Martedì, Giugno 17th/ 2014
– di Daniele di Luciano / Redazione Losai / Redazione Quieuropa –
Redazione quieuropa, Redazione Losai, Daniele Di Luciano, Vittoria Tutto quello [...]
Giovedì, 2 novembre/ 2017
– di Sergio Basile –
Redazione Quieuropa, Lettera di Padre Thomas Weinandy, Usa, Bergoglio, Trasparenza nella Chiesa
Padre Weinandy: “Santità, confusione, ambiguità e
nomine di vescovi lontani dalla tradizione cattolica"
Il teologo statunitense che scrisse a Bergoglio, sospeso dal ruolo di
Consultore dei Vescovi, dalla Conferenza episcopale Usa
di Sergio Basile
La lettera a Bergoglio e il "Caso Weinandy"
Roma – di Sergio Basile – Lo scorso 31 luglio 2017 il teologo statunitense padre Thomas Weinandy (il primo nella foto grande da sinistra) beneamato membro dei Frati Minori Cappuccini, classe 1946, ha reso pubblica una lettera indirizzata a Papa Bergoglio, ricevendo attestazioni di stima da parte di numerosi teologi, sacerdoti e laici. Tuttavia, nelle settimane seguenti al "caso" nato da questa coraggiosa decisione, la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, presieduta dal Cardinal Daniel Di Nardo, primate dello stato del Texas dai noti slanci ecumenici (di recente ha pubblicamente elogiato i rituali dell'ebraismo, durante un incontro ecumenico con la comunità ebraica: vedi qui Cardinal praises Jewish ritual ) ha chiesto al prelato di rassegnare le dimissioni dal ruolo di Consultore dei Vescovi. Lo ha reso noto nelle scorse ore la rivista Catholic World Report (vedi qui Theologian resigns from USCCB committee after publishing letter to Pope Francis). Eppure Padre Weinandy, entrato nell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini nel 1966 e ordinato nel 1972, dalle ricerche fatte e dai testi esaminati (es.: The Father's Spirit of Sonship: Reconceiving the Trinity, del 1995 e Sacrament of Mercy: A Spiritual and Practical Guide to Confession, del 1997) è quello che si dice "un uomo di fede cristallina" e non soltanto uno mero, prolifico, scrittore cattolico. Lontano anni luce, evidentemente dalla forma mentis e dalle bizzarre esternazioni (e macchinazioni) di personaggi ambigui, come l'attuale responsabile-garante dei media cattolici in Vaticano, Padre James Martin: l'alto prelato della curia romana bergogliana caro ai modernisti ed amante della cultura gay e della musica metal (vedi qui Dal metal al gay – Padre James Martin: chi è costui?). Ma gli esempi ed i confronti improponibili potrebbero essere molti. Troppi, per passare inosservati a chi ha davvero a cuore il fututo e la missione della Chiesa di Cristo.
Chi è Padre Thomas Weinandy?
Padre Weinandy è un uomo di Dio stimato in tutta la Chiesa americana, autore di numerose opere accademiche di rilievo e fedeli alla dottrina della Chiesa (vedi allegati). Ha conseguito una laurea in Filosofia presso il Collegio S. Fidelis, Herman, Pennsylvania nel 1969; in Teologia Sistematica al Theological Union di Washington nel 1972, e il Dottorato in Teologia storica al King College di Londra nel 1975. I suoi principali ambiti di competenza sono la Storia della Cristologia, in particolare la patristica, medievale e contemporanea, la storia della teologia trinitaria, la storia della soteriologia e le nozioni filosofiche di Dio. Ha insegnato presso l'Università di Georgetown, l'Università del Monte St. Mary a Emmitsburg, Maryland , l'Università francescana di Steubenville e il Loyola College di Baltimora. Il francescano, dunque, non è di certo l'ultimo arrivato e la sua è una voce di peso nel mondo cattolico: non soltanto oltreoceano. Chiediamoci allora:
come mai un uomo della sua posizione
dedide all'improvviso di rischiare tutto e uscire così allo scoperto?
Se non fosse stato animato da sentimenti sinceri
protesi ad un dialogo filiale con Bergoglio,
avrebbe forse messo a repentaglio tutta la sua carriera
e il suo stesso ministero?
Evidentemente no! Negli ultimi deceni ha inoltre ricoperto numerosi incarichi di vertice all'interno della Chiesa Cattolica americana. Insomma, non possiamo considerare l'alto prelato americano – con 23 pubblicazioni all'attivo (vedi allegato) – un opportunista, uno sprovveduto o un ignorante in materia dei fede cattolica. Ma al di là dei meriti e dei titoli, che oggi non di rado, purtroppo, possono essere l'immagine speculare di un carrierismo esasperato e becero, c'è qualcosa di più! Il francescano è un anti-conformista, dotato in abbondanza di quel coraggio evangelico "schietto" che oggi, purtroppo, è una virtù di cui molti vescovi e cardinali sembrano deficitare.
Difensore della dottrina Cattolica di sempre
Così, nel 2011, Padre Weinandy parlò di Papa Benedetto XVI:
"vede Gesù come qualcuno che desidera incontrarsi con il mondo
e che sta facendo del suo meglio per cercare di offrire questa opportunità". (1)
In occasione di un intervento all'Accademia di teologia cattolica a Washington DC, nel maggio del 2011, Padre Weinandy, avendo il polso di una "crisi" sempre più grave e invasiva, all'interno dell'universo teologico cattolico, made in Usa e non solo, così etichetto quei cosiddetti "teologici moderni", dagli allegri slanci dottrinali "rivoluzionari":
"Molti teologi (contemporanei e "moderni" – Ndr)
spesso sembrano avere poco rispetto per i misteri della fede
tradizionalmente compresi e attualmente professati all'interno della Chiesa".
(…)
"Gran parte di ciò che contempla la teologia cattolica contemporanea
spesso non è fondato su un assenso di fede nel deposito divino della rivelazione
come proclamato nelle sacre Scritture e sviluppato
all'interno della viva tradizione dottrinale e morale della Chiesa " (2)
(1) Jones, Kevin J. (10 March 2011). "Scholars praise Pope’s new book for promoting biblical studies renewal". EWTN News. Retrieved 19 July 2012. The book… examines the final week of Jesus’ earthly life and the historical and theological questions surrounding his death. (2) Bennett, Jana (17 August 2011). "Fr. Thomas Weinandy and the Theological Generation Gap". Catholic Moral Theology Blog. Retrieved 18 July 2012. I think one of the real issues here, which he doesn’t get at, is a generation gap, and a gap of which I am a part.
Sulle strumentalizzazioni del Bosone di Higgs
Nel luglio del 2012 rispose ad un articolo di Newsweek scritto dal fisico teorico Lawrence Krauss, notando come la conferma dell'esistenza della particella nota come Bosone di Higgs (dal nome del fisico britannico, Premio Nobel per la fisica nel 2013, che la scoprì) avrebbe potuto essere strumentalizzata dai nemici della Fede, inducendo molti "ben pensanti" a sbarazzarsi definitivamente dell'idea di un Creatore soprannaturale (3). Il teologo, tuttavia, obiettò a questi retaggi materialistici ed anti-cristiani, con una considerazione coraggiosa e netta, che placò i trionfalistici entusiasmi di molti materialisti di alto rango e di molti storici nemici della Fede Cattolica:
"Mentre la particella Higgs
può aiutarci a comprendere il rapporto tra massa e materia,
non spiega perché la particella Higgs esista"
(…)
"Deve esistere un essere la cui stessa natura richiede che esista e, per questo,
è in grado di portare altri esseri all'esistenza" (4)
Nel 2014, per meriti, Weinandy fu nominato da Papa Francesco membro della Commissione Teologica Internazionale, per un periodo di cinque anni. Tuttavia, lo stesso, dinanzi alle ultime uscite di Bergoglio, ed alle palesi ambiguità di alcuni passaggi dei suoi scritti, restando coerente alla sua missione pluridecennale, evidentemente, non ha potuto esimersi dallo scrivere al Papa una filiale lettera di richiamo e chiarimento – che riportiamo di seguito in forma integrale – assumendosi coraggiosamente tutte le responsabilità di questo gesto "controcorrente", ma – anche a nostro modesto avviso – necessario per il bene della Chiesa e degli oltre 1,285 miliardi di fedeli cattolici sparsi ai quattro angoli della terra.
(3) Krauss, Lawrence M. (9 July 2012). "How the Higgs Boson Posits a New Story of our Creation". Newsweek. The Daily Beast. Retrieved 18 July 2012. The Higgs particle is now arguably more relevant than God. (4) "USCCB doctrine official comments on Higgs Boson". CatholicCulture.org. Trinity Communications. 18 July 2012. Retrieved 18 July 2012.
Father Thomas Weinandy's Letter to Francis
Roma, 31 luglio 2017 – di Padre Thomas Weinandy – Santità, scrivo questa lettera con amore per la Chiesa e rispetto sincero per il suo ufficio. Lei è il Vicario di Cristo sulla terra, il pastore del suo gregge, il successore di san Pietro e quindi la roccia su cui Cristo costruisce la sua Chiesa. Tutti i cattolici, clero e laicato assieme, devono guardare a lei con fedeltà e obbedienza filiali, fondate sulla verità. La Chiesa si rivolge a lei in uno spirito di fede, con la speranza che lei la guiderà nell’amore. Tuttavia, Santità,
una confusione cronica
sembra contrassegnare il suo pontificato.
La luce della fede, della speranza e dell’amore non è assente,
ma troppo spesso è oscurata dall’ambiguità delle sue parole e azioni.
Ciò alimenta nei fedeli un crescente disagio.
Indebolisce la loro capacità di amore, di gioia e di pace.
1 – Amoris Laetitia: il controverso capitolo 8
Mi consenta di offrire alcuni brevi esempi. In primo luogo c’è il controverso capitolo 8 di “Amoris laetitia”. Non c’è bisogno qui di dire le mie personali preoccupazioni riguardo al suo contenuto. Altri, non solo teologi ma anche cardinali e vescovi, lo hanno già fatto. La fonte principale di preoccupazione è il modo con cui lei insegna.
In “Amoris laetitia”, le sue indicazioni
a volte sembrano intenzionalmente ambigue,
e in questo modo indirizzano sia a un’interpretazione tradizionale
dell’insegnamento cattolico sul matrimonio e il divorzio,
sia a un’altra interpretazione
che potrebbe implicare un cambiamento in quell’insegnamento.
Come lei nota giustamente, i pastori dovrebbero accompagnare e incoraggiare le persone in situazioni matrimoniali irregolari; ma l’ambiguità persiste sul vero significato di questo “accompagnamento”. Insegnare con una tale mancanza di chiarezza, per di più apparentemente voluta, inevitabilmente conduce al
pericolo di peccare contro lo Spirito Santo, lo Spirito della verità.
Lo Spirito Santo è dato alla Chiesa, e in particolare a lei, per sconfiggere l’errore, non per favorirlo. Inoltre,
solo dove c’è verità può esserci amore autentico,
perché la verità è la luce
che rende liberi uomini e donne dalla cecità del peccato,
un’oscurità che uccide la vita dell’anima.
Eppure sembra che lei censuri e persino derida coloro che interpretano il capitolo 8 di “Amoris laetitia” in accordo con la tradizione della Chiesa, come se fossero dei farisei che tirano le pietre e incarnano un rigorismo privo di misericordia. Questo tipo di calunnia è alieno dalla natura del ministero petrino. Alcuni dei suoi consiglieri, purtroppo, sembrano impegnarsi in azioni del genere.
Tale comportamento dà l’impressione
che i suoi punti di vista
non possano sopravvivere a delle verifiche teologiche,
e quindi debbano essere tenuti in piedi da argomenti “ad hominem”.
2 – Sull'importanza della Dottrina della Chiesa
In secondo luogo, troppo spesso la sua maniera d’agire sembra declassare l’importanza della dottrina della Chiesa. Ripetutamente lei descrive la dottrina come una cosa morta e libresca, lontana dalle preoccupazioni pastorali della vita quotidiana. I suoi critici sono stati accusati, stando alle sue stesse parole, di fare della dottrina un’ideologia. Ma è precisamente la dottrina cristiana – comprese le distinzioni sottili fatte a riguardo di credenze centrali come la natura trinitaria di Dio, la natura e le finalità della Chiesa, l’incarnazione, la redenzione, i sacramenti – che libera le persone dalle ideologie mondane e garantisce che effettivamente predichino e insegnino l’autentico e vivificante Vangelo.
Coloro che svalutano le dottrine della Chiesa
si separano da Gesù, autore della verità.
Ciò che essi possiedono, e solo questo possono possedere, è un’ideologia che si conforma al mondo del peccato e della morte.
3 – Sulle nuove nomine vescovili
In terzo luogo, i fedeli cattolici possono essere solo
sconcertati dalle sue nomine di certi vescovi,
uomini che non solo appaiono aperti verso quanti hanno una
visione contrapposta alla fede cristiana,
ma addirittura li sostengono e difendono.
Ciò che scandalizza i credenti, e anche alcuni colleghi vescovi, non è solo il fatto che lei ha scelto tali uomini per essere pastori della Chiesa, ma anche che lei sembra stare in silenzio di fronte a ciò che insegnano e alla loro pratica pastorale. Questo indebolisce lo zelo dei molti uomini e donne che hanno sostenuto l’insegnamento cattolico autentico per lunghi periodi di tempo, spesso a rischio della loro reputazione e serenità.
Il risultato è che molti dei fedeli, che incarnano il “sensus fidelium”,
stanno perdendo fiducia nel loro supremo pastore.
4 – Sinodalità
Quarto, la Chiesa è un corpo unico, il Corpo mistico di Cristo, e lei ha il mandato dal Signore stesso per promuovere e rafforzare la sua unità. Ma le sue azioni e parole troppo spesso sembrano intente a fare il contrario.
Incoraggiare una forma di “sinodalità”
che permette e promuove diverse opzioni dottrinali e morali
all’interno della Chiesa
può solo portare a una maggior confusione teologica e pastorale.
Una tale sinodalità è insipiente e di fatto agisce
contro l’unità collegiale tra i vescovi.
5 – Necessità di trasparenza
Padre Santo, questo mi porta alla mia preoccupazione finale. Lei ha parlato spesso della necessità della trasparenza all’interno della Chiesa. Lei ha incoraggiato spesso, soprattutto durante i due sinodi passati, tutte le persone, specialmente i vescovi, a parlare francamente e a non aver paura di ciò che il papa potrebbe pensare.
Ma lei ha notato che la maggioranza dei vescovi di tutto il mondo
stanno fin troppo in silenzio?
Perché è così?
I vescovi imparano alla svelta, e ciò che molti di loro hanno imparato dal suo pontificato non è che lei è aperto alla critica, ma che lei non la sopporta. Molti vescovi stanno in silenzio perché desiderano essere leali con lei, e quindi non esprimono – almeno in pubblico; in privato è un’altra cosa – le preoccupazioni che il suo pontificato alimenta.
Molti temono che se parlassero con franchezza
sarebbero emarginati o peggio.
Mi sono spesso chiesto: “Perché Gesù ha lasciato che tutto questo accada?” L’unica risposta che mi viene in mente è che Gesù vuole manifestare proprio quanto debole sia la fede di molti all’interno della Chiesa, anche fra troppi dei suoi vescovi. Ironia della sorte, il suo pontificato ha dato a coloro che sostengono punti di vista teologici e pastorali rovinosi la licenza e la sicurezza di uscire in piena luce e di esibire la loro oscurità precedentemente nascosta.
Nel riconoscere questa oscurità,
la Chiesa umilmente sentirà il bisogno di rinnovare se stessa
e così continuare a crescere in santità.
Padre Santo, prego per lei costantemente e continuerò a farlo. Che lo Spirito Santo la guidi alla luce della verità e alla vita dell’amore, così che lei possa rimuovere l’oscurità che ora nasconde la bellezza della Chiesa di Gesù.
Sinceramente in Cristo, Thomas G. Weinandy, O.F.M., Cap.
Sergio Basile (Copyright © 2017 Qui Europa)
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Pubblicazioni di Padre Thomas Weinandy
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