Martedì, Maggio 20th/ 2014
– di Nabil Antaki –
Giovedì, Aprile 12th/ 2012
– di Maria Laura Barbuto –
Unione Europea / Crisi eurozona / Banca Centrale Europea / Grecia / Fiscal Compact / Germania / Debito Pubblico / Lettieri / Merkel / Draghi / Misure correttive inadeguate / Predominio tedesco / speculazione bancaria internazionale / Banche e Finanza
Crisi Eurozona: responsabilità e bugie
Aiuti ad Atene, Fiscal Compact e intervento Bce:
misure inadeguate ed inefficienti
Berlino, Francoforte, Bruxelles – Il lavoro del governo tecnico, tanto decantato dal premier italiano Mario Monti – o meglio dal professor Mario Monti – ha messo solo una toppa sulla crisi ma non l’ha di certo risolta (anzi) e l’ottimismo diffuso dai principali leader europei dopo l’ultimo vertice di marzo non è durato molto, ma si è rivelato solo illusorio. Il pacchetto salva-Grecia di 130 miliardi di euro, l’intervento della Banca Centrale Europea sui mercati finanziari ed il Patto fiscale hanno fatto “scacco matto” al Vecchio Continente. Un vero e proprio sgambetto che mette in ginocchio l’Europa, un’austerità che si è rivelata del tutto inadeguata, che non è riuscita a gestire la crisi ma, di certo, ha fatto lievitare altri interessi, ovvero quelli delle banche. La cosa ancor più grave è che gli effetti che queste tre misure avrebbero determinato erano del tutto prevedibili ed Antonio Lettieri, giornalista del Manifesto, lo spiega chiaramente in un suo articolo – che l'Osservatorio Nazionale "Qui Europa" approva e sottoscvrive in pieno – che appare sulle pagine del quotidiano di oggi: “per quanto riguarda la Grecia, se tutto dovesse funzionare come previsto, nel 2020, il paese dovrà raggiungere il 120,5% del rapporto debito–pil ma, paradossalmente, si tratta di un tasso superiore al livello che Atene registrava quando il nuovo eletto primo ministro Georges Papandreou denunciava la falsificazione del bilancio da parte del precedente governo conservatore Kostas Karamanlis”.
Il tornaconto di Angela e le manovre della Bce
Secondo molti economisti, quella greca è una recessione temporaneamente tamponata, ma comunque inevitabile e, per come scrive Lettieri, solo rimandata per consentire ad Angela Merkel di correre per le elezioni del 2013 senza avere la responsabilità formale di aver rotto l’equilibrio dell’Eurozona. Per quanto riguarda, invece, l’intervento della Bce che, secondo il suo Governatore Mario Draghi, “ha evitato una grave crisi del credito”, tutto si sarebbe rivelato più semplice e più efficace se la stessa avesse acquistato direttamente i bond sovrani degli stati in difficoltà, evitando così i finanziamenti a lungo termine pari a più di 1000 miliardi offerti alle banche all’uno per cento (1%) che, se all’inizio hanno permesso (si fa per dire) di tirare un sospiro di sollievo, successivamente, hanno portato alla crescita smisurata dello spread (per non parlare della destabilizzazione finanziaria sull'intero sistema economico europeo della speculazione bancaria internazionale) e alla caduta dei valori azionari delle banche stesse per come analizzato da Qui Europa nei precedenti articoli – vedi archivio "Banche e finanza" – e dallo stesso Lettieri quest'oggi.
L'assurda mossa del Fiscal Compact
Il pareggio dei bilanci e la riduzione del debito pubblico entro i parametri di Maastricht, per come stabilito dal Fiscal Compact (che di fatto ha annullato il welfare eliminando uno straordinario strumento di crescita economica come il "deficit spending" – vedi precedenti articoli in Qui Europa) sono obiettivi proposti in un clima di recessione che rispondono, però, agli interessi e alle imposizioni dell’asse Berlino–Francoforte–Bruxelles. Ma in questo contesto cosa potrà cambiare? Quale sarà il futuro della zona euro? L’unica cosa certa è che, in questo momento, la Germania ha in pugno le sorti dello scacchiere del Vecchio Continente e ne comanda le mosse delle varie pedine.
Maria Laura Barbuto (Copyright © 2012 Qui Europa)