da notare come in questo momento in Israele si stia lavorando alla costruzione del Terzo Tempio – vedi qui Gerusalemme: tutto pronto per la ricostruzione del tempio!).
Terzo Tempio: dell'Anticristo secondo alcune profezie cristiane
"a cosa porterà questo Terzo Tempio? difficilmente la pace. Secondo alcune le profezie cristiane sarebbe addirittura il tempio dove l’Anticristo siederà alla fine dei tempi, proclamandosi Dio in terra. Secondo quelle ebraiche, come detto, quello della venuta del messia tanto atteso. Gli interrogativi sono molti, così come le preoccupazioni..")
N.B.:
Il Primo Tempio di Gerusalemme (detto anche “di Salomone“) era la struttura principale di culto dell’antico Israele attorno al 950 avanti Cristo. Costruito dallo stesso Re Salomone, che aveva seguito l’ordine divino dato a Davide, divenne ben presto il simbolo stesso dell’identità e della religione ebraica, attirando visitatori da tutto il mondo allora conosciuto. Al tempo, nel Sancta Sactorum, v’era custodita la tanto famigerata Arca dell’Alleanza, simbolo del patto tra il popolo e Dio, assieme al miracoloso bastone di Aronne. Nel 586 a.C. il Tempio venne distrutto dall’incursione babilonese da parte del re Nabucodonosor II, il quale lo depredò e trasferì le ricchezze a Babilonia (tranne l’Arca dell’Alleanza che fu nascosta in una caverna dagli ebrei, per poi non esser più ritrovata). Passato il periodo di cattività babilonese, gli israeliti ritornati in patria si prodigarono nel ricorstruirlo nella maniera più possibile fedele, aiutati da regnanti benevoli: il tutto attorno al 536 avanti Cristo. Nacque così il Secondo Tempio: sicuramente meno curato e pregiato del primo, eppure non meno importante. Nel 19 a.C. Erode fece costruire un ampliamento noto come Tempio d’Erode (una specie d’eresia per i fondamentalisti dell’epoca) creando non poco malcontento e malumori, difatti la regione era nota ai romani per esser molto tumultuosa ed inquieta. Le rivolte contro la dominazione romana si fecero progressivamente più intense e frequenti sino a quando, nel 70 d.C., il Secondo Tempio fu distrutto per volere dell’imperatore Tito (oggi rimane il muro occidentale, detto “Muro del pianto“).
Terzo Tempio – Valore esattamente opposto all'escatologia cristiana
Sulla questione della ricostruzione del Tempio – che, come vedremo, riveste una certa importanza, anche se di valore del tutto opposto, nell’escatologia cristiana – le fonti sono tuttavia discordanti. Secondo alcuni, infatti, (A) il Tempio verrà ricostruito dagli Ebrei stessi [9] su ordine del Messia (quale messia??); (B) secondo altri – che leggono l’immagine del Tempio in un’ottica più spirituale [10]– il terzo e definitivo Tempio sarà invece un dono di Dio, non eretto da mano umana. La tradizione ebraica “ortodossa”, tuttavia, pur a fronte della diversità delle interpretazioni, è generalmente concorde su un punto: l’avvento della Redenzione non può essere “accelerata” attraverso “atti di forza” da parte dell’uomo: essa avverrà per opera di Dio nel momento da lui deciso.
una piccola parte dell'ebraismo condanna lo Stato d'Israele
Per questo motivo, ad esempio, una parte dell’Ebraismo (sia pur limitata ed irrisoria) più legato alla tradizione ha condannato la stessa creazione del moderno Stato d’Israele [11], visto come un prepotente tentativo umano di attribuirsi un qualcosa che spetterebbe solo a Dio e al suo Messia – ovvero il ritorno delle tribù d’Israele alla terra promessa. Questa visione ortodossa del messianismo non è, tuttavia, l’unica ad aver asilo nel multiforme panorama della cultura ebraica. Accanto a questo messianismo tradizionale, incentrato sull’attesa della redenzione da parte di Dio e sulla visione individuale e personale del Messia, ne esistono altri.
L'avvento del Messia: quale Messia?
Secondo una certa interpretazione – molto diffusa nell’Ebraismo contemporaneo – la figura del Messia, ad esempio, sarebbe identificabile con la “collettività” del popolo ebraico, partecipe della redenzione divina nel mondo. Le sofferenze del Messia annunciate da Isaia, dunque, non sarebbero altro che le sofferenze del popolo in esilio che contribuirebbero alla redenzione dell’umanità (e quindi non quelle patite da Gesù).
Messianesimo terreno
Esiste inoltre un vero e proprio messianismo secolarizzato, dove l’ideale della redenzione ha assunto connotazioni del tutto terrene, identificando l’era del Messia con il culmine del progresso umano e la redenzione come il trionfo della razionalità e della giusta convivenza tra gli uomini in questo mondo. Ed è questo un tipo di messianismo che ha conosciuto una straordinaria –benché spesso misconosciuta- importanza negli eventi storici degli ultimi secoli.
La Terra Promessa – Un paradiso non nei cieli, ma terreno
Un paradiso sulla terra dunque! Quella che potremo definire L'evoluzione e la deriva del messianismo ebraico in età moderna. Nessuno storico, forse, riuscirà mai a definire fino a che punto gli elementi di un certo “misticismo” abbiano contribuito paradossalmente alla formazione del laico mondo moderno. Tutti i più recenti studi [12], in effetti, sono concordi nel descrivere la nascita e lo sviluppo della modernità – specie a partire dal cosiddetto Secolo dei Lumi – come un processo molto più complesso e articolato di quanto si sarebbe indotti a credere: un processo dove, accanto alle istanze “laiche” e “progressiste” incarnate dalle lotte sociali, si muovono forze e poteri mossi da suggestioni para-mistiche e para-religiose d’ogni tipo.
Il messinesimo delle logge – Il messianesimo illuminato del Talmùd
Così, persino nella genesi dei movimenti politici e sociali apparentemente più distanti da qualsivoglia visione religiosa o spirituale, possono riconoscersi contatti e influssi esercitati da un pululare di società segrete, conventicole e logge, dove suggestioni occulte ed esotericheggianti si mescolano, in maniera a volte inestricabile, ad istanze politiche di rivoluzione e rinnovamento sociale.
Messianesimo cabalistico ed esoterico
In questa prospettiva, un ruolo particolarmente importante è quello ricoperto dalla galassia di certi movimenti messianici e apocalittici di derivazione ebraica, i quali, spesso in aperto contrasto con “l’ortodossia” rabbinica, riprongono in chiave militante la speranza dei loro padri in un mondo a venire, portando alle estreme conseguenze quell’atteggiamento intra-mondano da sempre presente nell’aspettativa ebraica riguardante la fine dei tempi. Questo atteggiamento esplode agli albori della modernità, come risposta alle delusioni messianiche e alla violenza delle persecuzioni subite dalle comunità della Diaspora soprattutto in Spagna e nell’est europeo, nutrendosi di suggestioni cabalistiche ed esoteriche non di rado sconfinanti in aperta eresia.
Mille e 666 – il Messianesimo di Shabbatai Zevi
E’ all’anno 1666 che risale il primo grande sommovimento messianico della modernità ebraica, che avrà conseguenze catastrofiche sulle comunità sparse fra Europa e Medio Oriente ed eserciterà un certo influsso anche al di fuori dell’Ebraismo: stiamo parlando del movimento nato dalla predicazione dell’ebreo ottomano Shabbatai Zevi [13], autoproclamatosi Messia di Israele di fronte alle comunità giudaiche del mediterraneo orientale. Questo movimento, che assumerà forme incredibilmente aberranti rispetto all’ortodossia rabbinica, sembra in effetti operare un vero e proprio rovesciamento del messianismo tradizionale.
Il rovesciamento del messianesimo tradizionale in chiave blasfema
Shabbatai Zevi, infatti, predica che l’arrivo dell’era messianica – da lui inaugurata – comportando il superamento della vecchia Legge religiosa, instaura un’epoca di libertà assoluta, dove compiere atti arbitrari o addirittura blasfemi diverrà paradossalmente lo strumento per accelerare la redenzione del mondo. Questo atteggiamento giunge al parossismo quando l’autoproclamato Messia finirà per apostatare dalla fede ebraica convertendosi all’Islam – sotto la minaccia di morte del Sultano turco – e questa apostasia sarà considerata, da parte di molti suoi seguaci, non come un tradimento, ma come una paradossale “discesa nelle tenebre” da parte del sedicente Messia in vista di una redenzione universale. Secondo l’interpretazione dei suoi fedeli – che si “convertirono” anch’essi all’Islam, pur praticando in segreto i riti e le credenze della loro setta – l’apparente tradimento era stato, infatti, l’unico modo attraverso il quale il Messia poteva “penetrare la fortezza del male” per distruggerla dall’interno.
Il "Messia" Jacob Frank – la "reincarnazione" di Shabbatai Zavi
Questa stessa visione, fu ripresa alcuni decenni dopo da un altro sedicente Messia, l’ebreo polacco Jacob Frank, che nel 1753 si proclama reincarnazione di Shabbatai Zevi e che porterà alle estreme conseguenze il rifiuto della Legge sacra e il libertinismo morale del suo predecessore, arrivando a predicare il raggiungimento di uno stato mistico di liberazione attraverso una gnosi che esalta ogni peccato immaginabile e in primo luogo l’incesto: «non sono venuto per elevare» affernerà il presunto Messia «ma per distruggere e abbassare ogni cosa finché sia inghiottita nell’abisso (…). Non c’è ascesa senza prima discesa. Io sono stato scelto perché sono l’oscurità da cui sprizzerà la luce»[14].
Mistero Marx – Quello che le Università Occultano
Nota (tratto da Qui Europa del 5 giugno 2014) – N.B.:
Parallelismo tra Jacob Frank e Karl Marx
Questa dichiarazione di Jacob Frank trova inquietanti parallelismi con alcune opere maledette e con l'operetta satanica dell'ebreo Karl Marx, Oulanem (vedi qui – da "Qui Europa" del 5 giugno 2014 – Mistero Marx – Quello che le Università Occultano): «Desidero vendicarmi contro quell'Uno che regna lassù!» (Karl Marx, Des Werzweiflenden Gebet – « Invocazione di un disperato », P. 30.). Questo fu il grido di rabbia che rappresentò la definitiva e repentira rottura col Dio dei Cristiani. Non ateismo o materialismo, dunque, ma una profonda fede nell'esistenza del Divino: ma una fede capovolta ed orientata al male assoluto, all'odio sconfinato per Dio Creatore. "Su in alto costruirò il mio trono, Fredda e tremenda sarà la sua vetta (…) Afferrato da forza di morte cieca e tremante, Possa la buona sorte scavargli la tomba". Questi altri significativi passaggi del "disperato" nuovo Karl Marx. La missione del filosofo-economista divenne – inequivocabilmente – quella di sovvertire il mondo creato da Dio, mediante la falce della filosofia e le nuove teorie economiche scimmiottate in varie salse rivoluzionarie al proletariato. E' quanto emerge ancor più nettamente nel poema «Deutsche Tagespost»: "Potrò allora marciare in trionfo, come un dio, fra le rovine del loro regno. Ogni mia parola è fuoco e azione. Il mio petto è uguale a quello del Creatore". Lo scrittore e studioso di Marx, Richard Wurmrand, intravede in questi versi – per sua stessa ammissione – l'orgogliosa vanteria di Lucifero nel Libro del profeta Isaia: «Io salirò in cielo, eleverò il mio trono al disopra delle stelle di Dio» (Isaia 14,13). La chiave di lettura di tutto, secondo Wurmrand risiede in uno scritto minore e maledetto di Marx, titolato "Oulanem": inversione – nota l'autore – tipica del satanismo e delle messe neredel nome biblico Gesù, che in ebraico significa: «Dio con noi».
Satanismo pratico e filosofico in Marx
Per capire il senso del dramma Oulanem – spiega Wurmrand – "è necessario cogliere la rivelazione che lo stesso Marx fa nel poema Il giocatore" (Pag. 57-58), segno chiaro della sua affiliazione ad unasetta satanico-luciferina: "Sorgono i vapori infernali e mi riempiono il cervello – si legge – Sin che impazzisco e mi si cambia il cuore. Vedi tu questa spada? Me l'ha venduta il prìncipe delle tenebre. Per me batte l'ore e dà i segni. Sempre più audacemente suono la danza della morte". Il riferimento è alla "spada incantata”, strumento rituale che viene offerto all'adepto nel momento del giuramento di fedeltà a Satana, fatto con il suo sangue. La spada diviene immagine speculare della perdita dell'anima. Della dannazione eterna. "Ho però nelle mie giovani braccia, – scrive Marx in un altro emblematico passaggio dell'opera – Di che stringervi e schiacciarvi (l'umanità personificata) Con la forza d'una tempesta, Mentre per entrambi l'abisso si disserra nel buio. Sprofonderai, ed io ti seguirò ridendo, Sussurrandoti all'orecchio, «Discendi,Vieni con me, amico!» (Karl Marx, Oulanem, Atto 1, scena 2, Pag. 63).
La Missione di Frank – Distruzione degli stati cristiani e della Chiesa
A differenza di Shabbatai Zevi, tuttavia, Jacob Frank caratterizza la sua setta in senso eminentemente politico e militante: egli predica e pratica in prima persona una falsa conversione al Cattolicesimo –così come Zevi si era “dissimulato” islamico – con l’idea di penetrare e distruggere dall’interno il mondo del male rappresentato dagli stati cristiani d’Europa e dalla Chiesa cattolica: «dobbiamo dunque accettare pro forma la fede nazarena si da apparire tanto cristiani quanto i cristiani stessi»[15].
Lucifero e il Piano di Alice Bailey per un Nuovo Ordine Mondiale
Necessità di una Rivoluzione mondiale imminente – Un Nuovo Ordine
Al tempo stesso, il presunto Messia proclama la necessità di una “rivoluzione mondiale imminente” che avrebbe distrutto l’ordine stabilito, per aprire le porte al nuovo mondo messianico, arrivando a disegnare le nuove divise rosse – il colore della vendetta – del futuro esercito rivoluzionario.
L'humus della rivoluzione Francese e della Rivoluzione comunista
Questo tipo di messianismo esaltato ed eterodosso potrebbe sembrare solo un fenomeno marginale, ma ha invece rappresentatato, al pari di altri fenomeni analoghi presenti al di fuori dell’Ebraismo, quell’indispensabile humus spirituale sul quale fioriranno gran parte degli eventi rivoluzionari a cavallo tra ‘700 e ‘800, in primis la stessa Rivoluzione Francese [16]. Ed è un dato di fatto, d’altronde, come questo stesso spirito messianico, ormai del tutto secolarizzato, sia almeno in parte all’origine di quell’humus dal quale germoglieranno alcune fra le più fortunate ideologie moderne.
Karl Marx e la secolarizzazione del messianesimo illuminato
Così, ad esempio, non sono pochi quegli studiosi che hanno visto nell’opera del filosofo (e massone) ebreo Karl Marx null’altro che una forma secolarizzata di messianismo, un profetismo senza Dio, annunciante il paradiso in terra in cui «la classe operaia è il vero Messia che porta la redenzione del mondo, lottando e soffrendo contro i figli delle tenebre, i borghesi. Lo sfruttamento del lavoratore è il peccato originale. La società socialista del futuro è il Regno escatologico, dove il lupo pascolerà con l’agnello e la terra non darà più spine, ma frutti in abbondanza. L’organizzazione proletaria, il Partito, è il popolo di Dio in marcia verso questo Regno messianico. La fabbrica è il tempio, dove il lavoro è la nuova preghiera. Il leader proletario è il profeta che guida il resto d’Israele. La scienza è la vera teologia”[17]. (…).
Il Messianesimo terreno e l'occupazione dei territori palestinesi
Un altro aspetto di questo messianismo neo-religioso è il movimento israeliano del Gush Emunim [18], che unisce suggestioni sioniste e nazionaliste – nate inizialmente in ambito laico – ad elementi religiosi, con forte ricaduta sulla già scottante situazione mediorientale. Infatti, «il Gush Emunim ritiene che la redenzione avviene nel quadro degli eventi naturali e della storia umana. Insiste sulla colonizzazione di tutta la Terra di Israele in quanto fase decisiva attuale nella realizzazione della redenzione, e le zone fondamentali sono quelle che hanno un significato religioso per gli Ebrei, anche se oggi sono popolate principalmente da Arabi»[19]. Il Gush Emunim è oggi un movimento di massa in Israele, un movimento religioso-politico che, identificando la figura stessa del Messia veniente con quella del popolo ebraico e dello stato di Israele – non un Messia-persona, dunque, ma un Messia-popolo – ripropone nuovamente una suggestione millenaria sempre pronta a rimanifestarsi in forme diverse ma analoghe: una suggestione che non è solo puro oggetto di contemplazione e di devota attesa, ma forza attiva – e drammaticamente influente – del panorama politico contemporaneo”.
G. Marletta, S. Basile e Redazione Qui Europa (Copyright © 2014 Qui Europa)
Partecipa al dibattito – infounicz.europa@gmail.com
[1] Lo scrittore ebraico Giuseppe Flavio, nel suo La Guerra Giudaica, cap. 5, racconta che proprio la certezza dell’arrivo del Messia spinse gli Ebrei a ribellarsi contro i Romani verso il 66 d.C.: «Ma quello che incitò maggiormente alla guerra fu un’ambigua profezia, ritrovata ugualmente nelle Sacre Scritture, secondo cui in quel tempo ‘Uno’ proveniente dal loro popolo sarebbe diventato il dominatore del mondo». Anche Tacito nelle Historiae (V, 13), conferma questa voce, molto diffusa nel mondo antico: «I più erano persuasi trovarsi nelle antiche scritture dei sacerdoti che, verso questo tempo, l’Oriente sarebbe salito in potenza. E che dalla Giudea sarebbero venuti i dominatori del mondo». Sia Giuseppe Flavio che Tacito interpretano la profezia in maniera politicamente corretta identificando la figura del dominatore atteso con quella di Vespasiano, acclamato imperatore proprio in Giudea.
[2] Le profezie che avrebbero preannunciato la venuta del Messia a cavallo dell’Era volgare sono soprattutto due. La prima è presente tra le Benedizioni che Giacobbe impartisce ai suoi 12 figli; a Giuda –capostipite della tribù regale, da cui discende Davide- il padre profetizza: «Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il bastone del comando tra i suoi piedi, finché non verrà colui al quale appartiene e a cui è dovuta l’obbedienza dei popoli» (Gn. 49, 10). Ora, è proprio a cavallo dell’Era volgare che, con la morte di Re Erode, il popolo d’Israele perde definitivamente anche la parvenza d’autogoverno –il bastone del comando- finendo direttamente sotto il controllo di Roma. Per questo motivo colui al quale è dovuta l’obbedienza dai popoli era atteso proprio in quel periodo. L’altra profezia è quella delle Settanta Settimane (o Settanta Settenari, traducendo il termine “settimana” con un periodo di 7 anni): «Settanta settimane sono fissate per il tuo popolo e per la tua città santa per mettere fine all’empietà, mettere i sigilli al peccato, espiare l’iniquità, portare una giustizia eterna, suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei Santi» (Dn. 9, 24). Si parla di un periodo di 490 anni, a partire dalla ricostruzione di Gerusalemme dopo la distruzione dei Babilonesi (516 a.C.), terminato il quale sarebbe venuto il giudizio su Gerusalemme, con l’arrivo dell’Unto. Secondo questi calcoli, pertanto, l’inizio dell’era messianica veniva a cadere all’incirca a ridosso dell’Era volgare.
[3] L’attesa di un cambiamento universale e dell’arrivo di una figura redentrice era molto diffuso nel mondo mediterraneo: ne fanno fede testimonianze come la IV Egloga di Virgilio, dove l’autore annuncia la venuta di una nuova era e la nascita di un “figlio” straordinario.
[4] Cit. in D. Banon, Il messianismo, Firenze 2000, p. 18
[5] Zòhar Chadàsh (Bereshìt 6, 1)
[6] Sanhedrin 97a
[7] Mishnà (Sota 9, 15)
[8] Sanhedrin, 98b
[9] Vayikrà Rabbà 9, 7; Bemidbàr Rabbà 13, 2
[10] Scrive Ràshi: «le tue mani hanno eretto il Santuario di Hashèm» (Shemòt 15, 17).
[11] Ancor oggi, il gruppo ultraordotosso ebraico dei Nathurei Karta (i Guardiani della Città) rifiuta lo Stato d’Israele come creazione puramente umana basata sulla violenza e maturata in un contesto laico estraneo a Dio e alla Thorà.
[12] Il rapporto tra la modernità nascente –ideologie e movimenti rivoluzionari compresi- è il mondo della cultura spiritualista e occultista è oggetto di numerosi studi, tra i quali ricordiamo: G. Marletta, Il neospiritualismo, l’altra faccia della modernità, Rimini 2006; C. Gatto Trocchi, Storia esoterica d’Italia, Casale Monferrato (Al) 2001; M. Introvigne, Il cappello del mago, Carnago (Va) 1990.
[13] Sull’inquietante vicenda di Shabbatai Zevi, cfr. G. Scholem, Sabbatai Tzevi. Le messie mystique, Lagrasse 1983
[14] Cit. in M. Blondet, Gli Adelphi della dissoluzione, Milano 1999, p. 61
[15] Ibidem, p. 63
[16] E’ ben noto il ruolo avuto da organizzazioni come alcune logge massoniche o certi gruppi politico-esoterici come gli Illuminati di Baviera, nella genesi dei movimenti rivoluzionari moderni. Per quanto riguarda il “frankismo”, si può dire con certezza che almeno alcuni elementi della setta hanno avuto ruoli tutt’altro che marginali all’interno del mondo rivoluzionario francese post-1789: tra questi, ricordiamo i fratelli Frey, cugini del “messia” Frank, membri autorevoli del club dei Giacobini (cfr. M. Blondet, Gli Adelphi della dissoluzione, cit., p. 67)
[17] Cit. in V. Messori, Ipotesi su Gesù, Torino 2001, p. 90
[18] Letteralmente “Blocco della Fede”.
[19] D. Banon, Il messianismo, cit., p. 112
Approfondimenti – Un salto nella storia del Novecento
Inquietante parallelismo tra l'editto religioso del rabbino
Dov Lior (24 Luglio 2014) e le dichiarazioni del rabbino
Harry Waton (del 1939)
– Sionismo, fascismo, comunismo e trasversalismo politico
– Il sionismo e l'arma economico-finanziaria per
controllare il mondo
– Nascita e ruolo del comunismo
– L'ora della vittoria finale
Redazione Qui Europa
Adolphe Cremioux e Harry Waton – Verso il controllo globale
L'appoggio dei media è e resta il vero ago della bilancia della "Crisi" di Gaza. Un'arma strategica , quella mediatica, fondamentale e della quale in tempi non sospetti (Mosca 1907) parlò anche Adolphe Cremioux, fondatore dell'Alleanza Israelitica Universale. "Capture the press! – ammonì Cremioux – Through it everything will come to you in the natural course of events": "Cattura la stampa! Attraverso di essa tutto ciò verrà a te nel corso naturale degli eventi". (Cfr.: A. Shamakoff, Discorso in difesa della T. Dokshin e altri, p. 36., Università Mosca. Printing Office, 1907).
Compromettenti dichiarazioni in vista della Rivoluzione d'Ottobre
C'è da notare come l'impero bancario dei Rothschild finanziò in quegli anni (e non solo) l'Alleanza Israelitica Universale. Gli obiettivi furono da subito fin troppo chiari: "Le nazionalità devono scomparire, la religione deve essere soppressa. Ma Israele (cioè il sionismo) non deve scomparire": fu questa la strategia e la lina aguida che nel 1907 il fondatore dell'Alleanza suggerì ai suoi alleati e seguaci in preparazione della grande sommossa rivoluzionaria del 1917 contro lo zar cristiano e il suo governo (Rivoluzione bolsceviva o Rivoluzione d'Ottobre).
Il proclama del rabbino Harry Waton
Le parole di Cremioux trovarono conferma in dozzine (centinaia) di altre testimonianze anche nei decenni successivi ai tragici fatti. Tra di esse, degne di nota, sono proprio quelle pronunciate del rabbino Harry Waton (1939) attraverso le quali furono introdotte le linee guida di un piano di egemonia mondiale. Piano socialista che vide nelle rivoluzioni la sua essenza. "Figli di Israele! – esclamò a gran voce Waton – l'ora della nostra vittoria finale è vicina! Ci troviamo sulla soglia del comando del mondo. (…) Quello che prima potevamo solo sognare sta per essere realizzato. (…) grazie alla catastrofe del mondo, possiamo alzare la testa con orgoglio. Dobbiamo, però, stare attenti (Vedi Rabbi Harry Waton – Mosca, 1939 – A Program for the Jews and an Answer to all Anti‑Semites).
"Sons of Israel! The hour of our ultimate victory is near. We stand on the threshold to the command of the world.That which we could only dream of before us is about to be realized. Only quite recently feeble and powerless, we can now, thanks to the world's catastrophe, raise our heads with pride. We must, however, be careful. (…)" (Vedi Rabbi Harry Waton – Mosca, 1939 – A Program for the Jews and an Answer to all Anti‑Semites)
Ruolo del marxismo sionista
Waton, sottolineò poi, in un altro passaggio essenziale, il ruolo fondamentale del marxismo in questa "vittoria finale". "Non è un caso che l'ebraismo abbia dato i natali al marxismo – ammise il rabbino – e non è un caso che gli ebrei prontamente aderirono al marxismo. Tutto ciò è in perfetto accordo con il progresso del giudaismo e degli ebrei". (A Program for the Jews and an Answer to all Anti‑Semites, p. 148, 1939) (…). Anche da questa chiara testimonianza, dunque, si comprende come il ruolo del marxismo (a livello politico, ideologico, sociologico, economico e religioso) fu orientato in primis alla distruzione di ogni istanza e di ogni anelito religioso, al fine di sradicare attraverso la violenza il senso di Dio nei Cristiani di Russia e portarli ad aderire ad un messianesimo tutto terreno e materialsitico. Messianesimo – non dimentichiamolo mai – strizzante l'occhio all'occultismo-massonico e al satanismo. Non va infatti scordato come l'ebreo-sionista Karl Marx fosse un anche un convinto satanista: come si evince chiaramente dall'opera "Oulanem" (vedi qui – Mistero Marx – Quello che le Università Occultano e qui per la versione integrale dell'opera "satanica" di Marx – "Oulanem" – a obra satanista de Marx ). Tale piano anti-cristiano, dunque, nel 1939 trovò giustificazione e piena legittimità anche nelle parole del rabbino Waton.
Rivoluzione Anti-Cristiana per il dominio del mondo
"Può essere profetizzato con certezza – continuò in un altro passaggio il rabbi Harry Waton – che, dopo aver marciato sulle rovine di altari e troni distrutti, avanzeremo ulteriormente sullo stesso percorso indicato (…) Abbiamo assoggettato l'autorità delle religioni aliene e delle dottrine di fede – attraverso una propaganda di grande successo – ad una critica e ad uno scherno spietati. Abbiamo portato la cultura, la civiltà, le tradizioni ed i troni delle Nazioni cristiane a vacillare. (…) Abbiamo fatto di tutto per portare il popolo russo sotto il giogo del potere ebraico e, infine, li abbiamo costretti a cadere in ginocchio davanti a noi. (…) Abbiamo quasi completato tutto questo, ma dobbiamo ugualmente essere molto cauti, perché la Russia oppressa è il nostro acerrimo nemico. La vittoria sulla Russia, maturata attraverso la nostra superiorità intellettuale, potrà in futuro, rivoltarcisi contro mediante una nuova generazione. (…) La Russia è stata conquistato e messa al tappeto".
Russia is in the agony of death under our heel, but do not forget, not even for a moment, that we must be careful! (…) The holy care for our safety does not allow us to show either pity or mercy" (…) "We must make an end of the best and leading elements of the Russian people, so that the vanquished Russia may not find any leader! Thereby every possibility will vanish for them to resist our power. We must excite hatred and disputes between workers and peasants. War and the class‑struggle will destroy all treasures and culture created by the Christian people". (…) At last we have been allowed to behold the bitter need of the Russian people, and to see it in tears! By taking from them their property, their gold, we have reduced this people to helpless slaves. Be cautious and silent! We ought to have no mercy for our enemy". (…) The Communist soul is the soul of Judaism. Hence it follows that, just as in the Russian revolution the triumph of Communism was the triumph of Judaism, so also in the triumph of fascism will triumph Judaism". (Rabbi Harry Waton – Mosca, 1939 – A Program for the Jews and an Answer to all Anti‑Semites)
Nessuna pietà e massima attenzione
"La Russia è in agonia sotto il nostro tallone, ma non dobbiamo dimenticare, nemmeno per un momento, che dobbiamo stare attenti! (…) La sacra cura per la nostra sicurezza non ci permette di mostrare pietà o misericordia. (…) Dobbiamo eccitare l'odio e le controversie tra lavoratori e contadini. La guerra e la lotta di classe distruggerà tutti i tesori e la cultura creati dal popolo cristiano" (Rabbi Harry Waton – Mosca, 1939 – A Program for the Jews and an Answer to all Anti‑Semites).
"It is not an accident that Judaism gave birth to Marxism, and it is not an accident that the Jews readily took up Marxism. All that is in perfect accord with the progress of Judaism and the Jews (…) It can surely be prophesied that, after we have marched over ruined and broken altars and thrones, we shall advance further on the same indicated path. (…) The authority of the, to us, alien religions and doctrines of faith we have through very successful propaganda, subject to a merciless criticism and mockery. We have brought the culture, civilization, traditions and thrones of the Christian Nations to stagger. (…) We have done everything to bring the Russian people under the yoke of the Jewish power, and ultimately compelled them to fall on their knees before us. (…) We have nearly completed all this but we must all the same be very cautious, because the oppressed Russia is our arch‑enemy. The victory over Russia, gained through our intellectual superiority, may in the future, in a new generation, turn against us. (…) Russia is conquered and brought to the ground. (Rabbi Harry Waton – Mosca, 1939 – A Program for the Jews and an Answer to all Anti‑Semites)
Fascismo, comunismo e trasversalismo politico
Ma questo piano di egemonia mondiale, evidentemente per ben riuscire avrebbe dovuto avere (nel tempo ed in maniera continuativa) il pieno appoggio della classe politica liberale (di destra e sinistrra: vecchia logica del divide et impera) nata dopo l'altra rivoluzione ebraico-sionista: laRivoluzione Francese. Ancora una volta le parole del potentissimo rabino Harry Waton non lasciarono dubbi in merito: "L'anima comunista – dichiarò – è l'anima del giudaismo. Ne consegue che, proprio come nella rivoluzione russa il trionfo del comunismo è stato il trionfo del giudaismo, così anche nel trionfo del fascismo trionferà l'ebraismo" (…) Quando il Partito Socialdemocratico Russo si divise in due fazioni – bolscevichi e menscevichi – entrambe le fazioni avevano molti ebrei nella loro leadership (come Boris Axelrod, Yuly Martov, Lev Trotsky, Grigory Zinoviev e Lev Kamenov) e tra i membri più attivi del partito"(Cfr.: "A Program for the Jews and Humanity", Rabbi Harry Waton, p. 143-144).
When the Russian Social Democratic Party split into two factions – Bolsheviks and Mensheviks – both factions had many Jews in their leaderships (such as Boris Axelrod, Yuly Martov, Lev Trotsky, Grigory Zinoviev, and Lev Kamenov) and among their most active party members. (Rabbi Harry Waton – Mosca, 1939 – A Program for the Jews and an Answer to all Anti‑Semites)
Approfondimenti
Il Sionismo e l'arma economico-finanziaria
Dichiarazioni del rabbino Waton sui titoli di stato del
debito pubblico e il controllo dell'oro e delle
ricchezze, mediante l'espropriazione
Redazione Qui Europa
La Seconda via del controllo globale: l'economia e la finanza
Oltre alla violenza dei rivoluzionari nelle strade e nelle piazze (con tanto di teste mozzate e chiese distrutte), al controllo dei mezzi d'informazione e all'appoggio indiscriminato, fedele e trasversale della politica (di destra e sinistra) ben foraggiata dall'impero ebraico-bancario dei Rothschild (non a caso Ezra Pound definì i politici al pari dei "camerieri dei banchieri"), la rivoluzione per riuscire ed essere davvero credibile doveva presentarsi come un qualcosa di prossimo alle istanze popolari. La via dell'economia e della finanza si dimostrò in tal senso l'altra grande arma dell'ebraismo sionista (marxismo) per avanzare in maniera spedita ed indisturbata. E ciò (come nota anche lo stesso indimenticato professor Giacinto Auriti – Vedi qui Mistero Marx – Ruolo dei Sindacati e paradosso del Plusvalore secondo Auriti ) sollevando il fittizio dualismo per il controllo del surplus tra classe imprenditoriale e proletari. Cioè mettendo in competizione i due gruppi sociali, anziché unirli, denunciando il vero cancro capitalista che succhiava la ricchezza dei popoli: la moneta-debito (vedi qui – L’essenza della truffa monetaria da Signoraggio – Il Denaro non ha Costi di Produzione).
Il rabbino Waton su economia ed espropriazione delle ricchezze
"Prendendo da loro le proprietà, il loro oro – dichiarò ancora il rabbino in un altro inquietante passaggio – abbiamo ridotto questo popolo a schiavi impotenti. Siate prudenti e silenziosi!Non dovremo avere alcuna pietà per il nemico. Dobbiamo preparare la fine degli elementi migliori del popolo russo, in modo che la Russia vinta non potrà trovare alcun capo! In tal modo ogni loro possibilità di resistere al nostro potere svanirà".
Stalin il Privatizzatore
In effetti non va dimenticato come il comunista (ebreo e marxista) Josif Stalin (cui vero nome era Iosif Vissarionovič Džugašvili) in perfetta linea con questi dettami fu il primo a privatizzare la Banca Centrale Russa (Gosbank) tra il 1935 e il 1937. Così facendo fece perdere ai Russi la propria sovranità monetaria, aprendo la strada della schiavitù economica e sociale. Questo attraverso l'emissione di moneta-debito gravata da sempre maggiori interessi da corrispondere ai banchieri privati: gli stessi che guardacaso finanziarono la rivoluzione russa, in nome del "popolo". Vi dice niente rapportato all'attuale cammino intrapreso dall'UE? A noi molto, non so a voi!
Lo strumento dei titoli di stato e del controllo del mercato
Un altro micidiale strumento di dominio di cui parlò il rabbino Waton nel suo celebre discorso del 1939, fu il ricorso all'indebitamento mediante lo strumento dei titoli di stato (o titoli del debito pubblico): "Ma dobbiamo essere cauti, figli d'Israele! La nostra vittoria è vicina, perché il nostro potere e l'influenza politica ed economica sulle masse sono in rapido progresso. Compriamo titoli di stato e oro, e quindi abbiamo il controllo del potere su scambi mondiali. Il potere è nelle nostre mani, ma attenzione, a non confidare nei loschi poteri dei traditori!" (Cit.: Rabbi Harry Waton – Mosca, 1939 – A Program for the Jews and an Answer to all Anti‑Semites)
But be cautious, sons of Israel! Our victory is near, because our political and economic power and influence upon the masses are in rapid progress. We buy up Government loans and gold, and thereby we have controlling power over the world's exchanges. The power is in our hands, but be careful, place no faith in traitorous shady powers! (Rabbi Harry Waton – Mosca, 1939 – A Program for the Jews and an Answer to all Anti‑Semites)
Sionismo nelle Americhe e in Usa – La Scuola di Francoforte
Arma economico-finanziaria, quella dei titoli, guardacaso promossa anche dalle università di economia made in Usa, specie dopo il trasferimento della Scuola di Francoforte (neo-marxista) negli States, tra il 1933 e il 1950 (vedi qui il PDF – Le tappe massoniche di una politica della morte e qui "La genèse de la révolution culturelle. L´école de Francfort" – N.b.: di particolare interesse è il paragrafo titolato "La Scuola di Francoforte negli Stati Uniti 1933-1950).
Abbiamo sterminato i proprietari in Russia… Ora America ed Europa
Elemento da non sottovalutare per comprendere quanto anni prima (1925) comparve sulla rivista "The Jew":"We have exterminated the property owners in Russia. We are going to do the same thing in America and Europe": "Abbiamo sterminato i proprietari in Russia. Stiamo andando a fare la stessa cosa in America e in Europa". (‘The Jew’, 1925). Questa autorevolissima dichiarazione ci aiuta a comprendere la svolta ebraico-sionista che da lì a poco sarebbe seguita in Europa, nelle Americhe e – in particolare – negli Usa. Ricordiamo, in merito, che oggi le più potenti lobby e banche statunitensi (non a caso) sono ebraiche (es.: Goldman Sachs, Merryl Linch, Morgan Stanley, ecc..)
La dichiarazione di Chaim Weizman del 1948
Allora, anche dichiarazioni come quella resa nel 1948 da Chaim Weizman (primo Presidente dello Stato d'Israele) se collegate a quanto detto finora, assumono un senso nuovo e molto illuminate: "Noi siamo un popolo, nonostante le divisioni apparenti, le disparità e le differenze tra le democrazie americana e sovietica. Siamo un popolo e non è nel nostro interesse che l'Occidente liberi l'Oriente, nel fare questo dovrebbe iberare le nazioni asservite(es.: Russia e Cina…) . L'Occidente dovrebbe inevitabilmente privare gli ebrei della metà orientale del loro potere mondiale". (Vedi: Dichiarazione di Chaim Weizmannn, World Conquerors p. 227). La domanda a questo punto sorge "spontanea": quando ci svegliamo!!!
"We are one people despite the ostensible rifts, cracks and differences between the American and Soviet democracies. We are one people and it is not in our interests that the West should liberate the East, for in doing this and in liberating the enslaved nations, the West would inevitably deprive Jewry of the Eastern half of its world power"
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