Sabato, 6 gennaio / 2018
– di Nicola Arena, con contributi di Sergio Basile –
Giovedì, Aprile 19th/ 2012
– di Sergio Basile –
Parlamento europeo / Strasburgo / Nuova tassazione sul carburante / Regalo alle multinazionali / Vantaggi fiscali diesel / Risoluzione / Consiglio Ue / Astrid Lulling
Strasburgo: nuove tasse per combattere
emissioni di Co2
L'Eurocamera approva risoluzione per eliminare
vantaggi fiscali del diesel
Ennesimo regalo alle multinazionali dell'energia?
Ora la parola passa al Consiglio Ue
Strasburgo – Nelle scorse ore all'Europarlamento in seduta plenaria è stata approvata una risoluzione inerente la proposta di riforma del sistema fiscale dei prodotti energetici. La maggioranza degli eurodeputati si è opposta alla cosiddetta "neutralità" fiscale al fine dichiarato di evitare – sembrerebbe – aumenti del prezzo del diesel. La Commissione dell'Europarlamento nello specifico ha proposto tuttavia di eliminare il vantaggio fiscale di cui beneficia il diesel in molti paesi dell'Unione, rispetto alla benzina. Ora, la decisione finale sulla questione spetta al Consiglio dei Ministri dell'Ue, ma prima l'iter comunitario ha previsto il passaggio obbligato (ma non vincolante) presso il Parlamento europeo, che per ora ha adottato la misura con 374 voti a favore, 217 contrari e 73 astensioni. Compito dell'Eurossemblea è stato quello di fornire delle raccomandazioni al Consiglio dei Ministri: ente collegiale sovranazionale che dovrà decidere all'unanimità se attuare le modifiche o meno. Relatrice della proposta è stata la deputata Astrid Lulling (PPE, LU), secondo la quale era necessario che la sua relazione fosse approvata, con l'obiettivo di "combattere il cambiamento climatico". Ma da un'attenta analisi della risoluzione, come si dice, non è tutto oro quel che luccica! Infatti l'opposizione alla neutralità fiscale comporterebbe in ultima analisi addirittura un aumento del prezzo del diesel.
La proposta
La Commissione ha proposto che "le tasse sui prodotti energetici siano calcolate basandosi su due principi: 1) l'emissione di Co2; 2) il contenuto energetico del prodotto. La finalità, almeno nei fatti, sarebbe – come detto – quella di di aiutare l'Ue a raggiungere gli obiettivi prefissati in termini di lotta al cambiamento climatico, "promuovere l'uso di fonti energetiche rinnovabili e sostenere investimenti nell'economia verde". Ma veementi sono state le polemiche di una parte (minoritaria) dell'Europarlamento, che vedono la proposta infondo come un grande regalo alle multinazionali dell'energia. Un modo per inventarsi una nuova tassa.
Altri punti "controversi" della proposta
I deputati hanno sostenuto la "possibilità per gli Stati membri di applicare a settori quali l'agricoltura e la silvicoltura un livello di tassazione ridotto" o – sembrerebbe – pari a zero. Tuttavia – si legge nella relazione approvata – "tali eccezioni dovrebbero essere collegate a vantaggi sotto il profilo dell'efficienza energetica". Ma che necessità c'è di tartassare ancora i contribuenti? Davvero non lo si comprende!
Esenzioni o presa in giro?
Le "esenzioni fiscali e le riduzioni a vantaggio dei nuclei familiari e delle organizzazioni caritative", inoltre, secondo la maggioranza dei votanti, a Strasburgo, dovrebbero essere "gradualmente eliminate", lasciando la possibilità a quei paesi dove tale cambiamento avrebbe un impatto diretto sui prezzi del carburante di compensare con meccanismi di sostegno o integrazione finanziaria i soggetti colpiti dagli aumenti. Infine, secondo il Parlamento europeo, gli Stati membri dovrebbero assicurarsi che la tassazione legata al CO2 non sia applicata ai settori dell'industria già soggetti al sistema di scambio delle quote di emissioni dell'Ue, e che i settori non inclusi nel sistema non siano svantaggiati rispetto a quelli coperti da tale sistema. Quindi la misura a quanto pare difende si le industrie: le stesse industrie che in effetti sono le prime responsabili del riscaldamento del pianeta e dei disordini climatici causati dall'inquinamento. Il problema è che i soliti a pagare il prezzo dei correttivi, anche in questo caso – se il Consiglio Ue dovesse seguire il suggerimento dei deputati – sono e saranno sempre i soliti contribuenti europei.
Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)
Grazie Milan e un grande saluto a tutti gli amici della Romania, dall’Italia!!! A presto!
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