Giovedì, 30 agosto / 2018
– di Roberto Pecchioli –
Giovedì, Giugno 25th, 2015
– Redazione Qui Europa –
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Religione e Società – Piazza San Giovanni: un popolo in difesa della famiglia
Roma – Family Day: ma non doveva essere un fallimento?
Circa un milione di italiani in piazza per difendere il futuro:
note chiare e note stonate di una mobilitazione di massa
che ha riempito il cuore di Roma
Roma – Redazione Qui Europa – Sabato 20 Giugno, circa un milione di persone si sono radunate in Piazza San Giovanni a Roma, per un pacifico Family Day (vedi qui Un milione di anime in Piazza San Giovanni – Il punto) contro la diffusione delle teorie gender nelle scuole dell'infanzia e contro il riconoscimento delle unioni civili tra persone dello stesso sesso ("novità" promosse dai DDL Cirinnà e Fedeli in discussione a Montecitorio). Una mobilitazione eccezionale e promossa, tra l'altro, in tempi record dal comitato "Difendiamo i nostri figli" – ente formato da omponenti di associazioni e movimenti prolife – che ha visto tra le organizzazioni capofila anche Manif Pour Tous, Alleanza Cattolica, Identità Cristiana, Giuristi per la Vita e il Cammino Neocatecumenale. Tra le note stonate e le voci cattoliche fuori dal coro ha fatto molto discutere l'atteggiamento di CL (Comunione e Liberazione) che ha espressamente difeso il proprio "No" all'evento… D'altronde altri movimenti cattolici o pseudo-tali hanno deciso di non aderire. Tra di essi il Forum delle Associazioni Familiari, la Comunità di Sant'Egidio, i Focolarini, l'Azione Cattolica e i movimenti Scout.
La Carta del "Coraggio" Scout
Questi ultimi – per il vero – caduti da mesi in una evidente crisi d'identità, dopo l'approvazione di un documento, la cosiddetta "Carta del Coraggio Scout", che ha fatto molto discutere (vedi qui La Carta del Coraggio Scout e l’antitesi evangelica: Agesci in Crisi d’identità) ponendosi in netto contrasto con la tradizionale e millenaria dottrina della Chiesa. Ecco di seguito i passaggi del documento che più hanno fatto discutere, gettando nello sconcerto molti cattolici contrari alle cosiddette aperture "moderniste" (protestantizzanti) nella Chiesa di Cristo.
L'insopportabile leggerezza dell'essere… Scout (oggi)
In modo particolare – con toni piuttosto ambigui – nell'ambito del paragrafo "impegno AMORE" del documento sopra citato è scritto – cfr. articolo pubblicato in Qui Europa il 22 Luglio 2014 – che i giovani Scout si impegnano 1) ad essere testimoni di un amore autentico ed universale e portare avanti valori di non discriminazione e di accoglienza nei confronti delle persone di qualunque orientamento sessuale; 2) a vivere coraggiosamente e con serietà una scelta consapevole di amore autentico e duraturo, considerando la famiglia (intesa – badate bene – come qualunque nucleo di rapporti basati sull'amore e sul rispetto) come comunità primaria e strumento privilegiato di formazione ai valori di apertura e convivenza dell’individuo nella società, senza discriminare persone che hanno vissuto o stanno vivendo esperienze quali divorzio o convivenza. 1) Chiediamo all'Agesci – si leggeva ancora nel documento presentato l'estate scorsa – di allargare i propri orizzonti affinché tutte le persone – indipendentemente dall'orientamento sessuale – possano vivere l’esperienza scout e il ruolo educativo con serenità senza sentirsi emarginati. Chiediamo inoltre all’Agesci che dimostri maggiore apertura riguardo a temi quali omosessualità, divorzio, convivenza, attraverso occasioni di confronto e di dialogo, diventando così portavoce presso le istituzioni civili ed ecclesiastiche di una generazione che vuole essere protagonista di un cambiamento nella società.
Dreriva Scout… Persi nel bosco del gender?
A questo proposito – si leggeva nel documento presentato lo scorso mese di Luglio 2014 – chiediamo alla Chiesa di accogliere e non solo tollerare qualsiasi scelta di vita guidata dall'amore (?); 2) Chiediamo che l'Agesci non consideri esperienze di divorzio, convivenza o omosessualità invalidanti nella partecipazione alla vita associativa e al ruolo educativo, fintanto che l'educatore mantenga i valori dell'integrità morale; 3) Chiediamo alla Chiesa – concludeva l'ambiguo documento – di mettersi in discussione e di rivalutare i temi dell'omosessualità, convivenza e divorzio, aiutandoci a prendere una posizione chiara; 4) Chiediamo che lo stato porti avanti politiche di non discriminazione e accoglienza nei confronti di persone di qualunque orientamento sessuale, perché tutti abbiamo lo stesso diritto ad amare ed essere amati e che questo amore sia riconosciuto giuridicamente affinché possa diventare un valore condiviso; 5) Chiediamo allo Stato di agevolare sia dal punto di vista economico che burocratico le pratiche di adozione nazionale. Il tutto fu sigillatto alla presenza legittimante di Bagnasco e dello stesso Matteo Renzi… E la cosa la dice lunga sulla sottile strategia perseguita dal vertice degli Scout, in vista del prossimo sinodo sulla Famiglia che – secondo le ultime indiscrezioni – vorrebbe decisamente aprire il Santo Tabernacolo a gay e separati (indipendentemente dallo stato di grazia e dalle colpe attribuibili nella separazione medesima..).
La distruzione della società umana
Ovviamente la nostra critica non implica l'intolleranza verso esseri umani in quanto tali, ma verso stili di vita sbagliati e orientati al peccato – stando ai santi vangeli – e a modelli di unioni che qualcuno vorrebbe equiparare alle famiglie naturali, con tanto di adozioni incluse… Senza comprendere cosa vuol dire staccare un bambino dal seno materno… o fecondarlo in un utero in affitto, oggettivizzando la donna, abbassata a rango di una cosa da usare a proprio uso e consumo.
La posizione dei vescovi italiani
Benché la Chiesa Italiana non si sia espressa in maniera ufficiale su questo argomento e la mittente della CEI, TV2000, abbia stranamente silenziato l'evento, alcuni cardinali e vescovi hanno appoggiato a titolo personale la manifestazione incoraggiando e invitando le famiglie a partecipare all'evento: tuttavia nessun vescovo e alto prelato italiano era presente all'incontro.
Gli interventi e i veri protagonisti della giornata
Dopo il benvenuto del portavoce del comitato, Massimo Gandolfini si sono alternati sul palco Gianfranco Amato – presidente dei Giuristi per la Vita – Simone Pillon, Mario Adinolfi, Costanza Miriano ed Alfredo Mantovano. Tra gli interventi anche le esperienze di due famiglie numerose che hanno raccontato le loro difficoltà legate all'insegnamento delle teorie gender nelle scuole. A conclusione dell'incontro, vi è stato l'intervento di Kiko Argüello, fondatore del Cammino Neocatecumenale, che ha parlato espressamente di battaglia spirituale in atto: "La vera sfida è l'essere – ha affermato Kiko citando Shakespeare – e noi sappiamo che il nostro essere viene da Dio". Ma i veri protagonisti della giornata sono state le famiglie: in piazza anche la famiglia Anania, la famiglia più numerosa d'Italia, con i suoi 16 figli. La redazione di Qui Europa ha fatto il viaggio di andata assieme agli Anania, condividendo uno straordinario spirito di comunione ed allegria, che solo la famiglia naturale può donare. E' sempre stato così e lo sarà per sempre. D'altronde, come ha ribadito dal palco Costanza Miriano: "non siamo noi a discriminare e distinguere l'uomo dalla donna… A "discriminare" è la natura stessa… e non possiamo farci niente! E' sempre stato così!"
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