Lunedì, Febbraio 8th, 2016
– Redazione Qui Europa –
Mercoledì, 20 Aprile/ 2016
– di Nicola Arena / Sete di Giustizia –
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Economia e Moneta / Confronto sui cambi e sul concetto di "valore"
Confronto sui cambi – Moneta e Metro di giudizio
di valore: una questione di giustizia
Può la grandezza spirituale "valore", essere misurata?
Confronto sui cambi e sul "valore"
Roma – di Nicola Arena – Spesso sentiamo parlare di "unità di misura" associate alle varie grandezze fisiche. Nell'’articolo "Il mercato dei cambi: una colossale truffa" abbiamo posto l’attenzione su un tema nascosto e – curiosamente – preso in considerazione poche volte, sia dagli economisti che dagli esperti di politiche monetarie. Tant’è vero che molti studiosi sono in contrasto d’idee, vista la non facile interpretazione dei parametri di riferimento. Stiamo parlando della "moneta come unità di misura di valore". Nell’articolo sopra citato, abbiamo dato un'interpretazione personale (e quindi non un dogma, ma semplicemente un'idea oggetto di riflessione) partendo dalle insuperate riflessioni e dagli studi del grande Professor Giacinto Auriti, conseguenti ed afferenti alla sua scoperta principale: il valore indotto della moneta. Ricordiamo brevemente, di seguito, alcuni passi fondamentali della teoria auritiana: vera ed unica panacea contemporanea alla crisi-truffa del debito che travolge le nazioni, per volontà di una oscura élite di esaltati (vedi qui Spinti a far Debiti dal mitico Stato-Apparato e qui Debito Pubblico verso un nuovo record storico – Cosa non ci dicono sui Titoli di Stato).
Moneta – Valore della misura
Il professor Auriti affermava che la moneta essendo un’unità di misura è al tempo stesso necessariamente valore della misura (vedi qui valore della misura – YouTube). Questo in considerazione del fatto che ogni unità di misura ha la caratteristica di quello che deve misurare. Come il metro misura la lunghezza e possiede la qualità della lunghezza, la stessa cosa vale per tutte le altre unità di misura (vedi qui Auriti non sbaglia! Ecco perchè la teoria auritiana resta valida ed insuperata). Accade però che un’interpretazione "diversa dal solito" possa richiedere degli approfondimenti tendenti ad assumere una valutazione influenzata da un proprio giudizio.
Valore: grandezza spirituale
Il valore, ricordiamo, è una grandezza spirituale, ovverosia creata dalla nostra mente, in un rapporto previsionale su fasi di tempo susseguenti. Per esempio la penna (notava Auriti) ha valore perché prevedo di scrivere, il libro ha valore perché prevedo di leggerlo. Il contadino zappa l’orto perché prevede di concimarlo, poi di piantarlo e in seguito di raccoglierne i frutti. Dal momento della previsione al momento del godimento di quei frutti, si crea nella mente del contadino il giudizio di valore. Nel momento in cui si verifica un qualunque evento che ne pregiudichi l’avverarsi della fase successiva, il valore varia, perché varia la previsione. Ritorniamo quindi al concetto di "unità di misura" e poniamoci qualche domanda. Una in particolare: può una grandezza spirituale, qual è il valore, essere misurata?
Sulla misurazione delle grandezze
Le grandezze fisiche possono essere misurate, alcune con relativa facilità, altre attraverso sistemi di misurazione molto complessi che richiedono strumenti di precisione altamente tecnologici. Soffermiamoci dunque anche sulla differenza abissale che esiste fra lo strumento di misura e l’unità di misura. Puntualizziamo questo, perché a volte si fa confusione fra le due cose: spesso si pensa che un metro poiché sottoposto alle alte temperature estive può allungarsi e quindi variare le sue dimensioni. In realtà il metro non potrà mai cambiare: quello che è suscettibile di variazione è il prodotto, il bene, caratterizzato da una sostanza materiale che, per ovvi motivi, non può che variare. Ad esempio, un tratto di binario ferroviario lungo, per l’appunto, un metro, d’estate alle alte temperature potrà subire degli aumenti di lunghezza o viceversa, d’inverno, degli accorciamenti della sua lunghezza, ma ribadiamo, l’unità di misura rimarrà sempre un metro, inalterabile e immutabile.
Può la grandezza spirituale "valore", essere misurata?
Ritorniamo quindi alla domanda posta in precedenza: la grandezza spirituale "VALORE" – che varia continuamente e da soggetto a soggetto – è possibile misurarla? L'unità di misura del valore può essere variabile? Alla prima domanda possiamo rispondere con relativa facilità, poiché l’essere umano possiede la capacità di rendere uniforme un giudizio attraverso uno strumento molto importante che è la convenzione (1). Tutte le unità di misura sono convenzioni e le stesse quindi hanno la caratteristica di poter essere impiegate dalle istituzioni preposte per punire, persino penalmente, chi non le rispetta. Pensiamo ad esempio agli incidenti stradali che si verificano per essere passati al semaforo con il rosso (eppure è solo uno fra i tanti colori).
(1) La convenzione è una fattispecie giuridica protesa a mettere d’accordo i partecipanti ad essa, per trarne reciproci benefici e per regolare controversie che possono nascere da un’interpretazione soggettiva del medesimo evento.
Convenzione e moneta (Valore convenzionale della moneta)
La convenzione applicata al campo monetario permette ai cittadini che la usano di "creare il valore della moneta" (2). Si accetta la moneta perché si prevede di ricevere da altri beni e servizi. Il valore dei beni può cambiare costantemente per innumerevoli circostanze – oggettive o soggettive – che mutano la previsione sul godimento degli stessi. Per ovviare a tutte queste variabili e rendere la convenzione stabile, si è ricorso all’utilizzo di un altro importante "blocco delle variazioni dei giudizi di valore" applicato ai prodotti. Questo blocco del valore circoscritto ai prodotti è il fattore prezzo.
(2) Il valore della moneta – creato per convenzione – è la previsione resa oggettiva attraverso un mezzo, la moneta, di poter comprare, cedendo in cambio beni e servizi. Vedi qui per approfondimenti: Essenziale differenza fra il valore della moneta e il valore del lavoro umano
Prezzo e Valore
Spesso quindi facciamo difficoltà a distinguere il PREZZO dal VALORE, proprio perché sono due concetti intrinsecamente correlati. Avendo chiaro il concetto auritiano fondamentale, secondo il quale "il valore lo crea chi accetta", s’inizia a capire come chi non accetta un determinato prezzo applicato ad un prodotto, ovviamente non lo valorizza e quindi non lo compra. La grandezza VALORE quindi si può misurare, quando si è costretti o si vuole spontaneamente usare il denaro per comprare degli oggetti/beni, utilizzando il prezzo imposto dal venditore e misurandolo con il mezzo moneta. Il PREZZO di vendita può oscillare per numerosissimi fattori, ma l’unità di misura di essi no.
Irrazionale allungamento e accorciamento arbitrario della convenzione
Non possiamo permetterci di variare a nostro piacimento un’unità di misura di grandezza spirituale, se abbiamo inizialmente stabilito – attraverso una convenzione – di oggettivarla e renderla visibile. L’andamento dei prezzi è variabile ma l’unità di misura di essi non deve variare, altrimenti si verifica la condizione della non certezza del diritto, perché modificando da un minuto all’altro la convenzione, non si permette di rispettarla. Chi decide quindi di poter variare il valore della moneta, in questo periodo sono le banche centrali, le quali possono creare spinte inflazionistiche in alcune aree e deflazionistiche in altre (3).
(3) Ciò agendo sui meccanismi di emissione a debito della moneta e sul livello degli interessi. Non va neppure scordato e sottovalutato l'utilizzo improprio dello strumento giuridico – vedi qui Basilea 3
Il paradigma giuridico
In campo giuridico, nelle fasi processuali, ad esempio, si sovrappongono vari giudizi sui comportamenti assunti dalle parti in causa: quindi i giudizi di valore variano al variare delle persone e dei tempi in cui si crea un pensiero, non per questo si possono variare le leggi da un minuto all’altro, da un'ora all'altra (e in corso di processo). Essendo la moneta una fattispecie giuridica essa viene legalizzata attraverso il corso legale (nel caso dell’euro, corso forzoso) pertanto non può essere cambiata in continuazione – né, tantomeno, da un minuto all'altro – la legge che ne determina l’unità di misura.
Il paradigma del metro e del binario
Per rendere chiara quest’affermazione possiamo usare l’esempio in precedenza esposto, che è questo: un binario misura 1000 metri e d’estate, a causa della dilatazione termica del metallo di cui è costituito, può raggiungere una lunghezza maggiore. E' ovvio che non possiamo permetterci di far diventare l’unità di misura elastica perché il binario si accorcia o si allunga, non avrebbe alcun senso. Il metro rimane metro, qualsiasi cosa accada al binario (per questo motivo nei tratti ferroviari sono progettati degli spazi compensativi per permettere al prodotto (binario) di accorciarsi o allungarsi.
Una questione di buon senso
Per questi motivi riteniamo sia utile che il CAMBIO FISSO fra le monete sia una GARANZIA DI DIRITTO per gli esseri umani. Non si possono accettare le variazioni delle convenzioni da un minuto all’altro (il tutto è assurdo, immorale e disastroso per gli effetti reali sull'economia (Ndr) per la gioia degli speculatori). Dunque, poiché l’essere umano è riuscito a oggettivare un concetto spirituale fluttuante, attraverso un simbolo, siamo certi che l’essere umano saprà riuscire a oggettivarne anche la relativa unità di misura che è la moneta. Facendo ciò si toglierebbe dalle mani dei grandi speculatori la possibilità di manipolare i prezzi derivanti dalla variazione dei cambi (e monopolizzare impropriamente la scena economico-finanziaria mondiale – Ndr). Con l’istituzione dei cambi fissi, previa attuazione della proprietà popolare della moneta (4), otterremo la fine degli attacchi speculativi legalmente possibili attraverso la fluttuazione continua dei cambi delle divise. Se ci saranno attacchi speculativi, essi saranno più visibili e facilmente individuabili.
(4) Vedi giù per approfondimenti:
Proprietà Popolare della Moneta – Come uscire dalla crisi-truffa e riprendersi i propri soldi
La Contro-Rivoluzione di Giacinto Auriti: l’era del Credito Pubblico
Proprietà popolare della moneta: unica via
Una "regolarità" inaccettabile
Con la fluttuazione dei cambi delle valute, il valore retribuito da un lavoratore per produrre un prodotto (spirituale o materiale) e quindi il tempo di vita di una persona impiegato per produrre beni e servizi, è manipolato da entità esterne. Avviene che la vita di alcune persone in alcune aree geografiche valga meno della vita di altre persone. A volte sentiamo dire che in alcuni paesi con 500 € al mese si possono trascorrere le vacanze con assoluto relax. Tutto questo a discapito di chi, lavorando in quei luoghi, deve accontentarsi di una misera paga per soddisfare le esigenze di chi ha una valuta artatamente più forte. Questo è inaccettabile!!
Un confronto costruttivo … per il "bene comune"
Queste precisazioni – ribadiamo – sono scaturite da un’interpretazione puramente personale derivata dall'analisi degli studi delle teorie, monetarie e non solo, del professor Giacinto Auriti. Per questo motivo lo scrivente non ha la pretesa di voler affibbiare al Professor Auriti le proprie considerazioni contenute nel presente articolo (5). Questa doverosa precisazione è d’obbligo per prevenire eventuali conclusioni affrettate. Il professor Auriti non si è mai espresso apertamente su questi temi e quando l’ha fatto, i tempi erano precedenti alla sua scoperta del valore indotto della moneta. Ci piacerebbe pertanto conoscere – anche se ciò rimarrà, almeno per ora… un sogno – la risposta diretta del professor Auriti in merito alla questione sollevata (e alla luce della sua scoperta). Lasciamo ai lettori la possibilità di un confronto, poiché su quest’argomento non vi sono concordanze di opinioni. Per la piena attuazione della dottrina sociale della Chiesa l’unica certezza disponibile è questa: ognuno dev’essere dichiarato proprietario dei soldi che possiede. La vita degli esseri umani non dev’essere valorizzata dalle banche centrali ma dalla capacità di ogni singolo popolo di produrre beni e servizi scambiabili reciprocamente e funzionali al soddisfacimento del proprio benessere sociale ed economico.
Nicola Arena / Sete di Giustizia Anguillara Sabazia (Copyright © 2016 Qui Europa)
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