Giovedì, Luglio 11st/ 2013
– Iniziativa di Libero Confronto, Pensa e Scrivi di "Qui Europa" –
Giovedì, Aprile 5th/ 2012
Italia / Crisi Ue / Crisi Eurozona / Risparmio / Istat / Avanzo primario / Distruzione del risparmio delle famiglie / Governo tecnico Monti / Speculazione internazionale / Pagamento interessi da usura / Drastica riduzione propensione al risparmio / Strategia dello spread / Mezzogiorno / Imprese e famiglie
Istat – Risparmio in caduta libera: Italia KO
Il Paese delle formiche si scopre terra delle cicale.
Che fine ha fatto il nostro tesoro?
Nel 2011 Crolla il risparmio delle famiglie:
50 miliardi l'anno solo per pagare interessi su BTP
alla speculazione internazionale
Roma – In un Ecofin estivo di qualche mese fa, l’allora ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ricordava che l’Italia era uno dei pochi paesi in Europa ad avere un saldo primario (differenza tre entrate e spese dello Stato) attivo e in crescita, più solido anche della osannata Germania. Ma che fine ha fatto tutto ciò in pochi mesi? Perché le agenzie di rating hanno preso di mira l’Italia? Perché alimentare bolle speculative succhia soldi e succhia risparmi? Domande sulle quali vi invito seriamente a riflettere, prima che sia troppo tardi. Domande da girare ai nostri politici in occasione, magari, dei comizi elettorali imminenti, e connessi alle prossime elezioni. Ma allora se il nostro Paese è in salute finanziaria (eccetto il debito accumulato: che comunque è largamente inferiore a quello del “Grande Giappone”. Paese in crescita record malgrado i debiti e gli strascichi dello Tsunami nucleare) allora perché tutti comprano titoli tedeschi e non italiani? Perchè il celeberrimo “spread” tra i nostri titoli e i loro cresce a dismisura? Perché annientare i risparmi delle nostre famiglie per pagare interessi a banche e speculatori internazionali che fanno incetta di Btp e Bot a tassi d’interesse da usura? Qualcosa o – evidentemente – qualcuno è impazzito! Malgrado la nauseante normalità ostentata dai media ammiragli che continuano come un disco rotto a parlare del “livello dello spread”, senza dire che è anticostituzionale assoggettare stati sovrani a guidizi parziali di semplici aziende private vicine alle lobby.
Analisi del dato Istat – Il risparmio degli italiani nel 2011
Allora non ci stupiamo per i dati che stamane l’Istat ha reso noto in merito al livello del risparmio degli Italiani nel 2011. Ne emerge – come ovvio che sia dall’analisi dei principali fatti economici dell’ultimo semestre – una situazione gravissima per il “Bel Paese”, che d’improvviso non si scopre più tale, come l’isola felice dei risparmiatori, ma al contrario – in pochissimo tempo – una Nazione in emergenza da codice rosso, con una propensione al risparmio “media” delle famiglie attestatasi intorno al 12% – il valore più basso dal 1995 – con una diminuzione – secondo quanto sostiene l’Istituto Nazionale di Statistica – di 0,7 punti percentuali rispetto al 2010. Ma la fotografia reale è invero ancor più drammatica di quanto dipinge l’Istat. Infatti il dato reso noto, relativo all’anno scorso, è solo il dato medio: ma l’economia ci insegna che in alcune aree del Paese – come il Mezzogiorno – caratterizzate dalla simultanea presenza di molteplici fattori recessivi e destabilizzanti i tesoretti accumulati in decenni di duro lavoro sono svaniti nel nulla, per fronteggiare la durissima lotta alla sopravvivenza che il vivere quotidiano offre, anzi impone. Un indice significativo – che non sottovalutiamo – è anche l’altissimo numero di universitari costretti a lasciare gli studi. Inoltre il dato rispecchia la situazione del periodo che ha preceduto l’ascesa al potere del tecnico Mario Monti. Quindi il dato reale odierno non emerge con chiarezza dalle “stime medie”, che assorbono – in aggiunta – anche le prerogative e le attitudini al risparmio di quel 10% delle famiglie italiane che vive nel lusso. Pessima, inoltre, anche la “foto ufficiale” dei profitti delle imprese italiane: nel quarto trimestre calati di un ulteriore 0,6% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% rispetto al corrispondente periodo del 2010.
L’avvento del Prof. Monti – Famiglie: nuovi ammortizzatori sociali
A rincarare la dose – qualora ce ne fosse stato bisogno – i dati Bankitalia ufficializzati dal vice direttore generale di Bankitalia, Anna Maria Tarantola, nel suo intervento nel convegno a Genova "La famiglia un pilastro per l'economia del Paese". Secondo Tarantola le famiglie italiane hanno svolto un'importante funzione di ammortizzatore sociale fin dal 2008 – anno di intensificazione della crisi scoppiata nel 2007 – che continuerà anche nel corrente anno. E proprio questa funzione che un tempo era dello stato, ha finito per distruggere i risparmi degli Italiani. E Lo stato? Oggi di fatto è sospeso! Sostituito da un “antidemocratico” governo tecnico d’estrazione fortemente bancaria e lobbistica, che sta portando avanti un gioco che non piace più a nessuno, se non a pochi eletti e gruppi élitari: annientare il welfare state – gettandone il peso sulle famiglie: come detto il nuovo “ammortizzatore sociale ufficiale” – disintegrare con l’assurdo “Fiscal Compact” il “deficit spending”– cioè quel meccanismo di investimento statale a debito proteso a creare servizi e moltiplicare la ricchezza nazionale. Ciò che in effetti dovrebbe giustificare il pagamento delle tasse da parte dei cittadini: la creazione di servizi – e tassare ogni singola sfera di “redditi” o “entrate”, sia strettamente economici che sociali. Compresi energia e carburanti: con accise su benzina e diesel da record. Quando la gente si ribellerà a tutto quresto, ecco pronta la soluzione: Privatizziamo! Tutto ciò in nome della crescita. Quindi addio risparmi, e porte aperte a banchieri e lobby: i nuovi padroni dell’Italia, l’ex “Bel Paese”. Ma una speranza esiste ancora! Affidarsi a Dio ed alla giustizia Divina (per i credenti) ed inoltre ( per tutti) spegnere le TV compiacenti, non acquistare i giornali che non informano sulle reali responsabilità della crisi-indotta e dare consapevolezza del problema a tutti tramite la rete e il passaparola. Auguri!
Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)
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