Le tre armi celesti del Cristiano per affrontare le tenebre del tempo presente

Mercoledì, 4 Maggio/ 2016   

di Don Antonio Gatto / premessa Redazione QE –

Redazione Quieuropa, Don Antonio Gatto, tenebre del mondo, una lotta finale tra forze del bene e forze del male, la libertà dell’uomo, nemici di Cristo e della Sua Chiesa, Madonna a Fatima, tre armi celesti, Male e Bene , Santa Messa, preghiera, Confessione, Santissima Eucaristia 

Le tre armi celesti del Cristiano per affrontare

le tenebre del tempo presente

Santa Messa (e preghiera contestuale), Confessione e 

Santissima Eucaristia: le tre principali armi celesti 

del cristiano, nella quotidiana lotta contro il Male

 

 di Don Antonio Gatto

Le armi celesti del Cristiano

 Le armi del cristiano per affrontare il tempo delle grandi tenebre          

Roma    Oggi viviamo il tempo delle grandi tenebre del mondo, una lotta finale tra forze del bene e forze del male, sulla scia degli abberranti crimini del Novecento: si tratta di nebbie fosche che avvolgono l'umanità in ogni settore, dall'economia al sociale, dalla geopolitica alle guerre, fino ad arrivare allo scontro – spesso silenziato dietro deleteri e strategici sclanci ecumenici – tra false religioni, sette e logge da una parte e Cristianesimo dall'altra. I nemici di Cristo e della Sua Chiesa non mancano, come predisse la Madonna a Fatima, neppure all'interno della stessa Chiesa, nel tempo delle grandi apostasie (Ndr).

 La volontà di Dio ha bisogno del "si" dell'uomo per compiersi                

Roma   di Don Antonio Gatto  La Parola del Signore, tuttavia, è ricca di speranza, perché ci dice che Gesù, nel buio del mondo ha portato una novità! Egli ha portato una luce che nessuno mai potrà spegnere, perché viene da Dio. È una novità che resta sempre giovane, non subisce lo scorrere del tempo, eppure fa fatica a camminare nel mondo, fa fatica ad entrare nei cuori. Sapete perché? Sapete qual è il più grande ostacolo alla novità di Dio? E' la libertà dell’uomo: perché la volontà di Dio ha bisogno del si dell’uomo per compiersi. Solo se l’uomo vuole aderire a questa novità, avrà una vera comprensione di Dio. Già nella prima comunità cristiana, cioé nella prima chiesa nata dopo la risurrezione, sorse una grande discussione sul problema della circoncisione (vedi Vangelo di Domenica scorsa). Alcuni dicevano che chi non era circonciso non poteva diventare cristiano, non poteva salvarsi; altri dicevano che ormai non serviva più la circoncisione: nacquero delle tensioni su questo, ma alla fine i discepoli, dopo aver invocato lo Spirito Santo, presero una decisione, coraggiosa, insolita, ma giusta, di taglio col passato per accogliere l’essenziale.

 Le tre armi (più potenti) contro il Male                                                        

Cosa ci insegna questo? È un problema solo del passato? Purtroppo no! Anche noi oggi rischiamo nella religione (e non solo – Ndr) di attaccarci alle cose esteriori, marginali, trascurando l’essenziale. Potremmo fare tanti esempi su questo, tutti attuali per noi oggi, ma focalizziamo l'attenzione su tre aspetti (o "armi celesti"): la Santa Messa (e la preghiera contestuale), la Confessione e la Santissima Eucaristia:  tre armi potentissime (le principali) nelle mani del cristiano, nella quotidiana lotta contro le forze del male, caotiche e dissolutrici. Tre armi spesso non "usate" in maniera ortodossa, adeguata e consona al tenore della terribile "guerra spirituale" in atto.

Le armi celesti del Cristiano

 La Santa Messa                                                                                                   

La prima "arma" in esame è la Santa Messa. In merito è d'obbligo chiedersi quale sia la nostra predisposizione dinanzi ad essa e quale la nostra predisposizione alla preghiera in generale (e, in particolare, verso il S. Rosario). Ovviamente la nostra presenza seria e partecipata alla S. Messa (specie domenicale) è fondamentale: abbiamo anche il comandamento a ricordarcelo: "Ricordati di santificare le feste". Ma ancora più importante è il cambiamento della vita connesso ad essa: partecipo alla messa per migliorare e crescere ogni giorno. L'ottica e le motivazioni di base sono essenziali, come importante la sacralità con cui ci si accosta ad essa (Ndr). Nel linguaggio comune si dice "sono andato a sentire o vedere la Messa". Spesso ci si emoziona per aspetti del tutto marginali e accessori: incensi, candele, toccante presenza di bambini, canti bellissimi, ecc.. Spesso abbiamo verso la Santa Messa un approccio del tutto emozionale, potremmo dire "protestante" e/0 "protestantizzante" (Ndr). Ma poi? E' servita nella vita? E' cambiato qualcosa? O siamo stati là a timbrare il cartellino? Siamo stati, forse, a trascorrere una mezzoretta senza ricevere nessun contagio dell’amore di Dio? Quando la messa veniva celebrata in latino, il saluto finale era" ite Missa est", che non vuol dire la messa è finita, ma "la messa è ora": ora che esco dalla chiesa e torno a casa, continuo a celebrarla fuori dalla chiesa.

 La Confessione                                                                                                   

La seconda "arma" in esame è la Confessione: solo attraverso la chiesa Dio accetta il pentimento dell’uomo. "A chi rimetterete i peccati saranno rimessi a chi non li rimetterete resteranno non rimessi" (Gv 20,23), cioè non perdonati. Spesso odiamo delle espressioni poco felici: "io mi confesso con Dio! Perché devo dire le mie cose al prete?". Ma che cos’è veramente il Sacramento della Confessione? E' davvero importante l’accusa dei peccati? Si è importante! Fondamentale per il cristiano! Ancora più importante è, tuttavia, il pentimento del cuore: se denuncio e confesso i miei peccati e non ho nel cuore il dolore di aver peccato, e la volontà di non farlo più,  ho fatto solo la lista della spesa. Ciò non basta,  perché non porterà mai ad un cambiamento reale di vita.

Le armi celesti del Cristiano

 La Santissima Comunione                                                                               

La terza "arma celeste" nelle mani del cristiano è la Santissima Comunione o Eucaristia: è fondamentale fare la Comunione, cibarci di Gesù, ma se non ci impegniamo a crescere nella carità, se non ci sforziamo a diventare come Gesù, non serve a nulla: ecco perché si chiama "comunione": non è un nome a caso, ma significa che chi mangia Gesù è in comunione con Lui, diventa come lui. Altrimenti, dice San Paolo, "mangia e beve la propria condanna" (1 Cor 11,29). Non è, pertanto, concepibile accostarsi alla Santa Eucaristia, se non si è in grazia di Dio e se si vive in stato di peccato mortale: sarebbe sacrilegio. Se, ad oggi, non abbiamo vissuto ed "usato" degnamente queste tre armi, magari per ignoranza o per una inadeguata interpretazione delle stesse, non dobbiamo scoraggiarci, ma impegnarci ad accogliere meglio la novità di Dio. Permettiamo alla grazia di Dio di agire nella nostra vita e avremo il dono più grande che un cristiano possa desiderare: la Pace.

 La Pace vera                                                                                                        

Non quella che da il mondo, perché quella dura un attimo, ed è come riempire di cipria e di trucco un viso brutto: si ottiene solamente una maschera. La pace vera pace (quella che fa ritemprare il nostro spirito nel Signore) viene dalla consapevolezza che è Gesù, malgrado tutto, a guidare la mia vita e la mia storia; che mi porta a riposare nel suo cuore, che mi nutre della sua parola donandomi fiducia e speranza per andare avanti. Solo così potremo gustare la vera pace, quella che  mai nessuno potrà toglierci. Quella – l'unica – capace di vincere il mondo, il Male ed i suoi seguaci: anime vaganti e disperate, proiettate verso l'eterno abisso di oscurità e disperazione.

 Don Antonio Gatto (Copyright © 2016 Qui Europa)

Partecipa al dibattito – Redazione Quieuropa – infounicz.europa@gmail.com

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