Mercoledì, Luglio 9th/ 2014
– di Vincenzo Mannello e Redazione QE –
Redazione Quieuropa, Vincenzo Mannello, Sicilia, Catania, bunker, sbarco, 10 Luglio, giravolta dell'8 settembre, Operazione Husky, in cerca [...]
Venerdì, 25 agosto/ 2017
di Sergio Basile
Redazione Quieuropa, Sergio Basile, Veggenti di Fatima, visione dell'Inferno, Modernismo, satana
La visione dell'Inferno nella società moderna
e le rivelazioni di Fatima
Oggi molti non credono più all'Inferno e vivono come se non
esistesse: ma i negatori di satana sono anche i suoi
principali ed indiretti testimoni
di Sergio Basile
L'Inferno non esiste?
Catanzaro – di Sergio Basile – Oggi molti non credono più all'Inferno e vivono come se non esistesse; non credono nell'esistenza di satana, il male personificato, considerato al pari di un personaggio delle favole, malgrado l'aumento dei casi di possessioni diaboliche. Così facendo, rinunciando a priori alla ricerca della verità, costoro cercano di deresponsabilizzarsi illudendosi di ottenere una sorta di salvacondotto morale universale, astenendosi dal seguire certi principi etici e religiosi, creandosi facili alibi al fine di legittimare le loro cattive azioni, i loro soprusi ai danni del prossimo. E’ il festival dell’indifferentismo e del relativismo – un dì tipico di certi ambienti élitari e oramai divenuto cultura popolare – in cui tutto può essere escluso o concesso, a condizione che ciò importi un appagamento momentaneo dei sensi o un beneficio materiale immediato.
L'usura monetaria, l'arte alchemica dello sterco di satana,
è l'ago della bilancia di questo infinito dramma.
Non si avverte più né il senso né il peso del male, in un attacco di bestiale schizofrenia che sembra aver annullato le coscienze: quei metri unici e formidabili di misurazione dell'essere che ben descrisse Victor Hugo.
La coscienza è uno strumento di precisione di una sensibilità estrema.
Victor Hugo
E’ il profumo dell'Inferno! E' il retaggio della rottamazione della gloriosa società organica e teocentrica, rimpiazzata dal modello egoistico della società strumentale hegeliana, plasmata dai "sacri lumi" delle rivoluzioni e dell'Illuminismo, a loro volta nobili eredi dei processi di cabalizzazione dell'Occidente cristiano, acutizzatisi ad opera dei nemici della Chiesa durante il cosiddetto Rinascimento.
Inferno: l'atavico paradiso degli illusi
Ma se per alcuni il demonio non esiste, altri ancora – giudeo-massoni, satanisti, seguaci di sette, seguaci di religioni pagane o di falsi credi mondialisti – addirittura hanno fatto di satana il proprio dio, il proprio punto di riferimento, spesso celato sotto differenti nomi, cogliendo la "mela della conoscenza" e contemplando il padre dell'inganno e dell'omicidio come angelo di luce e maestro di vita, nella spasmodica ricerca di gloria e potere terreni. Ma sull'esistenza dell'Inferno e sul fatto che molte anime allontanatesi da Dio si siano dannate per l'eternità, esistono prove schiaccianti in duemila anni di storia, e ancor prima. La Bibbia è il libro che meglio testimonia tale realtà storica. Fin dagli albori della storia, l’uomo iniquo ha cercato l’appoggio delle forze telluriche ed oscure per realizzare i suoi infidi piani, vendendo la propria anima.
L'arcano ha purtroppo destato sempre un certo fascino,
d'intensità proporzionale alla rinuncia, da parte dell'uomo,
all'adempimento dei doveri più sacri verso Dio e gli uomini:
trasposizione dell'antico tradimento della Genesi.
Già presso molte popolazioni pagane del Nord Europa, dell'Asia Minore, dell'Africa, delle Americhe e del Medioriente il culto di satana (anche se sotto nomi differenti) trovò piede e si diffuse contestualmente all’abominevole pratica dei sacrifici umani. Nell'Antico Testamento si narra ad esempio del dio-faraone, devoto ad Iside ed Horus (figure care al repertorio simbolico della giudeo-massoneria) o trasposizione del maligno che pose in schiavitù il popolo eletto; si narra anche dell'idolatria delle popolazioni caldee e mesopotamico-babilonesi; di Baal e Moloch e della deriva del popolo d'Israele che, durante la cattività babilonese, cioè durante il periodo della grande deportazione sotto Nabucodonosor, contaminò in gran parte i propri costumi, bruciando incensi nel tempio di Dio a divinità pagane ed attirandosi per questo la maledizione dell'Altissimo, per bocca dei profeti. Dunque, per molti di questi popoli
l'Inferno è divenuto una sorta di paradiso ideale,
in cui dar sfogo a tutte le proprie basse passioni,
concepito in un orizzonte di dominio terreno su beni e uomini:
il falso paradiso degli illusi.
L'eterna contrapposizione
Ma, d’altra parte, numerosi sono i santi, i mistici e gli esorcisti che in duemila anni e più hanno fatto esperienza dell'Inferno e del diavolo e che ci hanno lasciato prove documentali concrete, terribili ed inconfutabili, sull'esistenza del nemico antico, quale immagine speculare ed opposta a quella del bene assoluto: se infatti Dio esiste ed agisce nella storia, ispirando santi uomini, non possono che esistere anche il male (satana, il nemico di Dio), il suo potere seduttivo e le sue schiere. Due eserciti irriducibili e mossi da fini antitetici posti in luoghi diametralmente opposti. Tra le opere regalate all'eternità che meglio narrano l'antica contrapposizione tra le tenebre e la luce, satana e Dio, abbiamo il dovere di citare il "De Civitate Dei" (413-426) di Sant'Agostino d'Ippona (354-430): la metafora di due città rivali, la città terrena e la città celeste – rispettivamente animate dalla cupidigia e dall'amore – diviene l'immagine speculare dell'atavico scontro tra satana, l'angelo ribelle e decaduto, e Dio; l'inferno e il Paradiso.
« L'amore di sé portato fino al disprezzo di Dio genera la città terrena;
l'amore di Dio portato fino al disprezzo di sé genera la città celeste.
Quella aspira alla gloria degli uomini, questa mette al di sopra di tutto la gloria di Dio. […]
I cittadini della città terrena son dominati da una stolta cupidigia di predominio
che li induce a soggiogare gli altri;
i cittadini della città celeste si offrono l'uno all'altro in servizio con spirito di carità
e rispettano docilmente i doveri della disciplina sociale. »
S. Agostino – La città di Dio, XIV, 28
I migliori testimoni dell'esistenza di satana
L’eresia Protestante (1517), la Rivoluzione Francese (1789) e la nascita del Comunismo (1917), furono gli esempi più emblematici della manifestazione delle forze del male e di satana, nella storia e della neo-paganizzazione dell'Occidente. Il cataclisma rosso, in particolare, si rivelò una vera e propria rivoluzione satanica, retta da riti, preghiere, simbolismi, distruzione di chiese e cattedrali, atti blasfemi in odio al Cristianesimo ed esecuzioni sommarie rituali. Il nazismo seguì lo stesso modello esoterico-luciferino del comunismo, sia pur sotto altri vessilli. Ma per avvertire la sulfurea presenza del male personificato, qualora non si abbia dimestichezza con la storia o la religione, basta guardarsi intorno con un pizzico di onestà intellettuale: allora non sarà difficile comprendere come coloro i quali oggi negano pubblicamente l'esistenza del diavolo e dell'Inferno dai grandi palcoscenici, scagliandosi contro Cristo, invero – nella maggior parte dei casi – sono coloro i quali lo servono e venerano segretamente, negli oscuri meandri delle logge massoniche (vere e proprie cattedrali a satana o sinagoghe di satana), dietro l’ipocrita velo della filantropia e del progresso sociale. Sono proprio essi che, con i loro copiosi frutti di perdizione, rendono presente l'essenza di satana; sono costoro i migliori testimoni della sua esistenza. Infatti, a parte i vangeli e la vita dei santi,
Un'altra inconfutabile prova dell'esistenza del diavolo
si evince dal livello impressionante di male esistente oggi nel mondo,
dalle guerre e dalle rivoluzioni, militari, economiche e culturali
innescate con sottilissimi metodi scientifici
dalle sette e dalle potenze giudeo-massoniche e luciferine.
Il capolavoro di satana: il "nuovo ordine"
Oggi il mondo è avvolto dalle tenebre del maligno
– definito dalle sacre Scritture come “Il principe di questo mondo” –
che dal suo trono detta la danza macabra della distruzione,
corrompendo i suoi fedeli seguaci con l’arma della moneta-debito,
emessa come per magia – dal nulla e a debito dei popoli –
dalla moderne chiese sataniche chiamate banche centrali.
Lo sterco di satana, la moneta-debito, è dunque un'altra potente prova dell'esistenza del Male personificato. Ovunque false ideologie totalitarie, falso pacifismo, disintegrazione delle famiglie, attacco alla vita, attacco alla sessualità, pornografia, rinuncia ai sacramenti, rinuncia alla partecipazione alla Santa Messa, guerre, terrorismo, fame nel mondo, diffusione di virus letali, povertà di massa, crisi economiche indotte, distruzione della natura, manipolazioni genetiche, contraccezione, aborto, divorzi, adulterio, violenze domestiche, separazioni, omosessualità, omicidi, bestemmie, pedofilia, usura monetaria, divisioni, invidie, menzogne di ogni sorta propinateci dai media, disonestà e corruzione degli uomini di responsabilità, ecc… Tutto il denaro muove e plasma, tutto corrompe. Tutto ciò che a noi appare incomprensibile e assurdo, assume senso dinanzi al trono del diavolo: colui che divide e che lavora instancabilmente per la perdizione del genere umano e per l’edificazione di un “Mondo Nuovo”. Lo stesso evocato dallo scrittore inglese Aldous Huxley (1894-1963), tra i profeti del mondialismo satanico, nella sua delirante omonima opera: un nuovo equilibrio mondiale, un "Nuovo Ordine Mondiale", da imporre alle nazioni sulle ceneri del "vecchio" mondo cristiano. A questo progetto lavorarono nel segreto i padri della teosofia e dell'esoterismo-massonico, del comunismo, del femminismo e delle rivoluzioni culturali del Novecento.
Satana e il modernismo
Oggi, una parte della Chiesa Cattolica – malgrado tutto, il primo ed ultimo baluardo contro satana e i suoi angeli decaduti – sembra quasi tollerare il nuovo disordine mondiale, omettendo di porvi i giusti rimedi spirituali o di denunciarne chiaramente gli oscuri mentori. Una parte della Chiesa sembra quasi corteggiare e stendere la mano all’atavico nemico, la giudeo-massoneria, levando così tutti i freni alla furia di satana. Ma com’è possibile? Purtroppo il modernismo, corrente eretica di stampo giudeo-protestante che negli ultimi 50 anni, dopo il Concilio Vaticano II, si è infiltrata subdolamente nella chiesa di Cristo, contaminandola in parte, ha prodotto i suoi effetti nefasti anche in molti seminari, dove non si insegnano più e – di conseguenza – non si conoscono affatto le encicliche papali contro satana e la massoneria e dove, nei casi più estremi, si insegna che l'Inferno in fondo non c'è perché sarebbe contrario alla misericordia di Dio; o se c'è è poco affollato o addirittura vuoto. Allora accade che neppure molti pseudo-sacerdoti "moderni", assuefatti a queste eresie, credano più nell'Inferno, preoccupandosi di predicarlo come dovrebbero. Essi così facendo partecipano in prima persona alla grande opera satanica del Nuovo Millennio.
L'abolizione della preghiera a San Michele
Tale deriva fu palese quando si giunse all'abolizione della preghiera, di Leone XIII, a San Michele Arcangelo – principe-guerriero delle milizie celesti e baluardo contro satana e i suoi angeli – recitata alla fine della S. Messa, quale potente protezione dal maligno.
“San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia,
contro le malvagità e le insidie del demonio sii nostro aiuto.
Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi!
E tu, Principe delle milizie celesti, con la potenza che ti viene da Dio,
ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni
che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime”.
Papa Leone XIII
La preghiera fu inspiegabilmente abolita da Paolo VI il 26 settembre 1964, con l’istruzione “Inter oecumenici” n. 48§1 che decretò la soppressione delle “preghiere leoniane”. Tale decisione non fu affatto condivisa dal contemporaneo San Pio da Pietrelcina, che continuò a recitarla fino alla sua morte (1968).
I papi e l'invocazione a San Michele
Secondo una testimonianza del cardinal Nasalli Rocca, in sintonia con le rivelazioni del segretario particolare del Papa, mons. Rinaldo Angeli, Leone XIII scrisse di proprio pugno quella preghiera, dopo aver visto, per grazia divina, una schiera di spiriti infernali infestare i cieli della Città Eterna. Egli scrisse anche uno speciale esorcismo contenuto nel Rituale Romano. San Giovanni Paolo II, ritornò sulla centralità della preghiera a San Michele, in almeno due occasioni:
«Questa lotta contro il demonio, che contraddistingue la figura dell’Arcangelo Michele,
è attuale anche oggi, perché il demonio è tuttora vivo e operante nel mondo.
In questa lotta, l’Arcangelo Michele è a fianco della Chiesa per difenderla
contro le tentazioni del secolo,
per aiutare i credenti a resistere al demonio
che come leone ruggente va in giro cercando chi divorare».
Giovanni Paolo II – 1987 Santuario di San Michele (Gargano)
«Anche se oggi questa preghiera non viene più recitata
al termine della celebrazione eucaristica, invito tutti a non dimenticarla,
ma a recitarla per ottenere di essere aiutati nella battaglia contro le forze delle tenebre
e contro lo spirito di questo mondo».
Giovanni Paolo II – 1994
Benedetto XVI fece di meglio: ripristinò la messa in rito antico, comprendente la preghiera contro satana, al termine dell’eucaristia. Tali pontefici, dunque, avevano ben chiaro il fatto che l’Inferno oltre ad esistere fosse molto popolato: necessitava pertanto ritornare a pregare Dio e San Michele, chiedendo continua protezione dal male. Il monito sui pericoli dell'Inferno ritornò centrale presso la cattedra di Pietro e il messaggio provvidenziale di Fatima contro gli inferi riecheggiò nuovamente tra le navate delle chiese, malgrado i tentennamenti e le verità parziali rivelate sul cosiddetto "Terzo Segreto". Fatima resta ancora oggi, probabilmente, il principale sigillo posto da Dio alle porte dell'inferno e al dominio incontrastato di satana, nonché la testimonianza più nitida della sua esistenza, rivelata direttamente dalla bocca della Vergine Maria il 13 luglio 1917, a due mesi esatti dalla prima apparizione. A Fatima la Beata Vergine Maria rivelò ai tre piccoli veggenti come molte anime andassero all'inferno per mancanza di preghiere e sacrifici dei loro cari. Nelle sue Memorie Suor Lucia descrisse la visione dell'inferno che Nostra Signora mostrò ai tre fanciulli: uno dei moniti più potenti che Dio diede all’umanità sull’orlo del baratro mondiale, mettendola in guardia dai pericoli del comunismo, dei totalitarismi e degli atavici nemici della Chiesa.
Oggi molti non credono più all'Inferno e vivono come se non
esistesse: ma i negatori di satana sono anche i suoi
principali ed indiretti testimoni
Visione dell'inferno dei tre pastorelli di Fatima
"Essa ancora una volta aprì le Sue mani, come aveva fatto i due mesi precedenti. I raggi [di luce] apparvero per penetrare la terra e noi vedemmo come un vasto mare di fuoco e vedemmo i dèmoni e le anime [dei dannati] immersi in esso. Vi erano poi come tizzoni ardenti trasparenti, tutti anneriti e bruciati, con forma umana. Essi fluttuavano in questo grande conflagrazione, ora lanciati in aria dalle fiamme e poi risucchiati di nuovo, insieme a grandi nuvole di fumo. Talvolta ricadevano su ogni lato come scintille su fuochi enormi, senza peso o equilibrio, fra grida e lamenti di dolore e disperazione, che ci terrorizzavano e ci facevano tremare di paura (deve essere stata questa visione a farmi piangere, come dice la gente che mi udì). I demoni si distinguevano [dalle anime dei dannati] per il loro aspetto terrificante e repellente simile a quello di animali orrendi e sconosciuti, neri e trasparenti come tizzoni ardenti. Questa visione è durata solamente un attimo, grazie alla nostra buona Madre Celeste, che nella sua prima apparizione aveva promesso di portarci in Paradiso. Senza questa promessa, credo che saremmo morti di terrore e spavento"(dalla testimonianza di Suor Lucia, veggente di Fatima).
Sergio Basile (Copyright © 2017 Qui Europa)
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