Oro blu: Risorsa pubblica da tutelate – Cartellino giallo dall’Ue all’Italia

Venerdì, Marzo 23th / 2012

Italia / Commissione europea / Direttiva Ue / Tutela falde acquifere / Parere motivato / Bacini idrici / Adeguamento / Procedura d’infrazione / Consumi mondiali / Consumi industriali / Mappatura acque / Corte europea / Emendamenti

Oro blu: Risorsa pubblica da tutelate –

Cartellino giallo dall’Ue all’Italia

Mancato recepimento Direttive Ue:

L’Italia rischia il deferimento alla Corte Europea

Tutela bacini e falde acquifere: “risposte entro due mesi!”

Bruxelles, Roma – L’oro blu, l’acqua, è ormai diventato un bene quasi di lusso: lo si capisce dalla “nuova denominazione” con la quale si identifica la risorsa (con l’aria) più preziosa al mondo, e perciò più appetibile. Ciò dipende dal fatto che malgrado il pianeta sia formato da acqua per i suoi 7/10, la risorsa, grazie all’uomo, è in gran parte dell’Occidente (soprattutto grandi conglomerati urbani e cittò industriali) soggetta alla contaminazione di agenti inquinanti. Allora, visto il ridimensionamento delle risorse acquifere pure, è partita la corsa all’accaparramento dell’acqua. Non dimentichiamo che l’attuale crisi è stranamente scoppiata, coinvolgendo in particolar modo – oltre ai Paesi Pigs – l’Italia (non scordiamolo: fino a qualche mese prima la settima economia del mondo) all’indomani del referendum nazionale che ha bocciato di fatto i tentativi di “privatizzazione” o comunque del “ridimensionamento del libero accesso (pubblico) alla gestione dell’oro blu. Sarà un caso? Forse no!

 La lettera di Bruxelles all’Italia 

La tutela delle falde acquifere è – secondo Barroso e i suoi – tra le priorità della Commissione europea. In tal senso, nelle scorse ore,  la Commissione Ue riscontrando alcune carenze nella trasposizione delle direttive Ue nella legislazione nazionale italiana, ha inviato al Paese un parere motivato, sulla scorta del quale si chiede l’adeguamento immediato alla direttiva quadro sulla tutela dell’oro blu, in recepimento delle norme Ue sulla “caratterizzazione delle acque sotterranee e di superficie”. Qualora l'Italia non sappia dare risposte adeguate entro l’arco di 60 giorni, ottemperando alle richieste di Bruxelles, rischierebbe di finire davanti alla Corte europea. Altre carenze gravi sarebbero state individuate sul controllo dello stato di salute delle falde e delle acque di superficie dei bacini fluviali e sulla mancata creazione di un registro aggiornato delle aree Ue protette, inclusa una mappa sulla tipizzazione delle acque sotterranee e sui quantitativi disponibili. Per tali motivi la precedente messa in mora di Bruxelles – del 2010 – non avrebbe sortito gli effetti voluti: la Commissione ha parlato di “emendamenti alle norme nazionali non soddisfacenti”.

 I consumi idrici per fini industriali nel mondo e in Europa 

In tal senso è utile rispolverare qualche dato sul consumo di acqua “per fini industriali” nel mondo. La grande Africa ne consuma annualmente in media circa (appena) 9 Km cubi per anno, l’America Latina appena 26, l’Oceania (addirittura) 3. Ciò rispetto al totale fabbisogno industriale dell’intero pianeta: 784 Km cubi per anno. In compenso Nord America ed Europa ne consumano rispettivamente  252 e 223 Km cubi. Regina incontrastata l’Asia (Cina, ovviamente, in testa) con 270 Km cubi. Tuttavia, considerando il numero di abitanti pro-capite e la densità, l’Europa è la macro-area continentale che detiene il record dei consumi industriali di acqua: rapportabile in proporzione al 53% circa del totale mondiale delle riserve.  

 “Risorsa pubblica” da tutelare 

La salvaguardia dei bacini idrici, in tal ottica assume un ruolo strategico di primaria importanza per il Vecchio Continente. Allora si comprende perché quando si parla di acqua, le orecchie dei lobbisti e dei governi si rizzano all’improvviso. E’ un mercato troppo importante. Per gli europei, al contrario è – come giusto che sia – un bene “pubblico” e “primario” da non utilizzare a discrezione del mercato o d’interessi speculativi. E su questo gli Europei, e gli Italiani, sembrano avere le idee abbastanza chiare: malgrado il tentativo di gruppi neo-liberisti o turbo-capitalisti, di buttare loro fumo negli occhi. Ma su una cosa tutti sono d’accordo: l’acqua è una risorsa da tutelate. Anche se non tutti i politici la pensano così: in mare finiscono ogni anno centinaia di bidoni radioattivi. Spesso abbandonati a ridosso dei litorali africani, come nel Mediterraneo.  Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)      

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2 Responses to Oro blu: Risorsa pubblica da tutelate – Cartellino giallo dall’Ue all’Italia

  1. francja mapa 24 Maggio 2012 at 20:25

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  2. Franklyn Hollo 17 Maggio 2012 at 12:52

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