Sabato, 21 Febbraio / 2015
Mezzogiorno: Distorsioni da “Primavera Araba”
Martedì, Aprile 3rd / 2012
Italia / Mezzogiorno / Mediterraneo / Economia / Commercio / Scambi / Statistiche / Srm / Intesa San Paolo / Mediterranean strategy Group / Deandreis
Mezzogiorno: Distorsioni da "Primavera Araba"
In fumo 2,4 miliardi nel 2011
Relazioni Area Med sempre più complicata:
Fallisce 1 accordo su 3
Napoli – Se le rivoluzioni, cominciate poco più di un anno fa in Tunisia e proseguite poi nel Maghreb, in Egitto, Marocco e Libia hanno provocato un effetto “domino” anche in altri paesi, hanno sconvolto i sistemi politici e sociali nelle regioni del Medio Oriente, del Vicino Oriente e del Nord Africa e passano alla storia come “Primavera Araba”, questa situazione, nei rapporti commerciali con il Mezzogiorno italiano, fa registrare un freddo inverno: fino a settembre 2011, 2 miliardi e 400 milioni sono andati in fumo a causa del fallimento di 1 scambio commerciale su 3. I paesi del Nord Africa che si affacciano sul Mediterraneo sono partner importanti soprattutto per il Sud Italia e, accanto a quelli citati, ricordiamo rapporti rilevanti tra il Meridione e Israele, Libano, Siria e Turchia che costituiscono l’Eastern Med e con l’Adriatic Med composto da Albania, Bosnia e Croazia. In merito al commercio, il direttore del Centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (Srm), Massimo Deandreis, in occasione del convegno “Il Futuro della finanza nel Mediterraneo”, tenutosi nei giorni scorsi a Napoli ed organizzato dal Gruppo Intesa San Paolo, da Mediterranean strategy group e Srm, ha sottolineato l’importanza che il Mediterraneo riveste per l’Italia, dichiarando che “le regioni meridionali si confermano come un ponte naturale verso quest’area geografica ed economica emergente e di grande potenzialità di sviluppo”.
Ridimensionamento delle imprese del Sud nell'Area Med
Dal decennio 2001-2010, in cui si era registrato un aumento del commercio da 11,7 a 15,4 miliardi, si passa ad un 2011 che, nonostante incoroni l’Italia come primo partner commerciale europeo per la zona del Mediterraneo, fa registrare una battuta d’arresto dovuta anche alla contrazione del 69,6% delle importazioni di petrolio libico. Tra le regioni del Meridione, per come riportato dal Corriere del Mezzogiorno, grazie alla specializzazione nell’interscambio dei prodotti energetici, detiene la palma del dinamismo la Sicilia, con il 10,6% del totale nazionale, seguita dalla Sardegna con il 4,3%, dalla Campania con il 3%, dalla Puglia con il 2,7% e dalle altre regioni del Sud che rappresentano l’1,6%. A seguito di questo “stop” del commercio, nelle relazioni con il Mediterraneo, il Nord ovest ha subito un calo meno netto rispetto al Sud, più sofferente a causa della riduzione del 13,7% del totale degli scambi commerciali, comprensivi dei prodotti energetici che, se non considerati, permettono di rilevare dei dati omogenei per tutta la penisola. Complessivamente, da gennaio a settembre 2011, la crescita italiana degli scambi si è attestata al 6,2%, e di questa percentuale il 4,2% ha rappresentato la crescita del Mezzogiorno. Insomma, il Sud dell’Italia rappresenta un vero e proprio ponte tra l’Europa ed il Mediterraneo. Peccato che a transitare su questo ponte vi siano sempre meno soggetti, e peccato che finora la tanto osannata "Primavera Araba" abbia finito per giocare un brutto tiro alle aziende italiane del profondo Sud, ridimensionate e costrette a sbarcare il lunario con acrobazie da circo. Peccato che questa Primavera abbia finito per rafforzare le economie ed il ruolo nel Medioriente dei soliti noti, Usa in testa, dando il via libera alla speculazione dei petrolieri, che hanno portato alle stelle il prezzo del petrolio, tra l'indifferenza assordante del Prof. Monti.
Maria Laura Barbuto (Copyright © 2012 Qui Europa)
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