Mercoledì, 29 aprile / 2015
– di Sergio Basile e Nicola Arena –
Giovedì, Aprile 19th / 2012
– di Mirella Fuccella –
Italia / Ue / Isccat / Pesca del tonno / Debiti / Tonnarre / Decreto Monti / Mario Monti / Quote pesca / Fallimento / Direttiva Ue / Recessione
Decreto Monti – Le tonnare condannate
a colare a picco?
Per il Professore ora diktat anche nella pesca del
tonno: gli operatori ittici ricorrono al Tar Lazio
Roma, Cagliari, Bruxelles – Nelle ultime ore si è inasprito il confronto tra pescatori e Governo Monti sulle "celeberrime quote pesca": misure che stanno facendo avvertire in tutta la loro insostenibile e devastante portata, il peso della recessione anche in un settore, come quello ittico, da sempre strategico per l'economia nazionale. I’Isccat, organismo della Comunità europea, in tempi non sospetti aveva raccomandato ai governi di privilegiare, nell’ambito della pesca, le metodologie più rispettose dell’ambiente, come in genere accade per le tecniche di pesca adottate dalle tonnare.
L'inspiegabile "taglio" del Governo Monti
Tuttavia, In Italia, un decreto dell’attuale governo ha fissato a 120 tonnellate la quota massima per la pesca dei tonni destinata al Sulcis. Un “taglio”, questo, inspiegabile, che getta gli operatori del settore nella disperazione, visto che per mantenere in attivo il proprio bilancio avrebbero necessità di pescare almeno 200 tonnellate. Sarà forse che il mercato del pesce cola a picco? No, non è questo. Probabilmente si tratta piuttosto di privilegiare altri soggetti. Ad esempio, ad un solo peschereccio di Napoli, che pesca con il sistema delle reti a circuizione, di tonnellate ne sono state assegnate ben 221.
Che fine ha fatto la Direttiva Ue?
La direttiva comunitaria che raccomandava di privilegiare le tonnare è stata, invece, ampiamente ignorata. I tonnarotti hanno dunque deciso di impugnare il decreto ministeriale davanti al Tar del Lazio, chiedendo che a loro sia assegnata almeno la metà delle quote di riserva, che è pari a 25 tonnellate. Questo non contribuirebbe a salvarli dai debiti ai quali vanno incontro, ma almeno a contenerli. Quale sarà il senso di tutto questo? Il risultato saranno 400mila euro di perdita ed un’intera flotta, con famiglie a carico, in bancarotta.
Mirella Fuccella (Copyright © 2012 Qui Europa)