Venerdì, Agosto 1st/ 2014
– Sergio Basile –
Redazione Quieuropa, Boeing [...]
Mercoledì, 3 Giugno / 2015
– di Sergio Basile –
Redazione Quieuropa, mondialismo, massoneria, Italia, repubblica Italiana, Festa della Repubblica,
2 Giugno nella Terra di Nessuno: una grande festa
Massonica
Le tappe principali di un progetto di colonizzazione monetaria, iniziato
nel 1861, continuato col quadrunvirato fascista e culminato nella
creazione della Repubblica (massonica)
Roma – di Sergio Basile – Ieri una parte minoritaria di Italiani – quella a cui evidentemente sta bene l'attuale status quo usurocratico – ha "festeggiato" la Repubblica, in un trionfo di retorica e di presunto orgoglio patriottico, con tanto di esibizione delle frecce tricolore. Una parte di italiani ha festeggiato cioè, più o meno consapevolmente, quel carrozzone mondialista nato con le elezioni farsa del 2 giugno 1946 – sulle rovine del modello sociale organico aristotelico-tomista – ed affermatosi a suon di fanfara e propaganda, nel territorio "italico": un tempo raccaforte del cattolicesimo; oggi terra di nessuno e oggetto di un corposo ed irrefrenabile processo di ebraicizzazione e protestantizzazione culturale, per mano dei potentati mondialsiti. Il collante della cosiddetta Repubblica – dal latino teoricamente "res publica", ovvero "cosa pubblica" – non fu affatto l’identità o il benessere nazionale e pubblico; furono piuttosto gli scellerati accordi tra la giudeo-massoneria internazionale e i gruppi di potere interni ed esterni ruotanti attorno ad essa. Massoneria e mafia giocarono un ruolo cruciale in questo misterioso parto, ad oggi ancora celebrato con enfasi dagli asserviti media.
Repubblica, Operazione Husky e Mafia
Infatti dopo lo sbarco anglo-americano in Italia gli Usa, grazie al "nobile" compitino affidato al primo direttore della CIA (ex OSS), nonché massone di alto grado, Allen Dulles, riuscìrono ad esercitare la loro definitiva egemonia statalista e liberal-socialista sul "Bel Paese", con il pretesto della liberazione dal regime fascista. Dulles – massone, banchiere e 007 – fu il perno dell'Operazione Husky e gli uomini dell'OSS – servizi segreti Usa – coordinarono, in particolare, sotto la sua supervisione i rapporti tra mafia locale e Washington: una sorta di "trattativa Stato-Mafia" degli anni che furono. Il referente italiano dei misteriosi contatti fu il siciliano emigrante Massimo Corvo, Max per gli "amici, primo coordinatore dell'esclusivo "club" ad alta densità massonica, denominato "The Mafia Circle". Tra i nomi eccellenti spuntati ben presto – vedi qui Da Dulles ai giorni nostri – anche quello di Lucky Luciano e Licio Gelli. Gli uomini di Max – come rivelato da "Qui Europa" in altre sedi: vedi qui Da Dulles ai giorni nostri – liberarono di prigione numerosi boss mafiosi (850), poi arruolati nell’OSS. Molti di essi, dopo l'occupazione americana, passarono direttamente dalle "patrie" galere ad assumere prestigiose cariche pubbliche e nel 1953 Dulles venne "premiato" per il lavoro svolto divenendo capo della neonata CIA. Cosa festeggiamo dunque?
Evoluzione di un progetto coloniale
Il 2 Giugnpo del 1946 vide la luce una Repubblica concepita tra mille ruberie – di sette-segrete, logge, baronie, partiti politici e corpose frange di speculatori, banchieri, mafiosi e finanzieri – ed ingenerando nel popolino succube e in larga parte ignorante – per mancanza di strumenti informativi idonei – una sensazione di falso benessere, salvo poi richiedere in cambio la vita stessa di innumerevoli martiri, spesso e volentieri mandati allo sbaraglio ai quattro angoli della Terra. Ma allora la domanda che ritorna prepotente è: cosa si è festeggiato ieri 2 Giugno 2015? Se ci riflettiamo un attimo, senza farci distrarre dalle storielle della "storiografia ufficiale"(già improntate sul mito di quel drappello sovversivo di mille avventurieri, scarsamente equipaggiati, guidati dal gran maestro Garibaldi, contro gli "spietati" dominatori di quel Regno che si estendeva dalla Sicilia all'Abruzzo) possiamo rispondere nel seguente modo: una Repubblica non "nata" per volontà del popolo e in modo libero, spontaneo, ma "fatta" per volontà della giudeo-massoneria internazionale che nel frattempo aveva già messo sotto scacco ed assoggettato (mediante la diabolica logica del debito indotto e della moneta facile da elargire copiosamente ai fedeli servitori del piano internazionalista) paesi come Regno Unito e Usa: rispettivamente – ed in maniera "definitiva" – mediante la nascita della Banca d'Inghilterra e della Federal Reserve.
Il predominio del Commonwealth in Italia
L'Italia nello scacchiere continentale rappresentò per ovvi motivi strategici (soprattutto religiosi, ma anche economici, geografici e culturali) una pedina indispensabile alla costruzione del Nuovo Ordine Mondiale (vedi qui 25 Aprile e Nuovo Ordine Mondiale: le profezie di Padre Pio e Benedetto XV) e al monopolio economico dell'asservita potenza anglo-americana, cioè al dominio coloniale del Commonwealth: il più grande impero (giudaico-massonico e anglo-israelista) mai esistito sulla faccia della Terra (vedi qui Conoscere il Nuovo Ordine Mondiale – British Israel, Ecumenismo e Protestantesimo – 1 e qui Conoscere il Nuovo Ordine Mondiale – British Israel, Ecumenismo e Protestantesimo – 2).
Generazioni distrutte da una lunga menzogna
Anche quest'anno, dunque, malgrado le solite menzogne sul perdurare di una crisi economica (che in realtà, come detto in più sedi, è una vera e propria truffa monetaria, dettata dai "grandi architetti" di Basilea 3, Londra e Bruxelles) ci ritroviamo ad assistere esterrefatti a faraonici festeggiamenti in onore di una Repubblica messa in piedi con una sanguinosa guerra coloniale di conquista (si pensi alle esecuzioni di massa, ai villaggi incendiati e a tutti gli abomini commessi nel Sud, fin dai tempi dei garibaldini, Pontelandolfo in testa – vedi qui La Guerra e l’Occidente oltre il velo della propaganda mediatica – Da Pontelandolfo a Damasco) che ha provocato un esodo di dimensioni colossali: si pensi alle generazioni di meridionali che sin dal 1870 sono stati costretti ad abbandonare la propria terra d'origine e che ancora oggi sono costretti a disintegrare i loro legami familiari, andando a cercar fortuna chissà dove, mentre l'iper-immigrazione indotta avanza inesorabile.
La Repubblica democratico-massonica
Ci siamo ritrovati, dunque, a festeggiare una non-festa per la creazione di una "repubblica democratico-massonica" profondamente anti-cristiana (già estensione del massonico Regno Sabaudo – vedi qui Massoneria – Profetica Maledizione di Don Bosco del 1855 e Visione di Padre Pio del 1913) perpetrata contro gli interessi di dozzine di milioni di italiani – cattolici e non – con ogni sorta di mezzo lecito ed illecito (vedi ad esempio, i plebisciti-farsa del 1946 e ancor prima la corruzione degli alti ufficiali del Regno delle Due Sicilie, nel 1861) e senza rispetto alcuno per le diversità culturali e regionali, vendute all'asta – proprio come avviene oggi, in questi strani anni – al miglior offerente. Volenti o nolenti questa è la storia della nostra "Repubblica", oggi – paradossalmente – da difendere e tutelate da altre forme ancor più aggressive e distruttive di accentramento politico e colonialismo massonico-europeista.
Fascismo periodo felice?
Paradossalmente, come ricorda lo studioso americano James Gregor, docente dell'Università di Berkeley, in Interpretation of Fascism, l'unico momento "patriottico", in cui l'Italia fu capace di alzare la testa sarebbe stato (e come vedremo poù avanti il condizionale è d'obbligo) proprio il periodo fascista, almeno – se non per altro – dal punto di vista scolastico, agricolo, demografico e, più in generale, economico. Da una prima e superficiale analisi potremmo parlare di "miracolo economico", asserendo come Mussolini sia stato il primo ed unico ad ottenere il pareggio di bilancio senza misure lacrime e sangue, costruendo ponti e strutture che ancor oggi rappresentano il pilastro dell'edilizia di numerosissimi centri urbani, da Nord a Sud; egli inoltre cercò – almeno in un primo momento – di difendere la sovranità monetaria dai continui attacchi anglofoni, finendo tuttavia per cadere rovinosamente sulla buccia di banana della famigerata "Quota Novanta" (vedi qui Giacinto Auriti – La Quota 90).
La "Quota Novanta" – Da Mussolini a Prodi
Si trattò di un'operazione monetaria che implicò la rivalutazione della lira del 25%, rispetto alla sterlina: la sterlina che era quotata a 120 lire, fu quotata a 90 lire, con un contestuale aumento del 25% sia dei crediti che dei debiti dello stato italiano. Mossa voluta dalla giudeo-massoneria e creata ad hoc per favorire le banche e nel contempo per danneggiare le industrie e la capacità produttiva del Paese, portando a fallimento numerosissime industrie che da un giorno all'altro persero la loro competitività sul mercato. L'Italia si presentò alla guerra in condizioni disarmanti. Benito Mussolini – pur con diversi ed innegabili meriti pubblici e sociali – accettò questo palese atto di colonialismo monetario, proprio come avvenne con Romano Prodi (quest'ultimo, al contrario, senza alcun merito…) e con l'ingresso dell'Italia nell'euro sulla base di un falso mito, quello della "moneta forte" quale simbolo e sinonimo di "stato forte".
"Quota Novanta" all'ombra della giudeo-massoneria anglosassone
La famigerata "Quota Novanta" fu consigliata al Duce: Egli evidentemente – e suo malgrado – o si prostrò ai padroni inglesi o finì semplicemente per sottostare, naturalmente, alla volontà del quadrunvirato internazionalista e massonico che ne favorì l'ascesa. In entrambi i casi Mussolini si dimostrò assolutamente ignorante in tema di politiche monetarie. I gran suggeritori – che mandarono avanti il progetto massonico-repubblicano – furono 4 esperti di finanza (nonché banchieri e massoni) vicini alla Banca d'Italia, evidentemente ammaestrati a dovere dall'élite bancaria internazionalista: Bonaldo Stringher (1) (politico ed economista italiano tra i più potenti ed ingluenti, Direttore generale e Governatore della Banca d'Italia dal 1928 al 1930), Giuseppe Paratore (2) (uomo della P2, rientrante nella famigerata lista sequestrata a Licio Gelli), Alberto Beneduce (social-riformista e massone, ma non fascista (3), fu uomo di riferimento per l'Italia presso i grandi banchieri internazionalisti di Basilea e della Banca dei Regolamenti Internazionali – BRI – nonché fondatore dell'IRI e costruttore dell'economia di Stato, scoperto da Francesco Saverio Nitti) e Giuseppe Volpi, conte di Misurata (4).
(1) Bonaldo Stringher – Direttore generale e Governatore della Banca d'Italia dal 1928 al 1930 – Cfr.: Elio Morpurgo Commemorazione di Bonaldo Stringher. Udine 11 febbraio 1931
(2) Giuseppe Paratore è stato un avvocato e politico italiano, deputato, sottosegretario e ministro nel Regno d'Italia, nonché membro dell'Assemblea Costituente, Senatore della Repubblica e Presidente del Senato. Ma il nome di Paratore compare curiosamente.(identificato nell'area di riferimento "Arezzo, fascicolo 845") tra i 962 nomi della lista della "Loggia Massonica Propaganda Due (P2)" sequestrata il 17 marzo 1981 a Licio Gelli (distribuito dalla presidenza del Consiglio il 21 maggio 1981). Vedi anche Relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta, consegnata ai presidenti della Camera e del Senato il 12 luglio 1984.
(3) Alberto Beneduce non prese mai la tessera – Cfr.: Millenovecento : mensile di storia contemporanea. – Milano : Editrice Millenovecento. A. IV, n. 31, maggio 2005. In merito va ricordato come Nitti e Beneduce imposero un contributo forzoso al capitalismo industriale che aveva prosperato sulla guerra. Divenuto coll'appoggio di Stringher e di Volpi di Misurata presidente della Bastogi, allora una specie di Mediobanca, cioè una tolda di comando della finanza italiana, entra come tale nel consiglio d'amministrazione dell'Imi, da lui progettato e messo in essere. Presiede anche, più o meno simultaneamente, l'Istituto di credito alle imprese di pubblica utilità e il Consorzio di credito per le opere pubbliche. Rappresenta l'Italia nella Banca dei regolamenti internazionali a Basilea. Beneduce creò un'architettura di istituzioni, soprattutto Ina, Crediop, Icipu, Imi, Iri, attraverso le quali lo Stato agiva come soggetto economico, raccogliendo e investendo ingentissimi volumi di risparmio. Degli organismi creati da Beneduce il mercato si fidava. Dopo l'Iri, fu la volta nel 1936 della legge di riforma bancaria, che dette un assetto stabile al settore, anch'essa pensata prevalentemente negli uffici dell'lri.
(4) Giuseppe Volpi, Conte di Misurata (Venezia 1877 – Roma 1947), imprenditore e avventuriero, appena ventenne andò a vivere nell’Impero ottomano in cerca di fortuna. Realizzò iniziative economiche di successo nei Balcani grazie anche all’appoggio dell’appena nata Banca commerciale Italiana. Rientrato ricco a Venezia, lanciò diverse imprese per realizzare grandi opere nei mercati a Oriente, dove aveva una fitta rete di relazioni. Con il fascismo ebbe alti incarichi politici. Cfr.: Millenovecento : mensile di storia contemporanea. – Milano : Editrice Millenovecento. A. IV, n. 31, maggio 2005.
Massoneria e ascesa del Fascismo – l'altra faccia del piano coloniale
Giuseppe Volpi da Misurata – affarista, speculatore e creatore della Mostra del Cinema di Venezia – assieme all'ebreo polacco Giuseppe Toeplitz (fondatore, a Milano, della Banca Commerciale Italiana) a Piero Foscari (politico irredentista e dannunziano, membro di una blasonata famiglia di Dogi di Venezia) e a Bernardino Nogara (delegato del Governo italiano alla gestione del Debito Pubblico Ottomano e potentissimo amministratore unico dei fondi ricevuti dal Vaticano per i Patti Lateranensi) costituì il poco noto "Quadrunvirato" che prese parte a numerose cospirazioni massoniche europee (tra le quali quella dei Giovani Turchi a Istanbul) favorendo l'ascesa del fascismo in Italia e guadagnando – tra l'altro – immense fortune dalla campagna libica. Come ricorda lo storico Aldo Giannuli, in numerosi suoi scritti, il massone Volpi finanziò l’ascesa di Benito Mussolini (5) con la partecipazione di numerosi investitori veneziani.
(5) Non dimentichiamo che tutti e quattro i quadrumviri fascisti (Balbo, De Bono, Bianchi e De Vecchi) furono massoni: Italo Balbo, in particolare, fu assiduo frequentatore degli ambienti irredentisti, fino a divenire una guardia del corpo di Cesare Battisti (presso la cui redazione giornalistica Mussolini era redattore). Contemporaneamente, Toeplitz, su intercessione dell’amica Margherita Sarfatti, aiutò Mussolini con inserzioni pubblicitarie della Banca sul suo giornale “Il Popolo d’Italia” e qualche sovvenzione nascosta. Volpi guadagnerà dal fascismo importanti incarichi istituzionali. Governatore della Libia, presidente di Confindustria, membro del Gran Consiglio del Fascismo (ma non sarà presente nella famigerata seduta dell’ordine Grandi). Nel 1938 diviene presidente delle Assicurazioni Generali al posto del dimissionario Edgardo Morpurgo, il quale, poiché ebreo, dovette cedere la guida dell’istituto assicurativo a causa delle leggi razziali. Cfr.: Aldo Giannuli – Il quadrumvirato che finanziò l’ascesa di Mussolini.
Due facce della stessa medaglia
Pochi, davvero pochi, sanno dunque che anche ai vertici del partito fascista albergarono pezzi da novanta del sionismo ebraico-massonico internazionale. Qual è la morale della "favola"? Semplice! Tutte le cosiddette "rivoluzioni" e "contro-rivoluzioni" sanguinose – rosse, bianche o nere – in Italia (e non solo) altro non sono state che dei veri e propri colpi di stato massonici per abbattere i capisaldi su cui poggiava tradizionalmente l'ordine delle nostre società regionali ("regno e sacerdozio") per fondare un "nuovo ordine" caotico e sovversivo, appiattivo sulla sete di dominio mondiale della giudeo-massoneria: la stessa artefice sia dell'unità che della fine del regime fascista e della contestuale nascita della Repubblica.
Cosa festeggiano? Forse la perdita della sovranità monetaria?
Ma allora ieri alcuni italiani cos'hanno festeggiato? Evidentemente una Repubblica che ancora oggi continua a svendere la propria dignità ed identità, fino al punto di consegnare la sua stessa sovranità politica, monetaria ed economica ad un ente privato (la BCE), calpestando i diritti dei suoi cittadini per prostituirsi all'oligarchia dell'alta finanza e condannando le generazioni presenti e future alla miseria e – come ricordava spesso l'indimenticato Professor Giacinto Auriti – alla disperazione o al suicidio. Pertanto il 2 Giugno per i veri cattolici e per coloro i quali, a prescinderre dall'orientamento religioso, credono che la parola libertà sia inconciliabile con il termine "colonialismo", non è una festa, ma piuttosto una gran presa…. per i fondelli.
Sergio Basile (Copyright © 2015 Qui Europa)
Partecipa al dibattito – Redazione Quieuropa – infounicz.europa@gmail.com
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Allegato
2 Giugno – Gran Festa per Massoneria e Grande Oriente
Segue scritto di Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia
pubblicato ieri sul sito del Grande Oriente
Ovviamente per la Massoneria quella del "2 Giugno" è stata una gran festa da celebrare in pompa magna. Infatti sul sito del Grande Oriente d’Italia (vedi qui Grande Oriente d'Italia – Sito Ufficiale) è apparso un accorato messaggio del Gran Maestro Stefano Bisi, di seguito riportato nei suoi tratti salienti:
“Una data – commenta il gran maestro Bisi – che rappresenta la vittoria della Libertà e della Democrazia. Una data che ci richiama continuamente ai forti e grandi valori che ispirano la nostra Costituzione, alla quale i massoni del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani – come recita il loro ordinamento – ‘si impegnano a prestare la dovuta obbedienza e ad osservare scrupolosamente tutte le leggi che ad essa si conformano’. Soprattutto in momenti difficili come questi, a causa di una crisi economica che avvinghia da tempo il nostro Paese, è più che mai essenziale guardare agli imprescindibili valori di democrazia, coesione sociale e dignità dell’uomo che permeano la Costituzione italiana. E’ per questo che in periodi difficili come l’attuale bisogna avere la saggia capacità di unire e non di dividere. Bisogna mettere in campo, a tutti i livelli, ogni energia per adempiere al dovere che abbiamo verso gli altri, soprattutto verso chi ha bisogno di un futuro meno nebuloso: i nostri figli”. “In questo giorno – continua il gran maestro Bisi – si celebra anche la giornata delle Forze Armate. E il pensiero va a tutti gli uomini e le donne in divisa. Va innanzitutto alla memoria di coloro che hanno perso la vita nel l’espletare il dovere di servire l’Italia. Va a coloro che prestano servizio lontano dai nostri confini in missioni umanitarie e di pace, e va ai due marò che da tre anni sono nelle mani della lenta giustizia indiana“. “Che l’orgoglio di essere italiani prevalga sempre e che la lunga epopea partita dal Risorgimento e dall’Unità d’Italia, e culminata nella solida ed aurea Costituzione rimanga sempre vigile e presente nella mente e nei cuori di tutti coloro che amano il nostro meraviglioso Paese“. Per questo il 2 Giugno il tricolore svetterà su tutte le sedi di Grande Oriente d’Italia. Viva la Repubblica, Viva l'Italia, Viva il Grande Oriente d'Italia".
Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia
Grande Oriente d'Italia – Sito Ufficiale
Video
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