di Roberto Pecchioli
Redazione Quieuropa, Roberto Pecchioli, Terremoto, Amatrice, abbandono dei paesi, spopolamento
Martedì, 31 luglio / 2018
– di Patrizia Stella –
Redazione Quieuropa, Patrizia Stella, Disforia di genere, Comitato Nazionale per la Bioetica, Gender
Sessualità biologica o immaginaria? Siamo alla follia!
L'ultima trovata dei profeti della teoria gender: "curare" la
"disforia di genere" (patologia inventata)
di Patrizia Stella
Premessa
Verona – di Patrizia Stella – In un periodo di ferie come quello estivo dove la gente vorrebbe pensare solo positivo per potersi ritemprare dalle varie preoccupazioni, non è stata data sufficiente importanza a
uno dei provvedimenti più gravi e pericolosi di sempre,
voluti dal Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB)
riguardo la liberalizzazione dell’uso di un farmaco dagli effetti devastanti
che è la triptorelina, ormone che ha la possibilità di bloccare la pubertà
in preadolescenti cui sarebbe stata diagnosticata la cosiddetta “disforia di genere”,
cioè l’incertezza riguardo alla propria sessualità,
per metterli poi in grado di decidere “con cognizione di causa!” a quale sesso o categoria appartenere! (no comment!) – (1). Ancor meno risonanza è stata data dai media alla voce del Centro Studi Livatino, formato da illustri magistrati, docenti universitari, avvocati e notai che mettono in guarda dalle conseguenze devastanti che potrebbe avere l’uso di questo farmaco come da loro dichiarazione ufficiale: “I pareri del CNB si sono sempre distinti per rigore scientifico e sono stati un riferimento autorevole per le tematiche bioetiche. In questo caso invece il CNB ha avallato un farmaco che non ha evidenze scientifiche a sostegno (l’astensione dei due rappresentanti dell’Istituto Superiore di Sanità e del Consiglio Superiore di Sanità è significativa al riguardo), e mostra una serie di gravi controindicazioni e potenziali pericoli per la salute fisica e psichica dei minori coinvolti. (…)"
(1) Presidenza del Consiglio dei Ministri
Disforia di genere: pura idiozia criminale!
Tutto ciò premesso: 1) Visto che non esistono assolutamente dimostrazioni scientifiche a supporto della esistenza di questa malattia immaginaria definita “disforia di genere”, dal momento che tutti gli esseri viventi, sia umani, che animali, vegetali, ecc., si sono da sempre e chiaramente distinti in “maschi e femmmine", tranne pochissimi casi da “Cottolengo” che sono semmai da curare e non certo da proporre come modelli culturali; 2) vista la gravità delle conseguenze psico-fisiche di questo farmaco che interviene a bloccare in modo devastante una delle fasi più complesse e delicate dello sviluppo della persona che è l’adolescenza maschile o femminile per lasciare i ragazzini in una specie di mondo neutrale, assurdo, virtuale, immaginario e pericoloso…
è indispensabile parlare chiaro facendo leva sul buon senso,
vale a dire sul cosiddetto “senso comune”,
prerogativa di tutti gli uomini, almeno di quelli che non hanno voluto
perdere il “ben dell’intelletto”.
Pensare che pediatri o genitori di un preadolescente di 7/8 anni abbiano la certezza o il dubbio che il loro figlioletto sia affetto da "disforia di genere", vale a dire individuare in lui l'incertezza circa il suo essere maschio o femmina, è pura idiozia criminale. Lo sappiamo tutti quanto la psiche, soprattutto di un bambino, sia influenzabile, al punto che, se qualcuno vuole insinuare che tu, o lui, o lei, sono affetti da una tale forma di “disforia” da pensare di poter diventare o assomigliare un giorno… (che so!) a un cane o tigre o scimpanzé… si finisce col crederci per davvero, o per lo meno dubitare di sé a tal punto da
creare nella psiche della persona e di chi la segue con troppa superficialità,
squilibri psichici, idiosincrasie o schizofrenie pericolose
che portano anche al suicidio.
Le trappole del gender
La mente può essere offuscata mille volte da mille dubbi su tutto, ma abbiamo una certezza che non smentisce mai: il DNA. Fidiamoci del DNA, dell'aspetto biologico eterno che combacia perfettamente con la struttura interna e cominciamo a smontare queste pure idiozie campate su falsità distruttive dell'uomo, mettendole anche in ridicolo proprio attraverso quella scienza che loro pretendono di usare ignobilmente perché ci considerano poveri imbecilli da manipolare a loro uso e consumo. Purtroppo è talmente martellante questa propaganda pro gender in tutto il mondo, che affermare ciò che è stato creduto da sempre dall’umanità, ovvero che il sesso è determinato sin dalla nascita irreversibilmente, espone ad attacchi feroci, come accaduto al dott. David Mackereth (foto in copertina: la prima grande da sinistra) il quale è stato licenziato dall’ospedale di Londra dove lavorava, per aver affermato questo.
La propria indentità è unica,
sola, irripetibile, esclusiva, come l'impronta digitale di ciascuno!
E' quella che è uscita dal grembo materno e che, per nostra fortuna,
ci identifica fino alla morte.
Cadere nelle trappole del gender è come vivere la fiaba di Alice quando viene catapultata nel paese delle meraviglie: si vive in un mondo immaginario, fantasioso, fiabesco o brutale, però sempre molto pericoloso per tutti perché, negando la propria identità sessuale, si finisce col negare anche i rapporti parentali, sociali e perfino spirituali con lo stesso Dio che con assoluta certezza "maschio o femmina li creò" dice la Bibbia. Adesso che le ragazzine vestono peggio dei maschi, non piu con graziose gonnelline a fiori ma con disgustosi pantaloncini-slip a giro gluteo, tutte uguali come pecore nude, si è perso perfino il gusto del bello, dell'eleganza, della raffinatezza femminile. Godiamo invece della nostra chiara identità sessuale biologica, evidente fin dalla nascita, pienamente maschio o pienamente femmina, totalmente e felicemente “maschio o femmina”, tutte le altre fantasie immaginarie sono solo sinonimo di grandi sofferenze. Purtroppo, mentre i Vescovi e la chiesa in genere fanno campagne roboanti in favore dell’immigrazione selvaggia, non c’è una sola voce autorevole, o assai poche e deboli per la verità, che si alzi a tuonare contro la criminale teoria del gender, rovina delle future generazioni. E' ora di dire basta!
Patrizia Stella (Copyright © 2018 Qui Europa)
patrizia@patriziastella.com
partecipa al dibattito: infounicz.europa@gmail.com
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