Sabato, Giugno 14th/ 2014
– di Antonio Bassi e Sergio Basile, in risposta all'articolo di A. Socci –
Iniziativa di Libero confronto, Redazione Quieuropa
Sabato, Marzo 31th / 2012
Allargamento Ue / Unione europea / Corte europea / Bruxelles / Balcani / Kosovo / Serbia / Stefan Fule / Gruppo Internazionale di Supervisione per il Kosovo / Pristina / Belgrado / Riconoscimento
Bruxelles a Belgrado: "giù le mani da Pristina!"
Il monito dell'Ue: "Se la Serbia vuole entrare in Europa
riconosca l’indipendenza del Kosovo!"
Bruxelles, Pristina, Belgrado – «La Serbia deve dimostrare la propria serietà nella pacificazione con il Kosovo e applicare alla lettera tutti gli accordi con Pristina, se vuole aprire il negoziato di adesione all'Ue». Lo ha dichiarato nelle scorse ore il Commissario europeo per l'allargamento, Stefan Fule, il quale ha aggiunto che il voto del 6 maggio in Serbia sarà il banco di prova per capire fino a che punto nella Nazione sia sincera la lotta contro la corruzione e l'impegno per l'indipendenza della magistratura. La lotta fra Pristina e Belgrado deve trovare una soluzione in sede europea: sia la Serbia sia il Kosovo infatti aspirano ad entrare nell'Ue, e l'Europa desidera a tutti i costi essere un continente non belligerante: almeno per quanto attiene ai confini interrni. È anche vero che proprio in questi giorni, la questione Kosovo indipendente o meno è tornata attuale. Sono le elezioni legislative e municipali che la Serbia dovrebbe celebrare il 6 maggio a suscitare polemiche: il governo serbo ha infatti espresso l'intenzione di aprire le urne anche in territorio kosovaro, cioè nelle aree settentrionali del Paese, dove la maggioranza della popolazione è serba. Il governo del Kosovo, che si è proclamato indipendente solo nel 2008, è del tutto contrario a questa idea e accusa la Serbia di violare la sua sovranità.
Riconoscimento dello stato kosovaro
Dal 2008 ad oggi il processo di riconoscimento internazionale dello Stato kosovaro non è stato univoco. Gli Stati Uniti e molti governi dell'Europa occidentale, fra cui l’Italia, decisero di appoggiare il Kosovo (vedi foto – bandiera) , mentre, al contrario, gli Stati amici della Serbia (tra cui soprattutto la Russia) hanno adottato una posizione molto dura. Tuttora, i serbi restano inflessibili. D'altra parte lo hanno dimostrato anche al professor Monti, in occasione della sua visita all'inizio del mese. «Non riconosceremo mai lo Stato del Kosovo», aveva detto Tadic al nostro ex-presidente della Bocconi. Tuttavia la Serbia si è appena candidata all'ingresso nell'Unione europea, e questo le impone una condotta più disponibile al dialogo, e soprattutto l’accettazione del fatto che il Kosovo sia ormai uno stato indipendente.
La posizione di Bruxelles
Se davvero Tadic intende arrivare a Bruxelles dovrà evitare ulteriori frizioni: cosa che invece sta succedendo con il voto del 6 maggio. Tanto più che, negli ultimi giorni, la polizia kosovara ha effettuato alcuni arresti di funzionari pubblici serbi, presenti nelle cosiddette "strutture parallele", mantenute dalla Serbia nei confini della ex sua provincia. La posizione di Bruxelles in merito appare ferma. All'inizio di questa settimana, si è riunito a Vienna il Gruppo internazionale di supervisione per il Kosovo (25 membri tra cui l'Italia), il quale ha espresso l'intenzione di far cessare la sorveglianza internazionale sull'indipendenza del Paese. Bruxelles ha dato il suo ok per la realizzazione di uno studio di fattibilità che dovrebbe portare ad un accordo di associazione Ue-Kosovo. Se la Serbia vuole far parte della Ue, a quanto pare, dovrà prendere atto di questa nuova realtà.
Mirella Fuccella (Copyright © 2012 Qui Europa)