Mercoledì, Agosto 6th/ 2014
– di A. Serramazza, Pres. Milizia dell'Immacolata Calabria e S. Basile –
Redazione Quieuropa, Rita Angela Serramazza, Sergio [...]
– di Sergio Basile –
Redazione Quieuropa, Italicum , Sergio Basile, Laura Boldrini, Matteo Renzi, falsa consapevolezza, Aventino, Ansa, riforma del sistema elettorale , Maria Elena Boschi, premio di maggioranza alla lista, Trattato di Lisbona, usura monetaria, Giacinto Auriti, proprietà popolare della moneta
La presa in giro dell'Italicum e il vero problema del
Paese, occultato dai camerieri dei banchieri
Ecco perchè quello dell'Italicum è un falso problema e perchè
l'utero europeista partorisce i soliti aborti democratici
di Sergio Basile
Il tenore delle finte scaramucce sull'Italicum
Roma – Sapete l'ultima? L'Italicum risolverà il problema della rappresentanza politica e rinsalderà un "idilliaco rapporto" tra corpo elettorale e caste politiche! Rapporto ad oggi precipitato, su una scala da zero a 100, a quota -100! Ma chi ci crede? Siamo evidentemente nel campo delle false aspettative. Intanto i media di regime cercano di suscitare nell'ingenua opinione pubblica la falsa consapevolezza secondo la quale il peso politico della riforma del sistema elettorale sia tale da suscitare un vero e proprio terremoto politico. "All'indomani della sostituzione dei ribelli Pd, secondo l'Ansa – si manifesta un nuovo "strappo" – questa volta delle opposizioni". Intanto l'ultima perla partorita dall'unico utero europeista, l'Italicum (1), avanza in commissione prima del suo approdo in Aula lunedì.
(1) Italicum: Nuova riforma elettorale in virtù della quale il premio di maggioranza alla lista implica la fine definitiva dello schema basato sulle coalizioni: la lista prima arrivata ottiene la maggioranza assoluta dei seggi (al primo o al secondo turno) governando da sola. Sarà sufficiente – tuttavia – che due o più partiti si uniscano in una sola lista per superare il "problema". Esso prevede, inoltre, il blocco del capolista e delle preferenze. Nei 100 collegi i partiti che otterranno i voti necessari eleggeranno automaticamente il loro capolista (deciso quindi dal partito); dal secondo eletto in poi, invece, funzioneranno le preferenze tramite segnalazione di due nomi all'interno della scheda elettorale (con alternanza di genere). I'Italicum prevede poi il "doppio turno": se al primo turno la lista con più consensi supera la soglia del 40%, conquista 340 seggi (maggioranza assoluta) altrimenti – sotto a quota 40% – si andrà al secondo turno. Alla seconda "gara" prenderanno parte solo i partiti più votati e al vincitore sarà garantita la maggioranza assoluta con i soliti 340 seggi. L'Italicum prevede soglie di sbarramento al 3% per tutti i partiti, coalizzati o meno. Esso entrerà in vigore il primo luglio 2016 e si applicherà solo alla Camera dei Deputati: il Senato infatti, come noto, dovrebbe essere depotenziato, cioè riformato in chiave non elettiva.
L'ennesimo Aventino
"Le opposizioni – nota l'agenzia – ieri hanno risposto con la trincea più plateale, optando per l'Aventino e lasciando la sola maggioranza a dibattere sugli emendamenti", rinviando di fatto la (presunta) battaglia in Aula dove, "a meno di clamorosi dietrofront, verrà chiesto il voto segreto". Ma, legge elettorale o meno, il problema dell'Italia non può ridursi a questa presa in giro, visto che tutti i partiti, in un modo o nell'altro dicono le stesse cose, allineati sulla medesima frequenza europeista dell'usura monetaria, che – tra l'altro – non valuta neppure l'ipotesi di moratoria di un debito illegittimo e fraudolento. Le mosche bianche – o dissidenti reali – confinati fuori dal Parlamento, fino ad ora non hanno davvero fatto testo. Troppa frammentazione!
Le patetiche preoccupazioni di Boschi, Boldrini & Co
Ma torniamo alla commedia. La presidente della Camera, Laura Boldrini, nelle ultime ore si è detta "preoccupata" per ciò che accade, invitando tutti "ad adoperarsi per evitare nuovi strappi"; il vice segretario Pd Lorenzo Guerini, dal canto suo, ha parlato vagamente di "strumentalizzazioni". La verità è che il teatrino continua a pieno regime ed il vero problema, non la burocrazia, non gli sprechi della politica o lo stesso Italicum, ma l'usura monetaria connessa all'emissione del falso oro-carta da parte della Bce e contestuale cartolarizzazione automatica del debito – mediante l'arma impropria dei titoli di stato – continua ad esercitare i suoi effetti in maniera indisturbata, portando in rovina il Paese. Allora accade che il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi anziché proporre la riforma del sistema usurocratico continui a far buon viso a cattivo gioco, lanciandosi nelle solite inconsistenti accuse alle opposizioni, ree questa volta di non "avere dimestichezza con le regole democratiche". Il gioco del divide et impera continua, proporzionale al grado di disgusto degli italiani.
L'involuzione della "Terza Repubblica"
Assistiamo ad un nuovo, palese, progressivo e sconcertante imbastardimento della fanta-politica; ad una involuzione delle cosiddette tensioni politiche e partitiche: rubare e fare clientelismo alimentando il pozzo nero del debito pubblico (sia pur in minima parte rispetto a ciò che avviene con la truffa monetaria, grazie al paterno interessamento dello stato-padre-padrone – vedi qui Spinti a far Debiti dal mitico Stato-Apparato) non basta più. L'obiettivo è oggi nascondere i reali problemi, con pretesti, falsi alterchi e problematiche da treno: questo è il copione fisso seguito dalla nascita della "Repubblica" e – in maniera più selvaggia – dal 2011 ad oggi. Fino agli Anni Novanta, malgrado l'imbroglio monetario iniziato già con la lira.. (e con gli inglesi, nel 1694 – vedi qui La Schiavitù Monetaria: una mostruosità storica dal 1694) l'Italia era riuscita a raggiungere – graziata dal sistema bancario – un buono, quanto illusorio, livello di vita, comunque sopra la media europea. Era la fase di accumulo controllato, che avrebbe dovuto lasciar spazio – presto o tardi – alla fase due, quella in corso.
Le controdirettive di Bruxelles, Francoforte e Basilea
Ma le controdirettive di Bruxelles, Francoforte e Basilea sono giunte, inequivocabili, ad invertire la situazione economica: assistiamo al più grande rastrellamento legalizzato della storia del Paese. Tre i pilastri: il meccanismo dell'emissione a debito della moneta; il Trattato di Lisbona che obbliga gli stati – ceme detto in altre sedi – a rifinanziarsi presso i portafogli dei grandi banchieri privati – depositari dei regali monetari di prima istanza da parte della stessa Banca Centrale Europea, tramite il ridicolo meccanismo delle cosiddette "aste" – e, quindi, obbligati a rifinanziarsi presso la speculazione internazionale (vedi art. 123 del Trattato di Lisbona); e l'innalzamento dei coefficienti patrimoniali di riserva obbligatoria da parte del sistema bancario (Basilea 3), ratificato dallo stesso Parlamento (illuminato) europeo, che col pretesto della crisi, in concomitanza dell'arrivo del burattino di Goldman Sachs, Mario Monti, blindava drasticamente i rubinetti del credito alle imprese, segnandone di fatto il fallimento. La verità è che siamo, ormai da decenni, una colonia monetaria e che l'Italia dal punto di vista internazionale conta meno di zero: sorte toccata, fateci caso, a tutti i paesi cristiani non protestanti! A questo è servito il cameriere politico nazional-popolare, a realizzare fino in fondo la profezia di Ezra Pound (politico = cameriere del banchiere).
Come uscire dalla palude infernale?
Come uscire da questa palude infernale? Con l'Italicum? No! L'unica via si chiama "proprietà popolare della moneta" (e contestuale reddito di cittadinanza emesso a credito – vedi qui La moneta Proprietà, come volano dell’economia e qui Proprietà Popolare della Moneta – Come uscire dalla crisi-truffa e riprendersi i propri soldi): il punto è capire questa semplice, ma apparentemente complessa, realtà e creare, comune per comune, quartiere per quartiere, parrocchia per parrocchia, delle alleanze trasversali e civiche capaci di mandare avanti la grande ricetta del Professor Giacinto Auriti. Tutto il resto è noia… e fumo.
Sergio Basile (Copyright © 2015 Qui Europa)
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