Sabato, 21 luglio / 2018
– Tratto da "L'Eletta del Dragone", memorie di Clotilde Bersone –
Venerdì, Marzo 30th / 2012
– Mirella Fuccella –
Commissione europea / Parlamento europeo / Ogm / Agricoltura biologica / Cibo geneticamente modificato / Orto / Paradossi Ue / Sicurezza alimentare / Etichettatura / Limiti tollebabili / Confusione / Opposizione governi / Sovranità nazionale
Bruxelles – Riaperto Dossier su OGM –
Che cosa arriva sulle nostre tavole?
Il dibattito sugli Ogm è ancora aperto:
ma per ora meglio coltivarci l'orto sul balcone!
Bruxelles – Fa discutere la riapertura in sede Ue del dossier sugli organismi geneticamente modificati, altrimenti – e tristemente – noti come Ogm. Il dibattito in Europa sugli Ogm è ancora aperto: se da un lato nell’ottobre 2011 il Parlamento Europeo aveva votato un emendamento che permette ai Paesi Ue di vietare tali prodotti, d’altro canto in dicembre la Commissione aveva invece approvato l’introduzione di tre nuove tipologie di mais e una di cotone, tutti geneticamente modificati. Ciò avveniva nonostante l’ostilità di molti governi europei. Segno evidente che la sovranità nazionale, anche in materie così delicata e stata rottamata, sotto l’indifferenza più totale dei media nostrani. Nel frattempo, però, tali cibi arrivano sulle nostre tavole. Come si fa, allora, a riconoscerli? È impossibile capirlo dal gusto o dall'aspetto: per orsa l’unica arma possibile è quella di leggere sulla confezione se l'alimento o i suoi ingredienti sono geneticamente manipolati. Infatti, l'Unione Europea – facendoci letteralmente la grazia, in uno slancio di magnanimità – impone l'etichettatura obbligatoria per gli alimenti geneticamente modificati.
paradossi "legali" sul cibo geneticamente modificato
Ma anche qui c’è un però! Infatti l’etichettatura non è tuttavia obbligatoria per gli alimenti che contengono meno dell'1% di ingredienti geneticamente modificati, né per gli alimenti prodotti da vegetali geneticamente modificati che però non contengono traccia dei geni trapiantati. Dunque, un pacchetto di mais geneticamente modificato deve essere etichettato, mentre, invece, una bottiglia di olio di semi ottenuto da mais geneticamente modificato non ha bisogno di essere etichettata perché non contiene traccia della manipolazione genetica. Paradossale a dir poco! Se desideriamo difenderci da tutta la “deriva transegenica”, possiamo affidarci ai cibi provenienti “da agricoltura biologica”.
Il "valore dell'orto sul balcone"
Questa scritta deve essere posta sull'etichetta accanto alla denominazione. Se è presente anche un bollino blu-verde vuol dire che il prodotto proviene da coltivazioni dove non si usano deleteri antiparassitari. Parole molto accattivanti come: naturale, organico, ottenuto da coltivazioni tradizionali, sono presenti su alcuni prodotti ma in realtà non sono riconosciute. Anche il prefisso "bio" presente nel nome o nel marchio di certi yogurt e preparati dietetici non attesta di per sé la provenienza da coltivazioni biologiche. A quanto pare, se proprio si vuole andare sul sicuro, non resta che coltivarsi l’orto sul proprio balcone!
Mirella Fuccella (Copyright © 2012 Qui Europa)
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