Lunedì, Dicembre 10th/ 2012
– Redazione Qui Europa, Lubiana –
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Giovedì, Maggio 10th / 2012
– di Maria Laura Barbuto –
Bruxelles / Dichiarazione Schumann / Festa dell'Europa / Tecnocrazia / Paradossi / Europa / Giovani / Futuro / Martin Schulz / Mario Monti / Sacrifici / Incoerenza
Schulz ai giovani:“E’ questa l’Europa che
volete? Neanche io. Impegniamoci
a cambiarla”
Zero coerenza – Il Presidente del Parlamento Europeo
parla della crisi, monisce i giovani e loda la tecnocrazia
Bruxelles – Era il 9 maggio del 1950 quando Robert Schuman, allora Ministro degli Esteri francese, a Parigi, pronunciava il suo discorso che celebrava la nascita, per la prima volta nella storia, del concetto d’Europa come unione economica, sociale e, in previsione, anche politica tra i vari Stati europei. La “Dichiarazione Schuman” dava il via anche al processo di integrazione e, soprattutto, al conseguimento dell’obiettivo della pace: il Ministro francese stava compiendo un atto storico di notevole importanza, tendendo la mano ai tedeschi e tentando di porre fine ai risentimenti ed alle avversità causate dalla guerra. Un discorso pieno di speranze e sogni, di ideali, di carisma, di sentimento. Un discorso che, oggi, a distanza di 62 anni, merita di essere ricordato come esempio per la società dei nostri tempi, una società malata e assoggettata alla finanza, all'economia, al mercato ed alla politica malata. Un’Europa diversa da quella disegnata da Schuman, un’Europa non della solidarietà e della cooperazione, ma della finanza.
Il monito di Martin Schulz
E ieri, in occasione del giorno europeo, il presidente del Parlamento di Strasburgo, Martin Schulz, ha rilanciato, dalle pagine della Gazzetta del Mezzogiorno, un’idea di un’Europa nuova, che deve ripartire dai giovani per risorgere e affermare le idee originarie, quelle di unità politica e solidarietà. Schulz, in merito alla crisi, ha dichiarato che “essa è stata aggravata da decisioni politiche sbagliate o prese troppo tardi. Questa è anche la crisi sociale dell’Europa ma non dobbiamo mai dimenticare che, in 50 anni di storia, quello europeo rimane il progetto più ambizioso e spero – ha continuato Schulz – che alcuni governi egoisti, alcuni leader miopi e alcuni dirigenti incompetenti abbiano imparato la lezione”.
L'Elogio – fuori luogo – alla tecnocrazia
Secondo il presidente del Parlamento Europeo la colpa del fallimento dell’Europa sta proprio nella cattiva gestione della politica a livello nazionale che viene poi riproposta in un contesto internazionale. E su questo non ci piove: bel discorso, se non fosse che Schulz ha elogiato il lavoro svolto in Italia dal prof. Mario Monti decantando la vena europeista del bocconiano e l’impegno a cambiare direzione per un Continente che ormai è alla deriva. Sul nostro Paese, il primo che ha visitato in qualità di presidente dell’istituzione comunitaria, solo belle parole: ci ha ricordati come fondatori dell’Unione Europea e ha colto nuovamente l’occasione per lodare l’onestà, il rigore e la serietà di coloro che guidano la Nazione. In ultimo un appello ai giovani europei: “Non dovete perdere la fiducia nell’idea che sta alla base della costruzione europea. L’Europa così come è va cambiata, ma non bisogna dimenticare quello che la nostra integrazione ha rappresentato: la fine di guerre secolari e conflitti. L’Unione Europea che avete davanti non vi piace? Neanche a me. Impegniamoci insieme per cambiarla.”
Schulz, ti sorridono i Monti! Ma… "le caprette non siamo noi!"
Giusto! Le parole di Schulz sono bellissime, piene di sentimento… ma se il Presidente del Parlamento Europeo elogia, in modo quasi sdolcinato, l’operato di Mario Monti, è meglio che si rassegni all’idea di un’Europa finita. Verrebbe da dire “Schulz, ti sorridono i Monti!” riprendendo il cartone animato Heidi, ma il problema è che “i Monti non sorridono all’Italia” al di là di quello che dice il Presidente del Parlamento europeo. Insomma, “paesaggi” differenti. E poi, nel bel paesaggio alpestre del panzer Schulz, ricordiamogli che "le caprette non siamo noi!"
Maria Laura Barbuto (Copyright © 2012 Qui Europa)
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