– di Don Curzio Nitoglia –
Redazione quieuropa, Don Curzio Nitoglia, YHWH, Gesù il Nazareno, Re dei Giudei, Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum, Ponzio [...]
Domenica , Marzo 25th / 2012
– di Sergio Basile –
Italia / Mezzogiorno / Europarlamento /Agricoltura e pesca / Africa / Ue-Marocco / Liberalizzazioni / Concorrenza / Associazioni di categoria / Marocco / Accordo di libero scambio / Crisi agricoltura
Agroalimentare e pesca: l'Ue “liberalizza l’Africa”
Mezzogiorno: associazioni di categoria in fermento
Concorrenza: temuta l’invasione di prodotti africani
Strasburgo – Nei giorni scorsi sono cresciute le proteste e le preoccupazioni delle associazioni dell’agroalimentare verso il baratro economico che potrebbe investire l’Italia nei prossimi mesi, e che già sta facendo precipitare in un abbisso senza fondo una situazione già di per sé critica. Le proteste erano iniziate all’indomani degli accadimenti dello scorso 27 febbraio: quando cioè – nell’emiciclo dell’Europarlamento – 369 deputati avevano dato il via libera, nonostante 31 astensioni e l’altissimo numero di parlamentari contrari (ben 225) all’accordo di libero scambio Ue-Marocco, in merito alla commericalizzazione ed immissione nel mercato europeo di prodotti agroalimentari ed ittici, che entrerà in vigore il prossimo Maggio 2012. A quanto pare l’accordo è solo l’inizio di un complesso processo di liberalizzazioni, che – a quanto pare – andrà intensificandosi nei prossimi mesi. Per il momento l’approvazione dell’euroassemblea darà la possibilità di eliminare il 55% delle tariffe doganali (Fin ad oggi la riduzione era del 33%). Ovviamente la votazione ha lasciato molto perplessi gli operatori di settore e le associazioni di categoria del bacino del Mediterraneo, ed in particolare quelle del Mezzogiorno: già sconquassate dalle bizzarrie del mercato dovute alla crisi ed alla riduzione drastica dei consumi, anche nel settore alimentare. A ciò si aggiunge la mancanza di una vera politica di crescita nel settore agricolo: la stessa Pac, incentrata per lo più sulla difesa “tariffaria” del mercato, attraverso il conferimento di aiuti finanziari in base agli ettari posseduto, dichiarati e lavorati, di certo non aiuta gli investimenti ed il rinnovamento di un settore come quello agricolo, che rimane probabilmente l’ultima vera risorsa di sviluppo per il Mezzogiorno. A farne le spese saranno soprattutto gli agricoltori di Calabria e Sicilia (regioni a forte vocazione agroalimentare) soprattutto considerando il fatto che se oggi la concorrenza con i paesi africani è già fortissima (non scordiamo che i lavoratori di settore operanti negli Stati africani che si affacciano sul Mediterraneo costano circa un sesto in meno di un bracciante calabrese o siciliano) ed un chilo di arance marocchine costa sul mercato italiano 30 centesimi, da maggio prossimo (una volta cioè che l’accordo votato sarà trasformato in regolamento Ue e andrà in vigore) le stesse arance potrebbero dimezzare il loro costo al chilo. Allora forse, se la Commissione Ue e l’Europarlamento non rivedranno le posizioni assunte, probabilmente Calabresi e Siciliani saranno costretti a migrare in Marocco!
Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)