– di Arrigo Muscio, Vincezo Mannello e Redazione Quieuropa –
Iniziativa di Libero Confronto "Pensa e scrivi" di Quieuropa
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Intervento USA in Iraq: Punti di vista diversi a
confronto e propaganda "illuminata"
I suggerimenti sull'Iraq, da Pannella a Di Battista, da Allam
e Papa Bergoglio – Pareri a confronto
di Arrigo Muscio, Vincezo Mannello e Redazione Quieuropa
Iniziativa di Libero Confronto "Pensa e scrivi" di Quieuropa
Premessa – Confronto tra posizioni sull'intervento del Papa sull'Iraq
Roma – Redazione "Qui Europa" – Vi presentiamo di seguito le riflessioni di Vincenzo Mannello e Arrigo Muscio che hanno commentato le recentissime parole di Papa Bergoglio sull'intervento Usa in Iraq, inviandoci in redazione le loro rispettive impressioni. Prima però premettiamo che consideriamo – in linea con la sua storia e relativamente all'ultimo secolo – assolutamente NON provvidenziale l'intervento armato in Iraq da parte degli USA (co-artefici in prima linea del caos bellico, morale e ideologico noto come "Nuovo (Dis)Ordine Mondiale"); come ovviamente prendiamo le distanze e condanniamo apertamente il diabolico sterminio dell'integralismo islamico wahabita (sul quale tanto abbiamo detto – vedi qui La Carneficina irachena e la propaganda mediatica massonico-sionista qui Speciale – Così il sionismo creò l’integralismo islamico – Prima Parte qui Seconda Parte e qui Terza Parte) ai danni – soprattutto ma non solo – delle popolazioni cristiane mediorientali ed irachene, nel caso specifico. Se ci pensate è un pò come affidare la difesa delle pecore ai lupi stessi… o no?
Uno damanda per ciascun cristiano ( Papa compreso ) e non…
Si può – ci chiediamo – consentire ad uno stato a trazione sionista (gli USA: Paese in cui a dettar legge sulla politica della White House sono da oltre un secolo – cioè da fine Ottocento – le banche ebraico-sioniste) di intervenire in "difesa" di cristiani e non, in un teatro di guerra come l'Iraq assaltato da forze integraliste islamiche wahabite, sapendo che esse furono fomentate nell'Ottocento dallo stesso sionismo con il collaborazionismo degli inglesi e dell'Arabia Saudita, seguiti a ruota dagli Usa stessi? (vedi link in basso).Ci piacerebbe conoscere il parere di Papa Bergoglio in merito a ciò! Elemento che sembrerebbe passare ancora una volta del tutto inosservato presso l'intera stampa nazionale: sia di regime che di cosiddetta "contro-informazione".
Una domanda da porre ad Alessandro Di Battista e Marco Pannella
E ci piacerebbe sapere cosa ne pensa in relazione a questa alleanza occulta, anche lo stesso grillino Alessandro Di Battista che in merito sembra non riuscire a porre in essere i giusti e logici collegamenti… suggerendo il "dialogo" con gli assassini wahabiti. Perchè?? Sarebbe interessante chiederlo anche a Marco Pannella (il sionista e filo-israeliano Pannella che da sempre loda le politiche israeliane – vedi video in basso) che nelle ultime ore ha esortato Papa Bergoglio ad "ascoltare Di Battista"… (vedi qui Iraq: Pannella a Papa Francesco, ascolta Di Battista – Abruzzo) Pazzesco!!!
VIDEO Le menzogne dei filosionisti
La sconcertante linea pro-Israele di Magdi Cristiano Allam
Come sconcertanti sono le parole di Cristiano Magdi Allam, il quale (in un articolo del 2012 – vedi qui I cristiani perseguitati e Israele ci salveranno dal terrorismo islamico) nel 2012 sosteneva (e sostiene ancora oggi) che "Israele ci avrebbe salvato dal terrorismo islamico…." Cosa dire? La contraddizione fatta persona!!! Poveri noi! Magari per schiarire un pò le idee ad Allam, Pannella e ai politici italiani filo-sionisti e nel tempo stesso anti-wahabiti (???) consigliamo la lettura di questi quattro articoli di seguito riportati. (La Redazione)
La Carneficina irachena e la propaganda mediatica massonico-sionista
Passaggio di Vincezo Mannello
Vincenzo Mannello – Passaggio sull'intervento di Papa Bergoglio
Catania, Roma, Baghdad – Papa Francesco sa benissimo che con il verbo "fermare" gli Usa intendono radere al suolo tutto ciò che si oppone ai loro disegni di "pace". BombObama ha "fermato" già "pericoli" in tanti,troppi posti ed in altri ci tenta. Irak,Afghanistan,Libia,Siria,Yemen,Somalia sono le principali destinazioni delle amorevoli cure americane. Sempre con contorno di migliaia di morti di donne e bambini,"effetti collaterali" delle azioni. Spesso e volentieri autorizzate da quell'Onu richiamato impropriamente da Francesco come legittimato a decidere chi sia "buono o cattivo". E che,ma Francesco fa finta di non saperlo,con veti e controveti di soli 5 stati,tutto è tranne che "democratico". Faccio pure notare ( metto un carico sgradito a tanti) che mai e poi mai un Papa ha chiesto di "fermare" Israele che pure si è annessa Gerusalemme e che per stragi di civili non scherza, Personalmente,e me ne assumo responsabilità,ritengo quindi questa uscita papale degna non del Vicario di Cristo ma del "cappellano militare di BombObama".
Passaggio di Arrigo Muscio
Arrigo Muscio – Passaggio sull'intervento di Papa Bergoglio
Brescia, Roma, Baghdad – di Arrigo Muscio – Papa Bergoglio, intervistato circa 48 ore orsono da alcuni giornalisti, ha risposto che “non bisogna bombardare o fare la guerra agli aggressori” . Resta quindi da capire com’è possibile fermare certi personaggi definiti “animali pericolosi” da un "sacerdote che ha addosso l’odore delle sue pecore" (vedi qui Animali feroci | Futuro Europa): con battute e baci? Con sorrisi e pacche sulle spalle? Con il dialogo? Con gli inviti a Santa Marta per una preghiera interreligiosa? Riportiamo, alla fine delle dichiarazioni di Bergoglio, nonché le considerazioni del magistero della Chiesa a tale riguardo.
Il Papa sull'intervento in Iraq
“Le forze miliari Usa da poco hanno cominciato a bombardare i terroristi in Iraq, per prevenire un genocidio e proteggere il futuro delle minoranze. Santità, lei approva questo bombardamento americano in Iraq?
«Grazie della domanda così precisa. In questi casi dove c’è una aggressione ingiusta, soltanto posso dire che è lecito fermare l’aggressore ingiusto».
Una sola nazione non può giudicare come si ferma l'aggressore ingiusto
Papa Francesco parla a una settantina di giornalisti di tutto il mondo nel volo che lo riporta a Roma dalla Corea del Sud. Risponde a tutto e senza perifrasi, com’è sua abitudine. Chiaro che gli si chieda subito degli jihadisti dell’Isis. «Sottolineo il verbo: fermare. Non dico bombardare o fare la guerra. Dico: fermarlo. I mezzi con i quali si possono fermare dovranno essere valutati. Fermare l’aggressione ingiusta è lecito. Ma dobbiamo avere memoria, pure: quante volte, sotto questa scusa di fermare l’aggressore ingiusto, le potenze si sono impadronite dei popoli e hanno fatto una bella guerra di conquista? Una sola nazione non può giudicare come si ferma questo, come si ferma un aggressore ingiusto.
Il ruolo dell'ONU
Dopo la Seconda guerra mondiale, sono state create le Nazioni Unite, là si deve decidere: c’è un aggressore ingiusto, come lo fermiamo? Soltanto questo, niente di più. Secondo, le minoranze. Parlano dei poveri cristiani che soffrono; i martiri, è vero, ci sono tanti martiri… Ma qui ci sono uomini e donne, minoranze religiose non tutte cristiane e tutte sono uguale davanti a Dio. Fermare l’aggressore ingiusto è un diritto che l’umanità ha. Ma è anche un diritto che ha l’aggressore di essere fermato perché non faccia del male». (Papa Bergoglio – vedi qui Iraq, il Papa: «È lecito fermare l’aggressore ingiusto»)
La legittima difesa – Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica
Secodo il Catechismo della Chiesa Cattolica – Art. 2263 – la legittima difesa delle persone e delle società non costituisc un’eccezione alla proibizione di uccidere l’innocente, uccisione in cui consiste l’omicidio volontario. « Dalla difesa personale possono seguire (1737) due effetti, il primo dei quali è la conservazione della propria vita; mentre l’altro è l’uccisione dell’attentatore » (39) « Nulla impedisce che vi siano due effetti di uno stesso atto, dei quali uno sia intenzionale e l’altro preterintenzionale »(40 – 2196 – 2264).
Diritto a salvae la propria vita come amore a sé stessi e a chi ci ha creati
L’amore verso se stessi resta un principio fondamentale della moralità. È quindi legittimo far rispettare il proprio diritto alla vita. Chi difende la propria vita non si rende colpevole di omicidio anche se è costretto a infliggere al suo aggressore un colpo mortale: « Se uno nel difendere la propria vita usa maggior violenza del necessario, il suo atto è illecito. Se invece reagisce con moderazione, allora la difesa è lecita […]. E non è necessario per la salvezza dell’anima che uno rinunzi alla legittima difesa per evitare l’uccisione di altri: poiché un uomo è tenuto di più a provvedere alla propria vita che alla vita altrui » (41 – 2265).
Diritto e grave dovere
La legittima difesa, oltre che un diritto, può essere anche un grave dovere, per chi è responsabile della vita di altri. La difesa del bene comune esige che si ponga l’ingiusto aggressore in stato di non nuocere. (Vedi 2308): A questo titolo, i legittimi detentori dell’autorità hanno il diritto di usare anche le armi per respingere gli aggressori della comunità civile affidata alla loro responsabilità (Catechismo della Chiesa Cattolica).
Giovanni Paolo II – Conferenza Internazionale
sulla Nutrizione
Intervento di Papa Giovanni Paolo II – Sabato, 5 dicembre 1992 – "Molto spesso situazioni in cui manca la pace, in cui la giustizia viene schernita, in cui l'ambiente naturale viene distrutto, mettono popolazioni intere nel grave pericolo di non poter soddisfare i bisogni alimentari primari. Non bisogna che le guerre tra le nazioni e i conflitti interni condannino civili indifesi a morire di fame per motivi egoistici o di parte. In questi casi, si devono garantire in ogni modo gli aiuti alimentari e sanitari ed eliminare tutti gli ostacoli, compresi quelli che si giustificano con il ricorso arbitrario al principio della non ingerenza negli affari interni di un paese. La coscienza dell'umanità, ormai sostenuta dalle disposizioni del diritto internazionale umanitario, chiede che sia reso obbligatorio l'intervento umanitario nelle situazioni che compromettono gravemente la sopravvivenza di popoli e di interi gruppi etnici: è un dovere per le nazioni e la comunità internazionale, come lo ricordano gli orientamenti proposti durante questa Conferenza" (vedi qui Conferenza Internazionale sulla Nutrizione, 5/12/1992).
Intervento di Mons. Ernesto Gallina- Manila, 26 ottobre 1993
Il diritto-dovere dell’ingerenza umanitaria – "Quando in una regione del mondo prevale l’irrazionalità e la brutalità, e per colpa di minoranze agguerrite e prepotenti la massa delle popolazioni è schiacciata inesorabilmente dal peso delle sofferenze e della morte, può ancora parlarsi di “non-ingerenza negli affari interni degli Stati”? O invece il fermarsi a guardare diventa colpa grave di complicità? C’è un diritto-dovere di «ingerenza umanitaria»? Tra gli elementi che maggiormente sono inseriti nella problematica dei diritti fondamentali, spicca il riferimento alle «principali tendenze in atto nel settore dei diritti umani». Il nesso con un ordine mondiale rinnovato è evidente: resta il problema di precisare quale siano le «sfide in atto» in grado di permettere una piena attuazione delle garanzie fondamentali per le persone e i popoli. Non è facile intravedere il vero nodo del problema; rendere effettivo il riconoscimento e la tutela dei diritti fondamentali, fino ad oggi inteso quasi esclusivamente come un compito che gli stessi Stati realizzano al loro interno, nonostante le limitazioni imposte dal diritto internazionale che vengono discrezionalmente – o purtroppo, arbitrariamente – attese o disattese. La linea che sembra profilarsi è quella di sostenere l’attività dei meccanismi di controllo istituiti a livello internazionale per sorvegliare sull’osservanza dei diritti umani e, in parallelo, di prevedere un’azione diretta della Comunità internazionale attraverso le sue istituzioni, quando in un Paese sussistono palesi violazioni dei diritti fondamentali: la cosiddetta «ingerenza umanitaria».
Difendere il diritto alla vita (Giovanni Paolo II a Denver – 1993)
Dell’ingerenza umanitaria ha parlato Giovanni Paolo II, aprendo il 5 Dicembre 1992 a Roma la Conferenza Internazionale sulla Nutrizione (vedi qui Conferenza Internazionale sulla Nutrizione, 5/12/1992), affermando che "è ormai la coscienza comune dell’umanità a ritenere un obbligo per la Comunità internazionale di intervenire in caso di conflitti bellici che mettono in discussione i più basilari dei diritti di persone e gruppi etnici: il diritto alla vita, alla sopravvivenza e alla nutrizione. Un’ingerenza chiaramente finalizzata a garantire la tutela dei diritti fondamentali e non a limitare, discrezionalmente i singoli Paesi: ecco perché definita come obbligo con evidenti richiami etici e non come diritto del più forte. Una linea che il Papa ha ribadito nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1° Gennaio 1993 (vedi qui Messaggio XXVI Giornata mondiale della pace, 8/12/1992 – Giovanni Paolo II) sottolineando come la negazione di un fondamentale diritto dei Popoli, quello allo sviluppo, pone per la Comunità internazionale «il dovere di intervenire in loro soccorso».
Mons. Gallina – Sulla non indifferenza – Da L'Osservatore Romano
Lo stesso tema dell’ingerenza umanitaria poi, ha costituito per il Santo Padre motivo di forte richiamo nel tradizionale discorso al corpo diplomatico (vedi qui – Ai membri del Corpo diplomatico, 16 gennaio 1993) presso la Santa Sede il 16 gennaio 1993, con la chiara affermazione che «quando le possibilità offerte dai negoziati diplomatici, i processi previsti dalle convenzioni e dalle organizzazioni internazionali siano stati messi in atto, e che, nonostante questo, delle intere popolazioni sono sul punto di soccombere… gli Stati non hanno più il diritto all’indifferenza».
La prospettiva di un "Nuovo Ordine Mondiale?"
Proprio il tema dell’ingerenza umanitaria, con le aperte convergenze tra l’esperienza del diritto internazionale umanitario e quella del valore internazionale dei diritti umani, dimostra che per i diritti fondamentali e la loro tutela si apre ormai un capitolo nuovo che sfugge al dibattito in corso nelle relazioni internazionali, fosse troppo legato alla prospettiva di un nuovo ordine mondiale che si preoccupa di difendere le “divisioni” piuttosto che sottolineare le “condivisioni”. Ma questo capitolo nuovo deve essere preso in seria considerazione. Sarà forse il centro della futura politica mondiale (vedi qui – www.vatican.va – da L'Osservatore Romano 1993/11/17 p.5.).