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Venerdì, Aprile 6th / 2012
Unione europea / Esteri / Alto Rappresentante Affari Esteri / Lady Ashton / Mario Mauro / Sbarchi / Lampedusa / Inconsistenza della Politica estera Ue / Sicilia, Tunisia / Effetti della Primavera araba / 17.000 morti nel Mediterraneo
Esteri – Mario Mauro, la "questione sbarchi"
e l'inconsistenza della politica estera Ue –
da Lampedusa a Gaza, i fallimenti di Lady Ashton
hanno stancato gli Europei
Bruxelles – Nella giornata di ieri l’eurodeputato Mario Mauro, presidente dei deputati del Pdl all'Europarlamento, a conclusione del suo viaggio in Sicilia e Tunisia, ha tirato le somme degli ultimi delicati sviluppi della cosiddetta “Primavera Araba” sui paesi mediterranei, e sull’Italia Meridionale: incentrati, da due anni a questa parte, da preoccupanti, rischiosi – quanto alla sicurezza dei viaggi, su imbarcazioni di fortuna – ed incontrollati fenomeni migratori. Da quando il ciclone rivoluzionario si è abbattuto sull’Africa Settentrionale, l’esodo dei disperati verso l’Europa si è intensificato, e nell’Area del Mediterraneo si sono contati oltre 17.000 morti. Una carneficina. Il Mediterraneo è diventato un vero e proprio cimitero. Mauro, ha ritenuto opportuno, dunque, tornare su una questione sulla quale, per troppo tempo, l’Ue si è dimostrata lenta ed impreparata.
Le dichiarazioni di Mauro
“La battaglia attuale è riuscire a rispondere a questo flusso epocale di persone che dalla sponda sud del Mediterraneo arrivano in Europa con la speranza di una vita migliore”: ha esordito l’ex vicepresidente dell’Europarlamento. “Il progetto europeo nasce – spiega, con un pizzico di retorica – con lo scopo di dare ai nostri popoli pace e sviluppo e la prova della sua riuscita sono questi 70 anni di non violenza”. Tale questione – secondo Mauro – “pone al centro dell'Europa l'Italia, che deve essere capace di affrontare queste sfide come indiscutibile protagonista”. Ma accanto alle speranzose e belle parole di Mario Mauro, quel che gli europei ed i cittadini delle regioni del Mediterraneo percepiscono è la profonda inadeguatezza della politica estera dell’Ue, affidata al suo Alto Rappresentante per gli Affari Esteri, l’evanescente baronessa Lady Ashton.
L’inconsistenza di Lady Ashton e della politica estera Ue
La baronessa Ashton doveva essere la voce dell’Europa sulla scena internazionale, il rasppresentante della diplomazia dei 27 paesi dell'Ue in tutto il mondo. Ma Ahimè, il mandato dell’Alto Rappresentante per gli affari esteri è stato finora fallimentare sotto tutti i punti di vista. Impercettibile, evanescente, praticamente invisibile, con la contestuale ed ovvia perdita di fiducia della maggioranza degli Stati membri. La figura dell’Alto Rappresentante è dunque scaduta nell’ironia collettiva, travolgendo lo stesso SEAE, divenendo un semplice e vuoto simbolo, o meglio, una regressione simbolica. Esempio del fallimento della Politica Estera Ue sono le ultime uscite di Lady Ashton per la soluzione delle tensioni Gaza e per la difesa dei cristiani copti in Medio Oriente. Ma i limiti di Lady Ashton furono palesi anche all’indomani del terremoto ad Haiti e degli sbarchi di Lampedusa: la sua mancanza di interesse in materia di sicurezza e difesa, suscitarono – come molti di voi lettori ricorderanno – fin da subito grandi polemiche. Tra le tanti critiche, nelle scorse ore, il diplomatico francese Maxime Lefebvre ha “rimandato” Lady Ashton e l’intera politica estera dell’Ue, sostenendo che “Le dichiarazioni comuni dell’Unione europea, a volte, servono solo a mascherare le enormi differenze tra gli Stati membri”. L’impressione dell’Osservatorio “Qui Europa” è dunque quella che un anno dopo la sua nomina, l’Alto rappresentante per gli affari esteri è come assente: forse no unica responsabile di un enorme vuoto istituzionale e rappresentativo che ridimensiona fortemente l’intera costruzione unitaria europea, palesandone – non casualmente ed incolpevolmente – evidenti limiti strutturali e concettuali. Questo vuoto, infatti, comincia ad esasperare alcune capitali europee. Gli innegabili limiti espressi dall’Alto Rappresentante scoraggiano, tra l’altro, ogni messa in comune degli sforzi diplomatici, e minano lo scambio delle informazioni più sensibili tra gli stati membri e Bruxelles, ridimensionando il ruolo ufficiale ed il peso dell’Ue sulla scena mondiale.
Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)
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