Lunedì, Agosto 25th/ 2014
– di Sergio Basile e Chiara Rizzo –
Mercoledì, Maggio 9th / 2012
– di Sergio Basile e Federica Aloisio –
Consiglio Ue / Vertice straordinario / Bruxelles / Herman Van Rompuy / Martin Schulz / Manuel Barroso / Commissione europea / Parlamento europeo / Paesi Ue / Francoise Holland / Francia / Angela Merkel / Germania / Nicolas Sarkozy / Fiscal compact / Austerity / Paralisi dell'Eurocamera / Art. 123 Trattato di Lisbona / Speculazione / Bei / Project Bond / Tobin Tax / Radio Marte / Retorica / Propaganda / Democrazia / Consapevolezza / Reali ragioni della Crisi / Bivio / Storia / Europei disillusi / Qui Europa / Sergio Basile / Federica Aloisio
Van Rompuy, Barroso e Merkel premono
su Hollande
La batosta elettorale antiausterity preoccupa
i profeti del rigore
Da "Radio Marte" l'appello "alieno" di Barroso & C.
Bruxelles – Si parlerà di "crescita economica" nel prossimo vertice straordinario anticrisi convocato per il 23 maggio dai capi di stato e di governo dell’Ue nella capitale belga. Tra le righe, tuttavia, si coglie l'essenza di un incontro sostanzialmente ed altamente strategico, promosso dal Presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, al fine – non dichiarato – di conciliare (ora che il fedele Sarkozy è uscito discena) la posizione tra il neo Presidente francese Francoise Hollande, leader di centrosinistra che ha già dichiarato la necessità di mettere mano al fiscal compact ed alla tanto discussa ed odiata – ormai in tutta Europa – austerity, con colei che del rigore è stata l'alfiere, la Cancelliera tedesca Angela Merkel, leader di centrodestra, sempre meno amata nei quattro angoli del Vecchio Continente. La Merkel sembra avere a tal riguardo, le idee piuttosto chiare e cristallizzate: “La tradizionale, buona e profonda amicizia tra i nostri popoli – ha dichiarato – sarà rafforzata” ma “senza arretrare dai propri principi”. Quindi, come dire: nulla di nuovo sotto il sole! Principi rigoristici, che – tuttavia – cozzano con la volontà espressa dallo stesso Hollande in campagna elettorale il quale ha espresso la volontà di rilancio della crescita e la riapertuta al modello sociale del welfare state keynesiano, smantellato in pochi mesi con la scusa del debito.
Il "beato sonno" dell'Europarlamento ed i propositi di Martin Schulz
D'altra parte, lo stesso Presidente dell’Europarlamento il socialdemocratico tedesco Martin Schulz, nelle scorse ore si è personalmente fiondato a Berlino per far capire che l’Ue ha bisogno di un piano per la crescita, al fine di sfuggire al declino economico, all’eccessiva disoccupazione e all’indebitamento bancario. Gli osservatori di "Qui Europa", tuttavia, non possono non notare una grave ed inaccettabile paralisi dell'Eurocamera, che – contrariamente a quanto chiedono ormai da mesi agli Europei di tutti i paesi – non varano proposte concrete in merito alla delegittimazione delle agenzire di rating, che continuano a tenere sotto scacco gli stati (incentivando speculazione e debito pubblico); al ridimensionamento del ruolo della finanza sull'economia (vietando derivati, operazioni over-night ed operazioni off-shore – vedi precedenti articoli di "Qui Europa") ed alla necessaria modifica dell'Art. 123 del Trattato di Lisbona: scempio giuridico che obbliga gli stati a rifinanziarsi sui mercati internazionali, a tassi altissimi, regalando miliardi di euro alle banche private, già inondate d'oro con ricapitalizzazioni vergognose. Anche questa è l'Europa! Quella degli speculatori!
Cosa cambia in Europa dopo il voto in Grecia e Francia – Barroso al bivio
Tuttavia , l’ascesa degli “estremisti antiausterity” in Francia e Grecia è oggetto di profonde riflessioni anche per il Presidente della Commissione, il portoghese José Manuel Barroso e per i suoi vice, tra cui l'italiano Antonio Tajani e il finlandese Olli Rehn. I commissari, dal canto loro, adeguandosi al clima di cambiamento politico hanno sollecitato i governi a “far ripartire il motore bloccato della crescita europea”, senza però porre rimedi ai suddetti problemi: troppo spesso ingiustificatamente e insensatamente rinviati dai tavoli di lavoro di Bruxelles. Finendo, pertanto, per scadere nella pura ed inutile retorica. Per tacere, poi, sulla rinazionalizzazione delle banche centrali nazionali: una delle vere strade per uscire da una "crisi indotta, pilotata e voluta".
"Radio Marte" e la disillusione dei popoli europei
Ma Barroso, evidentemente parla un altro linguaggio, è su una frequenza sconosciuta: "Radio Marte!" Infatti, per il Presidente – non eletto – della Commissione, affinchè la crescita possa decollare, bisognerebbe aumentare il Capitale della Banca Europea degli Investimenti (Bei) per riavviare i prestiti ai settori produttivi, approvare Project Bond per finanziare grandi opere infrastrutturali (che è in fondo un modo per fare nuovi debiti, senza risolvere il problema alle radici) ed introdurre nell'Unione Europea la Tassa sulle Transazioni Finanziarie (ormai celebre Tobin Tax: incubo notturno dei boss della City) per fare cassa. Una cosa è certa: dopo la grande risposta anti-tecnocratica alle ultime elezioni, i padroni dell'Europa vorrebbero mistificare la realtà e mescolare le acque. L'unico problema – per loro – è che non hanno fatto i conti con l'accresciuta consapevolezza sulle reali ragioni della crisi degli Europei: popoli disillusi e desiderosi di rinascita, malgrado la disinformazione e la propaganda scellerata dei media-lobbies. Europei vitali, consapevoli e desiderosi di democrazia vera! Chi oserà sfidare la storia?
Sergio Basile, Federica Aloisio (Copyright © 2012 Qui Europa)
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Quotidiano "Qui Europa" - Num. R.G. 1130/2012 - Num. Reg. Stampa 17 - Tribunale di Catanzaro |
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