Sabato, Novembre 2nd/ 2013
– Redazione Qui Europa e Andras Kovacs, Budapest –
Qui Ungheria, Nuova Lettera Aperta [...]
Sabato, Luglio 18th/ 2015
– di Pasquale Leone e Sergio Basile / Sete di Giustizia –
Redazione Qui Europa, Pasquale Leone, Fabbrica del Debito, Sete di Giustizia Lamezia Terme, Giacinto Auriti, Moratoria del debito, ruolo anacronistico della BCE, banche private, Commonwealth, Fondo Salva-Stati, sovranità politico-finanziaria e monetaria, San Tommaso d'Aquino
Economia e Società / La fabbrica del Debito Pubblico
Moratoria e Delegittimazione della BCE: rottamare
la Fabbrica del Debito
Gli strumenti per bonificare la voragine del Debito, da
San Tommaso d'Aquino a Giacinto Auriti
Atene, Francoforte – di Pasquale Leone e Sergio Basile – "Dopo le molotov in piazza Syntagma, veri incendi scoppiano alle porte di Atene, nella punta meridionale del Peloponneso. Torna l'incubo del 2007, quando morirono 60 persone. Nella regione della Lakonia, le fiamme arrivano fino alle spiagge. Nella zona di Neapoli è un inferno: campeggi e villaggi evacuati, casette e taverne isolate nella campagna e distrutte. Un centinaio di vacanzieri è rimasto bloccato per ore su una spiaggia" (fonte ANSA – 18 Luglio 2015). Ma a ben vedere il vero incendio, il più distruttivo, che sta consumando la Grecia e l'Europa si chiama truffa del "Debito Pubblico": piano diabolico pianificato per indebolire le nazioni e costringerle ad unirsi in un super-stato continentale e federale (cosiddetti Stati Uniti d'Europa) al fine di imporre a tutti un uncio legislatore e un'unica volontà, controllando più facilmente 530 milioni di "cittadini".. Vale dunque la pena di tornare a denunciare i pilastri di questo inganno, cioè a rivedere i meccanismi che alimentano il debito pubblico degli stati. Tutto parte, in Europa, dal ruolo anacronistico della BCE.
La fabbrica del debito
La BCE (Banca Centrale Europea) è di fatto un’istituzione detenuta da banche private (appartenenti anche a soggetti privati in carne e ossa provenienti da nazioni europee che non aderiscono all’euro: vedi Regno Unito – vedi lo schema giù riportato o il link di seguito, per approfondomenti L’Europeismo è la distruzione dell’Europa) e svolge, curiosamente e paradossalmente, una presunta "funzione pubblica", stampando la moneta cartacea o cartamoneta (1) al costo di pochi centesimi, per poi cederla alle banche commerciali gravata da un tasso d'interesse dell'1/0,50% (e anche meno) calcolato sul valore nominale delle stesse, in cambio di Titoli di Garanzia e in aste del tutto fittizie, perché prive di competizione reale. Queste banche commerciali la passano (è proprio questa la parola giusta: passano) poi agli stati per i loro rispettivi fabbisogni in cambio di buoni del tesoro, ossia di titoli del debito pubblico che detti stati emettono quando hanno bisogno di liquidità e a un tasso di interesse superiore che di solito si aggira intorno al 4-5% , ma anche più: vedi ad esempio l'azione lievitante esercitatta in maniera illegittima dai privati delle agenzie di rating che, declassando gli stati con semplici "voticini", fanno schizzare in alto lo spread, finendo per decidere arbitrariamente, in sostanza, il livello di tassazione che i cittadini devono sostenere per ripagare questo incremento indotto di interessi passivi sul debito pubblico (Vedi qui per approfondimenti – Lo Spread e l’Epoca dei Nuovi Barbari). Il tutto avviene dunque in maniera automatica e senza che i cittadini comprendano a dovere quanto accade (vedi qui Il Sionismo e l’arma economico-finanziaria – Confessioni di un rabbino e qui Spinti a far Debiti dal mitico Stato-Apparato)
(1) Da non confondere con la banconota (o nota di banco), che non esiste più
I Proprietari della Banca Centrale Europea
Banca Nazionale della Germania (23,40%) Banca Centrale di Svezia (2,66%)
Banca della Francia (16,52%) Banca nazionale d'Austria (2,30%)
Banca d’Inghilterra (15,98%) Banca del Portogallo (2,01%)
Banca d'Italia (14,57%) Banca Naz. della Danimarca (1,72%)
Banca della Spagna (8,78%) Banca di Finlandia (1,43%)
Banca della Grecia (2,16%) Banca Centrale d’Irlanda (1,03%)
Banca d’Olanda (4,43%) Banca del Lussemburgo (0,17%)
Banca Nazionale del Belgio (2,83%)
N.B.:
La Banca d’Inghilterra è la banca centrale del Regno Unito, nazione imperiale posta alla
base del Commonwealth. Essa è proprietaria – terza azionista – della BCE, pur non
essendo l'UK parte dell'Eurozona. Non lo trovate alquanto strano e rivelatorio?
La Fabbrica del Debito – Obbligati ad assoggettarsi alla speculazione
In merito va ricordato come in virtù dell'art. 123 del Trattato di Lisbona, gli stati europei sono costretti a rifinanziarsi presso le banche private (o, come si dice in gergo, presso i mercati internazionali). Gli Stati a loro volta non solo ripagano questi interessi alle banche creditrici facendoli gravare sulle tasse imposte ai cittadini, ma, al momento dell'ipotetica restituzione del debito contratto (cosa alquanto impossibile, in quanto hanno sempre bisogno di nuovo e di più denaro per mandare avanti i propri rispettivi paesi), visto che non possono più stampare cartamoneta, sono costretti a chiedere un ulteriore prestito che va, poi, ad aggiungersi al precedente, o ai precedenti. È così che nasce il debito pubblico, che grava in esclusiva sulle nostre spalle, e che sarebbe meglio definire (come già qualcuno ha fatto), “la fabbrica del debito”, che rende, inesorabilmente, ogni singolo cittadino debitore fin dalla nascita e, nel contempo, schiavo di questo sistema perverso e diabolico, che i nostri “beneamati” politici hanno voluto fortemente e che difendono con le unghie e con i denti (come si suol dire) visto che non sono loro a pagarlo.
Fiscal Compact e MES – Il potenziamento della Fabbrica
Questa “fabbrica del debito” – come detto in altre sedi – è stata poi progressivamente blindata e potenziata grazie a due nuovi trattati (2), il Mes, o Fondo Salva-Stati (3) (che ci costerà la “modica cifra” di 125 miliardi di euro, che noi non abbiamo) e il Fiscal Compat (4) (letteralmente “patto finanziario”), il quale con la scusa di dimezzare il debito pubblico e portarlo al 60% del PIL, ha portato i nostri governanti a ridurre di 45 miliardi di euro i costi dello stato per i prossimi 20 anni. Un vero e proprio controsenso, un atto criminoso che in effetti dovrebbe far venir meno il presupposto fiscale, quale contropartita di un servizio ormai inesistente per statuto. Ciò significa quello che è sotto i nostri occhi: tagli pesantissimi alla spesa pubblica (istruzione, assistenza, salute, giustizia, tutela del territorio, difesa, investimenti, ricerca ecc.) nuove e sempre più aspre tasse (dirette ed indirette), crollo della spesa delle famiglie, e di conseguenza delle vendite (anche di beni di prima necessità, comprese le medicine), chiusura delle aziende, crollo massiccio dell’occupazione (specialmente di quella giovanile), nuove povertà, suicidi, sfiducia crescente nelle istituzioni, degrado, rabbia e diserazione diffusa, ecc... E in tutto ciò il nostro pseudo-premier Matteo Renzi continua a illudere e prendere in giro le masse, parlando di "crescita". Pazzesco!!
(2) Che ci legano a delle istituzioni sovranazionali e i cui membri non solo non sono stati eletti da nessun, ma condizionano pesantemente e profondamente la politica degli stati membri dell’unione, senza però venirne, a loro volta, minimamente condizionati da questi. N.B.: questo commissariamento reale da parte di Bruxelles nei confronti degli stati dell'Unione in realtà esisteva già, anche se in forma meno evidente e selvaggia fin dal 1997. Vedi qui per approfondimenti Patto di Stabilità – Come l’Europa dal 97 chiede il suicidio dell’economia italiana
(3) Con sede a Lussemburgo e già attivo dal luglio 2012, allo scopo ufficiale di "assicurare assistenza finanziaria (a condizioni molto severe) a tassi fissi o variabili, ai paesi in difficoltà" e con meccanismi di funzionamento e gestione anti-democratici (vedi qui L’euforia di Regling, il MES avrebbe Raggiunto il suo Obiettivo, qui Nell’Ue arriva il MES – E’ la fine della democrazia: benvenuti nella nuova dittatura, qui La Bufala: Tagli Tasso Bce e MES – Draghi idolatrato dai Media e qui Eurozona – Benvenuta Dittatura Finanziaria!)
(4) Approvato il 2 marzo del 2012 da 25 dei 27 stati.
La bonifica della voragine
Tutte cose, queste, ampliamente predette anni prima dal grande Prof. Giacinto Auriti, il primo uomo nella storia capace a smascherare e denunciare in maniera sistematica e completa la truffa delle truffe, indicando i provvidenziali e unici correttivi possibili: la proprietà popolare della moneta con contestuale reddito di cittadinanza emesso a credito dei cittadini (vedi qui L’essenza della truffa più infame della Storia: un sistema che premia furbi e disonesti, qui La moneta Proprietà, come volano dell’economia e qui La Vera Ricchezza di una Nazione). La lista potrebbe comunque continuare. A questo punto è doveroso porsi delle domande; chiedersi come tutto ciò sia potuto accadere e cosa si possa fare in concreto per “colmare” e bonificare questa paurosa voragine acquirìtrinosa di un debito inestinguibile che cresce sempre più e al quale nessun “esperto”, ad oggi, è riuscito a trovare soluzione. Una voragine che – tra l'altro – in un mondo "normale" e "giusto", andrebbe subito sottoposta ad una moratoria o cancellazione sistematica: così paesi come la Grecia e l'Italia potrebbero non esserre costretti all'autodistruzione e a "riforme" meschine e criminali.
San Tommaso d’Aquino rottama la fabbrica del debito pubblico
La risposta a questi paradossi che dovremmo trovare nei corsi di economia di qualche dotto professore universitario o che ci dovrebbe pervenire da uno dei tanti tecnici che si interessano di economia e di finanza nei salotti TV, in realtà ci viene, in parte, anche dal passato e precisamente dalla "teoria sulla duplice tipologia dei beni” (della quale ci siamo già occupati di recente – vedi qui Grecia & Co – La Crisi in Sintesi raccontata da San Tommaso d’Aquino) formulata ed espressa dal grande San Tommaso d’Aquino (5) nella sua “Summa Theologica". Egli, nell’opera suddetta, distingue due tipologie di beni: quelli destinati al loro consumo (6) e quelli che non hanno il consumo come fine, bensì il loro utilizzo (7). Per la 1° tipologia poi (quelli destinati al loro consumo), la concessione dell’uso implica necessariamente anche la cessione del bene stesso, ossia un passaggio di proprietà, dietro un equo compenso che l’acquirente deve versare al possessore del bene ceduto. Per la 2° tipologia (quelli che non hanno il consumo come fine, ma l’utilizzo degli stessi) invece non è così: l’uso del bene non implica la cessione del bene, che invece viene soltanto dato in uso per un tempo limitato. In questo secondo caso, il possessore di un bene può tranquillamente chiedere due compensi, ossia, la restituzione del bene più un equo compenso per il suo utilizzo. A quale tipologia appartiene in danaro? (8) Alla prima categoria o alla seconda? Esso è, di fatto, storicamente, un bene di consumo, ossia un bene che appartiene alla prima tipologia: esso viene perciò consumato per acquistare il necessario che serve per vivere, e pertanto è illecito che lo si dia agli stati attraverso la formula del prestito con interesse.
(5) Filosofo, sacerdote, nonché dottore (dimenticato) della Chiesa Cattolica.
(6) Frutta, verdura, pane, pasta, latte, carne, pesce, sapone, carta igienica, denaro …
(7) Casa, automobile, alcune tipologie di macchinari, attrezzi vari ecc…
(8) Ad oggi, ricordiamo, privo di qualsivoglia copertura aurea.
Il denaro deve tornare ad essere un bene di consumo
Svelato l’arcano non ci resta che unire le nostre modeste forze e formare un fronte per un’azione unitaria, al fine di conquistare, dopo tre secoli di soprusi e silenzi, la sovranità politico-finanziaria e monetaria che ci hanno rubato, e di cui il nostro Paese ha bisogno per ripartire: il denaro deve tornare ad essere un bene di consumo, e non più un bene d'uso. Solo così potremo un dì chiudere e rottamare “la fabbrica del debito”, affrancandoci dalla schiavitù di questo signoraggio diabolico, perverso e pervertitore e di quersta moneta-debito. Solo così potremo un dì, finalmente, guardare liberi e senza timore il nostro futuro: se non per noi, facciamolo almeno per i nostri figli, e per le generazioni che seguiranno.
Pasquale Leone, Sergio Basile / Sete di Giustizia
(Copyright Qui Europa © 2015)
partecipa al dibattito – infounicz.europa@gmail.com
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