– di Carmelo Currò –
Iniziativa di Libero confronto, "Pensa e Scrivi" di "Qui europa"
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La truffa dei falsi templari, arrampicatori sociali
per mestiere e massoni
Un antico mito medievale divenuto terreno fertile per opportunisti,
arrampicatori sociali e massoni
Introduzione a cura della Redazione di "Qui Europa"
Sull'ordine e il mito dei templari, dalle origini ad oggi
Gerusalemme – Sui cavalieri templari molto si è detto e scritto negli ultimi secoli e non poteva essere altrimenti, visto che si tratta di uno dei primi e più noti ordini religioso-cavallereschi cristiani o pseudo-cristiani, medioevali, della storia, la cui nascita si colloca nella Terrasanta delle crociate e, dunque, nel bel mezzo delle guerre tra forze cristiane e musulmane a ridosso del 1096 d.C., per la liberazione del Santo Sepolcro. A quell'epoca le strade della Terrasanta pullulavano di pellegrini di ogni sorta ed estrazione sociale (Gerusalemme, Roma e Santiago de Compostela erano quasi tappe obbligate per i pellegrini cristiani di tutto il mondo) provenienti da tutta Europa e non solo. Essi venivano non di rado assaliti e depredati. Allora per difendere i luoghi santi e i pellegrini, pare, nacquero diversi ordini religiosi più o meno spontanei e veraci: fu il caso dei cavalieri Templari, che videro la luce Intorno all'anno 1118 su iniziativa di un pugno di cavalieri pronti ad assicurare l'incolumità dei numerosi pellegrini europei che continuavano a visitare Gerusalemme e i luoghi santi. L'ordine venne ufficializzato solo nel 1129, assumendo una vera e propria regola monastica, con l'appoggio di Bernardo di Chiaravalle. La fama dei monaci-combattenti si diffuse rapidamente ed intorno ad essi fu, ben presto, un fiorire di miti e leggende, anche se i Templari furono sempre fonte di grandi perplessità in ambito cristiano.
Dubbi, accuse, ipotesi e simbolismo
Non mancarono di seguito le accuse di eresia, corruzione e sovversione massonica. Interessante è anche il filone letterario-massonico che li vuole prima eroi e poi traditori della causa iniziale dei loro padri fondatori. Secondo la testimonianza di un ex massone, in merito ad araldica e simbolismo massonico, il simbolo dei Templari è una una grande Croce di Malta con un cerchio nel centro. Egli – come riporta Schnoebelen, nell'opera Masonry: Beyond the Light – illustra anche una croce latina rossa all'interno di una corona verde. Attorno alle braccia della croce c'è il motto del Comandante dei Cavalieri Templari, "In Hoc Signo Vinces" («Sotto questo segno vincerai»). Pare che nella magia moderna esso sia il segno di Osiride, il dio egizio ucciso e risorto: versione iconografica riconducibile al grande architetto del Tempio di Salomone, Hiram Abif, ucciso e risorto a metaforica immagine dell'angelo decaduto e poi rinato. Inoltre la croce all'interno della corona assumerebbe un contenuto iconografico squisitamente fallico e quindi anti-cristiano. Ancora una volta, la Massoneria, dunque, in questo simbolismo occulto, tenta di declassare Gesù Cristo e di sostituirlo con il suo "Cristo o messia nero"». (Cfr.: W. Schnoebelen, Masonry: Beyond the Light («Al di là della luce»), Chick Publications, Chino 1991, pagg. 119-120). Le ipotesi, tuttavia, sono molteplici e si confondono nei secoli.
Falsi ordini cavallereschi e arrampicatori sociali
Ma in tal sede, senza entrare più di tanto, nel bene e nel male, nel merito di quest'argomento – che richiederà in futuro maggior spazio – ci limitiamo a notare come molti uomini oggi, arrampicatori sociali per mestiere e vocazione, nell'ambito del dilagare dei falsi ordini cavallereschi (vedi qui La truffa dei falsi ordini cavallereschi) ed a prescidere dall'essenza del contenuto del messaggio templare, cerchino di scimmiottare e vantare una presunta appartenenza storica e morale al nucleo templare originario, finendo inevitabilmente per naufragare sullo scoglio del paradosso, dell'opportunismo storico-scientifico e – quel che è peggio – delle obbedienze massoniche. Di seguito, in merito, vi presentiamo l'articolo di un lettore, Carmelo Currò, che presenta interessanti spunti di riflessione sull'argomento. Buona lettura.
Redazione Qui Europa
Articolo di Carmelo Currò,
Iniziativa di Libero confronto, "Pensa e Scrivi" di "Qui Europa"
Ordini & Disordini…
Salerno – di Carmelo Currò – Tra i falsi cavalieri, rieccoci con i templari. Ovviamente con i templari il cui nome va scritto usando la t minuscola, dal momento che i protagonisti delle carnevalate fuori tempo che si sono diffuse di nuovo in tutta Italia, non hanno niente a che vedere con i famosi Templari dei libri di storia, sciolti, puniti e dispersi per volere del Papa e del Re di Francia, a causa dei loro disordini personali e degli intrighi politici ed economici di cui si erano resi protagonisti centinaia di anni fa. Templare in minuscolo può essere anche usato come sinonimo di sprovveduto, ignorante, trombone, imbroglione, truffatore. Una vasta gamma di scelta, ovviamente, che può accomunarsi alla stessa varietà umana e imprenditoriale di cui fanno parte i falsi ordini di Malta e infinite altre associazioni che assumono il nome e gli stendardi della cavalleria, inventando di aver ridato vita a uno fra i tanti Ordini medievali che onorarono la Cristianità (?) e la nobiltà del passato ma che invero sono definitivamente estinti o assorbiti da altri Enti.
Sedicenti nobili e aspiranti dignitari… da catena di montaggio
Sedicenti nobili, aspiranti dignitari, professori in pensione, graduati distinti, ufficiali delusi, sacerdoti insoddisfatti, monsignori mancati, costituiscono l’humus personale su cui uomini d’affari senza uffici e senza macchinari, imprenditori della fantasia privi di impiegati e di capannoni, a digiuno di storia e di cultura, riescono a far germogliare titoli, vanità, speranze, clamori e distinzioni. Ve li immaginate i postini, il portiere, i vicini, i parenti, veder arrivare le buste variopinte con gli stemmi al posto del mittente, vedersi mostrare le sospirate indicazioni: per il barone, per il conte, per il gran commendatore. O almeno, per il N.H. Solo che in questo caso il pretendente nobile, insieme a colui che gli ha spedito la lettera, offre eclatante dimostrazione di essere del tutto a digiuno di leggi e usi nobiliari, poiché N.H. è il titolo che spetta solo a chi ha l’altro di Patrizio Veneto (ossia i cui antenati sedevano nel Maggior Consiglio della Repubblica di Venezia), e a nessun altro. Per cui nessun vero nobile lo apporrebbe senza diritto su una busta o sul suo biglietto da visita.
Il prezzario dei "gran maestri"
Il biglietto da visita costituisce l’orgoglio e la meta del falso cavaliere. Stemmi, cimieri, svolazzi, fanno in genere bella mostra con artifici, colori e dispiegamenti sempre nuovi, variando il titolo, i conferimenti, la fantasia di concedenti e concessionari. Offrendo nuova manifestazione di dispregio per le regole dell’araldica. Commemorazioni, feste, funerali sono l’occasione per inviarli e per gongolare, destando la cupidigia del destinatario che in molti casi cercherà di uguagliare le glorie del proprio amico. Gli ordini cavallereschi più ambiti sono ovviamente quelli con i nomi più altisonanti. Nel mio archivio ho persino un paio di prezzari con cui i “gran maestri” di queste associazioni avvertivano già i potenziali clienti di quanto avrebbero dovuto spendere per diventare cavalieri o nobili a poco o a caro prezzo.
Immaginifiche invenzioni
I Templari e i Cavalieri di Malta costituiscono gli Enti più ambiti, agognati, sognati e imitati. Ma solo che mentre un vero, unico e solo Ordine di Malta esiste, ed è quello con sede in via Condotti a Roma, tutti gli altri non sono se non immaginifiche invenzioni. Avranno un bel modo di spiegarvi, i dignitari e i cavalieri di questi gruppi, che i loro lontani fondatori si sono distaccati da questo ramo russo o da quello americano; di essere stati insediati o rifondati da un principe o da un gruppo di nobili. Niente e nessuno aveva o ha il diritto di farlo, di scindersi, rifondare, continuare e organizzare. E tutt’al più il solo Pontefice può avere la parola in un Ordine che è innanzitutto un Ordine religioso prima che cavalleresco, oltre che soggetto di Diritto internazionale.
Templari – Sciolti dalla Santa Sede
I Templari, invece, ente di Diritto internazionale non furono mai, e dopo il famoso rogo trecentesco dell’ultimo gran maestro per i noti disordini dei componenti di questa Milizia, e gli intrighi economici di cui la sua dirigenza si rendeva partecipe, furono sciolti dalla Santa Sede, ossia dall’unica Autorità competente a sciogliere e rifondare gli Ordini religiosi. Poiché da quel tempo ad oggi a nessun Papa è venuto mai in mente di richiamare in vita quell’Ente, tutte le associazioni e i gruppi che prendono il nome dall’antica milizia cavalleresca templare, non hanno alcun valore se non quello che possiamo attribuite ai Trombonieri o agli Sbandieratori di Cava, di Foligno e di tante altre città con ricordi medievali, che girano per le sagre, per le feste ed i cortei storici con i loro suggestivi costumi ricopiati da immagini dell’epoca. Nessun erede, nessun discendente, nessun gran maestro segreto esiste o potrebbe esistere o richiamare in vita un ente religioso sciolto dalla Santa Sede. Anche i Gesuiti furono sciolti per ordine del Papa, in un periodo in cui la massoneria trionfante imponeva agli stessi Governi di cacciare dai propri Stati l’Ordine istituito da S.Ignazio. Ma nessun ex-gesuita, nessun erede laico della famiglia d’origine di S.Ignazio di Loyola, nessun sacerdote o alcun privato pensò mai di rifondare l’Ordine nel periodo in cui esso era sparito dalla vita della Chiesa. Tutti i Gesuiti sopravvissuti, tutti i devoti cattolici, attesero che un altro Papa richiamasse in vita la Compagnia di Gesù a lode e onore della Chiesa.
Ignoranti in buona fede o imbroglioni in cerca di notorietà
Dunque, quando un qualsiasi dignitario, precettore, commendatore, inventore, viene a presentarsi a un cattolico o anche a un sacerdote e a un sindaco, chiedendo di organizzare in chiesa una “cerimonia” di investitura o una sfilata per le strade di una località (in genere si sceglie un piccolo paese per dare poco nell’occhio e riempire però i propri siti con foto di sindaci, gonfaloni e parroci compiacenti), si può essere sicuri che si tratta di persone ignoranti in buona fede o di imbroglioni che cercano le loro prede in ambienti provinciali. Quando qualche anno fa uno tra questi gruppi, all’epoca molto attivo, cercò di effettuare lo sbarco in un paio di centri della Campania, si fece guidare addirittura da un gran maestro (che poi si scoprì essere stato anni prima un mago, di quelli che indovinano le carte) e da un proprio generale (che poi si scoprì essere un maresciallo in pensione). Uno tra i parroci presso cui si presentarono i dignitari di questo ordine di carnevale, abboccò subito all’amo. Ex-questo ed ex-quello, il prete in attesa di notorietà non capì più niente quando gli si fece balenare dinanzi agli occhi una futura compagnia di nobili, cavalieri, cavalli, piume, feluche, spade ed uniformi. Vane le proteste delle persone sensate, ed ai proprietari dei pollai nelle vicinanze del paese non rimase che rifiutarsi di privare i propri tacchini e fagiani delle penne necessarie ad arricchire i cappelli da cerimonia per l’investitura dei nuovi e numerosi cavalieri.
La presunta denuncia
Io stesso, chiamato a dare il mio giudizio, che fu negativo, al procedere per queste cerimonie eguagliabili a un ballo di carnevale in chiesa, sono stato minacciato di una denuncia che sarebbe stata presentata la mattina successiva. Pensate: una denuncia da parte di chi potrebbe essere denunciato ogni volta per indossare uniformi e usare titoli di “ordini” non riconosciuti, secondo il codice italiano. Alle autorità locali, infine, fu ammesso che il Vaticano ancora non considerava la validità di quest’ordine; ma che il successivo 2 gennaio il secolare riconoscimento sarebbe stato concesso. Ovviamente, la mattina seguente non vi fu nessuna denuncia. Il comandante dei Vigili urbani locale, colpevole di aver seguito le mie indicazioni nel proibire una lunga processione, non venne rimosso per l’influenza di nessun inesistente generale, come gli era stato prospettato da temibili dignitari ornati di pennacchi e armati di forchettoni e cucchiai. Il 2 gennaio successivo non vi fu alcun riconoscimento. Il parroco stesso fu più tardi trasferito e se ne persero felicemente le tracce.
Credere alle maschere di carnevale… mi sembra eccessivo!
Che cosa dire di questi ignoranti, dei prepotenti e dei presuntuosi che, nonostante le storiche messe in guardia da parte della chiesa-istituzione e dei vescovi locali, si presentano ancora a parroci e sindaci chiedendo di poter organizzare le proprie cerimonie? Innanzitutto, i parroci devono ricordare che persino nei loro pubblici siti su internet, infarciti di errori e bugie storiche, i “discendenti spirituali” dei templari accusano veementemente la Chiesa di aver sciolto con la violenza l’ordine dei loro colleghi medievali e di aver condannato al rogo l’ultimo gran maestro il quale sarebbe morto maledicendo il Papa e la stirpe dei Re di Francia (…). Come si può ospitare chi disprezza e oltraggia l’Istituzione cui si chiede ospitalità? I sindaci, da parte loro, devono tener presente che queste organizzazioni costituiscono solo o gruppi di truffatori o associazioni di privati (spesso e volentieri filo-massoniche e quindi anti-cristiane – N.d.r.) che credono di fare rievocazioni storiche e che quindi non hanno alcun valore legale. Possono promettere e millantare quel che vogliono: non potranno mai esibire alcun documento autentico di riconoscimento se non quello di aggregazione all’ente protezione della fauna. Quindi, se si presentano in sacrestia domandando ospitalità, promettendo titoli e cappellanìe, millantando sostegni, offerte e restauri, non credete a nessuna delle lusinghe ma mandateli subito a fare una passeggiata rinfrancatrice. E’ vero che gli Italiani credono ai politici, ai visionari, ai santoni. Ma credere pure alle maschere di carnevale mi sembra eccessivo.
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Carmelo Currò (Copyright © 2015 Qui Europa)
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