Martedì, Aprile 22nd/ 2014
– di Vincenzo Mannello –
di Sergio Basile e Matteo Mazzariol
Redazione Quieuropa, Movimento Distributista, Chesterton, Sergio Basile, Matteo Mazzariol, Liberalismo, Capitalismo, Marxismo, permissivismo morale, Karl Marx, Lenin, Rivoluzione Bolscevica, sistema bancario
Il Liberalismo: l'anello di congiunzione tra Capitalismo,
statalismo (Marxismo) e permissivismo morale
I figli di Hegel in tv: un imbarazzante e ingannevole monologo
che dura da secoli. E i fessi ci cascano ancora!!
di Sergio Basile e Matteo Mazzariol
Premessa – La subdola alleanza
Roma – premessa di Sergio Basile – "Infuria" su tutti i canali televisivi e i giornali, nelle tribune politiche e i talk show – da Porta a Porta a La Gabbia, ecc.. – l'alterco sul referemdum del 4 Dicembre, con passerelle infinite e spesso patetiche di "critici" e "paladini della costituzione". Eppure, rintracciando le coordinate cartesiane del paradigma hegeliano, il tutto ha il sapore amarognolo della farsa mediatica, dell'ennesima scaramuccia rivoluzionaria – falsa e costruita – per mandare avanti problemi importanti, certo, ma secondari (e soprattutto causati da qualcosa di più grande e nascosto che non traspare assolutamente dai media di regime). Secondari a cosa? Semplice! Rispetto all'intreccio mostruoso che sta a monte dei "contrasti partitici" e di cui nessuno parla: l'alleanza tra grandi capitalisti, liberali e comunisti, ovvero la
convergenza tra liberal-capitalismo e social-comunismo
cioé – in estrema sistesi – la sottile convergenza tra Von Mises/Von Hayek e Karl Marx, ma anche tra Smith, Marx, Weber e Keynes. Giusto per capirci! Tutti contestualmente intrisi di veleno hegeliano, ovvero
straordinari interpreti della diabolica e vorticosa dialettica hegeliana
che orbita attorno allo schema tesi-antitesi-sintesi,
in aperto contrasto con la dialettica o logica classica, lineare:
causa/effetto-soluzione.
I figli di Hegel in tv
Obiettivo della dialettica hegeliana è oggi quello di
nascondere il vero obiettivo della democrazia e del cosiddetto
"processo democratico":
imprigionare i popoli e schiavizzarli lentamente,
dando loro l'illusione della libertà.
Ovviamente il parteggiare delle masse e lo scienfitico dividersi di queste ultime tra socialismo e liberismo, destra e sinistra, bianchi o neri, torna utilissimo all'élite che regge i giochi, poiché non permette di focalizzare l'attenzione sull'iganno epocale di un'alleanza sottile tra capitale, sistema bancario e social-comunismo. La divisione sarebbe piuttosto tra uomini liberi e uomini schiavi delle ideologie!
Sincretismo massonico e logica hegeliana
La logica hegeliana
non è altro che l'essenza del sincretismo massonico e cabalistico-giudaico,
trasposto alla politica ed infine all'economia e al sociale nel suo complesso
Si tratta di uno schema rivoluzionario che la tv ci ripropone con imbarazzante monotonia, destinato a schiacciare gli uomini allontanandoli da Dio e dai suoi simili, in perenne contrasto, in perenne rivoluzione contro gli altri e se stessi:
ecco perché Marx concepì lo scorrere della storia come
un contituo divenire di processi rivoluzionari senza fine…
Un conflitto a lui utilissimo!
Esiste dunque un'alleanza segreta – o almeno poco nota – tra marxismo e capitalismo! Inutile illudersi… Come oggi e da sempre esistono alleanze segrete tra logge e partiti, indipendentemente dal voto del 4 Novembre. L'europeismo e la tecnocrazia bancaria – ma anche i suoi falsi oppositori difensori di Hegel e Marx – sono il risultato moderno di questa aberrazione: la nuova ricetta dell'élite per l'Europa dei popoli ingannati e creduloni! Popoli che plasmano la propria forma mentis davanti alla tv o presso le università/scuole di regime
Cose che in tv non sentirete mai!!
Le prove sono molteplici! Ad ammetterlo personaggi del calibro di William Boyce Thompson, tra i direttori della Federal Reserve di New York e azionista della Chase Bank (made in Rockefeller), che sostenne di aver contribuito personalmente con 1 milione di dollari alla ben oleata macchina di propaganda giudaico-massonico-bolscevica in Russia. Da citare anche John Reed, membro statunitense del Comitato Esecutivo della Terza Internazionale, che ammise di essere stato finanziato e sostenuto da Eugene Boissevain, banchiere newyorkese. Ma la confessione più emblematica e diretta fu probabilmente quella dello stesso Lenin, dissolutore del Cristianesimo, della famiglia e della proprietà privata, che – rifacendosi, evidentemente, ancora una volta agli schemi della dialettica hegeliana – dichiarò con "candida" fierezza:
“Esiste anche un’altra alleanza
– a prima vista strana e sorprendente –
ma se ci pensate sopra è in effetti ben fondata e semplice da capire.
Questa è l’alleanza tra i nostri capi comunisti e i vostri capitalisti”.
Lenin
D'altronde, per quanto paradossale possa apparire, un ruolo nella Rivoluzione Bolscevica lo ebbero persino i capitalisti e banchieri britannici e – soprattutto – statunitensi: Jacob Schiff in testa (vero burattinaio di Lenin & compagni di partito e loggia: fu Schiff infatti a dare l'ordine per attaccare il Palazzo d'Inverno e sterminare i Romanov – vedi qui per approfondimenti Comunismo Occulto – Terza Parte – Qui Europa).
“Se si riconosce che il comunismo
non è un programma per la condivisione del benessere,
bensì un metodo per il suo controllo,
allora l’apparente paradosso del super-ricco che promuove il comunismo
non è più tale.
Diventa il logico, persino il perfetto strumento per megalomani in cerca di potere.
Il comunismo non è il movimento delle masse oppresse,
ma dell’élite economica”.
Gary Allen
Sergio Basile (Copyright © 2016 Qui Europa)
Liberalismo: l'anello di congiunzione tra
forze sovversive "opposte"
Una tipica e tragica applicazione della dialettica hegeliana
di Matteo Mazzariol
Logica e cogente convergenza
Roma – di Matteo Mazzariol – La nostra Emma Bonino, non dissimile in questo per certi versi dal libertino Silvio Berlusconi, con il quale non ha disdegnato di allearsi, può essere considerata il simbolo umano e vivente di un processo in corso da decenni ed in stadio di già avanzata attuazione nei paesi anglosassoni:
la logica e cogente convergenza tra capitalismo,
statalismo e permessivismo morale.
La Bonino, campione delle battaglie pro-aborto, è sempre stata forte propugnatrice del liberismo più estremo, trovandosi in perfetta sintonia con le oligarchie economiche che reggono il mondo. In Inghilterra fu Tony Blair il primo ad incarnare questo modello, portando avanti una politica insieme liberista – massima libertà di iniziativa per il grande capitale – e statalista – massima centralizzazione burocratica nei settori della salute pubblica, dell'educazione, del controllo sociale – insieme ad una sempre più intensa opera di appoggio al liberalismo morale: marginalizzazione della famiglia tradizionale. La brutta copia di Blair in Italia, a tutti gli effetti, può considerarsi Renzi:
un mix anche lui di liberismo economico
– abolizione dell'articolo 18, job act, alleanza con la grande finanza –
statalismo
– rafforzamento del centralismo dell'amministrazione pubblica –
e liberalismo morale
(legge Cirinnà sulle unioni civili ed appoggio ai matrimoni omosessuali).
5 Stelle, nel recinto della demagogia
Purtroppo anche i 5 Stelle sembrano non gravitare lontano da queste latitudini, essendo incapaci di proporre dei contenuti organici e coerenti in grado di costituire una reale alternativa al sistema attuale ma limitandosi ad invocare demagogiche ed insignificanti iniziative moraleggianti quali la restituzione degli stipendi da parlamentari. Tra parentesi: è evidente a tutti che senza stipendi ai parlamentari la politica diventerebbe ancora di più quello che già è:
il regno incontrastato della plutocrazia
In altri termini: dobbiamo prendere atto che si è creata nel tempo – ed oggi è ancora più evidente – un'alleanza perversa tra capitalismo e statalismo centralista, dal punto di vista sociale – e permissivismo morale – dal punto di vista delle scelte personali. Liberalizziamo tutto – il sesso, le relazioni e l'economia – imponiamo questa liberalizzazione dall'alto attraverso uno Stato centralista e staremo tutti meglio. Peccato che non si siano fatti i conti con la realtà.
Destinati al fallimento
L'alleanza tra capitalismo, statalismo e permissivismo morale
è destinata infatti inesorabilmente al fallimento per varie ragioni:
perchè il capitalismo, separando capitale e lavoro, ha dimostrato di non saper mantenere le sue promesse di prosperità globale; perchè lo statalismo, di marcata impronta social-comunista (e quidi marxista – Ndr), imponendo uno Stato burocratico e centralista, ha dimostrato di non sapere mantenere le sue promesse di eliminazione del problema della povertà e dell'emarginazione; perchè il permissivismo morale ha dimostrato di non sapere mantenere le sue promesse di felicità universale, rendendo fragili e vulnerabili i legami tra l'uomo e la donna e tra la donna e la sua creatura ed incrementando notevolmente il tasso di malessere individuale e la disgregazione sociale.
Conseguenza? Perdita delle libertà reali
Qual'è quindi il risultato di tutto ciò? Paradossalmente la perdita delle libertà umane, quelle vere, concrete, tangibili:
la libertà di vivere in una famiglia solida e stabile,
di poter discutere e decidere le questioni pratiche della propria vita socio-lavorativa,
di essere detentori di una sostenibile e sostentante proprietà produttiva.
In una parola la perdita della società civile,
della rete di vincoli e rapporti umani partecipativi e solidali,
legati ad un territorio ed ad un contesto specifico.
La singola persona si trova infatti ad essere sempre più sola ed isolata, schiacciata tra uno Stato invadente ed inefficiente perché rigidamente centralizzato, ed un capitalismo arrogante e monopolizzante che non ha più freni; la singola persona non può più contare sul supporto della famiglia ed è stata spossessata di ogni potere e proprietà significative.
Gli è rimasto solo quel simulacro di democrazia che si chiama voto
e l'incessante compulsione a consumare,
a costo di indebitare se e tutti i famigliari:
sta ricadendo inesorabilmente in una condizione servile.
Le uniche ricette possibili
Contro tutto questo – contro l'insana alleanza tra capitalismo, statalismo e permissivismo morale – si erge la ragionevolezza ed il senso comune del distributismo (e della proposta auritiana di socializzazione dello strumento monetario: proprietà popolare della moneta – Ndr) , che, ripartendo dai fondamenti, propone semplicemente una società in cui la famiglia economicamente indipendente ed autonoma ed un'equa diffusione della proprietà produttiva e dei vari poteri siano fattori prevalenti e costitutivi delle varie comunità, che solo allora potranno dirsi veramente civili.
Famiglia, massima distribuzione della proprietà produttiva,
massima distribuzione dei poteri decisionali per comparto lavorativo
con relativo superamento della partitocrazia,
denaro emesso di proprietà dei cittadini e non delle banche:
sono queste le quattro proposte "forti" del distributismo.
Nonché anello di congiunzione tra Auriti e chesterton (Ndr)
Quattro proposte sostenibili, concrete e praticabili che aspettano solo di essere attuate per ottenere finalmente una società in cui l'equità e la giustizia non siano più un'utopia ma le forme caratterizzanti del vivere in comune, mettendo ai margini definitivamente il liberalismo e tutte le sue nefaste appendici.
Matteo Mazzariol (Copyright © 2016 Qui Europa)
Presidente Movimento Distributista Italiano
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in collaborazione con "Sete di Giustizia" / Associazione Nazionale Auritiana
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